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23 dicembre 2019

Dai diamanti non nasce niente...

Stamattina, incontrando una persona per la strada, le ho augurato "Buon Natale e Buona Feste", come si conviene in questi giorni, e quella mi ha risposto:
"Padre mio... Macchè Natale! Qui da noi non nasce nessun Gesù Bambino... qui tutto muore... i giovani se ne vanno, son rimasti solo vecchi e malati, non c'è lavoro, le strade son tutte rotte ed infangate... Chi vuoi che nasca in questo posto abbandonato da Dio e dagli uomini???".

Effettivamente la persona in questione non ha tutti i torti...
In questo posto di morte moribondo, effettivamente parlare di natività suona un po'... ridicolo.
Credere anche solo che sia possibile che nasca qualcuno o qualcosa di nuovo è... assurdo.
Augurare a qualcuno una rinascita, uno sviluppo positivo, un miglioramento suona quasi... offensivo.



Confesso che lì lì son rimasto un po' basito. Poi mi è venuto da canticchiare una canzone di Fabrizio De Andrè, del 1967, "Via del Campo", che finisce con questa interessante affermazione:
"Dai diamanti non nasce niente,

dal letame nascono i fiori".
Guarda un po'... Casualmente il Bambinello è nato proprio nel letame di una stalla della periferica Betlemme... e non tra i diamanti e le belle pietre del Tempio e della Capitale.
E mi son messo a meditare sul fatto che forse la logica di Dio nel far nascere le cose non corrisponde proprio alla nostra logica, o alla logica normale.
Se davvero la pecorella infangata e perduta e ritrovata è più gioifera di 99 giusti...
Se davvero i ciechi ci vedono bene, e quelli che hanno occhi e non vedono...
Se davvero Quello lassù guarda l'umiltà, la fangosità della sua serva, e rovescia dai troni i potenti...
Forse...
Qual posto migliore del nostro letame, della nostra marcescente e putrefascente realtà, perchè fiorisca, nasca qualcosa e qualcuno di nuovo...

Ieri sera abbiamo visto anche il nuovo film di Ficarra & Picone, "Il primo Natale". Eccezziunale veramente! Essere catapultati dalla "fiction" dei preparativi natalizi e natali preparatizi fin dentro la pastosità polverosa e fangosa del "vero" Natale. Dove il Presepio non è un quadretto Mulino Bianco, ma una storia di occupazione, soprusi, persone, tradimenti, violenza, nascite e morti... Persone vere, non solo belle statiche statuine. Molto, molto interessante. Da vedere assolutamente!

Nella mia lunga vita ho anche lavorato nelle stalle, accudendo maiali, vitelli, conigli e dintorni... e me ne intendo un po' di letame.
Sarebbe molto bello, nei nostri Presepi e nelle nostre Capanne (tutte un po' plastificate, stereotipate ed igienizzate...), spargere un po' di letame vero, di quello puzzolente e appiccicoso e moscoforo.
Sono davvero un po' asettici questi presepi che scendiamo dalla soffitta per qualche giorno, e poi li rimettiamo in naftalina per il resto dell'anno.


E allora, mi par giusto di concludere con una preghiera, a mò di invito al Bambinello:

"Caro Gesù Bambino, ascoltami un pochino.
In questo paese ti aspettiamo,
perchè, se non altro, un po' ti amiamo.
Non troverai qui certo un bel reame,
ma tanto puzzoso e nero letame.
Oh, piccolo e tenero bambin Gesù,
vieni, ti prego, non ce la facciam più!
Forse di colpo non cambierai il mondo,
ma con te con noi sarà più giocondo!
Gesù, bambino caro,
ti aspettiam qui nel luamàro.
Niente diamanti, niente potenti,
solo bramanti di grandi portenti.
O buon Gesù, a salvarci pensaci tu!
Nel nostro letame vieni quaggiù,
ad allietar l'anime col lieto tuo amen!


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