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16 febbraio 2019

Ho fatto due sogni... e quel sogno era Belene

La notte dell'11 ottobre 2010... ho fatto un sogno.
E la notte del 12 ottobre 2010... ne ho fatto un altro.
Finora li ho raccontati solo a pochi amici... ma penso che dopo 9 anni le nespole son mature, e quindi li racconto anche a te, mio unico lettore...
E tu, mio unico lettore, ti aspetterai adesso che te li racconti... ma ti chiedo di aspettare un po'.
Sì, perchè appena uno sente la parola sogno... scattano molti files nella mente.
Sarà un sogno vero, ad occhi chiusi e nel sonno, o uno ad occhi aperti...?
Che significato hanno l'11 e il 12, perchè proprio quei giorni...?
Sarà qualcosa generato dagli anfratti della psiche da interpretare froidianamente,
oppure un sogno della stoffa di quelli di Josif ben Jakov, oppure nessuno dei due...?
E perchè me lo racconti? Chissà che secondi e terzi e quarti fini ci sono...
Dico solo che probabilmente l'11 e il 12 ottobre per principio sono giorni come tanti altri, e questo sogno è capitato lì, forse per caso. Uno mica decide quello che sogna... sogna, e basta.
Noi bergamaschi, insieme al mondo intero, festeggiamo l'11 ottobre Papa Giovanni XXIII... che proprio quel giorno nel 1962 ha fatto sognare la Chiesa ed il mondo (e fatto venire gli incubi ad alcuni... ma se alcuni han dei problemi e scambiano i sogni per incubi... son problemi loro).
Per me personalmente l'11 ottobre è sempre stato un giorno come tanti altri, a parte l'11 ottobre del 2010. La mattina del 12 ottobre 2010, alle 5.00, partivo per la Bulgaria... e prima di partire ho fatto questo sogno. Ed il secondo l'ho fatto la prima notte che ho dormito a Belene.
Probabilmente son rimasto coinvolto in radiazioni speciali...
Detto ciò, adesso li racconto.

IL PRIMO SOGNO...

"Sono avvolto dalla nebbia. Sotto i piedi sabbia. C'è un buio rarefatto, nebbioso, che pian piano si schiarisce. Leggero sciabordio di acqua, come in riva al mare. Infatti, schiarendosi, davanti a me uno specchio d'acqua che scorre, forse un fiume. Attorno a me nebbia e silenzio.

Una voce: "Allora? Vieni o no?".
Guardo intorno. Non vedo nessuno. Di solito le voci vengono da qualcuno...
"Allora, vieni o no?", ripete la voce.
Riguardo intorno. Nessuno. Solo nebbia, sabbia e acqua, e silenzio.
"Allora, vieni o te ne resti li paralizzato e muto come un pesce???".
Vedo allora un pesce, appena sotto il filo dell'acqua, e dico:
"Oh pesce, che vuoi?"
"Io? Nulla. E poi non sono un pesce. Io sono il pesce greco. Stai pure lì. Dicevo per dire... Se vieni con me, la tua vita sarà un pelino più interessante. Ti porterò dove non hai mai pensato, vedrai cose che voi umani non potreste immaginarvi, e sappi che ci sono più cose sott'acqua e oltre l'acqua che nella tua mente...".
"Beh, caro il mio pesce greco. Buon per te, e interessante per me. Ma, primo, io non so nuotare e neppure camminare sulle acqua. Secondo, cosa vuoi che ci sia di così interessante al di là dell'acqua? Di certo un'altra riva, con la sabbia, le piante e tutto l'occorrente. Di certo siamo in Grecia".
"Macchè Grecia. Siccome sono un pesce greco, dovremmo essere in Grecia? Allora tu sei bergamasco, e dovremmo essere a Bergamo! Boh. Vedi tu. Io dicevo per dire. E comunque non c'è bisogno nè di nuotare, nè di volare. Basta che mi segui, ti porto al ponte... e passi di là".
"Un ponte? Ma di che ponte d'Egitto parli? Qui non c'è nessun ponte!".
"Oh, essere di poca fede. Il ponte è 100 metri alla tua destra. Vai."
"Se lo dici tu... ma io non vedo niente".
"Ovvio... c'è la nebbia", dice il pesce greco, e si avvia. "Allora vieni o no?".
Vado". E mi sveglio.

L'INTERPRETAZIONE DEL SOGNO (la mia, ovviamente)

Beh, penso che tutte le volte che nella vita una persona affronta un cambiamento radicale (di casa, di attività, di relazioni, di tutto)... tutto il sottobosco ed il background si mettano in moto, e le acque si intorbidano assai. E attorno a te c'è tanta nebbia, e paura di fare qualche passo. Perchè non conosci nulla e sei come cieco in un ambiente sconosciuto.
Per fortuna però, che in questa situazione paralizzante, che ti fa venire gran voglia di tornare indietro, verso il conosciuto, si apre uno squarcio di luce, e c'è una voce, c'è qualcuno, che otre a farti un po' di compagnia, ti invita a muoverti insieme a lui.
Anche se è un semplice pesce greco. Per fortuna ho fatto il liceo classico, e so bene come si dice pesce in greco. E quindi quello era IXThUS... Iesus Xristos Theou Uios Soter....
E se Gesù Cristo, di Dio Figlio e Salvatore, ti dice per tre volte "vieni e seguimi"... chi cavolo sono io per non andare e seguirlo? Anche perchè l'alternativa è restare immobile e paralizzato nella nebbia.

IL SECONDO SOGNO...

"Sto camminando nella nebbia, lungo la riva di un fiume.
E dopo cinque minuti vedo un ponte. Il ponte.
Che parte dalla riva, in salita, e si perde nella nebbia.
Sembra fatto di tanti mattoncini lego tutti colorati.
Ci salgo e comincio a precorrerlo, poi mi blocco.
Perchè vedo che ad un certo punto è interrotto, si ferma lì a mezz'aria.
E sul bordo, indaffarati ad attaccare mattoncini colorati ci son due persone.
Una tutta vestita di bianco. Una tutta vestita di nero.
Quello nero si gira, e mi dice qualcosa in una lingua incomprensibile.
Poi si gira anche quello bianco, che mi dice qualcosa in bergamasco.
Mi vedo lì, con questi due tizi, sull'orlo del ponte non finito,
a portare la molta ed i mattoni. Con un po' di fifa per paura di borlare giù nell'acqua...
ma con altrettanta e più tenace passione orobica per finire quel che si è cominciato."
Mi sveglio.

L'INTERPRETAZIONE DEL SECONDO SOGNO

Ho provato qualche volta a camminare sulle acque... ma si vede che non ho la stessa fede di san Pietro, il patrono di Cicola. E matematicamente affondo.
Quindi è un grande sollievo che ci siano dei ponti, fatti o cominciati a farsi da altri prima di te.
Alcuni son così belli, che staresti lì ad ammirarli e fotografarli. Ma di solito i ponti son fatti per essere imboccati, usati, attraversati.
E così, senza ben sapere dove ti porta, cominci a percorrerlo.
Arrivare ad un certo punto, e vedere che è interrotto... beh... di primo acchito ti scoraggia un po'.
Meno male però che trovi qualcuno che, invece di tornare indietro, a cercare una barca o un elicottero, è lì, sul ponte, e lavora per completarlo.
Anche se due sole persone son meno degli sconsolati quattro gatti.... però son due persone che con passione pontificano (cioè fan su il ponte, non "predicano belle parole con pomposità").
Quello vestito di nero... beh, è un abitante del posto, che parla la lingua del posto, e mica capisci subito cosa vuol dire. Comunque pian pianino mi pare di aver capito che il Genio mi abbia invitato a costruire insieme a lui il Ponte della Memoria...
Quello vestito di bianco... beh, ovviamente è un bergamasco, che chissà come è capitato da queste parti. Comunque l'Angelì parla come mangia e si capisce tutto al volo, e dice: "Stet le a fa coi mà 'n scarsèla? E che a fa sò ol Put de la Pas"!
E così, ridendo e scherzando... son già passati 9 anni, di quotidiano lavoro per far su 'sto ponte.
E confesso che la fifa blu di borlare giù è quasi totalmente sparita. Soprattutto da quando si è iniziata a vedere, oltre la nebbia, la sponda dove deve attraccare il ponte. E ad ogni mattone si è fatta più vicina. E anche perchè nel frattempo molti altri son venuti a dare una mano... e ormai ci siamo quasi.

Conclusione

Probabilmente tutte queste cose me le son sognate... e nulla corrisponde alla realtà.
Ma mi lascia qualche dubbio il fatto che, tra tutti i posti che ci sono al mondo, son capitato proprio qui, a Belene, dove il Genio e l'Angelì han cominciato a costruire il Ponte della Memoria e della Pace. Ed una ostinata vocina frinente da grillo parlante continua a stressarmi e a dirmi che devo dare una mano a questi due pontefici per finire questo ponte... Mah...

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