Avvertenza:
MANEGGIARE CON CURA!
Il contenuto di questa storia è
severamente
vietato ai bambini maggiori di anni 18!
Il racconto contiene infatti contenuti altamente scabrosi
che potrebbero influire negativamente sulla loro psiche!
Non sia
mai che leggendo o sentendo parlare
di fare bagagli, emigrare, profughi…
comincino a cadere in depressione o diffusa insicurezza!!!
Secondo i dati ufficiali nientepopòdimeno che
dell’Istituto Nazionale di Statistica, a causa del gelido inverno demografico e
della emigrazione di massa, negli ultimi anni ben 164 paesi in Bulgaria hanno
chiuso i battenti (cioè se n’è andato l’ultimo abitante, o al cimitero, o da
qualche altra parte).
Ed al primo gennaio 2020 risultano ben 1900
(millenovecento) centri abitati con meno di 50 residenti, con la rosea
prospettiva di sparire molto presto.
In uno di questi paesini, chiamato casualmente
Belene, nel lontano 2021 erano rimasti solo 8 (otto) vecchi abitanti, concretamente
una vecchia nonna vedova, e sette nonni vedovi.
Ovviamente vivevano in otto vecchie decrepite
case, e davanti alle otto decrepite vecchie case avevano le tradizionali decrepite
otto vecchie panchine. E, dopo aver fatto la solita frugale colazione, e nutrito
le solite due galline, e bagnato i soliti quattro pomodori e sei cetrioli… se
ne stavano seduti tutto il giorno sulle loro panchine ai bordi della strada, aspettando
il treno della morte che inesorabile si avvicinava, e dandosi ogni tanto la
voce da una panchina all’altra.
Cioè: uscendo dalla porta di casa, le cadde
una goccia d’acqua sulla testa, e fu la famosa goccia che fece traboccare il
vaso, e lei, alzando gli occhi al cielo, e pure i pugni colle sue
incartapecorite dita, gridò ed urlò con tutto il fiato che aveva in corpo:
“Bastaaaaaaaaa! Ora basta! Orsù, facciamo
figli oppure facciamo i bagagli! Ma basta, per Dio!”.
Ed afferrato il suo bastone, barcollante uscì
per la strada e si diresse verso il buon vecchio vicino, che come al solito
sonnecchiava sulla sua solita panchina.
“Orsù, vecchio Adamo! Facciamo figli
oppure facciamo fogli!”, disse all’uomo.
“Baba Bianca! Ma che cavolo dici? Fare figli?
Ma se sono vecchio come il cucco! Mi sa che più vecchio di me al mondo non c’è
nessuno… E poi ho già dato… Ah! Che donna era la mia povera moglie… Dio l’abbia
in gloria! Di far figli, non se ne parla più! Vado a fare i bagagli…”.
Nonna Bianca, scuotendo la testa e allontanandosi
sconsolata, gli bofonchiò dietro:
“Ah! Uomo di poca fede che non sei altro! Sì, su,
fai i tuoi bagagli e… vai a quel paese!”.
Ed afferrato il suo bastone, si diresse verso
il prossimo vecchio vicino, che anche lui come al solito sonnecchiava sulla sua
solita panchina.
“Orsù, vecchio Abramo! Facciamo figli
oppure facciamo i bagagli!”, disse all’uomo.
“Baba Bianca! Ma che cavolo dici? Fare figli? Ma
ti sei bevuta il cervello? Ma se sono vecchio come il cucco! Arrivi tardi,
vecchia bella mia! Ho già dato… E ormai ho abbassato le serrande! Ah! Che donna
era la mia povera moglie… la mia Sarettina ridolina… Dio l’abbia in gloria! Di
far figli, non se ne parla più! Vado a fare i bagagli…”.
Nonna Bianca, scuotendo la testa e allontanandosi
sconsolata, gli bofonchiò dietro:
“Ah! Uomo di poca fede che non sei altro! Sì, su,
fai i tuoi bagagli e… vai a quel paese!”.
Ed afferrato il suo bastone, si diresse verso
il prossimo vecchio vicino, che anche lui come al solito sonnecchiava sulla sua
solita panchina.
“Orsù, vecchio Elimelecco! Facciamo
figli oppure facciamo i bagagli!”, disse all’uomo.
“Baba Bianca! Ma che cavolo dici? Fare figli? Dove
hai battuto la testa? Ma se sono vecchio come il cucco! Arrivi tardi, vecchia
bella mia! Ho già dato… Ormai ho attaccato le scarpe al chiodo… Ah! Che donna
era la mia Noemi… Dio l’abbia in gloria! Di far figli, non se ne parla più!
Vado a fare i bagagli…”.
Nonna Bianca, scuotendo la testa e allontanandosi
sconsolata, gli bofonchiò dietro:
“Ah! Uomo di poca fede che non sei altro! Sì, su,
fai i tuoi bagagli e… vai a quel paese!”.
Ed afferrato il suo bastone, si diresse verso
il prossimo vecchio vicino, che anche lui come al solito sonnecchiava sulla sua
solita panchina.
“Orsù, vecchio Giacobbe! Facciamo figli
oppure facciamo i bagagli!”, disse all’uomo.
“Baba Bianca! Ma che cavolo dici? Fare figli? Ma
quanta grappa hai bevuto? Ma se sono vecchio come il cucco! Arrivi tardi,
vecchia bella mia! Ho già dato… Eccome se ho dato! Con le mie quattro donne,
Dio le abbia in gloria, abbiam sfornato più figli di una squadra di calcio!… Ah!
Che donne erano le mie donne!… Di far figli, non se ne parla più! Vado a fare i
bagagli…”.
Nonna Bianca, scuotendo la testa e allontanandosi
sconsolata, gli bofonchiò dietro:
“Ah! Uomo di poca fede che non sei altro! Sì, su,
fai i tuoi bagagli e… vai a quel paese!”.
Ed afferrato il suo bastone, si diresse verso
il prossimo vecchio vicino, che anche lui come al solito sonnecchiava sulla sua
solita panchina.
“Orsù, vecchio Moseuccio! Facciamo
figli oppure facciamo i bagagli!”, disse all’uomo.
“Baba Bianca! Ma che cavolo dici? Fare figli? Ti
sono andate di traverso le quaglie? Ma se sono vecchio come il cucco! Arrivi
tardi, vecchia bella mia! Ho già dato… Che ci vuoi fare? Ormai sono un bastone
secco… Ah! Che donna era la mia Zippora… Dio l’abbia in gloria! Di far figli,
non se ne parla più! Vado a fare i bagagli…”.
Nonna Bianca, scuotendo la testa e allontanandosi
sconsolata, gli bofonchiò dietro:
“Ah! Uomo di poca fede che non sei altro! Sì, su,
fai i tuoi bagagli e… vai a quel paese!”.
Ed afferrato il suo bastone, si diresse verso
il prossimo vecchio vicino, che anche lui come al solito sonnecchiava sulla sua
solita panchina.
“Orsù, vecchio Elkanuccio! Facciamo
figli oppure facciamo i bagagli!”, disse all’uomo.
“Baba Bianca! Ma che cavolo dici? Fare figli? Ma
ti sei strozzata con la coda di cavallo? Ma se sono vecchio come il cucco! Arrivi
tardi, vecchia bella mia! Ho già dato… Che ci vuoi fare? … Ah! Che donna era la
mia Anna… alzava un po’ troppo il gomito… ma era uno schianto! Dio l’abbia in
gloria! Di far figli, non se ne parla più! Vado a fare i bagagli…”.
Nonna Bianca, scuotendo la testa e allontanandosi
sconsolata, gli bofonchiò dietro:
“Ah! Uomo di poca fede che non sei altro! Sì, su,
fai i tuoi bagagli e… vai a quel paese!”.
Ed afferrato il suo bastone, si diresse verso l’ultimo
vecchio vicino, che anche lui come al solito sonnecchiava sulla sua solita
panchina, sperando che almeno lui mostrasse un guizzò di vitalità.
“Orsù, vecchio Zaccaria! Facciamo figli
oppure facciamo i bagagli!”, disse all’uomo.
“Baba Bianca! Ma che cavolo dici? Fare figli? Ma
ti pare il caso? Ma se sono vecchio come il cucco! Arrivi tardi, vecchia bella
mia! Ho già dato… Cosa da non credere! Alla tua età… sfornare figli?!? … Ah!
Che donna era la mia Betta… Con quella sì che ci farei di nuovo un figlio… e
sarebbe pure il più migliore tra i figli di donna! Dio l’abbia in gloria! Di
far figli, non se ne parla più! Vado a fare i bagagli…”.
Nonna Bianca, scuotendo la testa e allontanandosi
sconsolata, gli bofonchiò dietro:
“Ah! Uomo di poca fede che non sei altro! Sì, su,
fai i tuoi bagagli e… vai a quel paese!”.
Biancanonna tornò a casa sua, e si sedette
sulla sua solita panchina, ed osservò con le lacrime agli occhi i sette nonni
sopracitati che caricavano i loro poveri bagagli sulle loro scassate carruzze
trainate dai loro decrepiti asini.
Ed uno alla volta i vecchi componenti di
questa triste e macabra colonna sfilarono davanti alla casa di Biancanonna, ed
i sette nonni la salutarono con le uguali e medesime parole:
“Addio, Biancanonna! Noi facciamo i bagagli, i
figli fatteli tu!”.
Ed uno alla volta, i settenonni sparirono per
sempre all’orizzonte, che poi era la curva dopo l’ultima casa.
E la Biancanonna restò, sola soletta, l’unica
abitante del paese di Belene.
(TO BE CONTINUED...)
CONTINUA? Boh! Forse… Vediamo…
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