18 ottobre 2014

BEATI GLI AFFLITTI, PERCHE' SARANNO CONSOLATI

L'ultima foto del beato Eugenio Bosilkov,
vescovo passionista nativo di Belene,
fucilato a Sofia l'11 novembre 1952

Il prossimo 15 novembre celebreremo qui a Belene la festa dei martiri bulgari. Quest’anno abbiamo desiderato allargare lo sguardo, sia a livello nazionale, sia a livello ecumenico.            

La memoria dei quattro beati martiri cattolici bulgari è stata inserita nella serie di eventi nazionali che celebrano i 25 anni dalla caduta del muro di Berlino e dei regimi comunisti dell’Europa orientale. Siamo quindi molto onorati del patrocinio e della presenza tra di noi in quel giorno del Presidente della Repubblica di Bulgaria, il sig.r Rosen Plevneliev. Un gesto altamente simbolico, attraverso il quale il popolo bulgaro intende onorare questi suoi figli vittime della follia e della fobia del passato regime totalitario.            

In secondo luogo desideriamo ricordare tutte le vittime innocenti del passato, in particolare quelle perseguitate a causa della loro fede. Ecco perché saranno con noi alcuni vescovi ortodossi e il rappresentante delle chiese evangeliche. Qui a Belene, infatti, nel campo di concentramento esistente sull’Isola, hanno sofferto e versato lacrime e sangue gli oltre trenta sacerdoti e suore condannati insieme ai quattro beati martiri, diverse centinaia di sacerdoti ortodossi, quasi tutti i pastori protesanti dell’epoca. Abbiamo cercato di raccogliere l’invito che il santo papa Giovanni Paolo II ci rivolgeva all’alba del Terzo Millennio:


I tre beati martiri assunzionisti di Plovdiv,
fucilati a Sofia l'11 novembre 1952:
p. Kamen, p. Josaphat, p. Pavel

“L'ecumenismo dei santi, dei martiri, è forse il più convincente. La communio sanctorum parla con voce più alta dei fattori di divisione… E che dire della grande esperienza di martirio, in cui ortodossi e cattolici dei paesi dell'Est europeo sono stati accomunati in questo nostro secolo? Perseguitati da un implacabile potere ateistico, tanti coraggiosi testimoni del vangelo hanno "completato" nella loro carne la passione di Cristo. Veri martiri del ventesimo secolo, essi sono una luce per la Chiesa e l'umanità. I cristiani d'Europa e del mondo, chini in preghiera sul limitare dei campi di concentramento e delle prigioni, devono essere riconoscenti per quella loro luce: era la luce di Cristo, che essi hanno fatto risplendere nelle tenebre”.


Il ponte galleggiante, che unisce Belene all'Isola:
di qui passa la Via Crucis del popolo bulgaro

Ecco perché allora la nostra tavola rotonda si svolgerà nel salone dell’Amministrazione del Carcere di Belene, affacciato sul Danubio e su quel ponte galleggiante dove decine di migliaia di innocenti hanno percorso la loro Via Crucis: chini in preghiera e in meditazione di fronte a questa Isola, il Gogotha bulgaro del XX secolo, vogliamo onorarli e raccogliere la loro testimonianza.             

Vi invito pertanto ad unirvi a noi nel ricordo e nella preghiera. Se qualcuno desidera partecipare, lo comunichi entro il 1° novembre, per organizzarci nel trasporto dall’aeroporto di Sofia o di Bucarest, e per i pernottamenti.




Il Secondo Blocco (ce n'erano 5...) del campo di concentramento sull'Isola di Belene,
dipinto dall'ex prigioniero Hrum Horozov:
funzionò dal 1949 al 1989, qui passarono oltre 30.000 "nemici del popolo" e prigionieri politici;
tra di essi quasi tutti i pastori protestanti, quasi tutti i sacerdoti cattolici, centinaia di sacerdoti ortodossi,
e anche suore e monache (uno dei blocchi era infatti dedicato alle donne).