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7 dicembre 2019

Quand'è il tempo opportuno?

Ti posso solo dire 'vai ai materassi'.
da C'è posta per te,  Tom Hanks a Meg Ryan
Stasera, dopo aver meditato sui tempi di sant'Ambrogio, tempi davvero interessanti e vivaci, avrei voglia di chiacchierare, e mi piacerebbe iniziare questa storia così: "C'era una volta un parroco con i suoi superiori..."... ma non la iniziò così, altrimenti qualcuno potrebbe dire che voglio provocare, essere polemico, offendere... mentre vorrei solo chiacchierare del più e del meno. Per cui cominciò così:

C'era una volta un bambino in casa con suo papà.
Il bambino, che in casa si stava un po' annoiando, andò dal suo papa, che se ne stava spaparanzato sul divano a guardare una partita di calcio, e tirandogli una manica gli disse:
"Papi, andiamo fuori a fare un giretto e a giocare un po"?
Il genitore, che aveva fatto pure i corsi per i genitori, e che faceva il papà da più di un decennio, ovviamente rispose:
"Ma sei matto? Non vedi che piove? Il tempo non è opportuno!".
Il bambino, un po' imbronciato, gli rispose:
"Beh, hanno inventato gli ombrelli, i ki-uei, la cerata... e poi la pioggia è divertente...".
"Smettila. Ci si bagna, ci si ammala, si può prendere un fulmine in testa, si può scivolare nel fango e fratturarsi un malleolo! Continua a giocare al computer: è proprio il tempo ideale e più opportuno per stare in casa...".
Ovviamente, il marmocchio obbediente tornò a giocare al compiuter.

Ma quando dopo mezz'ora un raggio di sole bucò la finestra, il bambino, passata la tempesta e odendo augelli far festa, con entusiasmo tornò alla carica:
"Papi, andiamo fuori a fare un giretto e a giocare un po"?
Il genitore, che ovviamente aveva notato il raggio di sole, e proprio per questo aveva tirato le tende per evitare il riflesso abbacinante sullo schermo, rispose:
"Ma sei matto? Non vedi come picchia il sole? Il tempo ideale per prenderci un'insolazione, e poi la febbre, e pure le scottature! Il tempo non è opportuno!".
Il bambino, un po' imbronciato, gli rispose:
"Beh, hanno inventato i cappelli, e poi c'abbiamo ancora un po' di crema solare dal mare, e poi potremmo andare a giocare nel bosco, dove le piante fanno ombra, anzi, specialmente quando c'è tanto sole fanno più tanta ombra!"
"Smettila. Se viene la bora il cappello ti vola via, e ti cuoce la testa! E se scoppia un incendio nel bosco siamo fritti. E se ti crolla un vecchio albero in testa? Continua a giocare al computer: è proprio il tempo ideale e più opportuno per stare in casa...".
Ovviamente, il marmocchio obbediente tornò a giocare al compiuter.

Intanto il sole tramontò, ed un leopardiano crepuscolo infuocò di vermiglie increspature l'infinito intorno al colle. Estasiato da questa mancanza di pioggia e sparizione del fetonteo carro oltre l'orizzonte, il marmocchio torno entusiasticamente di nuovo alla carica:
"Papi, dai, andiamo fuori a fare un giretto e a giocare un po, non piove e non c'è più il sole"?
Il genitore, meditando che non c'è il due senza il tre, e restando un po' turbato che per la terza volta quel bambino gli chiedesse "ANDIAMO FUORI"..., gli rispose:
"Ma la smetti di stressare e di rompere le palpebre??? Ti ho detto che il tempo non è opportuno! Vai a giocare al computer! Tu non ubbidisci mai! Sei sempre il solito! Smettila di stressare. Noi grandi comandiamo, voi marmochhi ubbidite. Fine. Pussa via! Marsh!"
Ovviamente il bambino, ubbidiente come tutti i bambini, ubbidì ed ubbidientemente andò nella sua stanza.

Ma, come si dice, non c'è il tre senza il quattro, ed il cocciuto cucciolo d'uomo tornò per la quarta volta a tirare la manica del papà impoltronato, e con un sorriso ghignesco come quello di Colobo dopo aver scoperto l'America, gli disse:
"Papi, mi par di capire che vuoi goderti la partita e vedere quelli lì giocare. Che ne dici se invece di uscire fuori insieme a giocare... esco solo io? Posso uscire a giocare?".
Il genitore furioso, come l'Orlando di beneamata memoria, ergendosi in tutta la sua possente genitorialità, sbottò:
"Ma la pianti?!?! Ti ho detto che il tempo non è opportuno per uscire a giocare! Lo decido io quando è opportuno uscire a giocare! Ora sciò, via! Vai nella tua camera e resta lì finchè te lo dico io! Non osare uscire da quella stanza senza un mio espresso comando!".
E saltellando di gioia il bambino che voleva giocare si rinchiuse in camera.

Ma invece di andare a giocare al compiuter, si mise a scrivere sul suo zibaldone di pensieri, col moccio nel naso formato da qualche lacrima amara:
"Uffa! Oggi era una giornata bellissima, una pioggerellina, poi un bel sole ed uno stupendo tramonto. Una bellissima giornata con un tempo opportunissimo per passeggiare, girare, giocare e stare un po' insieme con la famiglia e gli amici. Che bello se tutti i giorni fossero belli come oggi! L'ideale per uscire di casa. Peccato però per quel rimbambito di mio papà, pigro e schiavo del calcio: per lui mai il tempo è opportuno, quando si stravacca sulla poltrona a vedere 22 miliardari che prendono a calci un pallone. E così siamo stati rinchiusi in casa, come il conte di Montecristo, come i leoni dello zoo, come le lumache ingusciate. Mi piacerebbe avere un papà diverso... ma mi sa che devo sopportarmelo ancora qualche anno. Ho appena compiuto 45 anni, ormai ci sono abituato a fare il bambino...
E comunque, casomai farò anch'io il papà un giorno... giurò che spaccherò tutte le televisioni ed i compiuter, e le domeniche andrò in giro coi miei bambini. Se piove, metteremo il ki-uei. Se nevica, giocheremo a palle di neve. Se c'è il vento, metteremo le giacche a vento. L'importante è uscire insieme e stare fuori un po' insieme. Buonanotte a tutti."

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