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18 luglio 2020

La zanzara Chiara e la bevanda amara.


“Alt! Fermo! Stop! Aspetta un momento! Perché alzi la tua mano per spiaccicarmi? Aspetta! Non renderti complice di questo genocidio! Fermo! Sono solo una piccola creatura indifesa! Possibile tanto odio contro di me e la mi specie?!? Cavoli! Da secoli cerchiamo di comunicare con voi! Da ore ti svolazzo intorno, e parlo, parlo, parlo! Ma cosa hai nelle orecchie? Cerume o bitume? Lavati un po’ le orecchie, e fermati ad ascoltare una buona volta! Cavoli! Ma quando la radio della tua auto emette solo ronzii… la prendi a bastonate o cerchi di sintonizzarla? Ferma quella cavolo di manaccia, ed invece di pensare a spiaccicarmi e liquidarmi, girati un po’ il naso a destra e sinistra, e sintonizzati! Bene, così… stringi bene il tuo nasino, e destra, sinistra, sinistra destra… Bene. Mi senti adesso? Sì? Ci siamo? Parlo mica cinese io, parlo la tua lingua? Ci sei? Mi senti? Mi ascolti? Mi capisci?”
“Miracolo! Ma sto davvero ascoltando una zanzara?!?!?”.
“Ma che miracolo d’Egitto! Basta sintonizzarsi… E poi, non sono UNA zanzara, scemo! Io sono LA zanzara CHIARA! Smettiamola una buona volta di spersonalizzare le persone, e chiamiamole col loro nome!”.
“Eh! Quante storie! Per runa bazzecola… Scusa tanto, Chiara La Zanzara!”.
“Bazzecole?!? Bazzecole tua nonna! Ma non lo sai che la spersonalizzazione è il secondo passo che conduce nel baratro di un genocidio?!!?”.
“Eh! Addirittura! E magari il primo passo è quello di non ascoltare e far lo gnorri alla tua voce…”
“Urca! Sei perfino intelligente! Chi è stata la tua maestra all’asilo? La signorina Storia, per caso?”
“Ovvio che la Storia è stata la mia maestra… Tutti siam stati nella sua classe…”
“Beh, può darsi… ma se c’eri, dormivi! Ti è dato di volta il cervello? Stavi per spiacccichiarmi! Che male ti ho fatto, asino? Una minuscola creaturina innocente come me…”
“Beh, mai sentito parlare di guerra preventiva? Stavi per colpirmi, e spargere il mio sangue… Zanzare assassine che non siete altro! Tiè! Mors tua, vita mea, ragazza mia!”
“Ma che colpirti! Ma che spargimenti di sangue! Ti sei bevuto il cervello? A scuola proprio dormivi: la generalizzazione conduce al genocidio! Stupido: non lo sai che non tutte le zanzare sono uguali? Per esempio, io sono vegeteriana, e mia cugina vegana: quindi no succhiamo il sangue a nessuno di voi rimbambiti!”
“Ma davvero?”
“Eh, certo, asino! Se invece di essere sordo ascoltassi, e se invece di trattarmi come una cosa indefinita e senza nome mi chiamassi Chiara, e se invece di fare di tutta l’erba un fascio, ti fasciassi la zucca per impedire al tuo cervellino da tacchino di tracimare, e ti fermassi un po’ a riconoscere la mia unicità ed individualità… con questo senno del prima, sarebbero vuote molte fosse!”.
“Usti! Quindi… Chiaretta mia, se sei vegetariana… posso anche fare a meno di spiacicchiarti, ed il terrore atavico che mi sta spremendo le budella è illogico come una gravidanza isterica?”
“Proprio così, bestione senza cuore di fronte alla bella pulzella! Elefante lestofante che se la fa sotto davanti al minuscol topolino!”
“Ma allora… Chiarin Chiaretta… potremmo pure diventare amici, come quel volpino del Piccolo Principe?!?”
“Beh… certamente la prospettiva è più allettante, rispetto a quella di farti coinvolgere nello zanzaricidio di una povera innocente creatura…”
“Usti!  Allora… Chiaruccia… dai, vieni a casa mia, che ti offro una spremuta di pomodoro…”
“Ma con molto piacere, ragazzo mio! Ce l’hai una cannuccia?!”
“Tutte le cannucce che vuoi, bellezza!”
“Uhm… questa spremuta è un po' amara…”
“Ferma. Eccoti una zolletta, zuccherino…”
“Ah! Adesso sì… gustosa… succulenta… divina! Ah… se quelle sceme delle mie sorelle, invece di ostinarsi come piccoli dracula a succhiare il sangue alla gente, provocando l’ira dei poveri cristi proprietari del sangue versato involontariamente e scatenando il secolare zanzaricidio… chiedessero semplicemente un bicchiere di fresca spremuta al pomodoro… Ah! Sarebbe il paradiso!”
“Eh sì… Hai proprio ragione, Chiaretta!”
“A propò… Come ti chiami tu?”
“Io? Scuro!”
“Scuro? Ma che cavolo di nome è?”
“Beh, il mio… Quando son nato ero un po’ nero… così mi han chiamato Scuro. Beh… sono ancora scuro, (e sarò sempre Scuro), ma non son poi così male…”.
“Beh, sì… dai… non sei proprio da buttare nel cestino… E poi, adesso che non sei più all’oscuro di tante cose su di noi zanzare… potresti quasi cominciare ad addomesticarle…”
“Forte! Che ne dici di fondare un’associazione per l’amicizia tra uomini e zanzare, tipo “Scuro & Chiara Mosquito’s Frienship for Relationship Internescional”?”
“Eh! Magari… qualcosa di più corto, tipo: “Chiara & Scuro”? Oppure “Chiaroscuro”?”
“Ok! Vada per “Dio, Chiara e lo Scuro”, suona un po’ più sacrale…”
“Bello, mi piace”
“Allora… al lavoro! Basta ronzare e chiaccherare! C’è un lavoro immenso da fare!”

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