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20 gennaio 2011

Preghiamo per l'unità dei cristiani

Ne parlavano già nel IV secolo...
quindi non c'è da preoccuparsi!
In questi giorni tutti i cristiani vivono la tradizionale settimana di preghiera per la loro unità.
Prego anch'io, ovviamente, per questo, e non solo in questa settimana, ma tutti i giorni.
Nelle mie preghiere, solitamente, non chiedo che gli Ortodossi riconoscano il primato petrino, o che gli Evangelici leggano di meno la Parola e adorino di più l'Eucarestia.

Innazitutto, per prima cosa, chiedo che tra noi cristiani cattolici romani apostolici (e rispettivamente anche tra i cristiani delle altre chiese) cresca la comunione.
Perchè la prima divisione da sanare è in casa nostra!
Noi cattolici siamo veramente uniti tra di noi?
Siamo davvero il modello dell'unità?
O non sembriamo invece più simili ad un'armata brancaleone, divisa e in perenne conflitto?

Tra i cattolici italiani il 20% pratecipa all'eucarestia festiva, l'80% no...
Metà cattolici italiani (se non di più) sono a favore di aborto, divorzio, eutanasia....
Più della metà delle coppie cattoliche italiane ormai convive o si sposa solo civilmente....
Il divorzio ormai non è più una extrema ratio (il Diritto Canonico, non tutti lo sanno, prevede la separazione dei coniugi), ma lo sport nazionale dei bravi cattolici italiani.
Una buona parte di cattolici italiani non condivide il magistero della Chiesa su molti punti...
La quasi totalità dei cattolici italiani non prega, non si confessa, non vive la carità...
Non parliamo poi degli stili di vita, a partire dai bigs fino a noi comuni mortali: droga, alcolismo, sfrenatezze, pornografia, prostituzione, lusso, etc etc.
E potremmo continuare a lungo: quante divisioni, distinguo, posizioni inconciliabili, chiusure, incomunicabilità.
Come suonano lontane e utopiche le parole degli Atti degli Apostoli:
"Erano un cuor solo ed un'anima sola"!
C'è molto da lavorare, per costruire una vera e reale comunione.
Con la preghiera chiediamo a Dio di darci una mano.
Ma senza dimenticare che anche noi dobbiamo metterci due mani.
Cominciando magari a rimetterci in questione, almeno sulle cose più importanti, che non possono continuare ad incancrenirsi e sclerotizzarsi.
Se io desidero essere cristiano, non posso non desiderare e non celebrare l'Eucarestia domenicale.
Se io desidero essere cristiano, non posso non amare e accogliere il Vangelo della vita.
Non posso non pregare, non riconoscere i miei peccati, non vivere la carità.
Non posso ignorare o contestare continuamente il mio parroco, il mio vescovo, il Papa o il Concilio.

Ce n'è di lavoro da fare, nella vigna del Signore!
Preghiamo e lavoriamo quindi perchè tra di noi cristiani cresca la comunione, cresca l'unità attorno alle realtà più importanti.
Una unità che non cancelli le legittime e sacrosante diversità, purchè siano diversità che non intaccano l'essenziale.

Come è possibile invitare a casa nostra Ortodossi, Evangelici, Anglicani e altri, se casa nostra è tutta sottosopra e sconquassata?
E anche loro, a casa loro, hanno gli stessi nostri problemi...
Penso che la questione più seria non sia tanto che le diverse Chiese si uniscano in una super-chiesa.
La questione più seria è che tutti i battezzati dovrebbero diventare un po' più cristiani.
Io prego così:

Signore, sono un povero battezzato, un povero peccatore.
Aiutami a diventare cristiano. Un buon cristiano.
Tieni vivo in me il desiderio di ascoltarti, di pregarti,
di crescere nel rapporto con Te.
Tieni vivo in me il desiderio di contemplare il Tuo volto,
di vivere nell'attesa del Tuo abbraccio.
Rinnova in me il desiderio di amare i fratelli
e le persone che mi metti accanto.
Aiutami ad amare Te con tutto il cuore,
con tutta la mente, con tutte le mie forze.
Aiutami ad amare i fratelli come amo te.
Aiutami ogni giorno a fare qualche piccolo passo,
che mi riavvicini a Te e ai miei fratelli.
Il resto poi viene di conseguenza:
se camminiano nella stessa direzione,
prima o poi ci si vede e ci si incontra!

1 commento:

  1. zornitsa dobranova20 gennaio, 2011

    concordo...e se andiamo ad approfondire...quei 20 per cento che partecipano alle festivita sono divisi tra i chi sa quanti movimenti...

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