29 dicembre 2019

La foto più bella dell'anno del Signore 2019

Papa Francesco accarezza il beato Eugenio Bossilkov.
Tra tutte le immagini, tra tutto quello che abbiamo udito e visto quest'anno del Signore 2019, scelgo indiscutibilmente questa: la carezza di Papa Francesco al beato Eugenio Bossilkov ed ai martiri bulgari.
E la scelgo per diversi motivi.
Per ricordare. Per ringraziare.
Per pro-vocare. Per stimolare.
Per crescere.
Ci voleva, ci voleva davvero questa carezza.

In tutte le Visite Apostoliche (per citarne alcune: Albania, Romania, Paesi Baltici, Thailandia, Giappone, Uganda, Corea...) c'è sempre un momento importante dedicato ai martiri della Chiesa Locale: in Bulgaria c'è stata questa carezza ad Eugenio Bossilkov, un bulgaro innocente che per amore e fedeltà alla Bulgaria, al Papa ed alla Chiesa si è fatto ammazzare.
E' una carezza del Papa e della Chiesa a lui, a tutte le altre vittime innocenti del regime comunista, a tutto il popolo bulgaro, che porta ancora in sè le ferite di quel periodo storico.
E questa carezza porta un po' di consolazione: un piccolo gesto, non previsto nel Protocollo, spontaneo, di cuore.
Una carezza piena di amore e riconoscenza per Eugenio e tutte le centinaia di migliaia di persone e famiglie che hanno sofferto le crudeltà del regime ateo e disumano.

Le migliaia di vittime innocenti, le migliaia di loro familiari ancora in vita, meritavano davvero questa carezza, si meritano davvero la nostra tenerezza ed attenzione.

Nel Libro uscito in ricordo della Visita, la copertina è pura e bianca come la neve e come le vestine delle prime comunioni. Se l'avessi redatto io, l'avrei messa in copertina questa foto (togliendo la mia faccia, ovviamente, che non è importante).

Comunque: ognuno ha le sue foto preferite. Io scelgo decisamente questa.

Ecco la FOTO DELL'ANNO 2019: la Carezza del Papa ai martiri bulgari.
Potete trovarla ed acquistarla su http://www.photovat.com/

27 dicembre 2019

Cosa ha ucciso Stefano?

Le pietre uccidono il giovane Stefano
(Carlo Crivelli, Santo Stefano Martire, 1476
Londra, National Gallery)
Cosa ha ucciso Stefano?
La risposta a questa domanda è molto semplice e tu. mio caro ed unico lettore, già ce l'hai sulle labbra:
le pietre, le pietre che lo hanno colpito lo hanno ucciso.
E potremmo fermarci qui, catalogando questa morte come decesso in seguito ad urto con corpo litico.
Perchè complicare una questione semplice?
Seppelliamo il morto, e andiamo a casa.
Chi ha dato, ha dato, chi ha avuto ha avuto.
Passata la festa, gabbato lo santo.
Chiudiamo le stalle, i buoi son scappati.
Mettiamoci una pietra sopra, e andiamo avanti.

Ma... siccome in questo caso di pietre ne son volate tante, mi pare opportuno non aggiungerne altre. Quindi, invece di metterci una pietra sopra ed andare avanti, cominciamo a togliere qualche sassolino dal mucchio che ricopre Stefano, e qualcuno anche dalle scarpe, visto che liquidare l'evento come uno sgradevole incidente provocato dai cattivi che uccidono un buono... quantomeno è semplicistico e molto autoassolutorio, cioè comodo.

Da diversi anni mi occupo di martiri, e devo dire che tra le migliaia di martiri che ho incontrato e conosciuto, le cause di morte sono le più variegate e a volte ingegnose:
pietre, spade, lance, coltelli, proiettili di fucili o di mitragliatori, olio bollente, leoni, ghiaccio, chiodi, seghe, ruote, corde, bastoni, frecce, bombe, veleno, gas, fruste, etc. etc.

24 dicembre 2019

... dal letame nascono i fiori.

C'era una volta, tanto tempo fa,
prima della caduta del muro di Berlino,
prima della prima pietra della nostra Centrale Atomica,
prima dell'apertura del nostro Campo di Concentramento,
prima del giogo turco,
prima dell'arrivo dei Bulgari,
prima che i Romani costruissero la nostra Dimum,
prima che i Traci coltivassero la nostra terra,
prima degli uomini delle caverne...
insomma, tanto tanto tempo fa,
c'era una nave che scendeva dal cuore dell'Europa sul Danubio verso il Mar Nero.
Su questa nave viaggiava una famosa, bellissima
e soprattutto ricchissima Principessa, chiamata Persin.
E sulla stessa nave viaggiava pure una sconosciuta,
un po' cicciotta, e soprattutto povera in canna cuoca di sentina, chiamata Belen.
Quando arrivò più o meno qui alla nostra altezza, scoppiò una violenta tempesta.

23 dicembre 2019

Dai diamanti non nasce niente...

Stamattina, incontrando una persona per la strada, le ho augurato "Buon Natale e Buona Feste", come si conviene in questi giorni, e quella mi ha risposto:
"Padre mio... Macchè Natale! Qui da noi non nasce nessun Gesù Bambino... qui tutto muore... i giovani se ne vanno, son rimasti solo vecchi e malati, non c'è lavoro, le strade son tutte rotte ed infangate... Chi vuoi che nasca in questo posto abbandonato da Dio e dagli uomini???".

Effettivamente la persona in questione non ha tutti i torti...
In questo posto di morte moribondo, effettivamente parlare di natività suona un po'... ridicolo.
Credere anche solo che sia possibile che nasca qualcuno o qualcosa di nuovo è... assurdo.
Augurare a qualcuno una rinascita, uno sviluppo positivo, un miglioramento suona quasi... offensivo.

22 dicembre 2019

"Oggi l'Occidente non è più cristiano". Ma quando mai lo è stato?

Un diamante nella Kimberlite.
Leggo con stupore i titoli di ieri e di oggi, e mi stupisco dello stupore di chi si stupisce di fronte al discorso di papa Francesco di ieri alla Curia romana: "Oggi l'Occidente non è più cristiano".
Una cosa talmente ovvia... come tanto ovvio mi vien da chiedermi: "Ma quando mai lo è stato?"?!?
Si dice oggi che non c'è più la Cristianità... ma quando mai c'è stata???

Se cristiano vuol dire un "luogo" dove regna solo l'amore verso Dio e verso il prossimo... negli ultimi duemila e diciannove anni, sul suolo europeo, abbiamo visto solo guerre e ammazzamenti fratricidi, intervallati da qualche piccola oasi di pace. Lasciando a parte i conflitti del putrefascente impero romano e connesse invasioni barbariche... mi pare di ricordare solo le guerre dei Franchi, poi i conflitti feudali, le guerre dei cent'anni e quelle dei trent'anni, e se poi vado su wikipedia trovo le guerre d'Italia:
 i principali conflitti ricompresi nelle guerre di religione in Europa:

20 dicembre 2019

90 sfumature di persona

Negli ultimi tempi di massificazione e semplificazione, di manichee dualistiche distinzioni, fa bene ogni tanto rispolverare parole un po' desuete, che risalgono ai tempi in cui ancora andavano di moda le mezze stagioni.
L'inveterata abitudine di dividere in due infatti, a lungo andare, deforma quella stupenda realtà multicolore, multiforme e poliedrica che è la realtà, e causa serie malattie croniche, a volta inguaribili. Dividere in buoni e cattivi, in progressisti e conservatori, in santi e peccatori, in bianco e nero, in mio e tuo, in poveri e ricchi, in cielo e terra, in bello e brutto, in giovani e vecchi, in freddo e caldo... e chi più ne ha, più ne metta.... è una psicosi bipolare molto seria.
Ecco che allora, sulle nostre tavolozze, è bene stendere le variegate tonalità cromatiche che, con le loro migliaia di sfumature, rendono visibili le complesse e variegate sfumature della realtà.
Per esempio...
Ci sono bellissime e variegate parole per indicare l'agire di una persona, andando dal nero verso il bianco.

13 dicembre 2019

Lucia. Donna splendida dagli splendenti occhi.

Santa Lucia

Normalmente, quando m’imbatto in una donna bella (con quelle meno belle gli effetti sono altri, con buona pace della figlia di Fantozzi), resto abbagliato, quasi abbacinato dallo splendido splendore che emana, quasi aurea, una luce luminosa che si propone e quasi si impone, e calamitato, affascinato, ammaliato da tanto splendore, come falena notturna in presenza di lampada accesa, vengo preso, accalappiato e da misteriosa tenera possente forza centripeta, a lei mi dirigo, quasi aspirato dai suoi splendidi occhi, e che occhi!, oceani immensi dove immergersi e nuotare, immense praterie dove scorazzare, cieli infiniti dove fluttuare.
Lucia, che donna splendida, preziosa gemma incastonata nel nero del suo buio secolo, piccola e tenera e tremolante luce nelle tenebre dell’oscura valle di un popolo camminante e sofferente.
Che occhi, ragazza mia! Occhi di donna innamorata.
E giunto presso di lei, cado in ginocchio come medioevale cavaliere, e dal cuore mi sgorgan queste parole: “O mia splendida signora! Dammi un mare, e per un tuo sguardo lo attraverserò!
Dammi una montagna, e per un tuo sorriso la scalerò.
Dammi un drago, e per una tua carezza lo sconfiggerò.
Dammi la luna da prendere, e per vivere un giorno sulla soglia della tua casa, te la porterò.

7 dicembre 2019

Quand'è il tempo opportuno?

Ti posso solo dire 'vai ai materassi'.
da C'è posta per te,  Tom Hanks a Meg Ryan
Stasera, dopo aver meditato sui tempi di sant'Ambrogio, tempi davvero interessanti e vivaci, avrei voglia di chiacchierare, e mi piacerebbe iniziare questa storia così: "C'era una volta un parroco con i suoi superiori..."... ma non la iniziò così, altrimenti qualcuno potrebbe dire che voglio provocare, essere polemico, offendere... mentre vorrei solo chiacchierare del più e del meno. Per cui cominciò così:

C'era una volta un bambino in casa con suo papà.
Il bambino, che in casa si stava un po' annoiando, andò dal suo papa, che se ne stava spaparanzato sul divano a guardare una partita di calcio, e tirandogli una manica gli disse:
"Papi, andiamo fuori a fare un giretto e a giocare un po"?
Il genitore, che aveva fatto pure i corsi per i genitori, e che faceva il papà da più di un decennio, ovviamente rispose:
"Ma sei matto? Non vedi che piove? Il tempo non è opportuno!".
Il bambino, un po' imbronciato, gli rispose:
"Beh, hanno inventato gli ombrelli, i ki-uei, la cerata... e poi la pioggia è divertente...".
"Smettila. Ci si bagna, ci si ammala, si può prendere un fulmine in testa, si può scivolare nel fango e fratturarsi un malleolo! Continua a giocare al computer: è proprio il tempo ideale e più opportuno per stare in casa...".
Ovviamente, il marmocchio obbediente tornò a giocare al compiuter.

6 dicembre 2019

Facciamo l'appello: "Belene"! E Belene risponde: "PRESENTE!"

Trovandomi qui ai confini d'Europa, a volte le notizie dal cuore della Cristianità (= Roma) non arrivano, o arrivano in ritardo, o arrivano sbiadite...
Oggi il flebile eco di una voce che sussurra nel deserto della Città Eterna, dopo aver scavalcato il Tevere, sorvolato il Celio, sfiorato la Scala Santa, scavalcato il Gran Sasso, aleggiato sulle adriatiche onde, zigzagato tra le valli albanesi, kosovare, macedoni e serbe, saltellato tra i blocks di Sofia, sterzato a Russe, e risalito la corrente... si è adagiato sulle sponde fangose del nostro Danubio di Belene.
E, immerso come sempre nel silenzio del coprifuoco invernale (qui, dopo il calar del sole, cessa la vita, e non si muove foglia), pur flebile e sommesso non potevo non sentire questo eco di una lingua familiare e un po' in disuso da queste parti.
E mi son messo ad ascoltare, e ho sentito questo:

3 dicembre 2019

Una catastrofe! Stasera a Belene è morto un vescovo, martire del suo dovere.


Non c'erano ancora i computers con i loro socials, non c'erano ancora le televisioni coi loro telegiornali, ma la mattina del 4 dicembre 1893 una triste notizia iniziò a diffondersi dalle sponde belenciane del Danubio, e come un'onda arrivò ad Oresh, poi a Svishtov, poi a Dragomirovo, e poi a Pleven, a Russe, a Sofia, a Bucarest, a Roma, a Vienna, a Parigi e poi in tutto il mondo.
Alle 22.00 della sera precedente, il 3 dicembre, a Belene era morto improvvisamente, in circostanze alquanto sospette, il giovane cinquantacinquenne vescovo passionista, mons. Ippolito Agosto.

Nato ad Andora, in provincia di Savona, il 29 giugno 1838, il 30 maggio 1855 fece la sua professione religiosa tra i Missionari Passionisti.
Il 21 settembre del 1861 fu ordinato sacerdote a Viterbo. Sei anni dopo viene mandato come missionario nella Valacchia, in Romania, dove inizialmente lavora nella cittadina di Ramnicu Valcea. Nel 1870 viene spostato a Russe, sulla sponda bulgara del Danubio, poi nel 1873 di nuovo in Romania a Braila, e l'anno successivo di nuovo a Russe, pur continuando a lavorare anche nei paesi sulla sponda romena.
Il 27 aprile 1883, all'età di 45 anni, viene nominato Vescovo di Nicopoli (cioè della Bulgaria del Nord). Episcopato che si interrompe bruscamente, solo dopo 10 anni, la sera del 3 dicembre 1893 qui a Belene.
Perchè? Cosa è successo?
In breve...

24 novembre 2019

C'era una volta un Re...

I dieci cresimati di oggi a Belene
Stamattina, in occasione della solennità di Cristo Re, abbiamo celebrato qui a Belene la cresima di 10 ragazzi. E siccome, per motivi di salute, il Vescovo non è potuto venire, mi è toccato a me segnare il sigillo dello Spirito Santo sulla fronte di questi dieci ragazzi. Ecco, più o meno, quello che ho detto loro, raccontando qualcosa del Re, dello Spirito e dei suoi doni, e di qualche altra cosetta annessa e connessa.

C'era una volta, tra Svishtov e Nikopol, un regno, nè grande nè piccolo, diciamo medio, e comunque con tutto quello che serve ad un regno, sia piccolo che grande.
La capitale di questo regno si chiamava Belene, gli abitanti del regno belenciani, ed in mezzo alla capitale c'era il castello, dove abitava il Re.
Era un regno unico e speciale, dove tutte le strade erano asfaltate d'oro.
Non c'erano ospedali, nè farmacie e dottori: tutti erano belli, giovani e sani, e non si ammalavano mai.
Tutti erano disoccupati, non c'erano fabbriche, nè negozi e neppure muratori. Ma non era una tragedia, anzi. Era una pacchia, perchè tutti erano milionari e ricchissimi, ed il Re provvedeva a tutto.
I frigoriferi e le dispense di ogni casa erano strapiene di ogni ben di Dio, e nessuno andava a fare la spesa. Ogni mattina il Re spediva cibo, bevande e dintorni, gratis, a tutti, nessuno escluso.
Tutte la famiglie avevano in garage una Ferrari per le feste, una Mercedes per i giorni feriali, ed una Jeep per le gite fuori porta.
In cucina c'erano poi tre rubinetti. Da uno usciva acqua, da un altro vino, e dal terzo, a scelta, o birra o grappa.
Ovviamente nessuno pagava le bollette dell'acquedotto, in quanto tutto era gratis. E neppure quelle della luce e del telefono: tutto gratis, offerto dal Re.
Un regno paradisiaco, insomma, dove tutti vivevano felici e contenti, mangiando, ballando e cantando giorno e notte, ovviamente pieni di gratitudine, lode e riconoscenza per il Re.
Finchè...

21 novembre 2019

Protagonisti audaci e creativi? No, grazie...

Quando ero un piccolo bambino bergamasco, leggevo con passione ed entusiasmo, oltre ai libri di Salgari, pure il Piccolo Missionario: ed ero affascinato ed entusiasmato dalle avventure degli audaci e coraggiosi missionari, che sfidando viaggi, giungle, bestie feroci, guerre e quant'altro, andavano, vivevano e lavoravano nelle verzure equatoriali, nelle giungle e nelle steppe, nelle amazzonie e nel Bengala....
Quando poi divenni un giovane ed entusiasta missionario in missione, credevo che davvero il missionario dovesse essere un protagonista, coraggioso, creativo, a volte pure audace.
Quando poi dai confini del mondo arrivò questo Papa, che continuamente ribatte su questa benedetta audacia e creatività, caratteristiche essenziali della missionarietà... apriti cielo!
Ripropongo qui solo un piccolo assaggio dei numerosi interventi del Papa negli ultimi anni:
Il Papa invita “tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità” (Evangelii Gaudium, 33). 

15 novembre 2019

Il tempo non è mai opportuno per l'Orso Bruno che vien da Chiuduno

Ci sarà una volta un distinto ed illustre signore di Chiuduno, che si chiamerà Bruno Orso, il quale di mestiere farà l'Opportunista.
E sarà veramente famoso, in quanto sarà il primo ufficiale Opportunista con regolare rapporto di lavoro, nominato nientepopòdimeno che dall'ONU.
Visto che ancora non esiste questa retribuita futura professione, per capirci vi dirò due parole.
L'Opportunista di professione sarà una persona incaricata ufficialmente dalle Istituzioni (Ministeri, Comuni, Province, Regioni, Banche, Università, Istituti vari, Congregazioni e Chiese, etc...), la quale avrà come compito di bloccare qualsiasi libera iniziativa dei liberi cittadini o liberi membri della committente Istituzione, in quanto queste "spericolate azioni non contemplate nei piani programmatici" sono sempre inopportune e destabilizzanti, per non dire provocanti ed avulse dal contesto.
Il signor Bruno Orso da Chiuduno verrà quindi assunto dall'ONU per chiudere inopportune iniziative che potenzialmente potrebbero sconvolgere gli equilibri mondiali.

La prima brillante missione del signor Bruno Orso fu quella in Kenya. Memorabile. Sarà nel mese di maggio del 2047.
Sceso all'areoporto, Bruno si recherà subito nella regione di Homa Bay, sul Lago Vittoria, dove presso un vigneto bloccherà il signor Otieno Omollo, e gli dirà:

11 novembre 2019

Facciamo grata memoria della passione di Eugenio Bossilkov e dei martiri bulgari

L'assunzionista francese p. Daniel ed il passionista bergamasco p. Paolo
propongono al bacio dei pellegrini l'Icona dei beati  Martiri Bulgari
Lo scorso 9 novembre, tutta l'Europa ha celebrato il 30° anniversario della caduta del muro di Berlino. In questa giornata speciale abbiamo ricordato con gratitudine i martiri bulgari. Noi Passionisti, insieme agli Assunzionisti abbiamo proposto un pellegrinaggio per le vie di Sofia, per ripercorrere le stazioni della Via Crucis e della passione di Eugenio (vescovo passionista, nato a Belene e beatificato nel 1998), Pavel, Kamen e Josafat (sacerdoti assunzionisti bulgari, beatificati nel 2002), fucilati insieme a Sofia l'11 novembre 1952.



Il nostro pellegrinaggio è iniziato davanti al Muro - Memoriale delle vittime del comunismo in Bulgaria (1944-1989). Un muro dove sono scritti i nomi di solo 7526 persone uccise durante il regime totalitario (si pensa che il numero totale sia intorno ai 150.000). Tra di loro bulgari e stranieri, credenti e non credenti, giovani e anziani, cattolici, ortodossi, protestanti, ebrei e mussulmani: un muro che unisce, nella stessa passione e morte, coloro che in vita vivevano divisi.

8 novembre 2019

Il figlio di Bianconiglio e la Maniglia canaglia


Or tu illustre lettore, che con cipiglio tutto sai di Alice che se ne va a quel paese delle meraviglie inseguendo il Bianconiglio, sarai ben incuriosito di saper cosa accadde al figlio di quel coniglio... ma aspettar dovrai, giacchè ora della Maniglia canaglia la storia ti voglio raccontar. Al tuo curiosar m'appiglio, sperando di non prendermi da te uno striglio.


C'era una volta, in un paesino tra le colline veronesi, un conventino bellino e piccolino. In questo angolino di mondo viveva una comunità di fratelli fraticelli
Le giornate scorrevano tranquille e serene, come sereno e tranquillo è il bimbo svezzato in braccio a sua madre. Ogni mattina l'alzata, poi la preghiera, la colazione, tutti al lavoro, poi la preghiera, il pranzo, un po' di riposo, ancora al lavoro, la serale preghiera, la cena, un po' di TV, la compieta e poi tutti in pace dopo compieta a dormire.
Una vita paradisiaca, insomma, giorno dopo giorno, anno dopo anno. E così passavano i mesi tra le colline veronesi.
Ma...
Ma un bel giorno successe quello che non dovrebbe succedere, ma ogni tanto succede:
un imprevisto.
Il pacifico equilibrio che soave si dipanava nello scorrere dei giorni fu sconvolto, e tutta la penisola italiana ed il continente europeo furono sconquassati, con qualche sussulto pure di tutto il globo terrestre. E da allora tutte le cose non sono più come prima. Questo imprevisto sconvolse tutto il mondo allora conosciuto, e con copernicana rivoluzione il sotto venne sopra, il sopra andò sotto, e tutto fu messo sottosopra. Ed un piccolo imprevisto scatenò una catena a reazione che divenne question di Stato e sconvolse l'orbe terrestre, il sistema solare e le galassie dell'universo,
Successe così.

31 ottobre 2019

... alle fresche verdi frasche dell'Amazzonia.

La stupenda natura di Belene, lungo in Danubio....
Così come non ho mai avuto la fortuna di passeggiare nei corridoi dei Sacri Palazzi, non ho mai neppure calpestato i verdeggianti terreni del Sud America e dell'Amazzonia.
Pare che sia un gran bel territorio, abitato da tanta bella e variegata gente.
Un territorio immenso e complesso, dove c'è anche la presenza di comunità cristiane. Una terra con le sue gioie, le sue ricchezze, e le sue fatiche e problematiche.


....e la stupenda natura Amazzonica, lungo il Rio.
E come tutti diamo un grande abbraccio ed un sincero incoraggiamento a chi vive e lavora lì, custodendo il creato, la pace e l'armonia... così ci sentiamo un po' preoccupati per quelle forze che aggrediscono, distruggono, manipolano, ricercano solo il proprio profitto...

Dai brulli campi miracolosi di Acchiappacitrulli...

E giunti siamo al fine di questo ottombrino mese del 2019,
dove ci han scorrazzati tra brulli campi e amazzoniche selve.
Fuor di metafora... tutto il mese abbiam parlato, sentito e visto
di Amazzonia, grazie al Sinodo dei Vescovi della Cattolica Chiesa,
e tutto il mese ci siam sorbiti dati, nomi, cifre, documenti ed altro
riguardo ai fondi dell'Obolo di San Pietro investiti sul Tamigi.
Due parole ora sulle monete d'oro dei poveri cristi scialacquate nel Tamigi, e nel prossimo post due parole sulla verdeggiante Amazzonia.

Non ho mai avuto l'onore di calcare i pavimenti dei Sacri Palazzi, ma se casomai dovessi un dì gironzolare tra le Sacre Stanze del Vaticano,
canticchierei di gusto del Bennato Eduardo le note:
"Quanta fretta, ma dove corri, dove vai!... Non vedi che è un vero affare...",
e regalerei ai miei illustri colleghi che lavorano nella Sede Santa un bel quadretto con incorniciato il capitolo 18 di quel bel libro di Collodi intitolato "Pinocchio", dove, nei pressi della città di Acchiappacitrulli, il mi(n)cione ed il volpone di turno conducono per mano il purpureo Pinocchio nel Campo dei Miracoli.

19 ottobre 2019

Paolo della Croce, dimenticanza e grata memoria.

Festeggiando oggi il padre fondatore dei Missionari Passionisti, la famiglia che mi ha "adottato" ormai da ben 35 anni, e portandone casualmente pure il nome... non ho potuto oggi non fare grata memoria di quest'uomo vissuto 300 anni fa, eppure così vivo ed attuale.
Tra le tante cose a cui pensavo oggi, mi ha impressionato la sua (donata dal Cielo) capacità di vedere, giudicare ed agire, cioè di osservare la realtà, di discernere e di mettere in atto una azione pastorale efficace.
Siamo nel 1700, e pur non avendo in mano indagini sociologiche, pur non avendo informazioni complete sulla situazione fornite dai mass media, pur essendo un ragazzotto di campagna, questo giovane vede (vede la scristianizzazione, il cristianesimo formale, la superficialità, il fariseismo...), giudica (la radice di questa scristianizzazione è la dimenticanza di essere figli di Dio, peccatori, salvati e redenti dal dono di sè fatto dal Dio crocifisso e risorto: per cui è urgente una nuova evangelizzazione) e soprattutto agisce, senza indugiare in infinite esegetiche ricerche o collezioni di diplomi, senza partecipare a convegni di studio. Agisce. Si mette in gioco.

18 ottobre 2019

E' normale...

Come tanti, sto seguendo in questi giorni due eventi in corso che riguardano da vicino la mia cara ed amata Chiesa Cattolica.
Da una parte il Sinodo sull'Amazzonia, che ogni giorno ci arricchisce di testimonianze, riflessioni e approfondimenti molto interessanti su questo mondo amazzonico da qui lontano e a me sconosciuto.
Dall'altra parte... il nuovo scandalo finanziario che ha investito lo Stato della Città del Vaticano, che ogni giorno ci impoverisce di nuove miserie su questo mondo finanziario e spregiudicato a me sconosciuto e da qui molto lontano.

Poco fa leggevo questo articolo de La Stampa: Il palazzo del Vaticano nel cuore di Londra comprato con i soldi delle offerte per i poveri. Che vergogna! Mi vergogno quasi di essere un prete della Chiesa Cattolica. Mi vien quasi da pensare che appartengo ad una associazione a delinquere a scopo di lucro... E mi viene un rigetto viscerale di questa logica di soldi ed investimenti, logica che purtroppo alberga e prospera non solo in Vaticano, ma anche nelle Diocesi, nelle Parrocchie, negli Ordini ed Istituti religiosi, compreso il mio...

10 ottobre 2019

Dove eravate voi?

Una persona salva un'altra persona che affonda
Qualche giorno fa, quando ho sentito la Karola (cioè quella sbruffoncella comunistella viziatella coi capelli rasta che ha assaltato le patrie rive rovinando la vernice di un corazzata militare) proferire queste parole al parlamento europeo... confesso che mi sono arrivate come una pugnalata al cuore, come una lama profonda che penetrava viva, energica, più tagliente di ogni spada a doppio taglio, fin nella divisione tra anima e spirito, giunture e midolla, giudicatrice dei sentimenti e dei pensieri del cuore.

DOVE ERAVATE VOI,
QUANDO CHIEDEVAMO AIUTO?

Ora... non tocca a me dire dove erano gli altri (anche se non ci vuole molta fantasia nel rispondere: "non erano a Lampedusa"...).
Io rispondo per me medesimo.
Cara Karola... io non ero lì a Lampedusa in Italia, ma ero qui a Belene in Bulgaria.
Io ero qui in Europa. Nella mia fresca e ben stabilita sulla terraferma casetta.
Ma non ero tra le tante scimmiette e formichette in tante faccende affaccendate,
che nulla vedono, nulla sentono, nulla dicono.

23 agosto 2019

Grata memoria, oggi e sempre, per i grandi protagonisti del XX secolo.

Icona dei martiri del XX secolo
Non so quanti oggi in Europa si sono fermati un attimo per commemorare le vittime innocenti dei totalitarismi del XX secolo. Probabilmente pochissimi, visto che il tempo non è opportuno: tra mare, montagne, vacanze, sagre, gite e passeggiate...
Opportuno o no, quel 23 agosto di 80 anni fa, cioè il 1939, la Russia Sovietica e la Germania Nazista strinsero un patto, e subito lo eseguirono: metà Polonia per uno, scatenando insieme la Seconda Guerra Mondiale. Due governi totalitari, crudeli, disumani, con già all'attivo anni di repressione e violenza.
Opportuno o no, l'Unione Europea da 10 anni, cioè dal 2009, ha dedicato questo giorno alla memoria delle vittime innocenti di tutti i totalitarismi europei.
Probabilmente la data è infelice, ma se la voltiamo è anche felicissima: bel tempo, tempo libero e di vacanze, quindi più tempo opportuno per fermarsi, per visitare un luogo della memoria, per leggere un libro dedicato alle vittime, per vedere o rivedere un film, per dedicare (come abbiamo fatto noi a Belene) un'ora di preghiera in memoria di questi milioni di vittime innocenti.

I grandi protagonisti del XX secolo non sono Ribbentrop e Molotov, Stalin, Hitler, Mussolini, Franco, Tito, Ceausescu, Zhivkov e compagnia bella. No questi sono solo macchiette, piccoli uomini che si credevano potenti e onnipotenti, esaltati e squilibrati, oltre che paranoici criminali e assassini. Il posto di questi piccoli uomini, con il loro codazzo di piccoli leccapiedi e portaborse, opportunisti ed esaltati, è il cestino della spazzatura. Non valgono una cicca, riposino in pace in qualche riga dei libri di storia.

I grandi protagonisti del XX secolo sono invece tutte quelle persone, decine di milioni, libere, intelligenti, credenti, semplici, del popolo, schiacciate nel fango impastato di lacrime e sangue.
Sono loro, le vittime, i veri protagonisti della storia.
Da conoscere, da ricordare, da omaggiare, da studiare, da imitare, da cui imparare.

Dannata sia la memoria di Gheorghi Dimitrov, di Velko Cervenkov e del procuratore Petrinski.
Grata invece sia la memoria del belenciano Eugenio Bossilkov, e degli altri che han sofferto come lui.
Dannata sia la memoria dei piccoli nani del Potere.
Grata sia invece la memoria dei grandi giganti della storia: le vittime innocenti.

Il 23 agosto, per chi lo desidera, è un tempo opportunissimo per rendere loro omaggio.
Ogni giorno, per chi lo desidera, è un tempo opportuno per crescere nell'amicizia con loro.
Per chi non lo desidera, per i cuori che desiderano altro... mai nessun tempo è opportuno.

10 agosto 2019

I turbamenti ecologici di un curato di campagna

E' ormai tempo di tirare i remi in barca... o di remare controcorrente?

Mi capita rare volte... ma questa notte non ho dormito. Non per vedere le stelle cadenti, ma perchè profondamente turbato. E per turbare un tipo allegro e positivo come me... ce ne vuole.
Ma la notizia diffusa ieri, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Da sette anni mi ritrovo ad essere parroco della comunità cattolica di Belene, un luogo unico e speciale per molti motivi, tra cui quello di essere l'unica comunità cattolica della Bulgaria che vive all'interno di un Parco Naturale, cioè all'interno di un Paradiso Terrestre unico e irripetibile.
Il Parco Naturale Persina (uno degli 11 parchi nazionali in Bulgaria), istituito nel 2000, comprende infatti tutto il territorio del Comune di Belene, più una parte dei comuni di Nikopol e Svishtov. Formato da 22mila ettari, racchiude al suo interno l'Arcipelago di Belene, formato da 15 isole in mezzo al Danubio, paludi, boschi, terreni agricoli... un ecosistema unico, popolato da oltre 400 specie di uccelli e da numerosi altri animali e con una vegetazione unica.
Io non sono un ecologista. Non sono neppure un politico. Non sono neppure un bulgaro.
Ma dal 2012 sono il parroco, e come parroco ho sempre cercato di educare la comunità cristiana a me affidata ad amare e custodire il creato, dovunque ma a partire da questo angolo di Paradiso dove il Padreeterno ci ha dato il privilegio di vivere. Negli anni abbiamo vissuto diversi gesti di amore ed attenzione al creato, ultimo fra tutti l'appena concluso oratorio estivo coi ragazzi, incentrato tutto sulla lettera enciclica di Papa Francesco "Laudato Si'".
Ora, non voglio scomodare il magistero pontificio sulla natura e sul creato (pare che i Papi non si occupino solo di migranti...).
Non voglio neppure scomodare il magistero della Congregazione dei Passionisti (che nel Capitolo Generale del 2000 mise nero su bianco, parlando di Giustizia, Pace ed Integrità del Creato: "Una giusta comprensione della solidarietà richiede anche che prendiamo posizione al fianco di coloro che difendono la integrità della creazione. "Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto" (Rm 8, 22ss)".
Ma che cosa deve dire e fare il parroco di una Comunità cristiana che vive in un Parco Naturale, quando in mezzo a questo parco da quarant'anni stanno costruendo una Centrale atomica, deturpando il territorio, riempiendo il territorio di costruzioni orrende ed abbandonate, mettendo a rischio tutto l'ecosistema del Parco?
Approvare e sostenere questo progetto faraonico e lo scempio del territorio? Cioè schierarsi con le mafie dell'energia, gli interessi coloniali russi, i ricchi e avidi di guadagni colletti bianchi dei palazzi del Potere? Ma per favore! Sono un passionista, e prendo posizione a difesa dell'integrità della creazione, non certo dell'avidità dei boss dell'energia. Mai approverò
Tacere, far finta di niente? Per vivere tranquillo, per non sentirsi accusare di far politica? "Chi tace, acconsente", disse il buon Tommaso Moro prima di essere liquidato... E pur in giurisprudenza, il silenzio-assenso non è neutralità... E io non riesco a tacere (come purtroppo in tanti tacciono, ed in 40 anni mai hanno detto una parola su questo scempio). Non riesco proprio a tacere, ben sapendo che converrebbe alla mia salute, pensando alla testa di Giovanni il Battista... che se avesse taciuto, sarebbe ancora attaccata al collo.
Parlare, far sentire una voce critica? Sempre fatto. Dal primo giorno che son parroco ho sempre detto alla comunità a me affidata che siamo chiamati a custodire il territorio e la natura, e che la costruzione di questa mitica Centrale Atomica è assurda, inutile, dannosa. Più chiaro di così.
Agire? Non sono un attivista ecologista e neppure un politico, ed oltre ad organizzare qualche giornata ecologica di pulizia, qualche escursione nel Parco, cosa volete che faccia? Penso che mai andrò in piazza sventolando cartelli con "NO alla Centrale! SI' alla Natura!". Agisco parlando, agisco indicando la via, agisco stimolando la gente a pensare con la propria testa, agisco invitando i cari laici cristiani ad agire, democraticamente, pacificamente, coraggiosamente, per difendere il nostro territorio, il nostro Parco Naturale, questo Paradiso in cui Dio ci ha messo a vivere, questo Paradiso che Dio ci ha affidato per coltivarlo e per custodirlo, non per violentarlo e distruggerlo.

La notizia che mi ha turbato, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è il disegno di legge, presentato ieri, in cui si prevede (su proposta del Ministero dell'Ambiente, del Ministero dell'Energia e del Comune di Belene) la riduzione del territorio del Parco Naturale di circa 60 ettari (cioè circa 60 campi di calcio), ovviamente 60 ettari regalati al cantiere della Centrale Atomica.
Una proposta assurda, incomprensibile e da harakiri, da suicidio ecologico.
Invece di difendere e tutelare il territorio, di potenziare il Parco, di creare attrazioni ecologiche per i turisti, di investire sulla natura e la bellezza... si svende, anzi si regala (perchè non si prevede nessun compenso e nessun risarcimento), un pezzo di Parco alle mafie dell'energia.
E la cosa assurda è che la proposta viene dal Ministero dell'Ambiente (sic!) e dall'Amministrazione Comunale di Belene (sic! sic!), cioè quelli che dovrebbero difendere l'ambiente ed il territorio!

Approvare la riduzione del Parco di 60 ettari? MAI.
Tacere e lasciar fare? MAI.
Parlare? CERTO. Parliamone, parlatene, che ne parlino tutti. E' una questione di interesse pubblico, non riguarda solo quattro addetti del mestiere o quattro registi nell'ombra. C'è in gioco il futuro.
Agire? Vediamo. Certamente sono profondamente inquieto e turbato, e mi formicolano le mani a star qui seduto in poltrona di fronte allo scempio che stanno facendo al territorio dove vivo e dove vive la mia comunità... Ovviamente continuo a pregare, e a far pregare, perchè il Signore difenda il suo Creato. Ma nella preghiera Lui mi dice sempre: "O uomo, l'ho affidato a te, perchè tu lo custodissi e coltivassi.". E quindi, siamo al classico serpente che si morde la coda. E lasciare entrare i serpenti nei paradisi terrestri... è adamiticamente pericoloso.

La mappa ufficiale del Parco Naturale Persina. Come vedono pure i bambini, il cantiere della Centrale Atomica sorge proprio all'interno del Parco, sulla sponda del Danubio, di fronte alle Isole di Belene. Come sanno anche i bambini, da questo buco nero all'interno del Parco, se mai funzionerà qualcosa, usciranno linee elettriche e fumi e acque più calde e magari un pochino radioattive, che non resteranno nei 60 ettari del cantiere, ma si spargeranno su tutto il territorio circostante. Davvero una cosa unica ed orribile, una Centrale atomica in mezzo ad un Parco Naturale!





29 luglio 2019

Belene. A scuola di amore per il creato.

"Ragazzo mio, togliti i calzari dai piedi: questa terra è santa!".
E così, ogni mattina, prima di pregare ci siamo tolti le scarpe.
Proprio ieri abbiamo concluso, insieme ai bambini ed ai ragazzi della nostra comunità, l'oratorio estivo. Come sempre sono state giornate intense, piene di giochi, preghiera e fraternità.
Quest'anno in particolare siamo stati guidati dalle parole di papa Francesco, contenute nella sua lettera "Laudato si".
E abbiamo quindi concluso con un grande GRAZIE a Dio per questo grande dono del suo amore che noi chiamiamo il CREATO: non solo una natura bella ed ecologicamente preziosa, ma un mondo CREATO, cioè pensato, voluto, fatto e donato da Dio a tutti noi.
Il nostro grazie poi è tanto più grande di quello degli altri, perchè siamo l'unica comunità cattolica germogliata in Bulgaria proprio all'interno di un parco naturale.
Un po' di giochi, rigorosamente all'aria aperta ed immersi nel verde.
Sì, perchè la nostra città di Belene si trova proprio in mezzo al Parco Naturale Persina, uno degli 11 parchi nazionali della Bulgaria (che purtroppo ricoprono solo il 2,31 % del territorio della Nazione).
Che dono immenso! Abbiamo il Danubio, le paludi, oltre 400 specie di uccelli, 21.762,2 ettari (cioè 217 км²) di natura protetta, cinghiali e caprioli, tartarughe enormi e addirittura scoiattoli che saltelleno sugli alberi del cimitero... come fare a non svegliarsi stupiti ogni mattino per tanta bellezza voluta da Dio e da Dio donata e messa proprio nelle nostre mani, con la missione di coltivarla e custodirla???
Abbiamo imparato questa settimana qualcosina su cosa vuol dire amare, custodire e coltivare il creato. Educandoci prima di tutto a stupirci di fronte ad esso e riconoscerlo come un dono di Dio per il bene delle persone.
Un po' di laboratori, per imparare a riciclare e riconvertire i rifiuti in bellezza...
Amare il creato vuol dire innanzitutto custodirlo dalle brutture, dalle immondizie e dall'inquinamento: attraverso la pulizia, la bellezza, la riduzione di ciò che inquina, il risparmio energetico, il riciclaggio dei rifiuti, etc. etc.
Certo, noi siamo piccole persone... ma se invece di gettare tante gocce di rifiuti, gettiamo gocce di bellezza... avremo un mare di bellezza, non di rifiuti.
Ed è davvero un peccato vedere come i grandi distruggono la natura per i loro interessi, vedere l'assurdità di costruire immensi palazzi (e poi lasciarli lì abbandonati per 30 anni) o una Centrale Atomica in mezzo ad un Parco Naturale... ma noi piccoli che ci possiamo fare, se non sognare un mondo bello e ordinato a vantaggio di tutti, e non brutto e rovinato dagli interessi e dall'avidità di pochi?
Ecco, più o meno così cerchiamo di educare i piccoli credenti di oggi qui a Belene, vero paradiso terrestre purtroppo ferito e deturpato dall'avidità di pochi.
Anche questo è fede cristiana, e questi piccoli sono i cristiani di oggi e del futuro.

La mappa ufficiale del nostro Parco Naturale Nazionale (il simbolo giallonero lo abbiamo aggiunto, xchè si son dimenticati)


Un po' di preghiera e di canto "Laudato Si', mi Signore", per andare dalla bellezza del creato al Creatore della bellezza...


22 luglio 2019

Dialogo tra un divac ed un curato di campagna

Una deliziosa porzione di asparagi al burro
Negli ultimi tempi, sia nel mondo virtuale che in quello reale, si va diffondendo a macchia d'olio la figura del DI.VA.C., altrimenti noto come DIfensore dei VAlori Cristiani. Pare che questa nuova identità virtuale e reale, generatasi da un virus paranoico emerso alla fine del millennio scorso, stia ora dilagando a macchia di leopardo in un epidemia pandemica internazionale ed intergenerazionale ed interconfessionale. Pare che ormai sia arrivata anche qui da noi, dopo l'invasione delle zanzare tigre e dopo la diffusione della peste suina.

Un giorno mentre un povero curato di campagna stava mangiando un piatto di asparagi al burro, meditando sul de gustibus non est disputandum e sui Cori della Rocca di T.S. Eliot, un Difensore dei Valori Cristiani lo interruppe e lo tenne fermo sulla porta per mezz'ora di discussione.

DIVAC: Ehi! Voi preti dovreste lottare di più per difendere i Valori Cristiani!!!
PRETE: Buongiorno. Grazie per il VOI... ma è una forma arcaica: io sono io, quindi può darmi del LEI oppure un più moderno TU...
DIVAC: Voi... tu... lei... noi... essi... Insomma! Non lo vede che siamo invasi dai mussulmani, che vogliono stravolgere le nostre tradizioni?

19 luglio 2019

Paradossi bulgari: dimenticare le vittime, onorare i persecutori.

La Casa del Partito (Comunista), abbandonata da 30 anni, in procinto di essere restaurata e riattivata..
Si può anche ammirare in qualche scena del film "Mechanic: Resurrection" con Jason Statham.
Ormai da nove anni vivo in Bulgaria, e ormai da sette anni lavoro nel campo della memoria delle vittime del comunismo. E non riesco ancora ad abituarmi alla situazione paradossale che la Bulgaria (30 anni dopo la caduta del Muro di Berlino) continua a vivere.
Riassunta in due parole: si continua ad onorare i persecutori, e si dimenticano le vittime.
Notizia di questi giorni è la donazione da parte di una Fondazione americana per restaurare la Casa del Partito (comunista) di Buslugia. Dove ogni anno migliaia di nostalgici si radunano a sognare...
Provate ad immaginare se qualcuno osasse finanziare la ricostruzione della casa del Partito Nazista a Berlino o del Partito Fascista a Roma... per garantire gli annuali ritrovi di neonazisti e nostalgici del fascio... va bene tutto, ma in un paese normale esaltare i fasti del passato regime totalitario e dare una mano agli immancabili nostalgici... stride un po'.

17 luglio 2019

Belene. A scuola di unità e fraternità.

I giovani che hanno animato con il canto queste giornate

Domenica scorsa si è conclusa qui a Belene la Mariapoli bulgara.
Circa un centinaio di persone, che durante l'anno seguono il cammino del movimento dei Focolari, provenienti da tutta la Bulgaria, ma anche da Slovenia, Serbia, Repubblica Ceka e Macedonia, hanno condiviso quattro intense giornate con la nostra comunità cristiana di Belene.

16 luglio 2019

Dei pomodori scendevano da San Marino a Rimini...

Un carretto di pomodori, proprio quei pomodori extracomunitari
che dal 1540 in poi hanno invaso la nostra Europa!
(Ogni riferimento a fatti e persone reali... è puramente intenzionale e voluto. Quello ai luoghi è casuale).

Un uomo scendeva con il suo carretto di pomodori da San Marino verso Rimini, percorrendo via Tre Settembre diretto al mercato locale per racimolare qualche soldo per dar da mangiare alla sua famiglia.
Ma appena poco prima di Dogana il contadino inciampò e si ruppe una gamba, e pure il carretto si rovesciò e si ruppe una ruota, e pure le cassette dei poveri pomodori si rovesciarono e si ruppero, ed i poveri pomodori si sparsero lungo la strada.
Il povero contadino, dolorante per la gamba fratturata, si mise a raccogliere pomodori, per salvare il salvabile.

Per caso la prima macchina che passò era quella di un vescovo, che attento a tutto esclamò al suo autista: "Attento! C'è qualcosa in mezzo alla strada... rallenta!".
"Monsignore... è un povero contadino che sta raccogliendo i pomodori... probabilmente gli sono caduti dal carretto...".
"Va bene. Giragli intorno sul prato a destra. Ma sta attento a non sporcare la macchina. E sbrigati, che fra mezz'ora dobbiamo aprire il convegno sulla povertà e la globalizzazione delle periferie".
E passarono oltre.

Belene. A scuola di memoria.


Si è conclusa, qualche giorno fa qui a Belene, la seconda edizione della Scuola estiva della Memoria.

La serata iniziale della Scuola della Memoria, presso il Centro Culturale "Eugenio Bossilkov",
con la proiezione del film "Sopravvissuti" di Atanas Kiriakov.
Lo scorso anno, insieme a diversi amici conosciuti in questi anni, abbiamo pensato di proporre ai giovani universitari questa sfida: dedicare cinque giorni estivi allo studio e al confronto incentrato sulla memoria, in un periodo in cui di solito gli studenti, terminate le lezioni, pensano a godersi le vacanze per divertirsi o ad andare a lavorare per guadagnarsi qualche soldo.
Con sorpresa di molti scettici, di fronte a questa proposta innovativa per la Bulgaria (ma già collaudata da decenni in altri stati europei) l’anno scorso hanno risposto positivamente 25 studenti, e quest’anno altri 23 hanno accolto questa proposta.

29 giugno 2019

In questa notte di solitudine, cara amica...


In questa notte di solitudine, cara Carola, amica mia,
non lasciare che le lacrime offuschino il limpido cielo sopra di te,
e continua a scrutare e cercare e fissare la stella polare,
per tracciare la rotta sicura, che tra bonacce e tempeste, ti porterà al porto promesso, a casa.
La stella polare è una e una soltanto: salvare vite umane.
E tu l'hai fatto. Con la tua ciurma, ne hai salvate 42 di persone.
Dormi serena, tu che hai saputo essere scoglio nel mare in tempesta.
Dormi serena, donna stupenda, intelligente e coraggiosa.

Dormi serena, non sei sola.
Riposa, su questo letto di terraferma, dopo le sballottate brande della tua cabina.
Riprendi le forze, riposa, per andare di nuovo al largo,
perchè questa è la vita dei marinai, e dei pescatori di uomini.
Non preoccuparti: c'è un popolo che prega per te, e per la tua liberazione.
C'è un popolo che ha ancora un cuore che batte,
un cuore che gioisce e prega che questi salvati dalle acque trovino pace,
trovino una casa, un lavoro, un futuro di pace.
Hai fatto il tuo dovere, con onore.

Dormi serena.
Mentre si spegne l'eco delle grida e delle urla della battaglia,
mentre si spengon i fuochi dei riflettori, e tutti andran in cerca di altre battaglie,
mentre i Prìncipi discetteran sui princìpi, e sul quinci e il quindi ed in punta di forchetta,
tu dormi serena, e continua a sognare altri viaggi, altri mari, altre avventure.

Non ci conosciamo, ma spero un giorno di incontrarti.
E di conoscerti di persona. Mi hai affascinato.
Donne come te sono rare come le perle preziose.
Ci sono tante cose assurde in questo mondo,
ci sono tante tempeste inattese per questi mari,
ma ci sono anche persone belle e coraggiose come te,
che ci ricordano che non tutto è perduto,
che ci fanno sognare,
che essere salvati è possibile, è reale:
per questo la vita è bella.
Buona notte, cara amica mia!
E se per caso veleggerai un dì lungo il Danubio,
fermati qui a Belene, neh! così ci conosciamo.
Purtroppo non abbiamo un porto, nè aperto, nè chiuso: proprio non c'è!
Ma son sicuro che troverai comunque un modo di approdare!
Ciao, Carola! Ti aspettiamo a Belene!

25 giugno 2019

Tra'l dire e'l fare c'è di mezzo... l'amare ed il pensare, il mare e l'amarezza del non poter fare.

Comoda, neh, la vita sulla sdraio, a messaggiare su facebook e twitter...
Si senton tante parole (e tanti silenzi) di questi giorni... una vera babele cacofonica di suoni.
Si vedon tanti gesti (e non gesti) di questi giorni... un vero turbinio di tutto e di più.
Per cui tra le tante ed i tanti, ne accalappio e fisso qui alcune.
Per pensare, per poi dire e fare.

Ci son le parole di un omino bianco vestito, che più bianco non si può,
che dalla (un po' sozza) periferia romana parla di (BENE) DIRE e FARE (BENE)...
Che in sintesi dice che tra il dire ed il fare c'è di mezzo l'amare...

"La Parola di Dio ci aiuta oggi a riscoprire due verbi semplici,
due verbi essenziali per la vita di ogni giorno: dire e dare...

24 giugno 2019

Buon compleanno, Giobatta!

Mestiere altamente pericoloso quello dei Battisti...
Confesso che San Giovanni Battista mi è sempre stato molto simpatico...
Forse perchè sono un figlio di Giovanni Battista (non quello ovviamente, ma mio papà si chiama proprio così).
Forse perchè pure il fratello del mio fondatore, il ben più famoso san Paolo della Croce, si chiamava Giovanni Battista, familiarmente Giobatta.
Forse perchè è un santo che neppure è cristiano, e neppure cattolico: bella tradizione, che andrebbe ripresa, quella di canonizzare, cioè riconoscere la santità di persone santificate da Dio, pur trovandosi fuori dai nostri recinti confessionali: già ai vecchi mosaici tempi lo Spirito scendeva anche fuori dagli accampamenti... mica siamo noi a santificare, e mica è bello dar l'impressione di santificare solo i nostri come testimonials della nostra squadra...
Forse perchè il suo nome ebraico-greco tradotto in italiano suonerebbe "Colui che immerge nella misericordia di Dio", o giù di lì.
Comunque...
Buon compleanno, Giovanni figlio di diado Zaccaria e baba Elisabetta!
Mi dispiace tanto che non sei arrivato alla pensione, e neppure hai passato i 30 anni...
ma te la sei cercata!
Non ti hanno insegnato proprio a tenere la bocca chiusa, neh!
E neppure farti passare per matto (chi, se non i matti, mangia cavallette, si veste di pelacci di cammello e si mette ad urlare nel deserto?!?) ti ha protetto... ad un matto dovrebbe esser concesso...
Sei proprio un tipo strano...

12 giugno 2019

Dormire, sognare, vivere. Pellegrini sulla strada dei sogni

Un vero sognatore... che pure vede, giudica e agisce.
Rileggevo in questi giorni la sempre attuale enciclica Mater et magistra di Giovanni XXIII, pubblicata il 15 maggio 1961. In particolare riflettevo sul famoso metodo per l'azione sociale della Chiesa (la quale non è chiamata solo a celebrare messe e riti dentro le chiese, ma deve essere sale e luce nel mondo...):
«Nel tradurre in termini di concretezza i principi e le direttive sociali, si passa di solito attraverso tre momenti: rilevazione delle situazioni; valutazione di esse nella luce di quei principi e di quelle direttive; ricerca e determinazione di ciò che si può e si deve fare per tradurre quei principi e quelle direttive nelle situazioni, secondo modi e gradi che le stesse situazioni consentono o reclamano. Sono i tre momenti che si usa esprimere nei tre termini: vedere, giudicare, agire» (n. 217).

27 maggio 2019

Crocifissi per i muri... muri per i crocifissi

L'Europa sognata dai paurosi: una fortezza blindata e asfissiante.
"Passata è la tempesta,
odo augelli far festa e la gallina...
che ripete il suo verso"...
Passate son le elezioni europee,
ed i vari galli e galletti,
alcuni ringalluzziti,
ripetono i loro stressanti mantra.
Tra i ringalluzziti, interessante è la convergenza ed il consolidamento tra:

  • il magiaro orbo victorioso Orbano (discendente dei bellicosi migranti magiari venuti manu militari tra noi...)
  • il Salvin Matteo mattator y salvator nostrano (discendente dei bellicosi migranti longobardi venuti manu militari tra noi...)
  • La Penna Marina oltralpina (discendente dei bellicosi migranti celti che infestarono mezza europa...)

13 maggio 2019

9+9=18

Me medesimo all'età di 9 anni... quando birichinamente
sognavo di fare il prete e fare il missionario...
Come vola il tempo...!
Secondo dopo secondo, tic tac dopo tic tac, giorno e notte, notti e giorni.
18 lunghi e pieni anni da quel 13 maggio di sole del 2001... dalla mia prima messa,
da quella prima messa da prete novello e sbarbatello.
Ne è passata di acqua sotto i ponti del Martesana... 9 anni di gocce.
Ne è passata di acqua sotto i ponti del Danubio... 9 anni di gocce.
Sono gocce di memoria, ormai, canterebbe la Giorgia.
E la corrente le porta tutte e tutti verso il Mare.
Ogni goccia, un volto, un nome, un gesto, una parola, trascorsi e corsi sotto i ponti...
9 anni di Milano e milanesi,
9 anni di Belene e belenciani...
9 più 9 che fanno 18, e forse ora son pronto per prendere la patente!
Prendere la patente per andare contro la corrente, incontro a nuove gocce sconosciute.

Il momento più bello, più intenso di questi 18 anni di prete?
Beh, quello dove veramente mi son sentito un po' pane spezzato e quasi sangue versato.
Quando mi han fatto le feste, e mi son sentito davvero un povero cristo.
Qui sì, l'unico momento dove non ho fatto il prete o fatto le cose che fanno i preti...
dove non ho dato cose sante di un altro ad altri,
ma sono stato un sacerdote, per un bisbiglio sbalorditivo di balorditaggine
e ho sfiorato cosa vuol dire dare se stessi, donare la propria vita per la salvezza di un altro.
Quando entri nel Getsemani, solo soletto, dilaniato su quale volontà compiere
(e mentre tu sei lì, chi ti vende, chi non ti conosce, chi dorme e non piglia pesci),
e poi sali sul Golgotha, come un ladrone deliquente crocifisso coi poveri cristi
(e mentre tu sei lì, tutti ti guardano da lontano, e nessun dito si muove per rimuovere i chiodi)
e scendi negli inferi della silente valle del Cedron
(e tu che ami le parole non può dire una parola, preso nei lacci come lepre sfortunata).

6570 giorni di passi... una discreta passeggiata.
Quanti altri ce ne saranno... chi lo sa! Per ora avanti,
un colpo di remo a destra ed uno a sinistra, controcorrente, verso la sorgente.
Altri fiumi, altri ponti, altre acque, ma sempre avanti.

Me medesimo ancora in circolazione, vivo e vegeto, e senza patente,
 beccato da un obiettivo domenica scorsa in giro per Sofia
(direi in buona compagnia....)