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6 gennaio 2021

Mannaggia! Ma dove son finiti i Re Magi?!?

La sera del 5 gennaio di quest’anno il povero parroco di Belene andò a letto disperato, e non chiuse occhio per tutta la notte, ripetendo e rimuginando e ripetendo all’infinito questa querula litania:

“Mannaggia! Ma dove son finiti i Re Magi?!?”

Il motivo di tale inquietudine è presto detto.

Il giorno dopo il 5 gennaio, di solito, è il 6 gennaio.

Gente che viene da Oriente. Oggi, da qualche parte in Europa.

E come tutti i bravi parroci, anche il povero padre Paolo si era premurato di preparare tutto per tempo per la solenne festa dell’Epifania. E così anche a Belene si era fatta una bella capanna presepio, con dentro la Madonna e san Giuseppe, il Bambinello, l’asino ed il bue, qualche pastore e qualche pecora, ed i tre posti per i tre re magi, che di solito prendevano il loro posto nel presepio proprio la sera del 5 gennaio, pe poi restar lì fino alla sera dell’Epifania, che poi tutte le feste porta via.

Ma quest’anno i Tre Re Magi non si trovavano. Dove diavolo eran finiti?

E per tutto il giorno del 5 gennaio tutti si misero a cercarli per il paese. Ma non si trovavano da nessuna parte! Mannaggia! Furono rovistate tutte le case, tutte le soffitte, tutte le cantine, tutti gli alberghi ed i bar, pure le scuole, la caserma ed il carcere…. Ma dei Tre Re Magi neppure l’ombra, neppure una piccola traccia della loro presenza. Mannaggia! Ma dove sono finiti? Come si fa a fare la festa dell’Epifania senza di loro?!?

E così, l’iniziale preoccupazione del parroco divenne poi trepidazione, ansia, infine terrore. Una vera tragedia si profilava all’orizzonte: un 6 gennaio senza i Re Magi!

Ecco, con tutta questa ansia il povero parroco trascorse la notte insonne, ed all’alba del 6 gennaio uscì quatto quatto, con la flebile speranza di trovare i magi nella grotta… ma niente. Non erano arrivati.

“Mio Dio! – sospirò il povero parroco davanti alla capanna, orfana dei Magi – Adesso che cosa facciamo? Alle 16.30 c’è la messa solenne… e come faremo, senza magi?!?”.

Fu allora che gli balenò in testa una folle idea.

Prese il cellulare e compose il numero di telefono del Presidente della Repubblica.

“Pronto? Buongiorno, Signor Presidente… sono padre Paolo!”.

Quel padre Paolo?”, rispose un’assonnato Presidente.

“Sì. Sì…. Quello di Belene… Mi scusi se la disturbo così presto, ma qui a Belene abbiamo un probema enorme”.

“Si figuri! Mi dica, mi dica… Per Belene lo sa che son sempre disponibile”.

“Vede… Oggi è l’Epifania, ed i Re Magi non sono arrivati! Una tragedia!”.

“Oddio! E come farete a festeggiare senza di loro?!??”.

“Appunto! Senta… pensavo che forse Lei potrebbe informarsi… magari si son persi per strada, o sono su un treno bloccato dalla neve, o da qualche parte con qualche contrattempo…”

“Ma certo! Agisco subito… la richiamo tra dieci minuti”.

“Grazie, grazie mille!”.

Dopo otto minuti il cellulare di padre Paolo squillò, e il volto di padre Paolo divenne radioso e speranzoso:

“Pronto?”.

“Salve, padre Paolo. Sono il Presidente. Ascolti. I Servizi Segreti hanno verificato tutti gli ingressi nel paese, tutti gli alberghi e tutte le line telefoniche, ed anche tutto il materiale online… ma purtroppo non c’è nessuna traccia in Bulgaria della presenza dei Tre Re Magi. Qui non sono mai entrati…”.

La speranza abbandonò completamente padre Paolo.

“Però… se lei mi dicesse da dove dovrebbero arrivare… forse potremmo accertarci se son partiti, e seguendo le loro tracce trovarli, e farli arrivare in tempo a Belene… Padre Paolo, da dove sarebbero dovuti partire?”.

“Ehm… boh! Da qualche parte ad oriente… non saprei… forse dalle parti del Tagikistan… o del Turkmenistan… Non saprei di preciso”.

“Beh!, non si preoccupi, padre. So io a chi chiedere. La richiamo fra cinque minuti”. 

Dopo tre minuti il cellulare squillò:

“Pronto? Padre Paolo? Allora… ho chiamato il Papa, e mi ha detto, dopo aver consultato tutti i cardinali, i biblisti, gli esegeti e gli esperti del settore, che i Tre Re Magi dovrebbero provenire dal Parristan, dal Kiorristan e dal Dassarristan. Quindi non si preoccupi! Adesso metto subito in moto le nostre ambasciate di questi paesi ed i Servizi e, vedrà. In quattro e quattr’otto li troviamo, li carichiamo su un aero e ve li paracadutiamo a Belene, in tempo per la messa delle 16 e 30!”

“Grazie! Grazie infinite, signor Presidente! Attendo fiducioso di sentire la lieta notizia che li avete rintracciati!”.

“Si figuri! Se posso far qualcosa per Belene, lo faccio di cuore. Vedrà che presto la richiamo, per darle la lieta notizia!”.

Dopo solo dieci minuti il Presidente richiamò.

“Padre Paolo… ho una buona ed una brutta notizia da darle… la buona è che effettivamente lo scorso 25 marzo i Re del Parristan, del Kiorristan e del Dassarristan, rispettivamente Re Gas, Re Mel e Re Bal sono partiti in fretta e furia dalle loro capitali, con convogli di camions pieni di ogni ben di Dio, ed hanno lasciato i loro paesi diretti a Belene.”

“Ma è una stupenda notizia! Grazie! Quindi… allora… son partiti per Belene, e ben nove mesi fa… dovrebbero essere qui a momenti, allora…”.

“Beh… qui c’è la cattiva notizia… Dopo essere usciti dai loro paesi… le loro tracce si sono perse dalle parti del Kazakistan… Ma… non si preoccupi. Una task fors congiunta dei nostri e dei loro Servizi è già atterrata in Kazakistan, e si è messa ad investigare… presto le farò sapere”. 

Il povero padre Paolo era sconsolato e quasi disperato, e sedeva sconsolato davanti alla Capanna. Il tempo passava, e col tempo passava anche la speranza che arrivassero i Re Magi.

Dopo mezz’ora il Presidente chiamò:

“Padre Paolo! Una buona notizia: i nostri han scoperto che dal Kazakistan i tre Re si son diretti verso l’Europa attraverso la Turchia. Pare che già 6 mesi abbiano tentato di entrare in Bulgaria vicino a Malko Ternovo, ma un tale Dinko li ha respinti e cacciati in Turchia. Allora han provato con una barchetta da pescatori a sbarcare a Lesbo. Ora i nostri sono lì a Lesbo. Ma pare che già da 4 mesi siano partiti. Forse li hanno spediti nel Nord Europa… Le faccio sapere fra poco…”.

Dopo mezz’ora, di nuovo il Presidente chiamò il sempre più sconsolato padre Paolo.

“Senta, padre. L’Angela, il Boris e l’Emanuel mi assicurano che da loro in Germania, Ignhilterra e Francia non sono mai arrivati. Invece il Zoran mi ha fatto sapere che pare siano passati nel Nord Macedonia due mesi fa, insieme ad un gruppo di pakistani ed afgani, e secondo lui dovremmo cercare in Bosnia… a meno che le accoglientissime Croazia, Slovenia, Ungheria ed Italia (tutte nazioni cristianissime) non li abbiano accolti per usarli nelle loro feste dell’Epifania. Le faccio sapere!”.

            “Va bene… anche se ormai è mezzogiorno… e la speranza si fa sempre più effimera…”, rispose uno sconsolatissimo padre Paolo.

            “Su, padre! Almeno lei… abbia un po’ di fede! Vedrà, anche per il rotto della cuffia, anche se dovessimo scomodare tutto il mondo, troveremo i Tre Remagi per Belene in tempo!”.

            E così, il povero parroco, stravaccato sulla panchina, centellinava i secondi, macerandosi in sconsolanti e funeste previsoni… chissà che orribile festa dell’Epifania, senza i Re Magi.

            Verso le tre del pomeriggio, dopo tre ore di snervante attesa, finalmente il telefono squillò, foriero di una stupenda notizia:

            “Padre Paolo! Li abbiamo trovati!!!”.

            “Alleluia! Grazie, signor Presidente!!! Dove sono?”.

            “Beh… Sono nella prigione di Lipa, in Bosnia. Pare che qualche giorno fa abbiano tentato di entrare in Croazia, per poi passare in Slovenia, quindi in Ungheria e poi in Romania e quindi a Belene… ma li hanno respinti a bastonate. Poi la polizia bosniaca li ha arrestati come falsi migranti, perché li hanno trovati in possesso di molto oro, profumi preziosi, incensi e casse di birra… Non hanno creduto alle loro dichiarazioni di essere dei Re orientali, e li hanno trattati come criminali, ladri e truffatori, schiaffandoli dentro. Quindi… mi sa che per oggi non potranno essere a Belene. Ma mi metto subito in moto, coll’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati, con la Commissione Europea, con la Comunità di Sant’Egidio, la Caritas Internazionale, la Diocesi di Nicopoli e la Congregazione dei Passionisti, ed ovviamente sua altezza l’onnipotente Sindaco di Belene… e vedrà che per l’Epifania del 2025 o 2026, forse, riusciremo a fare un corridoio umanitario per farli venire a Belene…”

            “Un corri che?!? Ma Lei è matto! Nel 2026?!? Ma se la festa dell’Epifania a Belene è fra un’ora e mezza! Senta, Signor Presidente: ora lei ordina alle truppe speciali di fare irruzione nella prigione di Lipa, di prelevare i Tre Re magi, caricarli su un aereo (veloce!), e di paracadutarli sopra la chiesa di Belene!”.

            “Ma… padre Paolo… le procedure…”.

            “Al diavolo le procedure! L’ultima volta che abbiam rispettato le procedure, son state solo rotture a non finire. Lei faccia quello che deve, me la vedo io col Padreterno, che di rango è sopra di Lei, dell’Onu e pure della Caritas. Vada ora! Bando alle ciance! Faccia quello che si deve fare!”.

            “Va bene, padre Paolo! Non sia mai che i belenciani festeggino l’Epifania senza i Re magi!”.

            Ormai il campanile suonava le quattro, ed i fedeli di Belene, con le loro mascherine anticovid, iniziavano ad accorrere per la Messa Solenne dell’Epifania. Davanti alla capanna però restavano tutti attoniti, e presi dal panico esclamavano: “Mah… dove sono i Re Magi?!?”. E nessuno osava entrare in chiesa, vista l’assenza degli ospiti principali.

            Il mormorio ed il malcontento per l’assenza dei Re Magi intanto cresceva e contagiava tutti. Il povero padre Paolo intanto, rifugiatosi in sacrestia per timore di essere linciato dalla folla inferocita, si vestiva dei paramenti, e alle 16 e 29 minuti, tremante ed in preda al panico, uscì sul piazzale, per dare avvio alla processione con i magi… ma i magi non c’erano.

            “Fratelli e sorelle – cominciò a dire il malcapitato parroco – Purtroppo quest’anno è un anno speciale, un po’ tragico per tutti. Anche i nostri re magi, a cuasa delle norme anti epidemiche, hanno avuto qualche difficoltà a lasciare i loro regni, per cui… forse… loro… cioè, come ha detto il Papa stamattina, oggi siamo invitati ad alzare gli occhi al cielo e…”.

            E qui si sentì un corale “OHH!” di stupore, perché avendo davvero i belenciani alzati gli occhi al cielo, come loro aveva detto il loro parroco citando il loro Papa… gli occhi di tutti avevano visto tre candidi paracadute avvicinarsi dall’alto, e nei pochi secondi successivi atterrare proprio in mezzo al sagrato, e da sotto i teli spuntare tre personaggi in cerca di calore (erano infatti mezzi nudi, ricoperti da quattro stracci, e faceva abbastanza freschino, essendo il 6 gennaio).

            Mentre tutti, attoniti ed ammutoliti, fissavano quei tre seminudi esseri piombati inattesi dal cielo, padre Paolo, balbettante, trepidante, tremante e fremente si avvicinò loro e fremendo, tremando, trepidando e balbettando chiese loro: “Siete… per caso… i Tre Re Magi?!??”.

            “Ma certo! Io sono sua Altezza Gas, il Re del Parristan!”

            “Ed io sono sua Altezza Mel, Re del Kiorristan!”

            “Ed ovviamente io sono sua Altezza Bal, Re del Dassarristan!”

            “Mannaggia a voi! Ma dove vi eravate cacciati!?!? Stavo quasi per morire… Su, su… andiamo! La festa deve cominciare!”.

            E tutti i Belenciani, seguendo i Tre Re Magi giunti dall’Oriente, entrarono in chiesa, e cominciarono a far festa.

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