7 maggio 2011

Buyukdéré, maggio 1932. Pochi, ma buoni!

Nei mesi scorsi, mentre rovistavo in soffitta, ho recuperato un paio di fogli manoscritti in italiano del 1932, che qui pubblico.
Non sono firmati, ma sono probabilmente scritti dal sacerdote dei missionari cappuccini padre Giuseppe Krivcev (Иосиф Серафимов Кривчев), tra le cui carte erano contenuti.
Padre Krivcev era nativo del paese di Sekirovo (comune di Rakovski, vicino a Plovdiv).
Fu fondatore e direttore del seminario minore aperto dai Conventuali a Buyukdere (attualmente un quartiere di Istambul), dove furono accolti una dozzina di ragazzi bulgari provenienti dai paesi pauliciani vicino a Plovdiv; però fu chiuso nel 1929 e i seminaristi trasferiti in Italia.
Dal 1947 al 1988, anno della sua morte, fu parroco ad Endje/Tsarev Brod (vicino a Shumen, nella Diocesi di Nicopoli).
Attualmente la Chiesa della Madonna di Lourdes di Şişli, costruita nel 1861, di cui si parla in questo testo, è affidata alla comunità cattolica georgiana.


EDIFICANTE MANIFESTAZIONE DI PIETA’

Santuario di Sisli
In questo bel mese di maggio, mentre il mondo cattolico va a gara nell’onorare la Madre di Dio, Maria Santissima, sul Bosforo a Buyukdere, i fedeli cattolici (attualmente 150 circa), non rimangono indifferenti e inferiori nella pietà verso la Vergine benedetta; volendo manifestare pubblicamente la loro figliale pietà, il Padre ha organizzato un pellegrinaggio parrocchiale il giorno 26 a N. S. de Lourdes a Şişli.
Il mattino alle ore 5 e mezzo in Chiesa si è invocata l’assistenza dello Spirito Santo col canto del Veni Creator, e alle ore 6 partenza a piedi.
Lungo la via si è recitato il santo rosario, litanie, canzoncine alla Madre di Dio, ecc… Sulle labbra di tutti era il sorriso, era la contentezza. Il tragitto di circa 18 chilometri è stato fatto a piedi e senza fermata alcuna. E’ da notarsi che parecchi erano a digiuno ancora, dovendo fare la santa Comunione!... e il Padre celebrare la S. Messa. L’affetto che ognuno racchiudeva in seno per la Vergine Madre era più forte della stanchezza e fatica. Verso le ore 10 si era già dinanzi alla chiesuola di Şişli, dove si sono uniti altri ex buyukderiotti, di modo che il gruppetto di 70 pellegrini passò i 100.
A capo di tutti precede il Padre Giuseppe seguito dai suoi parrocchiani pellegrini; entrando in chiesa intona l’Ave Maris Stella e tutti i pellegrini in coro, grandi e piccoli, cantarono col massimo fervore. Indicibile il fervore, l’entusiasmo. Spettacolo veramente bello e commovente!
Prostrati tutti ai piedi della Vergine Immacolata, e terminato il canto dell’Ave Maris Stella, s’intonarono le Litanie Lauretane col fervore e coll’entusiasmo sempre più crescente. Mentre si cantavano le dette litanie, il Padre Giuseppe, conducente il pellegrinaggio, si reca in sacrestia e si veste per celebrare la S. Messa.
La Messa fu cantata  in coro dai pellegrini stessi e sempre col massimo fervore. Dopo il Vangelo della Messa, il Padre celebrante rivolse calde e affettuose parole ai pellegrini, ispirate dalla circostanza stessa. Parole veramente fraterne atte ad infondere la massima confidenza in Colei che tutto può presso il suo figliuolo Gesù. Commovente era il vedere parecchi pellegrini versare lacrime d’amore per la Vergine benedetta! Bello era vedere una parte del fiore della Parrocchia di Buyukdere, bambine e bambini, accostarsi alla Mensa Eucaristica! Finita la S. Messa fu impartita la benedizione eucaristica. Alla fine di tutto, dopo aver tutti soddisfatta la loro pietà per la Madre di Dio, benedetti da Gesù e da Maria, lasciammo la bella chiesuola inneggiando a Maria.
Un grazie al buon Parroco P. Pietro e confratelli per l’accoglienza veramente fraterna! A malincuore si è lasciato il luogo venerato, per prendere la strada per Buyuk Déré. A metà strada, a Maslak, si è fermato il pellegrinaggio per una modesta refezione. Tutti seduti sul verde tappeto dell’erba e fatta la preghiera, il Padre benedisse la frugale mensa, ma ricca d’amore fraterno. Qui si è ricordata la magnifica scena del vangelo, quando Gesù diede ordine agli Apostoli di far sedere sull’erba la folla immensa che lo seguiva, per sfamarla colla moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Omelia

Mi congratulo con voi, o fratelli miei, dell’essere venuti qui in questo tempio, e direi meglio in questo santuario sacro alla Regina del Cielo e della terra. Io non posso che lodarvi e ammirare la vostra fede: fede che vi fa riconoscere in Maria Santissima la Madre del verbo fatto uomo, Cristo Gesù. Ecco fratelli miei, appagato il vostro desiderio, che tanto aspettavate. Ecco vi trovate in questo tempio, prostrati dinanzi alla Vergine Benedetta. Dunque ditemi che cosa farete ora in questo luogo santo? Ah! Fedeli miei, troppe sono le angosce che affliggono il vostro cuore. Lo so, e voi ne siete testimoni di quanto soffro io pure per voi. Condivido con voi le gioie e le lacrime. Raccoglietevi nello spirito; gioite d’essere figliuoli di Maria; rallegratevi d’essere intorno alla Vergine, dove spande a piene mani le sue grazie; volgete fervorose preghiere a Maria, raccomandando a Lei quanto di più caro avete su questa terra.
Raccomandate a Maria i vostri affari; raccomandate a Maria le vostre famiglie; raccomandate a Maria i vostri corpi, ma in modo speciale, raccomandate a Maria le vostre anime. Sì, miei cari, voi avete un’anima che è preziosissima, redenta da Gesù Cristo; e destinata a vedere e godere Dio in eterno; quindi di qui l’obbligo di raccomandare le vostre anime a Maria, dicendoLe: “O Maria, noi raccomandiamo al vostro cuore di Madre le povere anime nostre. Fate, o Maria, che camminiamo sempre con con sicurezza sulla via delle virtù; sì che, contemplando noi un giorno là in Paradiso l’amabilissimo volto del vostro figlio Gesù, facciamo festa con voi per tutta l’eternità. Vitam praesta puram, iter para tutum: ut videntes Jesum, semper collaetemur. Ma non basta, miei cari, questo solo. Voi dovete compiere un altro dovere. Fra qualche ora voi abbandonerete questo sacro tempio e farete ritorno ai vostri domestici focolari: anche lontani, avete l’obbligo di nutrire sempre una tenera devozione verso di Maria. Di questa vostra divozione ne sono io testimonio, perché vi vedo sempre assidui ad onorarla. Ma che cosa vuol dire essere divoto di Maria?
Vuol dire imitare le sue sublimi virtù. Imitare la fede di Maria, l’umiltà di Maria la purezza e la pazienza di Maria. Sì, miei amati fratelli, siate perseveranti nella divozione alla Vergine benedetta, ricopiando in voi le Sue virtù, e le gioie indefettibili del cielo allieteranno un giorno i vostri cuori.
O regina del cielo e della terra, Maria, ecco la più cara e più bella corona che io in questo momento pongo sul vostro materno capo. Questa ghirlanda, o Madre, sono i miei pochi fedeli che vi amano teneramente. O Maria, io li affido tutti alle vostre cure materne. Voi, o Madre, illuminateli nelle dubbiezze; consolateli nelle angosce; proteggeteli nei rischi; armateli di fortezza nelle tentazioni! Deh! Fate, o buona Madre, che come io e questi miei cari fratelli attorniamo ora, in questo tempio, la Vostra sacra immagine, attorniamo un giorno là su in cielo Voi, raggiante di bellezza e di gloria celeste. Così sia.

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