Dal nostro inviato a Roma.
Ieri, 19 marzo 1925, nella chiesa di San Carlo al Corso a Roma, il cardinal Giovanni Tacci (Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali) ha consacrato vescovo il quarantaquattrenne bergamasco don Angelo Giuseppe Roncalli. Nomina voluta da Papa Pio XI, per inviarlo come suo rappresentante e visitatore apostolico nel Regno di Bulgaria.
Lo abbiamo incontrato questa mattina per una esclusiva intervista.
Mons. Roncalli, buongiorno! Essere nominato Vescovo è un bell'onore. E' contento di aver raggiunto questo traguardo nella sua carriera? Lo desiderava?
"Non io ho cercato o desiderato questo nuovo ministero, ma il Signore mi ha eletto con segni così evidenti della Sua volontà, da farmi ritenere colpa grave il contraddire".
Come si sente? Quali emozioni ci sono nel suo cuore?
"Quale spavento per me! Mi sento e sono così miserabile e difettoso in tante cose! Sono vescovo... non c'è più tempo da far preparazione. Quale motivo a tenermi sempre umile, umile, umile! Il Signore mi ha eletto... dunque Egli è obbligato a coprire le mie miserie ed a colmare le mie insufficienze. Ciò mi conforta, e mi dà tranquillità e sicurezza":
Cosa cambia nella sua vita, da semplice sacerdote a vescovo?
"Col nuovo stato deve prendere un nuovo aspetto la mia vita di preghiera. Il mondo non ha più fascini per me. Voglio essere tutto e solo di Dio, penetrato dalla sua luce, splendente della carità verso la Chiesa e le anime".
Dal 1915 al 1918 don Angelo, con il grado di sergente di sanità,
prestò servizio militare come cappellano dell'Ospedale di Bergamo.
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"Il programma generale della mia vita di Vescovo sarà quello che ho promesso ieri nella cerimonia di consacrazione: agire in tutto secondo la Parola di Dio e educare il popolo, con le mie parole ed i miei gesti ad accogliere la stessa Parola; accogliere, insegnare e custodire la tradizione dei Padri ed il magistero della Sede Apostolica; essere sempre fedele ed obbediente al Pontefice di Roma... stare vicino ai poveri, ai migranti e a tutti i bisognosi...".
E' felice di avere ora abiti più lussuosi?
"Gli abiti episcopali sempre mi richiameranno lo splendore delle anime che essi significano, come vera gloria del vescovo. Guai a me se mi fossero motivo di vanità!".
Come mai il Papa ha deciso di nominarla vescovo?
"La Chiesa mi vuole vescovo per mandarmi in Bulgaria, ad esercitare come Visitatore Apostolico un ministero di pace".
Si aspetta grandi onori e gloria in questo ministero?
"Forse sulla mia via mi attendono molte tribolazioni. Con l'aiuto del Signore mi sento pronto a tutto".
A quali santi protettori si affida particolarmente per questa missione?
"Giuseppe, caro patriarca il cui nome mi fu pure imposto nel battesimo, sarà primo mio patrono dopo Gesù e Maria. Miei altri particolari protettori saranno san Francesco Saverio, san Carlo, san Francesco di Sales, i protettori di Roma e di Bergamo, il beato Gregorio Barbarigo".
Ora Lei avrà anche uno stemma... che motto ha scelto?
"Motto del mio stemma saranno le parole OBOEDIENTIA ET PAX, che il padre Cesare Baronio pronunciava tutti i giorni baciando in San Pietro il piede dell'Apostolo. Queste parole sono un po' la mia storia e la mia vita. Siano esse anche la glorificazione del mio povero nome nei secoli!".
Ovviamente... ma il titolo recita: "Istruzioni segrete per il Visitatore in Bulgaria". Quindi... sono segrete, e dovrete aspettare almeno 70 anni prima di conoscerle... Obbedienza, e pace!
Un'ultima domanda. Lei ha solo 44 anni: come riassumerebbe la sua vita in una frase?
" La nostra vita è un pellegrinaggio. Si incomincia dalla terra dove sono nato, e poi si prosegue fino al punto di congiungimento con la terra dei viventi".
Mons. Roncalli, grazie infinite per questa intervista. Quando ritorna in Italia, speriamo di avere il piacere di sentire da Lei il racconto della sua missione nel Regno di Bulgaria.
(PS: ovviamente questa è un'intervista immaginaria, non avendo noi di cosebulgare la macchina del tempo. Le domande sono nostre, le risposte tra "virgolette" però non sono immaginarie, ma di mons. Roncalli, prese papali papali dal suo Giornale dell'Anima. Così come le foto, sono originali e non inventate).
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