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1 agosto 2012

Dicono di noi...



APPUNTI DAL VIAGGIO NELLA MISSIONE PASSIONISTA IN BULGARIA

Dal 23 al 30 Luglio sono stato, con P. Leonello Leidi e P. Giuseppe Serighelli, in visita alle comunità missionarie di Bulgaria, ospite del nostro confratello P. Paolo Cortesi. Grazie alla sua disponibilità abbiamo potuto visitare quasi tutte le parrocchie della Diocesi di Nicopoli, il cui territorio diocesano comprende tutto il nord della Bulgaria, con un numero però molto esiguo di fedeli (dalle ultime stime circa 15.000).

Attualmente i Passionisti gestiscono 5 parrocchie:
- l'unità pastorale di Bélene dove opera P. Paolo Cortesi aiutato da P. Fortunato Grasselli (PIET) e da tre Suore; (Bélene è la cittadina natale di Mons. Bosilkov ed ha due parrocchie una dedicata alla Natività di Maria e Santuario del Beato Eugenio e l'altra dedicata a S. Antonio da Padova);
- la parrocchia di Malchika dove è Parroco P. Remo Gambacorta (PIET);
- la parrocchia di Oresh dove è Parroco P. Vincenzo Di Clerico (PIET) e con lui è ancora operativo p. Josko Jonkov (confratello passionista ottantenne ordinato sacerdote da Mons. Bosilkov, rimasto tra i pochi che hanno resistito alla segregazione imposta dal regime comunista dopo l'espulsione di tutti gli stranieri fino agli anni '80) coadiuvati da due Suore croate;
- la parrocchia della chiesa Cattedrale di Ruse (sede del Vescovo di Nicopoli Mons. Petko Jordanov Christov, O.F.M.Conv.) dove è Parroco p. Valter Gorra (PIET), coadiuvato da due Suore Passioniste;
- la parrocchia di Svishtov dove è Parroco P. Patrick Vialle (MICH), coadiuvato da due Suore passioniste.


Con P. Paolo abbiamo visitato anche altre parrocchie e chiese: Tranchovitsa, Bregare, Gostilia, Bardarski Geran (dove fu Parroco anche il Beato Eugenio) e Veliko Tărnovo, dove sono operativi tre sacerdoti diocesani (don Stefan, don Koicho e don Strahil) e poi nella cittadina di Pleven, dove c'è una parrocchia di recente fondazione, guidata dai Francescani Conventuali (p. Eugenio e p. Venzi).
Viaggiando per paesi e città, abbiamo notato un po’ ovunque il degrado e l'abbandono di tutto l'apparato del regime comunista (attività, aziende, strade, ferrovie, campagne, edifici, monumenti...), con qualche segno di ripresa e di rinascita. Resta ancora forte l’effetto causato dal brusco passaggio dalla dipendenza e dall'assistenzialismo statale ad uno stile di libertà e di autogestione che ha lasciato molti allo sbando e la maggioranza alle prese con la propria incapacità a crearsi nuove opportunità di lavoro e di autonomia.
In questa difficile storia del popolo bulgaro, si sono inseriti i nostri Confratelli Passionisti Italiani che sono tornati in Bulgaria nel 1993. In questi vent'anni di presenza è andato chiarendosi il senso della nostra missione in questa nazione, dove i cattolici sono da sempre una minoranza, ricca però di storia e di passione.

I Missionari della Provincia della Pietà hanno provveduto a dare consistenza e stabilità alla nostra presenza, attraverso il risanamento di costruzioni e di chiese (che sotto il regime comunista erano state sequestrate e abbandonate) e a rilanciare una pastorale parrocchiale di stile moderno.
P. Paolo e i confratelli presenti in Bulgaria, stanno ora affrontando, da una lato una situazione sociale deprimente e senza grandi sbocchi di lavoro (che genera soprattutto nei giovani la scelta di andare all'estero in cerca di miglior fortuna) e dall'altro, una situazione pastorale di una chiesa povera di clero e di strutture, che stenta a rigenerarsi dall'interno, soprattutto con nuove leve di sacerdoti bulgari.
Nella loro attività pastorale, essi devono fare i conti con una popolazione che ha in sé ancora alcuni segni di arretratezza culturale e sociale, ma già è condizionata dalle tendenza tipiche del nostro mondo globalizzato del terzo millennio (materialismo, individualismo, relativismo). E quindi, la vita di quelle parrocchie per certi aspetti è molto simile a quella delle parrocchie italiane (con le celebrazioni liturgiche, attività di catechesi, l’animazione oratoriana, nell'estate i GREST e i campiscuola...); per altri aspetti soffre di un progressivo indebolimento a causa dell'emigrazione e della scarsità di stabilità delle famiglie ed è condizionata da una forte confusione generata dalla poca istruzione nella fede (che spesso porta i fedeli cattolici a pensare e chiedere una pastorale minimalista come quella della chiesa ortodossa). In tutto questo, alcuni nostri Confratelli con pazienza e passione, si stanno proponendo di dare continuità alla presenza dei cattolici, pensando anche a creare qualche iniziativa di promozione sociale (la scuola cattolica che presto verrà aperta a Ruse) e di promozione dell'imprenditoria locale che p. Paolo sta pensando (costituire una cooperativa di lavoro agricolo, attivare un laboratorio di panificazione, l'apertura di un piccolo negozio di articoli religiosi).

A P. Paolo quindi il lavoro quindi non manca anche se lui ha trovato anche il tempo (soprattutto nel lungo e freddo inverno bulgaro) per dedicarsi alla sua passione di ricercatore storico e archeologico, nel desiderio di capire di più e meglio la storia dei Passionisti in Bulgaria. Da questa sua passione sono nate due ricerche storico-critiche (che presto verranno pubblicate in Italia) riguardanti i primi Passionisti giunti in Bulgaria nella fine del 1700 (alla luce dello studio del carteggio tra questi missionari pionieri e i Superiori della Congregazione e della Santa Sede) e le relazioni tra il Visitatore Vaticano Mons. Angelo Roncalli e il Vescovo passionista di Ruse all'inizio del secolo scorso, studiando un centinaio di lettere inedite di Mons. Roncalli (e di altri protagonisti di quel tempo) recentemente restituite ai Passionisti (in comparazione con altri documenti recuperati da P. Paolo negli Archivi di Stato bulgari, a Roma e a Bergamo). Un lavoro meticoloso di ricerca delle fonti, sulle origini della missione bulgara, che fa emergere la ruolo decisivo dei nostri Confratelli passionisti, giunti in quella terra pochi anni dopo la morte di San Paolo della Croce, per fondarvi una diocesi che all'inizio del secolo scorso era popolosa e in piena espansione, con quasi 40 sacerdoti e il seminario ricco di prospettive (il tutto poi bruscamente interrotto negli anni '40 dall'ascesa del regime comunista in Bulgaria).

In conclusione la Missione Passionista in Bulgaria si conferma un’azione di aiuto a una realtà piccola e povera, come la diocesi cattolica di Nicopoli, ma ha molto a che fare con la storia dei Passionisti di ieri (e le loro prime esperienze di “missio ad gentes”) e potrà anche essere di aiuto per pensare e progettare una possibile ulteriore dimensione missionaria per la Configurazione Eugenio Bosilkov nel futuro. A P. Paolo Cortesi (che si è detto disposto ad accogliere altri Confratelli e amici che lo volessero visitare) che dall’8 Settembre p.v. assumerà ufficialmente l’ufficio di Parroco dell’unità pastorale di Bélene il mio ringraziamento con l’augurio di sereno e fecondo lavoro pastorale sulla scia del Beato Eugenio.

P. Giuseppe Adobati Carrara, Superiore Provinciale


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