di Veronika Fehle
«Nuoto attraverso queste onde del destino, grazie all’aiuto dall’alto e di voi tutti, come un cane, a volte ansimando, ma sempre con la testa e il naso fuori dall’acqua».
Lo scriveva il sacerdote austriaco Carl Lampert (1894-1944) il 1° novembre 1943 a «tutti i cari in patria». Un anno dopo scriveva un’altra lettera agli stessi destinatari. Nessuno purtroppo conosce i loro nomi e nemmeno ha la certezza che la lettera sia giunta a destinazione. Il martire Carl Lampert — che domenica 13 novembre viene beatificato a Dornbirn in Austria, dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, in rappresentanza di Benedetto xvi — ha sofferto in tutta la sua vita per le vessazioni della gestapo.
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