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10 ottobre 2019

Dove eravate voi?

Una persona salva un'altra persona che affonda
Qualche giorno fa, quando ho sentito la Karola (cioè quella sbruffoncella comunistella viziatella coi capelli rasta che ha assaltato le patrie rive rovinando la vernice di un corazzata militare) proferire queste parole al parlamento europeo... confesso che mi sono arrivate come una pugnalata al cuore, come una lama profonda che penetrava viva, energica, più tagliente di ogni spada a doppio taglio, fin nella divisione tra anima e spirito, giunture e midolla, giudicatrice dei sentimenti e dei pensieri del cuore.

DOVE ERAVATE VOI,
QUANDO CHIEDEVAMO AIUTO?

Ora... non tocca a me dire dove erano gli altri (anche se non ci vuole molta fantasia nel rispondere: "non erano a Lampedusa"...).
Io rispondo per me medesimo.
Cara Karola... io non ero lì a Lampedusa in Italia, ma ero qui a Belene in Bulgaria.
Io ero qui in Europa. Nella mia fresca e ben stabilita sulla terraferma casetta.
Ma non ero tra le tante scimmiette e formichette in tante faccende affaccendate,
che nulla vedono, nulla sentono, nulla dicono.


Io ero tra le tante persone e cittadini europei che hanno visto i fatti e le facce (al Tiggì, sui giornali, sui social), hanno sentito le voci dei vari Capitani e Capitane, delle avverse tifoserie, delle roboanti dichiarazioni e delle più sommesse riflessioni, delle voci di sostegno e degli insulti di routine, hanno detto e scritto qualcosa. Ed oltre a vedere, sentire e dire... sappi che ho tanto pregato per te, per i tuoi colleghi di equipaggio, e soprattutto per questi nuovi Mosè ripescati dalle acque, queste persone che voi avete salvato e portato a riva, voi veri pescatori di uomini e donne e bambini.
E sono felice che siete sbarcati (Brava! Davvero una vera Capitana coraggiosa!), e che nessuno si è fatto male. E spero tanto che tutti abbiano trovato casa, lavoro e una degna sistemazione.
Durante la tempesta perfetta, nell'occhio del ciclone, hai tenuto fermo il timone, e fermo lo sguardo sulla stella polare: salvare le persone. 
E non stupirti che eri sola... spesso le cose van così.
Spesso c'è solo un piccolo Davide davanti a Golia ed i suoi portaborse...
Spesso c'è solo un balbuziente Mosè davanti a Faraone ed i suoi carri...
Spesso c'è solo un Giuseppe nel pozzo, con sopra i fratelli che twittan tra loro...
Spesso c'è solo uno che vien inchiodato sulla croce, mentre tutti come quaglie se la squagliano...

Dove ero io? Non ero lì...
Confesso che mi sono sentito un po' l'ignudo Adamo peccaminoso, nascosto dietro una foglia di fico.
Pensavo di averla fatta franca. Ma è arrivata quella voce: "Adamo, dove sei?".
La prima domanda divina nella storia. La prima volta che il Padre Eterno non ha una risposta, ma aspetta una risposta. Una voce che viene a stanarmi. Me misero meschino che mi nascondo dietro la foglia delle mie vergognose paure. "Dove sei?".

Dove ero io? Dove sono io? Dove sarò io?
Dove ero quando mio fratello innocente veniva calpestato e tendeva la mano?
Dove sono io adesso, mentre i miei fratelli tendono la mano?
Dove sarò io, domani, quando un grido di aiuto, una mano si leverà al cielo?
Sono forse io il custode di mio fratello?

Grazie, Karola, per questa domanda, che scuote come uragano la mia coscienza, e mi chiede di prendere posizione, di fare qualche passo, di agire.
Di uscire dall'ipocrisia, di scendere nel fango delle rive d'Europa, nelle sentine viscide del nostro tempo.
Grazie di avermi ricordato che una mano tesa cerca una mano tesa, la mia,
e non cerca convegni e conferenze dedicate al tema dell'immigrazione,
e non riesce ad aggrapparsi alle sia pur belle parole e preghiere,
e ha la nausea di commenti virtuali e di insulti preistorici.
Dove sono io oggi, mentre tante mani tese son protese verso il cielo, e chiedono aiuto?

(Chiedo ora perdono a Primo Levi, se cambio qualche parola della sua poesia... spero non si offenda!)

Dove eravate voi?
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che attraversa un deserto
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che affonda in mezzo al mare
che muore per un si o per un no.

Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.

Meditate che questo sta avvenendo:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
Dove siete voi
quando una mano tra le onde
grida silente aiuto, dammi una mano?

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