I dieci cresimati di oggi a Belene |
Stamattina, in occasione della solennità di Cristo Re, abbiamo celebrato qui a Belene la cresima di 10 ragazzi. E siccome, per motivi di salute, il Vescovo non è potuto venire, mi è toccato a me segnare il sigillo dello Spirito Santo sulla fronte di questi dieci ragazzi. Ecco, più o meno, quello che ho detto loro, raccontando qualcosa del Re, dello Spirito e dei suoi doni, e di qualche altra cosetta annessa e connessa.
C'era una volta, tra Svishtov e Nikopol, un regno, nè grande nè piccolo, diciamo medio, e comunque con tutto quello che serve ad un regno, sia piccolo che grande.
La capitale di questo regno si chiamava Belene, gli abitanti del regno belenciani, ed in mezzo alla capitale c'era il castello, dove abitava il Re.
Era un regno unico e speciale, dove tutte le strade erano asfaltate d'oro.
Non c'erano ospedali, nè farmacie e dottori: tutti erano belli, giovani e sani, e non si ammalavano mai.
Tutti erano disoccupati, non c'erano fabbriche, nè negozi e neppure muratori. Ma non era una tragedia, anzi. Era una pacchia, perchè tutti erano milionari e ricchissimi, ed il Re provvedeva a tutto.
I frigoriferi e le dispense di ogni casa erano strapiene di ogni ben di Dio, e nessuno andava a fare la spesa. Ogni mattina il Re spediva cibo, bevande e dintorni, gratis, a tutti, nessuno escluso.
Tutte la famiglie avevano in garage una Ferrari per le feste, una Mercedes per i giorni feriali, ed una Jeep per le gite fuori porta.
In cucina c'erano poi tre rubinetti. Da uno usciva acqua, da un altro vino, e dal terzo, a scelta, o birra o grappa.
Ovviamente nessuno pagava le bollette dell'acquedotto, in quanto tutto era gratis. E neppure quelle della luce e del telefono: tutto gratis, offerto dal Re.
Un regno paradisiaco, insomma, dove tutti vivevano felici e contenti, mangiando, ballando e cantando giorno e notte, ovviamente pieni di gratitudine, lode e riconoscenza per il Re.
Finchè...