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16 dicembre 2010

DAMNATIO MEMORIAE o MEMORIA COLENDA? Meditazioni e pensieri ai piedi della statua di Lenin

Stamattina, mentre cadevano i primo fiocchi di neve, tornavo da Russe verso Bèlene, e a metà strada ho fatto una sosta, a Novgrad.
Qui c'è, a quanto mi dicono, l'ultima statua di Lenin rimasta in piedi in tutta la Bulgaria.
E proprio davanti a questa statua mi sono messo un po' a meditare su quella diffusa e atavica usanza (lo facevano già nella Bibbia, lo facevano i persiani, lo facevano persino gli atzechi...) della damnatio memoriae, che nel mondo romano era addirittura una legge dello stato.
Dopo la caduta o la rimozione o la morte di un "capo" o di un regime, si cerca di cancellare dalla faccia della terra tutti i segni (a volte anche i parenti o i colleghi viventi) della sua presenza.
Statue, simboli, leggi, persone... sotto la scure e i martelli della damnatio memoriae
Noi giovani lo abbiamo visto con la famosa statua di Saddam Hussein a Bagdad.
I più vecchi hanno visto "cadere" i segni del fascismo, del franchismo, del nazismo, del comunismo.
Ma lo si è visto anche nei cambiamenti culturali e religiosi: quanti templi distrutti e trasformati in chiese, dopo Costantino; e quante chiese demolite quando Lenin & compagni hanno preso il potere...
La stessa cosa avveniva quando le nostre Chiese condannavano un eretico: non si bruciava solo lui, ma anche i suoi libri, le sue opere...
E' quasi un bisogno psicologico e simbolico impellente, che da una parte serve a cancellare quanto è giudicato negativo, avverso, odiato. Ma dall'altra sono gesti che dimostrano un "potere", cioè il potere di manipolare e modificare il passato, magari facendo poi la stessa fine.
E così, insieme a molte cose futili, si perde spesso un immenso patrimonio storico, artistico e culturale.
E questi sacri furori a volte portano a buttar via il bambino con l'acqua sporca, a vedere tutto il male nel passato o nel nemico.

Mi chiedo: è possibile un'altra via? E' ineluttabile distruggere e cancellare? O si può "accogliere" il passato e trasformarlo senza distruggerlo, senza resettarlo?
Anche perchè le statue si abbattono, ma gli effetti del passato sul presente no.

Mi viene in aiuto a questo punto il modo di affrontare la storia come ce lo insegna la tradizione biblica.
Lo chiamerei il sistema della memoria colenda: le cose accadute, anche quelle negative, vanno ricordate.
Perchè le mie radici sono lì. Perchè in quella storia ci sono anch'io. Perchè quello che c'è adesso viene da lì.
Il passato non si cancella semplicemente abbattendo una statua.

Son contento che sia rimasta in piedi almeno questa statua.
Mi ricorda quanto è accaduto in questa terra.
Mi ricorda le milioni di persone che hanno creduto a quest'uomo, alle sue parole, ai suoi sogni.
Mi ricorda le milioni di persone che hanno sofferto e sono morte a causa di quest'uomo e dei suoi compagni.
Mi ricorda di come sono complesse le vicende storiche.
E mi aiuta ad accostarmi alla realtà in punta di piedi, quasi con timore.

Ma non lo odio. Non ho nessun desiderio di cancellarlo dalla faccia della terra o di riesumarlo dal suo mausoleo e bruciarlo sulla piazza (come purtroppo successo in molti casi).
Non ti odio, Vladimir: non voglio diventare come te.
Non voglio manipolare, distruggere, trasformare la realtà a mia immagine e somiglianza.



Guardati, Vladimir: sei qui, tutto solo e abbandonato nella piazza vuota, tra le macerie di questa Città Nuova, angolo di quel paradiso che volevi creare in terra. Eri un grande uomo, potente, amato e temuto.
Ora sei un cadavere imbalsamato, come tutti, alla fine.
Riposa in pace, compagno Vladimir Ilic.
Magari adesso vedi le cose da un'altra prospettiva...
e comunque penso che due chiacchere
con quel Padre eterno che hai sempre negato
le farai sicuramente!


2 commenti:

  1. chi ha vissuto durante il regime comunista, la puo' pensare diversamente...

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  2. Vent'anni dopo il regime ci sono molti modi di pensare.
    Ognuno medita in base alla propria esperienza. Molti ricordano con sofferenza, molti lo rimpiangono, molti sono indifferenti...
    L'importante è meditare senza odio e senza rimpianti, ricordando quanto è avvenuto.
    Il mio pensiero è che non basta abbattere una statua per voltare pagina: occorre ricordare, cercare di capire, separare il negativo dal positivo, pensare e costruire qualcosa di nuovo imparando dal passato, senza ripetere gli errori.

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