Ci son eventi, lontani nel passato, che nel tempo diventano mitologici, e lasciano tracce in tutte le civiltà. Tra noi uomini, per esempio, il Grande Diluvio, detto anche il Diluvio Universale, ha lasciato il segno tra i Sumeri, gli Ebrei, gli Atzechi, i Maya, gli Atzechi, persino tra i Temuan della Malesia.
Tra le formiche si raccontano varie cose attorno alla Grande Carestia, detta anche Carestia Universale, che attanagliò l’attuale penisola balcanica in un lontano, lontanissimo passato. E fu davvero grande: durò decine di anni, provocò morte, desolazione ed una colossale emigrazione verso meno martoriate terre.
Per decenni dal cielo non discese neppure una goccia d’acqua, e nessuno vide neppure una goccia di rugiada. All’inizio seccò tutta l’erba, poi seccarono le piante, quindi iniziarono a prosciugarsi i fiumi, poi i laghi, infine anche il Mar Nero. Nel giro di due anni, per migliaia di chilometri, non restò più neppure una goccia d’acqua.
Potete immaginare la desolazione e lo sconforto delle sconsolare formichine, che pur essendo più parsimoniose delle cugine cicale, tuttavia nel giro di qualche mese finirono tutte le scorte di cibo.
Diversi milioni di loro morirono di fame e di stenti, ed i loro resti rinsecchiti son ora fossili a disposizione dei paleontologi.
Altre centinaia di milioni presero armi e bagagli, e fecero il loro san Martino verso più verdi e umidi terre.
Qualche migliaio, ostinate, si rifiutarono di morire e di partire, e si barricarono sulla sponda del Danubio, sfruttando fino all’ultima goccia del moribondo e rinsecchito fiume. Speravano in un miracolo. Caparbiamente trascorrevano i loro aridi giorni, ripetendo: “Prima o poi… pioverà!”.
Dopo molti anni, rimaste ormai in poche decine, arrivate ormai agli sgoccioli le ultime gocce d’acqua delle pozzanghere del prosciugato Danubio, queste testarde formichine di Belene non sapevano più ormai a che santo votarsi, ed ormai erano rassegnate a morire stecchite, quando un giorno, all’improvviso…
… nel cielo apparve una cosa bianca, enorme, bislunga ed un po’ arrotondata.
“Guardate! Una nu… una nuv… una nuvola!”, disse Gina, la formichina più vecchia, l’unica che da bambina ne aveva vista una, ed ancora si ricordava come era fatta una nuvola.
“Ma va là, vecchia cieca! Hai le traveggole! Non può essere: le nuvole non sono rettangolari e affusolate, coi bordi lisci e regolari… E’ sicuramente un aereo!”, ribattè il Tone, il formicone sapientone.
“No! E’ una balena!”, disse Enrichetto, il formichetto.
“Ma và! E’ Supermen!”, rispose ridendo Lucetta, la formichetta.
Mentre le formiche di Belene disquisivano sull’identità di tale fenomeno materializzatosi in cielo, dal cielo si udì una voce, che disse: