Il giovane Pio Diociauti era un bravo credente, e tutte le domeniche andava a messa. Negli ultimi tempi però, ogni volta che usciva di chiesa, gli veniva un leggero bruciore di stomaco, accompagnato da un po’ di nausea e qualche capogiro, e da uno strano formicolio negli arti.
Preoccupato di questi sommovimenti gastroesofagei e nervosi, andò a farsi una visita dal medico.
Dopo il consueto cek ap e gli esami prescritti, il medico lo convocò e gli disse:
“Senta, signor Diociauti, in base a tutti gli esami pare che lei non abbia proprio un bel niente, dal punto di vista fisico: tutto nella norma, anzi, direi che lei gode di ottima salute e sprizza di energia giovanile”.
“Ed allora perché mi viene questa nausea e questi disturbi?”, rispose, un po’ preoccupato il giovane.
“Boh! In base alle mie competenze lei è sano come un pesce sano. Provi ad andare da uno pisicologo: magari è una malattia psicosomatica…”.
Il giovane Pio fece come il medico gli aveva detto, ma anche dallo pisicologo fu un buco nell’acqua. Congedandolo, il professore gli disse: “Davvero un caso molto strano il tuo, Pio. Mai visto una cosa simile prima d’ora. Sembra che la causa scatenante dei suoi disturbi sia la messa domenicale. Proviamo a fare perciò questo esperimento: per un mese non vada a messa, e vediamo cosa succede”.
“Ma come? Ma lo sa che se non vado a messa tutte le domeniche… forse il corpo si salva… forse la psiche si stabilizza… ma perdo l’anima e mi danno”.
“Suvvia, non sia così melodrammatico… lei è malato… non dice forse la Chiesa che i malati possono saltare senza problemi la messa?!?”.
“Non ci avevo pensato… Grazie! Allora provo a stare a casa un mese, e vediamo cosa succede.
Dopo un mese Pio tornò raggiante dallo pisicologo, e gli comunicò la lieta notizia: “Ma lo sa che ha funzionato? Son guarito! Non ho più avuto nessuna nausea e nessun formicolio!”.
“Bene, buona fortuna allora!”.
E così la domenica successiva Pio tornò a messa tutto raggiante, lieto per la guarigione ritrovata, ma… dopo la messa, ancora gli stessi disturbi.
Visto che il medico gli avrebbe detto lo stesso, cioè: “Sei sano come un pesce!”, e visto che anche lo pisicologo gli avrebbe prescritto lo stesso: “La messa è la causa del suo malessere, non vada a messa e starà ottimamente”, il giovane Pio Diociauti decise di capirci dentro da solo cosa fosse questo disturbo post-liturgico, e si ostinò ad andare tutte le domeniche a messa per un anno, dicendosi: “Prima o poi capirò cosa succede, o no? E che Dio mi aiuti!”.
Dopo un anno di attenta osservazione, e di tanta sofferenza per queste fastidiose nausee e formicolii, che colpivano solo lui e nessun altro, Pio Diociauti intuì cosa potesse essere, ed esclamò: “Usti, mi sa che… ma certo! Sono allergico alle preghiere dei fedeli!”.
E così la domenica dopo guarì.
E sapete come guarì?
Non andò a messa? Macchè! Sano come un pesce, pieno di fede, desideroso di salvarsi… ci andò.
Fece abolire le preghiere dei fedeli? Macchè! Le ascoltò come non mai, attentissimamente.
Restò chiuso in chiesa per tutta la settimana, senza uscire? Macchè! Uscì, come sempre, per ultimo, dopo le sue preghiere personali e dopo tutti gli altri.
Adesso vi dico come guarì.
Quella domenica nelle preghiere dei fedeli si diceva:
“O Padre Creatore, custodisci e proteggi la natura, opera delle tue mani, cosìcchè i nostri figli possano vivere in un mondo bello e sano. Per questo ti preghiamo: Ascoltaci, Signore!”.
E Pio uscì di chiesa, dopo tutti, e raccolse i mozziconi di sigarette davanti alla porta della chiesa (lasciati dai fedeli fumatori prima di entrare, e scavalcati o calpestati da tutti nell’uscire). Fece un passo verso destra e li gettò nel cestino.
Ed andò a casa, senza nausea e senza pruriti negli arti.
La domenica successiva nelle preghiere dei fedeli si diceva:
“O Signore, sii vicino ai malati, confortali con la tua presenza ed amicizia, fa che non si sentino mai soli ed abbandonati. Per questo ti preghiamo: Ascoltaci, Signore!”.
E Pio uscì di chiesa, dopo tutti, ed invece di andare a casa a pranzo, come tutti e come sempre, fece due passi verso sinistra, fermandosi alla fermata dell’autobus, poi prese l’autobus e scese all’ospedale. Entrò e chiese di poter visitare gli ammalati. La receptionist gli disse: “Scusi, ma oggi è domenica, non è giorno di visita!”.
“E come mai? In tutto il mondo alla domenica è giorno di visita!?! Perché qui a Belene no?!?”.
“Eh… anche qui c’era una volta, ma poi qualche anno fa l’abbiamo tolto, perché da anni non veniva più nessuno…”
“Ah, sì?”, rispose Pio, sentendosi venire la nausea ed incominciandogli a prudere le estremità.
“Però… visto che è qui, prego, vada pure: saranno lieti di far due chiacchiere con qualcuno! Son sempre qui soli come cagnolini soli…”.
La nausea ed il tremolio si dileguarono, a questa notizia, come rugiada estiva. E salì a visitare gli ammalati.
Ed alla sera andò a casa, senza nausea e senza pruriti negli arti.
La domenica successiva nelle preghiere dei fedeli si diceva:
“O Signore, ascolta la voce dei disoccupati. Concedi loro un degno e giusto lavoro, per potersi sentire uomini e donne realizzati, e per poter nutrire e custodire le loro famiglie. Per questo ti preghiamo: Ascoltaci, Signore!”.
E Pio uscì di chiesa, dopo tutti, e fece tre passi verso destra, fermandosi davanti alla bachecha parrocchiale, dove ovviamente non c’era nessuno. Nessuno infatti la guardava più, essendo diventata ormai parte del paesaggio, ed avendo tutti ormai le loro automatizzate abitudini.
Tolse tutti gli annunci con richieste di lavoro da parte di disoccupati, e tornato a casa si mise al computer, in chat, su uots app, su vaiber ed al telefono. Contattò tutti i suoi amici, e dopo averli convinti, incoraggiati ed entusiasmati, durante la settimana misero insieme i loro risparmi, ed il martedì aprirono un ristorante, al mercoledì un forno del pane, al giovedì un centro diurno per minori diversamente abili, al venerdì un negozio di alimentari ed al sabato una casa di riposo. Ed in sei giorni ci furono 77 ex disoccupati in più.
E ogni sera tornò a casa, senza nausea e senza pruriti negli arti.
Pio Diociauiti continuò così anche per le domeniche successive, e mai più provo nausee e formicolii.
Quando alla messa i fedeli chiesero che Dio si occupi dei carcerati, lui uscì e si fece quattro passi a destra, andando a visitare i carcerati.
Quando a messa i fedeli chiesero che Dio dia un tetto ai senzatetto ed una casa ai profughi, lui contattò le Autorità e le Istituzioni, ed accolse in casa sua una famiglia di rifugiati siriani.
Quando a messa i fedeli chiesero che Dio dia da mangiare agli affamati, lui uscì e quella stessa domenica portò al ristorante i quattro zingari che chiedevano soldi davanti alla chiesa.
Quando a messa i fedeli chiesero che Dio garantisca acqua a tutti gli assetati… prese l’aereo con qualche amico ed andò in Etiopia a scavare pozzi per un mese.
E via di seguito, chi più ne ha, più ne metta (ci sono pure i foglietti ed i libretti con le preghiere già stampate, da dove potete attingere esempi...)
Certamente per l’umanità malata, affamata, carcerata, disoccupata ect etc… questi di Pio Diociauti furono solo dei piccoli passettini, che non risolsero la disoccupazione, le migrazioni, ed i problemi del mondo. Un piccolo passo, per un’umanità conciata molto male.
Ma per Pio Diociauti, ogni domenica furono dei mastodontici passi in avanti, dei balzi stratosferici verso cose mai fatte ed esperienze mai viste. Per un piccolo uomo come lui… cose da non credere!
Comunque, se non ve la sentite di fare questo enorme balzo in avanti… beh, è semplice: state attenti a non diventare allergici alle preghiere dei fedeli domenicali! Altrimenti vi viene il voltastomaco tutte le volte.
E che Dio ci aiuti!
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