Alcuni volti degli studenti torturati ed uccisi a Pitesti (Romania) |
Essendo e sentendomi l'ultimo arrivato, tra persone ben più competenti ed esperte, con il mio inglese balbettante ed arrugginito dai tempi del liceo, ho dovuto ammettere con un po' di vergogna che la Bulgaria è un po' in ritardo nel campo della memoria delle vittime dei totalitarismi.
In Bulgaria esiste un museo per tutto (per il vino e per il miele, per le locomotive ed i tappeti, per la birra e per l'asino, per l'arte socialista e per il dittatore comunista...), ma non esiste nessun museo nè per le vittime del nazismo, nè per quelle del comunismo. E i ben circa 50 campi di concentramento esistiti nel XX secolo... sono totalmente sepolti e spariti dalla faccia della terra.
Ovviamente non son problemi miei, ma della Bulgaria e del popolo bulgaro.
Comunque, ho provato a raccontare quello che abbiamo provato a fare qui a Belene, io e centinaia di altri amici, dall'8 settembre 2012 al 31 gennaio 2017: cioè trasformare Belene in un luogo della memoria, in stile europeo [3].
Un momento dei lavori, in cui ognuno raccontava il proprio Museo/Memoriale |
Tre giorni di intenso lavoro sulla Memoria, con inclusa una visita al Museo-Memoriale di Pitesti, di cui provo succintamente a riassumere quanto emerso nelle seguenti tre parole: custodire, raccontare, educare.
CUSTODIRE: è il lavoro primario, senza il quale si perde la memoria. Custodire i luoghi di sofferenza (prigioni, campi di concentramento e di lavoro forzato, luoghi segnati dalla violenza...), ma anche le testimonianze, i documenti, i volti, gli oggetti... un lavoro di ricerca, raccolta, studio, manutenzione...
RACCONTARE: il "materiale" custodito, che ereditiamo dal passato, non va tenuto sigillato in una cassetta di sicurezza o sepolto in un magazzino... va fatto rivivere attraverso il racconto di persone vive, che accompagnano nel passato, oppure che rendono presente il passato. La visita ad un Luogo della Memoria non è una semplice passeggiata in un museo asettico, ma un'esperienza di vita, accompagnati da Virgilio negli Inferi della storia.
EDUCARE: perchè fare questo viaggio nel passato? O perchè impegnarsi per raccontare di nuovo e continuamente le tragedie del passato? Per educare ed educarsi. Al rispetto della dignità e dei diritti umani, ad accogliere e convivere con le differenze, ad apprezzare la libertà ed il dialogo, a rigettare la violenza, l'odio e la banalità del male. Educare a vivere e a convivere. Possibilmente senza ripetere certi orrori del passato.
La direttrice del Museo di Pitesti racconta la storia delle vittime |
Ringrazio gli organizzatori ed i nuovi amici conosciuti in questi giorni romeni. Ed incoraggio tutti (me per primo, che mi tremano le gambe di fronte all'immane ma affascinate lavoro della memoria) a proseguire nel quotidiano lavoro di custodire, raccontare ed educare.
E' stata davvero una bella sorpresa conoscere di persona persone appassionate della memoria delle vittime innocenti del XX secolo.
E la connessione reale ed il lavoro in rete ed in equipè che ci aspetta... sarà davvero una bella avventura!
Note
1. Onore, perchè mica capita tutti i giorni di essere chiamato a lavorare in un'università straniera insieme ad un gruppo internazionale di persone competenti... E penso che questo faccia onore non tanto a me (che mi accontento di essere vivo e bergamasco, e non cerco altri onori), ma quanto al Santuario del beato Eugenio Bossilkov, ai Missionari Passionisti e alla Diocesi di Nicopoli (le tre realtà di cui sono al servizio, e che provo a rappresentare più meglio che posso), le quali spero si sentano onorate di essere considerate e chiamate ad interagire a livello internazionale...
2. Onere, perchè per balbettare qualcosa a questi livelli... devi essere un po' preparato. E ben venuti sono gli ultimi sette anni passati a leggere, studiare e incontrare la realtà delle vittime del comunismo, e dei martiri del XX secolo. Onerose migliaia di ore di studio e di incontri e di colloqui... per poi scoprire che esiste ancora un 99% di cose da studiare e da scoprire...
3. L'8 settembre del 2012 (sembrano secoli fa!, ma son solo 6 anni!) fui nominato Parroco della Comunità Cattolica di Belene e Rettore del Santuario del beato martire Eugenio Bossilkov. E' da allora che, cercando di fare il mio dovere di Rettore, abbiamo iniziato a spingere per realizzare certe potenzialità di Belene... Il 1° febbraio del 2017, grazie a 5 anni di intenso lavoro ed iniziative, abbiamo spinto il Governo Bulgaro ad impegnare il Comune di Belene a realizzare il parco memoriale sull'Isola entro il 2022..., oltre a risvegliare l'interesse della nazione per la memoria delle vittime innocenti del comunismo... e coinvolgere migliaia di persone ed istituzioni in questo lavoro...
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