Ieri mattina sono stato vicino a Svishtov a visitare gli scavi di Novae, antica roccaforte dei Romani sulla sponda del Danubio, e...
... e ho provato un gran senso di desolazione!
Desolazione, perchè era il 23 agosto (nel pieno delle vacanza), e non c'era nemmeno l'ombra di un turista.
Desolazione, perchè l'edificio dell'accoglienza (con annesso piccolo museo e ristoro per i turisti), era CHIUSO (e a giudicare dalla polvere e dalle ragnatele, chiuso da qualche mese).
Desolazione, perchè il 90% degli scavi di questa piccola Pompei sul Danubio sono abbandonati, con erbacce e rovi, inaccessibili, sporchi.
Nemmeno un custode, neanche un bagno, qualche cartello un po' arrugginito.
Solo un gruppo di arheologici polacchi che sta scavando un nuovo lotto, che purtroppo farà la fine del resto.
Davvero desolante.
A parte questo squallore, se passate da Svishtov, fermatevi a vedere queste rovine: meritano davvero.
E poi... non c'è nessuno che vi fa pagare il biglietto!
P.S. (per i miei amici bulgari): se invece di regalare da 30 anni miliardi di leva ai russi per costruire centrali nucleari... aveste investito qualche migliaio di leva in questi siti archeologici... avreste centinaia di bulgari che lavorano, più l'indotto: i turisti mangiano nei ristoranti, dormono negli alberghi, fanno il pieno al distributore, fanno shopping nei negozi, etc etc. Un po' di fantasia! Su, dai!
Il mondo visto da #Bèlene. Diario virtuale di un reale missionario bergamasco in Bulgaria.
24 agosto 2011
23 agosto 2011
Festa dei "banaceni" ad Asenovo
Sabato scorso ho partecipato al "Банатски вкусотии - традициите на моето село", il primo Festival che si è tenuto nel paese di Asenovo.
I "banaceni" sono bulgari cattolici emigrati in passato nei territori dell'impero austro-ungarico, per motivi economici e di discriminazione religiosa. Si stanziarono principalmente appunto nel BANATO.
Da qui poi, dopo la Liberazione della Bulgaria dall'Impero Ottomano, tornarono in patria, fondando alcuni paesi, come Bardarski Gheran, Gostilia, Bregare, Dragomirovo, ed appunto Asenovo.
Dopo l'apertura ufficiale del Festival sulla piazza centrale, è stata celebrata la messa, seguita da canti e balli tradizionali e moderni, animati da graziosi gruppi in costume.
Dopodichè... assalto alle prelibatezze tipiche, offerte da ogni paese che partecipava.
Metto qui alcune mie foto, altre le potete trovare QUI, dove ci sono anche i link ai video dei balli, se volete guardarli.
I "banaceni" sono bulgari cattolici emigrati in passato nei territori dell'impero austro-ungarico, per motivi economici e di discriminazione religiosa. Si stanziarono principalmente appunto nel BANATO.
Da qui poi, dopo la Liberazione della Bulgaria dall'Impero Ottomano, tornarono in patria, fondando alcuni paesi, come Bardarski Gheran, Gostilia, Bregare, Dragomirovo, ed appunto Asenovo.
Dopo l'apertura ufficiale del Festival sulla piazza centrale, è stata celebrata la messa, seguita da canti e balli tradizionali e moderni, animati da graziosi gruppi in costume.
Dopodichè... assalto alle prelibatezze tipiche, offerte da ogni paese che partecipava.
Metto qui alcune mie foto, altre le potete trovare QUI, dove ci sono anche i link ai video dei balli, se volete guardarli.
19 agosto 2011
Trènciovitza 1782, culla dei Passionisti in Bulgaria
La chiesa abbandonata di S. Croce |
Confesso provare sempre un po' di tristezza e sconforto passando in mezzo alle case semi abbandonate di questo paese, che negli altimi anni è passato da 3.000 abitanti agli attuali 600 circa, quasi tutti anziani.
Questo rimpicciolimento mi fa pensare al lontano 1782, quando qui arrivarono i primi due passionisti, e trovarono un piccolo paese formato da 36 famiglie, per un totale di 281 persone (Visita Pastorale del 1778).
Se ha ragione il Vangelo, quando dice: "Se non diventerete piccoli... non entrerete nel Regno dei Cieli", anche l'attuale situazione non deve essere vista solo come un problema annaffiato di rimpianti ed utopie.
Ma appunto questa piccolezza è un'ottima situazione, come nel 1782, per essere culla, granello di senape, cucchiaio di lievito, perla nascosta, chicco di sale...
Proprio per questo pubblico qui le prime due lettere di p. Giacomo e p. Francesco, scritte nel primo mese della loro permanenza a Trenciovizza. In esse non c'è nessun lamento sulla piccolezza della comunità, anzi, emerge lo stupore per le piccole cose, dal semplice Rosario recitato per la prima volta in Bulgaro alla squisita accoglienza, dal primo battesimo alla semplice benedizione dei campi.
Nel loro spirito non c'è nemmeno l'ombra di rimpianti, frustrazioni, scoraggiamento.
Ma solo stupore, curiosità, gioia, voglia di lavorare, di pregare, di condividere la vita di quei 281 trencioveni.
Penso che, con lo studio e la preghiera, abbiamo bisogno un po' tutti noi di recuperare un po' della loro spiritualità.
11/05/1782 - Lettera di p. Giacomo Sperandio a p. G. B. Gorresio
Al Reverendissimo Padre Padrone Colendissimo
Il Padre Giovanni Battista di S. Vincenzo Ferrerio
Preposito Generale de’ Passionisti
nel Ritiro de’ SS. Giovanni e Paolo a monte Celio. Roma.
Jesu Christi Passio
Una "ragazza" trenciovena e don Stephan |
Reverendissimo Padre.
Colla presente vengo a darle notizia del nostro viaggio fatto da Buccoreste fino a questa nostra Missione, e del ricevimento che abbiamo avuto da questi buoni cattolici.
14 agosto 2011
Bulgaria 1738: "Mamma, li Turchi!!!"
Martiri dimenticati nella Bulgaria del 1700
don Michele Dobromiri
(n. Calaclie/Rakovsky 1694 - + Adrianopoli/Edirne 1738)
don Nicolò Boscovich
(n. Ragusa/Dubrovnik 1707 - + Adrianopoli/Edirne 1738
In questi tranquilli giorni estivi, sto leggendo con molto interesse e curiosità le Visite pastorali fra i Pauliciani Bulgari del XVIII secolo, pubblicate recentemente nella rivista Ricerche Slavistiche[1].
Tra le mille cose raccontate in esse dalla viva voce dei vari vescovi o delegati che compirono queste Visite Pastorali, davvero molto affascinanti, mi ha colpito particolarmente una notizia: la decapitazione avvenuta nel 1738 ad Adrianopoli (l’odierna Edirne) di due sacerdoti, cioè don Michele Dobromiri e don Nicolò Boscovich, insieme alla tortura e uccisione di un ex cristiano, divenuto musulmano, che voleva rientrare nella Chiesa. Queste vicende mi hanno colpito non solo per la loro cruenta fine, ma anche perché il primo, don Michele, fu parroco di Belene intorno nel 1728-1729.
Voglio brevemente riportare qui le notizie che ho trovato fin qui su questi due sacerdoti: non sono un esperto di Cause di Canonizzazione… ma secondo me qualche estremo per il martirio c’è, non fosse altro che “hanno perso la testa” per mano di un politico Ottomano che odiava la Chiesa Cattolica e per aver cercato di accompagnare la conversione di una persona. Approfondirò la questione in seguito… sarebbe bello avere un ex parroco di Belene “beato e martire”, accanto al beato martire Eugenio Bossilkov…
Le prime notizie su don Michele Dobromiri risalgono al 1721, quando in tutta la Bulgaria del Sud operavano solo due sacerdoti cattolici, e cioè don Pietro Miloscevich, cugino del vescovo, e il nostro don Michele: “Dopo la mancanza del quondam don Giovanni Rodi, assiste a questa Missione per modum provisionis don Michiele Dobromiri, Alunno del Collegio dei Santi Pietro e Paolo di Fermo, Sacerdote della sua età d’anni 30, il quale è stato determinato dal mio predecessore ai Christiani soli di Soffia, Filippopoli, Iambol et Eschisagara, che pure sono fra di loro molto distanti; adesso però per necessità e penuria di Missionari, assiste a tutti i predetti luoghi; ma pluribus intentus non può mostrare nella sua missione quel frutto che si bramerebbe, se bene si spera che quando gli saranno sminuite le fatighe con l’accrescimento dei Missionari, mostrerà ancor egli maggior saggio della sua carità nell’officio della sua vocatione coll’insegnare alla gioventù la Dotrina Christiana”[2].
8 agosto 2011
Buon compleanno, otez Remo!
Stamattina a Malcika abbiamo festeggiato il 56° compleanno del nostro confratello p. Remo Gambacorta, parroco della locale parrocchia di S. Anna e Vicario Generale della Diocesi di Nicopoli. E' stata anche l'occasione per festeggiare in modo fraterno il 30° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, 20 anni dei quali trascorsi in Bulgaria.
7 agosto 2011
Agosto 1781. Destinazione BULGARIA
Nel 1781 non c'era l'I-pad e neppure i tablet, le mails e Skipe. Eppure...
si comunicava lo stesso.
Magari ci voleva qualche ora in più a scivere, a lume di candela, con una penna d'oca sbavante inchiostro su fogli di pergamena pieni di buchi... Magari ci voleva qualche mese di attesa prima di ricevere una lettera, e alcuni mesi per ottenere risposta... Magari qualche lettera andava persa per strada, tra una battaglia e un'epidemia di peste, tra un incendio o un assalto di banditi a mano armata. Eppure... si comunicava lo stesso.
si comunicava lo stesso.
Magari ci voleva qualche ora in più a scivere, a lume di candela, con una penna d'oca sbavante inchiostro su fogli di pergamena pieni di buchi... Magari ci voleva qualche mese di attesa prima di ricevere una lettera, e alcuni mesi per ottenere risposta... Magari qualche lettera andava persa per strada, tra una battaglia e un'epidemia di peste, tra un incendio o un assalto di banditi a mano armata. Eppure... si comunicava lo stesso.
Sono passati "solo" 230 anni dall'agosto del 1781, ma leggendo le lettere dei primi due Missionari Passionisti che in quell'anno e in quel mese attraversavano mezza Europa per recarsi in Bulgaria, beh..., ci si tuffa in una realtà affascinante, quasi un viaggio nel tempo.
Di questo primo mese di viaggio (arriveranno in Bulgaria solo nel mese di aprile 1782), ci sono rimaste tutte le 4 lettere che hanno scritto a p. Gianbattista Gorresio, Generale dei Pasionisti. Finora inedite, le pubblico qui per la prima volta.
Gli originali sono conservati nell'Archivio Generale dei Passionisti (AGCP), presso la Casa Generalizia dei Santi Giovanni e Paolo a Roma.
Ringrazio p. Silvio e p. Jean Baptist per l'accoglienza e la disponibilità.
Gli originali sono conservati nell'Archivio Generale dei Passionisti (AGCP), presso la Casa Generalizia dei Santi Giovanni e Paolo a Roma.
Ringrazio p. Silvio e p. Jean Baptist per l'accoglienza e la disponibilità.
03/08/1781 – Lettera di p. Francesco Ferreri a p. G. B. Gorresio
[Cinque righe con altra calligrafia, inserite tra l’indirizzo e il testo di Ferreri:]
Lettere di quelli Padri che sono andati alla Missione di Bulgaria
Lettere di quelli Padri che sono andati alla Missione di Bulgaria
Per la missione di Bolgaria partirono da q[ues]to Ritiro de’ SS. Gio[vanni] e Paolo di Roma la sera dei 28 Luglio 1781 giorno di sabbato a[lle] ore 23, giungono in Ancona la mattina dei 3 di ag[os]to giorno di venerdì, e partirono alli sette dell’istesso mese giorno di martedì.
Al Reverendissimo Padre in Cristo Colendissimo
Reverendo Padre Giovanni Battista di S. Vincenzo Ferreri
Preposito Generale de’ Chierici Scalzi della Passione
Roma SS. Giovanni e Paolo
Reverendissimo Padre in Cristo Colendissimo.
Reverendissimo Padre in Cristo Colendissimo.
Il Santuario della S. Casa di Loreto |
Dopo aver ricevuto per la strada mille finezze da’ Benefattori, finalmente con prospero e felicissimo viaggio siamo arrivati questa mattina circa le sette ore in Ancona, essendosi trattenuto tutto ieri il vetturino in Loreto per far aggiustare il calesse, onde abbiamo avuto tutto il comodo di trattenerci nella Santa Casa.
Questa mattina abbiamo presentato la lettera di Propaganda al Signor Agente il Marchese Benincasa, quale ci accolse con amorevolezza, e fra pochi giorni ci providerà l’imbarco non già per Ragusi (sebbene vi sia l’ocasione questa sera) atteso le difficoltà che gli feci, ne tam poco per Trieste atteso che troppo s’allungherebbe il viaggio, ma bensì per la Dalmazia ove andremo approdare per proseguire poi il camino per l’Ungheria e quindi a nostro destino al qual effetto ci provederà del necessario passaporto. Una difficoltà non piccola è di trovare chi ci voglia far la lettera di cambio per quei paesi colle cedole che abbiamo portato ove che sarebbe stato facile co’ contanti. Già si ha parlato ma… basta spero che anche questo punto si spianerà.
4 agosto 2011
In ricordo di mons. Gheorghi Eldarov
Lo scorso 11 luglio si è spento a Sofia, all’età di 85 anni, l’archimandrita prof. Giorgio Eldarov, che fu responsabile del programma bulgaro di Radio Vaticana dal 1966 al 1991, nel difficile periodo in cui alla popolazione che viveva nella Bulgaria comunista non arrivava quasi nessuna notizia di ciò che il Papa e la Chiesa stessero facendo. Negli anni Ottanta il programma bulgaro si occupava essenzialmente di fare catechesi al microfono, sotto la guida esperta dell’archimandrita Eldarov, l’unico teologo bulgaro che era stato presente come consulente al Concilio Vaticano II.
Originario di Yambol, nel sudest del Paese, a 12 anni fu accolto nel convento francescano e visse quasi interamente la sua vita in Italia, dove si laureò teologo e si specializzò al Pontificio Istituto Orientale di Roma. Nel 1966, quando prese le redini del programma della Radio Vaticana nella sua lingua madre, fu insignito anche del titolo di archimandrita nella Basilica romana di San Clemente, sulla tomba di San Cirillo. Terminato il suo incarico alla Radio del Papa e caduto il regime comunista, tornò a Sofia, dove fondò e diresse il giornale cattolico “Abagar”, il cui archivio è ricco di oltre 30mila libri di notevole valore storico.
(A cura di Roberta Barbi)
"ABAGAR"
Originario di Yambol, nel sudest del Paese, a 12 anni fu accolto nel convento francescano e visse quasi interamente la sua vita in Italia, dove si laureò teologo e si specializzò al Pontificio Istituto Orientale di Roma. Nel 1966, quando prese le redini del programma della Radio Vaticana nella sua lingua madre, fu insignito anche del titolo di archimandrita nella Basilica romana di San Clemente, sulla tomba di San Cirillo. Terminato il suo incarico alla Radio del Papa e caduto il regime comunista, tornò a Sofia, dove fondò e diresse il giornale cattolico “Abagar”, il cui archivio è ricco di oltre 30mila libri di notevole valore storico.
(A cura di Roberta Barbi)
"ABAGAR"
На 11 юли след кратко боледуване в София почина архимандрит проф. Георги Елдъров.
Опелото ще е на 15 юли от 11 часа в католическия храм от източен обряд "Успение Богородично" в София, ул. "Люлин планина" 7.
Проф. Елдъров е роден в ямболското село Топузларе (сега Зорница) през 1926 г. в уважаван униатски род. На 12-годишна възраст заминава да учи в семинарията в италианския град Асизи. През 1947 г. завършва теология в Папския богословски факултет в Рим.
Политическата обстановка не му позволява да се върне в България. Прави няколко специализации в сферата на богословието и се подготвя задълбочено в изучаването на източния църковен обряд, по който практикува католическата униатска църква у нас.
Дългогодишен преподавател е в няколко италиански и европейски университета, чел е лекции в САЩ.
Ръководи българската секция на Радио Ватикана повече от 20 години (1966-1991).
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