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30 novembre 2020

Orsù, dunque! Rinnoviamo la magione!

In quel tempo il Re di Belene decise di andare a fare un giro all’estero. Radunò tutti i suoi ministri e consiglieri, e diede loro la bella notizia (perché è sempre una bella notizia quando i capi vanno a fare un giro, della serie: manca il gatto, balla il ratto):

“Carissimi consiglieri e ministri reali! Come già saprete, parto per un viaggio all’estero, e starò via qualche mese. Nel frattempo affido alle vostre sagge cure il nostro fantastico Regno di Belene. Son certo che lo lascio in buone mani! E, visto che c’è tempo e la reggia è vuota… ci sarebbe bisogno di una rinfrescatina a tutto l’edificio, giardini compresi. Quindi… vi lascio giù in portineria tutte le chiavi della magione, ed anche gli iban della banca ed i codici PIN delle mie carte di credito. Sono certo che rinnoverete in modo esemplare tutta la magione! Orsù, dunque: rinnovate la magione, e arrivederci!”.

E, dopo i convenevoli ed i saluti di turno, il Re partì, insieme alla Regina, ai loro figli e a tutto i loro domestici, lasciando la magione vuota.

I ministri ed i consiglieri, tennero subito una prima riunione, e poi una seconda, una terza e pure una quarta. Infine, dopo aver analizzato, discusso, valutato, discernuto, soppesato, confrontato, ipotizzato, ponderato, cesellato, riflettuto e consultato consulenti su consulenti… dopo qualche mese giunsero alla seguente decisione, che Gapensemè, Ministro Plenipotenziario degli Interni ed Esterni, riassunse così:

“Ragazzi, purtroppo il tempo è agli sgoccioli, ed il Re potrebbe tornare da un momento all’altro. Quindi… raffazzoniamo su alla bell’è meglio questa magione! Visto che abbiamo accesso a tutte le reali ricchezze… non badiamo a spese! Andate subito a prendere, con gli aerei e gli elicotteri, i più migliori del mondo, che in quattro e quattrotto rinnovino giù la magione del Re!”.

E quelli partirono, ed andarono fino ai confini della terra. E quindi, in un battibaleno, tornarono.

Gapensemè accolse ad uno ad uno i più migliori del mondo, man mano che arrivavano.

“Salve, e lei sarebbe..”

“Diego Armando Maradona, al vostro servizio!”

“Mi faccia indovinare: lei è quello esperto di calcina e calcinacci?!”

“Esatto! Sono il più migliore nel calcio, e pure nel calcetto!”.

“Bene, bene allora! Dia un calcio al passato, e si lanci nell’avvenire: prenda calce e calcina, e ci rebocchi giù tutte le pareti! Lasci pure le porte al falegname, e le panchine ai fabbri! Al lavoro! Vada pure, cominci a rinnovare la magione!”. 

“Salve! E lei sarebbe…”.

“Michelangelo Buonarroti, al vostro servizio!

“Urcà! Quello della Cappella Sistina! Ma los a che lei capita a fagioli?!? Forza, su, prenda i rulli ed i pennelli, e si metta a far giù il bianco sui soffitti e le pareti! Su, forza, vada a rinnovare la magione!”. 

“Salve! E lei è…”.

“Il mahatma Gandhi, al vostro servizio, visto che non siete britannici!”

“Ma che onore! Aver qui lei, il più migliore lider del mondo civile! Su, su, lei che se ne intende di sale: dia una rinfrescata ai pavimenti delle sale, e poi ai saliscendi delle scale da cui la gente sale! Vada, vada… vada a rinnovar la magione! Il tempo stringe…”. 

E così via. Arrivarono pure Wolfango Amadeus Mozart (quello esperto di chiavi di violino… e fu mandato ad intonacare le chiavi di volta), Federica Pellegrini e Felbs (quelli esperti di vasche, e furono mandati a ripulire le fontane e le vasche dei pesci nei giardini reali), e molti altri.

In pratica, tutte le eccellenze del mondo convergettero a Belene, per rinnovare la magione. Un po' per pubblicità personale (fa sempre piacere farsi qualche selfi in una reggia…), ma soprattutto per i compensi e gli ingaggi stratosferici che gli inviati avevano stipulato con loro.

E fu così che si misero all’opera, e rinnovarono la magione, in quattro e quattrotto, in un lampo, più o meno in una settimana, proprio appena in tempo.

Infatti, dopo una settimana arrivò Salvatore detto Totò, il figlio del Re.

Il quale, appena si affacciò al cancello davanti alla Regal Magione, davanti al quale eran schierati tutti i VIPS ad attenderlo, sbottò:

“Ma cos’è ‘sto schifo?!?”.

E quando varcò la soglia della magione, ed entrò nel salone centrale, pure sbottò gemellamente:

“Ma cos’è sto straschifo?!??!”.

Avreste dovuto esserci! A parte vedere i volti paonazzi e pieni di vergogna dei ministri e consiglieri, a parte i sorridenti lavoratori che contavano le loro mazzette di soldi… ma lo schifo! In pratica, la magione che prima era un po' vecchia e decadente… ora era stata trasformata in uno schifo totale!”

Il Principe disse allora: “Ma chi è che ha fatto questo schifo?!?”.

E tutti puntarono ovviamente il dito contro Maradona, Michelangelo, Gandhi & Company: “Sono stati loro! Ci hanno imbrogliato! Han detto di essere i migliori esperti al mondo nel rinnovamento!”.

Quelli, ovviamente, cercarono di difendersi e di difendere la propria reputazione: “Noi?!? Ma vi siete bevuti il cervello? Noi abbiam fatto quello che VOI ci avete detto, quello per cui voi ci avete pagati! Voi siete i responsabili!”.

E scoppiò un paripiglia.

Il Principe Totò li lasciò scapicollarsi per un po’, poi, quando li vide esausti, disse: “Bene! Bene! Che bel casotto che avete combinato! Fra tre giorni torna mio padre… e di certo andrà su tutte le furie! Ma vi siete resi conto di come avete rovinato la Real Magione?!?? Chissà cosa ci trova in voi mio padre, per darvi tanta fiducia… Basta! C’è ancora tempo, ben tre giorni, per riparare e rinnovare la magione. Sedetevi tutti lì, zitti e mosca ora! E mandatemi a chiamare quello scansafatiche di Pierino Villani, quel muratore bergamasco disoccupato che sta lì tutto il giorno a giocare a carte all’osteria!”.

Detto, fatto.

Dopo che Totò ebbe spiegato il tutto a Pierino, e soprattutto che il Re avrebbe voluto vedere la sua Real Magione rinnovata e splendente… Pierino accettò l’incarico, gratis, senza pretendere alcun compenso, a parte che gli fossero messi a disposizione, come lavoratori, i ministri, i consiglieri e i migliori del mondo presenti in sala. Permesso accordato. Quindi Pierino disse:

“Orsù, dunque! Rinnoviamo la Magione! Voi geni dell’umanità, eccellenze delle umane discipline, siete stanchi per il lavoro fatto, andate pure a riposarvi per due giorni: ci vediamo qui dopodomani: venite allora, e fate quello che a voi piace di più!. Voi ministri e consiglieri, invece, che finora avete solo chiacchierato, mettetevi a far su la molta, a dar giù il bianco, e a sistemare il giardino, e fate esattamente quello che vi dirò! Orsù, dunque, al lavoro!”.

E gli uni andarono a riposare, mentre gli altri, per quarantott’ore di fila, senza un attimo di riposo, sgobbarono come muli agli ordini del muratore bergamasco Pierino.

Quando il Re ritornò, Lui, la Regina e tutto il corteo restarono strabiliati, ammaliati, entusiasmati, esaltati, abbacinati dallo splendore che gli si parò dinanzi varcando il cancello:

sui prati dello stupendo celestiale giardino pieno di fiori, Maradona in persona giocava a calcio con i bambini del Regno;

le vecchie vasche dell’irrigazione, pullulavano di giovani e meno giovani, che giocavano in costume insieme alla Pellegrini e a Felbs.

sullo scalone d’ingresso, il Mahatma Gandhi in persona, ascoltato da migliaia di persone in ascolto adorante, parlava di giustizia, pace, dignità umana;

nella sala centrale della Real Magione, Mozart suonava celestialmente un pianoforte  accompagnato da un quartetto di angelici musicisti, mentre accanto a lui Michelangelo mostrava alle signore la volta della sala… dove prima era bianco scrostato, ora c’era affrescato un universo di persone, animali, fiori ed affini.

Etc. etc. etc.

Il principe Totò allora si avvicinò ed abbracciò il padre, il quale disse al Figlio: “Ma che bello! Vedi, figlio mio! Ho avuto ragione a dar fiducia ai miei cari uomini! Guarda che spettacolo paradisiaco! Hanno davvero rinnovato la Magione!”

“Beh, papi… E’ davvero un bello spettacolo! Anche se… ci sarebbe qualchecosina da approfondire… ma te lo dico poi in camera caritatis! Orsù, dunque, andiamo a far festa! Ah! A proposito… Eccolo qui! Ti presento Pierino dei Villani, un semplice muratore bergamasco che ha dato una mano a rinnovare la Magione…”

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