6 maggio 2020

La carezza del Papa ai più migliori bulgari

Un anno esatto fa papa Francesco visitava la Bulgaria.
Tra le tante immagini, gesti e parole di quei due giorni (che in questi giorni rivediamo e rileggiamo), non posso non soffermarmi ed attardarmi su quel minuto, su quel gesto che secondo me è il cuore, il centro, il fulcro di quella visita.
Un gesto quasi nascosto, quasi rubato, incastonato ad arte quasi furtivamente nei protocolli iperstudiati, un piccolo segno quasi primizia di gemma primaverile abbarbicata negli invernali ghiacciati rinsecchiti rami.

Papa Francesco si ferma, un piccolo minuto, sessanta lunghi intensi secondi, ed in silenzio, orante silenzio, accarezza il martire di Belene, Eugenio Bossilkov.
La mano del Papa argentino che accarezza il volto del bulgaro Evgenii.
La carezza di un Padre al Figlio.
Una carezza per lui, e per tutti i martiri e le vittime innocenti della Bulgaria.
Una carezza per tutti i crocifissi di ieri, per i loro familiari, per questo popolo martoriato, che ancora porta in se le ferite del passato, non del tutto rimarginate.


Mi soffermo su quella carezza, imprevista, non programmata, quasi rubata.
Un po' perchè sono io il colpevole di questo blitz, intitolato:
"Se il Papa non va a Belene... Belene va dal Papa".
Non restava altro da fare, dopo aver percorso tutte le lecite in ombra od in pubblico manovre...
E ne sono fiero, fierissimo, fiero al 100% (cosa ben diversa da orgoglio e vanto, naturalmente, anche se gli spettatori superficiali possan esser tratti in inganno), (fiero e titubante, visto che sono timido da morire, ed ancora mi sento un po' come la donna del vangelo, che tende mescolata alla folla ignara un agguato a Gesù, per toccargli il lembo del mantello... un po' come Zaccheo tra le fronde in agguato... un po' come il fastidioso Bartimeo che mendica e chiede infastidente ed impertinente, ma nessuno l'ascolta e vien messo da parte...).

Ma soprattutto perchè questo bulgaro di Belene, Eugenio Bossilkov, se la meritava questa carezza. Perchè farsi ammazzare per amore e fedeltà al Papa... e poi quando il Papa passa da casa tua e nemmeno ti saluta... sarebbe stata una cosa assai sgradita, ingiusta, assurda.
Se la meritava Eugenio questa carezza, almeno una carezza.

Prima del blitz, quasi recante in braccio un bimbo...
Così come se la son meritata Pavel, Kamen e Josafat, ammazzati insieme a lui.
Così come se la meritano, se la son guadagnata le altre decine di migliaia di vittime innocenti del regime comunista bulgaro.

In questi anni ho avuto la grazia di conoscere centinaia di queste vittime, attraverso libri e documenti. Ho avuto anche il dono di conoscere di persona alcuni sopravvissuti ai campi e alle prigioni, di incontrare e dialogare con decine di loro parenti e conoscenti. Gente semplice, gente di fede, gente che ha salito il Calvario di questa nazione, seminando lacrime e sangue in questa terra.
Gente bulgara trafitta dalle spine e dalle sofferenze ingiuste ed assurde di un regime ateo, sadico e criminale.

Ho sempre un groppo alla gola quando penso che nessuno in Bulgaria è mai stato condannato per queste decine di migliaia di omicidi, torture, ruberie, violenze. Nessuno. Una ingiustizia umana totale. Tutte le colpe al regime, ma nessuna colpa ai colpevoli. Una realtà assurda. Centinaia di migliaia di persone ferite, umiliate, uccise, depredate, violentate... e nessun responsabile.
Quasi come se nulla fosse successo... quasi che se le siano inventate queste violenze... quasi che oltre al danno, ci sia la beffa... quasi che... i colpevoli siano le vittime, che se la sono cercata e adesso debbono solo tacere pieni di vergogna per... per aver sofferto ingiustamente...

Di fronte alla totale ingiustizia, di fronte alla enorme indifferenza, almeno una carezza.
Almeno una carezza, la carezza del dolce Cristo in terra, ha sfiorato teneramente il volto rigato di lacrime e sofferenza di Eugenio e di tutte le vittime innocenti del secolo scorso.

Grazie, Francesco, per esserti fermato ed aver in silenzio accarezzato l'uomo della croce.
Grazie per questo piccolo ma intenso e potente gesto di amore e consolazione.

Eugenio Bossilkov accarezza un bimbo portato in braccio dalla mamma...


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