30 novembre 2014

La festa dei martiri bulgari. Intervista a p. Paolo Cortesi - ПРАЗНИК НА БЪЛГАРИТЕ-МЪЧЕНИЦИ - интервю на от. Паоло Кортези

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LA FESTA DEI MARTIRI BULGARI
A Belene cattolici, ortodossi, protestanti, autorità civili, bambini ed anziani, iniseme hanno onorato le vittime del regime comunista.
a cura di Ralitsa Gospodinova, redattore capo "Dunavski Novini"

- Padre Paolo, la festa dei martiri bulgari ormai è un fatto. Qual'è la sua valutazione, quali conclusioni si possono fare a distanza di pochi giorni dal 15 novembre?

- Sono molto contento. Praticamente tutto si è svolto come previsto. Anche la gente è ugualmente soddisfatta. E' stato un avvenimento stupendo per Belene e per l'intera Bulgaria, e certamente rimarrà nella storia. Si è parlato molto anche in giro per l'Europa di quello che è accaduto qui. Probabilmente lei e i lettori avete visto la notizia ai telegiornali: il Presidente della Bulgaria nel suo incontro a Varsavia col Presidente Polacco... ha ricordato ufficialemente di essere appena stato a Belene per la festa dei martiri!

- Quanto tempo è stato necessario per organizzare questo evento?
- Organizzare un simile evento richiede molto tempo e molto lavoro. L'evento era la FESTA DEI MARTIRI BULGARI. Noi abbiamo iniziato ad organizzarlo già dalla scorsa primavera. "Noi" significa io, p. Paolo Cortesi, e i parrocchiani della Natività di Maria e di S. Antonio da Padova. L'obiettivo di questo evento era di  rendere popolari i martiri del regime comunista, tra i quali spicca il beato Eugenio Bosilkov, nativo proprio di Belene. Non solo i cattolici furono vittime di questo regime: ecco perchè abbiamo reso omaggio anche agli altri sacerdoti ortodossi  e pastori protestanti, che hanno ugualmente sofferto durante quel periodo.

27 novembre 2014

Hanno abbracciato la croce di Cristo - Прегърнаха кръста Христов

Mons. Anselmo Guido Pecorari.
Originario di Mantova,
è Nunzio Apostolico in Bulgaria dall'estate 2014
B E L E N E, 15 Novembre 2014
Messaggio di mons. Anselmo Guido Pecorari, Nunzio Apostolico – Fine della Santa Messa

Ringrazio, per avermi permesso di partecipare alla cerimonia liturgica di oggi, S.E. Mons. Petko Hristov, Vescovo della Diocesi di Nicopoli, gli altri Confratelli Vescovi, gli organizzatori dell’evento odierno che commemora i 4 Beati Martiri: il Vescovo Mons. Eugenio Bossilkov ed i sacerdoti Pavel, Kamen, Josafat.

In particolare sono riconoscente ai Missionari Passionisti per avermi permesso di benedire la statua in onore del Santo Papa Giovanni Paolo II, che li ha Beatificati, e di concelebrare la Santa Eucaristia nella memoria dei Beati Martiri sopra citati. Saluto di cuore tutti i Religiosi e le Religiose qui presenti, i fedeli cattolici e non cattolici, qui convenuti a Belene, unitamente alle persone di altre confessioni religiose e di altri credi ideologici. Rivolgo un distinto ossequio alle distinte Autorità Civili e alle altre Autorità dello Stato.

La Celebrazione Eucaristica che stiamo terminando rinnova la Pasqua del Signore Gesù, il quale ha donato la vita per amore di Dio Padre e per amore nostro. Egli ha donato tutto se stesso fino al sacrificio supremo della croce. Dopo la morte, tra atroci sofferenze, egli è risorto ed ora è vivo e presente tra di noi, per costituire il capo del suo corpo, che è la Chiesa, ed il centro della comunione ecclesiale. Egli è colui che ci dona la forza di vivere la nostra vita cristiana con fede, speranza e amore. Noi cerchiamo di incontrare lui, morto in croce e ora vivente in noi e tra di noi, e di diventare i suoi discepoli.

23 novembre 2014

Costruite comunità, non isole - Градете общности, а не острови.

Il Presidente della Bulgaria,
Rosen Plevneliev
Discorso di Rosen Plevneliev,
Presidente della Repubblica di Bulgaria,
durante la tavola rotonda
“Testimoni della fede durante il regime comunista”

Egregio signor Sindaco, Vostre Eccellenze ed Autorità, cari amici.

Ci siamo riuniti oggi, in questo luogo-simbolo delle persecuzioni comuniste, per onorare i martiri del comunismo e per valutare l’eredità di una politica che ha cercato di cancellare la fede dalla vita della società bulgara.

Ma il Lager sull’Isola Persin di Belene non è solo simbolo della violenza politica senza precedenti che ha investito la Bulgaria dopo il 1944: esso è il vero e proprio Golgotha di migliaia di prigionieri, che il regime comunista osava definire “ex-persone”.

“A chi serve la memoria di queste sofferenze?”.

Questa domanda me la faccio non solo io, non solo noi tutti insieme. Questa domanda se la fa anche Stefan Bocev, il narratore della vita nel campo di concentramento di Belene (autore di un memoriale di mille pagine sugli anni trascorsi in esso, n.d.t.).

Ecco la sua risposta: “Come ogni singolo individuo, così anche ogni popolo, per diventare saggio deve capire se stesso, deve trarre insegnamento dalle proprie azioni od omissioni, dagli errori e dalle follie del percorso fatto. Un uomo che mente a se stesso, non può diventare saggio. Un popolo che chiude gli occhi sulla propria storia non può aspettarsi di agire più saggiamente nel futuro”.

La violenza politica, che ha letteralmente inondato l’Europa e il mondo durante il XX secolo, non ha risparmiato la Bulgaria. Molte altre nazioni europee hanno sofferto ugualmente a causa dei regimi totalitari ed autoritari. Milioni di persone sono diventate vittime di ideologie irrazionali, che osarono mettere se stesse al posto di Dio e decidere il destino del proprio popolo.

Questi regimi sono stati giudicati non solo dalla storia, ma anche dai popoli che furono loro vittime. Purtroppo la Bulgaria fa parte di quei pochi paesi europei nei quali il ricordo delle vittime continua a dividere la nazione, e non ad unirla.

Padre Paolo, rettore del santuario "Beato Eugenio Bosilkov" di Belene,
mostra al Presidente Rosen Plevneliev e all'eurodeputato Andrei Kovacev
alcune delle 8.000 pagine della Sicurezza di Stato contro i martiri cattolici.
Quali sono gli errori storici, che le migliaia di ex-prigionieri non ci concedono di dimenticare?

In primo luogo, la violenza non è un mezzo di soluzione delle controversie politiche. In Bulgaria questa violenza è esistita anche prima del 9 settembre 1944, ma dopo tale data è diventata massiccia ed estesa. Dopo la prima ondata di repressioni, che causò la morte di decine di migliaia di persone, altre decine di migliaia furono rinchiuse nei lager dell’Isola Persin, di Lovech, di Kutsian, di Bogdanov Dol, di Nojarevo e in altri, dove furono sottoposte a condizioni disumane, a causa delle proprie convinzioni politiche e religiose, a causa della propria etnia o discendenza. Ministri e deputati, imprenditori, funzionari ed intellettuali, contadini, anarchici, insegnanti, perfino alcuni comunisti furono rinchiusi in questi lager.

21 novembre 2014

ПАМЕТТА ЗА МЪЧЕНИЦИТЕ / LA MEMORIA DEI MARTIRI

Pubblico qui il discorso che padre Paolo Cortesi avrebbe voluto fare sabato scorso a Belene, in occasione della Festa dei Martiri Bulgari, ma che per mancanza di tempo è stato saltato (comunque ce l'avevano tutti nella cartelletta). Buona lettura!

Signor Presidente, Vostre eccellenze, cari ospiti, carissimi belenciani. Domenica scorsa, commemorando i 25 anni della caduta del muro di Berlino, papa Francesco ha detto: “Preghiamo perchè si diffonda sempre più una cultura dell’incontro, capace di far cadere tutti i muri che ancora dividono il mondo, e non accada più che persone innocenti siano perseguitate e perfino uccise a causa del loro credo e della loro religione. Dove c’è un muro c’è chiusura dei cuori. Servono ponti e non muri!
Uno dei ponti da ricostruire, insieme, è il ponte tra il presente e il passato. Il ponte della memoria.
Ed allo stesso tempo, questo ponte della momoria ci permette di costruire, insieme, il futuro.

Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”, scriveva l’autore cileno, Luis Sepulveda.
Ecco perché siamo qui, oggi insieme, noi rappresentanti delle chiese cristiane e delle istituzioni civili: per aiutare il popolo bulgaro a ricostruire il ponte della memoria, in particolare della MEMORIA DEI MARTIRI, delle vittime innocenti del passato.
Fare memoria è uno dei pilastri della fede ebraico-cristiana.
Dal comando di Dio a Mosè e al popolo liberato: “Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto. Guardati bene dal dimenticare”, fino al comando di Gesù “Fate questo in memoria di me”, si può dire che tutta la Bibbia, e gran parte del lavoro e della preghiera dei credenti, consiste nel fare memoria, nel non dimenticare, del cercare sempre le proprie radici nella storia vissuta.
padre Zoran (ortodosso), p. Paolo (cattolico),
il Presidente della Repubblica, il Sindaco di Belene,
mons. Hristo (cattolico) e il pastore Bedros (protestante)
commemorano insieme i martiri del regime comunista in Bulgaria
Come chiese cristiane, esperte di memoria, possiamo e dobbiamo offrire questa testimonianza a tutti: fa parte della nostra identità collaborare con tutto il popolo bulgaro nel costruire una memoria condivisa e riconciliata del passato.
            Mi auguro che tutti, in particolare i giovani, percorrano questo percorso della memoria, senza paure, con coraggio. Come cristiani desideriamo che il popolo bulgaro viva riconciliato e sereno nel presente, ricordando il proprio passato e costruendo insieme un futuro migliore.
In questa memoria collettiva un capitolo speciale, direi fondamentale, è quello dedicato alle violenze e alle vittime innocenti dei regimi totalitari che hanno sconvolto l’Europa del XX secolo, e hanno segnato con ferite dolorose anche la nostra Bulgaria. Ferite profonde, che vanno curate. Non si guarisce nascondendo o dimenticando, ma portando alla luce e curando.

20 novembre 2014

Che bello questo popolo che fa memoria!


Al mattino presto, davanti alla porta della Storia:
speriam che venga qualcuno...
La calma è ormai tornata a Belene, e tutto sembra tornato come prima del 15 novembre scorso.
Le solite attività, le solite buche piene di acque, le solite lamentele per la mancanza di lavoro, le solite facce. Sembra che nullo sia successo...
Sembra, perchè adesso siamo dopo il 15 novembre 2014.
Non son un indovino, ma penso che il futuro ci riserverà qualche sorpresa.
Perchè a Belene, sabato scorso, sono accaduti 2 miracoli, miracoli per cui sto pregando da tanto tempo.
E questo sabato novembrino ha segnato uno spartiacque, spero definitivo, tra un prima e un poi
Ci sono ancora tante immagini negli occhi, tante voci nelle orecchie, tante emozioni nel cuore, ma provo a scrivere qualche riga su quello che è accaduto a Belene sabato scorso. Da dove cominciare?
Comincio da un particolare, poi vediamo il tutto.
Io sono un tipo abbastanza razionale e controllato, e non mi è mai capitato prima (son prete da 13 anni) di piangere durante una messa. Eppure sabato mattina ho pianto, per la prima volta in vita mia.
Che dire? Mi sono commosso, pregando il Padre Nostro insieme a quel popolo così strano e variopinto riunito nella chiesa di Belene. C'erano i miei belenciani e tanti ospiti, bulgari e stranieri, cattolici/ortodossi/protestanti, sacerdoti e laici, vescovi e suore, bambini ed anziani, giovani e adulti... tutti riuniti insieme per ricordare e festeggiare i martiri bulgari.
Piangevo, guardando accanto a me un pezzo di camicia da carcerato, macchiato dal sangue del beato Eugenio Bosilkov, pensando al miracolo che stava accadendo. Un miracolo per cui ho pregato tanto in questi due anni.
Ovvio che tutto questo è opera di Dio, attraverso l'intercessione dei suoi Santi e Martiri, e anche un po' di san Papa Giovanni XXIII (che ho molto invocato, col titolo di patrono dei... diplomatici!)

Ortodossi, cattolici, protestanti, e un sorridente Presidente:
una tavola rotonda e gioconda! 
PRIMA: noi e il nostro Eroe
Sono diventato parroco di questa comunità di Belene l'ormai lontano anni luce 8 settembre 2012.
Mi sentivo allora come un piccolo Mosè balbettante (mica si impara d'incanto a parlare il bulgaro e... a guidare una comunità speciale come quella di Belene!). Ma confidando nell'aiuto del buon Dio e dei tanti Aronni attorno... mi son buttato a capofitto in questa impresa.
"Casualmente" (mica ho deciso io di fucilarlo nel 1952...) quell'anno capitò il 60° anniversario dalla morte del martire bulgare Eugenio Bosilkov. Martire nato proprio qui a Belene, dove attualmente c'è un santuario a lui dedicato (l'unico in tutto il mondo), santuario di cui mi son ritrovato ad esserne il rettore.
Fu un anno intenso, pieno di celebrazioni, di incontri, di iniziative, ma...
Ma, non so perchè, pur vivendo allora tante belle esperienze, due tarli mi accompagnarono tutto l'anno.
Il primo tarlo era: "Son tre anni che son qui, e siam sempre noi, i soliti cattolici, le solite facce, a far festa a questo martirie... e tutti gli altri?". (PS: allora non c'era ancora papa Francesco, che ci stressa col dirci di uscire, del non rinchiuderci...)

ТОВА Е БЕЛЕНЕ! Празник на българите мъченици

18 novembre 2014

Voltiamo pagina: il miracolo della memoria a Belene

Sabato scorso qui a Belene è accaduto un miracolo.
Prima di sabato molti non ci credevano, tanti pensavano ad uno scherzo, altri ci hanno etichettato come sognatori....
Dopo sabato, resta la gioia di un popolo che è stato protagonista di un miracolo: per la prima volta, dopo 25 anni dal rumoroso crollo del muro di Berlino e della Cortina di Ferro, dopo 25 anni di vergogna e paura, di silenzio e dimenticanza, di divisioni e ritorsioni... il popolo bulgaro si è riunito a Belene, riconcilato e sereno, anzi, festoso e gioioso, per festeggiare i propri martiri.
Un miracolo che ha fatto molto rumore sulle televisioni e la stampa, ma di cui non tutti hanno colto il significato epocale.

Per ora pubblico in traduzione italiana il lungo reportage del giornalista Hristo Hristov (тука мождете да го четете на български  Когато мъчениците на комунистическия режим и вярата обединяват).
Tra tutti i reporters presenti. è l'unico che ha colto il filo rosso dell'evento, collegandone tutti i passaggi.
Buona lettura. Seguiranno certamente altri approfondimenti e immagini.

Prima di continuare a leggere, guarda questo video riassuntivo, realizzato dall padre conventuale Ventsi Nikolov di Pleven: sono solo immagini, ma si capiscono in tutte le lingue del mondo:



QUANDO I MARTIRI DEL REGIME COMUNISTA E DELLA FEDE UNISCONO
di Hristo Hristov
Domenica, 16 novembre 2014

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Per la prima volta, dopo 25 anni, i rappresentanti delle varie denominazioni religiose cristiane si riuniscono ad una tavola rotonda per parlare dei testimoni della fede durante il regime comunista.Da sinistra a destra: il pastore Bedros Altunyan, rappresentante dell’Unione delle chiese episcopali-metodiste-evangeliche; il sacerdote ortodosso Zoran Mamucevski; p. Paolo Cortesi, parroco della comunità cattolica di Belene; Rosen Plevneliev, Presidente della Bulgaria; Momcil Spasov, sindaco di Belene; Sua Eccelenza Hristo Proykov, Presidente della Conferenza Episcopale Bulgara.

La fredda mattinata del 15 novembre 2014 non scoraggia i cittadini di Belene: le persone di tutte le parti della città si radunano nella chiesa cattolica Natività di Maria, costruita nel 1860.
I veicoli provenienti di tutta la Bulgaria affollano le strette vie accanto al tempio. Tutti gli alberghi locali son stati riempiti il giorno precedente. Tanti si sono messi in viaggio all'alba verso Belene.