29 dicembre 2019

La foto più bella dell'anno del Signore 2019

Papa Francesco accarezza il beato Eugenio Bossilkov.
Tra tutte le immagini, tra tutto quello che abbiamo udito e visto quest'anno del Signore 2019, scelgo indiscutibilmente questa: la carezza di Papa Francesco al beato Eugenio Bossilkov ed ai martiri bulgari.
E la scelgo per diversi motivi.
Per ricordare. Per ringraziare.
Per pro-vocare. Per stimolare.
Per crescere.
Ci voleva, ci voleva davvero questa carezza.

In tutte le Visite Apostoliche (per citarne alcune: Albania, Romania, Paesi Baltici, Thailandia, Giappone, Uganda, Corea...) c'è sempre un momento importante dedicato ai martiri della Chiesa Locale: in Bulgaria c'è stata questa carezza ad Eugenio Bossilkov, un bulgaro innocente che per amore e fedeltà alla Bulgaria, al Papa ed alla Chiesa si è fatto ammazzare.
E' una carezza del Papa e della Chiesa a lui, a tutte le altre vittime innocenti del regime comunista, a tutto il popolo bulgaro, che porta ancora in sè le ferite di quel periodo storico.
E questa carezza porta un po' di consolazione: un piccolo gesto, non previsto nel Protocollo, spontaneo, di cuore.
Una carezza piena di amore e riconoscenza per Eugenio e tutte le centinaia di migliaia di persone e famiglie che hanno sofferto le crudeltà del regime ateo e disumano.

Le migliaia di vittime innocenti, le migliaia di loro familiari ancora in vita, meritavano davvero questa carezza, si meritano davvero la nostra tenerezza ed attenzione.

Nel Libro uscito in ricordo della Visita, la copertina è pura e bianca come la neve e come le vestine delle prime comunioni. Se l'avessi redatto io, l'avrei messa in copertina questa foto (togliendo la mia faccia, ovviamente, che non è importante).

Comunque: ognuno ha le sue foto preferite. Io scelgo decisamente questa.

Ecco la FOTO DELL'ANNO 2019: la Carezza del Papa ai martiri bulgari.
Potete trovarla ed acquistarla su http://www.photovat.com/

27 dicembre 2019

Cosa ha ucciso Stefano?

Le pietre uccidono il giovane Stefano
(Carlo Crivelli, Santo Stefano Martire, 1476
Londra, National Gallery)
Cosa ha ucciso Stefano?
La risposta a questa domanda è molto semplice e tu. mio caro ed unico lettore, già ce l'hai sulle labbra:
le pietre, le pietre che lo hanno colpito lo hanno ucciso.
E potremmo fermarci qui, catalogando questa morte come decesso in seguito ad urto con corpo litico.
Perchè complicare una questione semplice?
Seppelliamo il morto, e andiamo a casa.
Chi ha dato, ha dato, chi ha avuto ha avuto.
Passata la festa, gabbato lo santo.
Chiudiamo le stalle, i buoi son scappati.
Mettiamoci una pietra sopra, e andiamo avanti.

Ma... siccome in questo caso di pietre ne son volate tante, mi pare opportuno non aggiungerne altre. Quindi, invece di metterci una pietra sopra ed andare avanti, cominciamo a togliere qualche sassolino dal mucchio che ricopre Stefano, e qualcuno anche dalle scarpe, visto che liquidare l'evento come uno sgradevole incidente provocato dai cattivi che uccidono un buono... quantomeno è semplicistico e molto autoassolutorio, cioè comodo.

Da diversi anni mi occupo di martiri, e devo dire che tra le migliaia di martiri che ho incontrato e conosciuto, le cause di morte sono le più variegate e a volte ingegnose:
pietre, spade, lance, coltelli, proiettili di fucili o di mitragliatori, olio bollente, leoni, ghiaccio, chiodi, seghe, ruote, corde, bastoni, frecce, bombe, veleno, gas, fruste, etc. etc.

24 dicembre 2019

... dal letame nascono i fiori.

C'era una volta, tanto tempo fa,
prima della caduta del muro di Berlino,
prima della prima pietra della nostra Centrale Atomica,
prima dell'apertura del nostro Campo di Concentramento,
prima del giogo turco,
prima dell'arrivo dei Bulgari,
prima che i Romani costruissero la nostra Dimum,
prima che i Traci coltivassero la nostra terra,
prima degli uomini delle caverne...
insomma, tanto tanto tempo fa,
c'era una nave che scendeva dal cuore dell'Europa sul Danubio verso il Mar Nero.
Su questa nave viaggiava una famosa, bellissima
e soprattutto ricchissima Principessa, chiamata Persin.
E sulla stessa nave viaggiava pure una sconosciuta,
un po' cicciotta, e soprattutto povera in canna cuoca di sentina, chiamata Belen.
Quando arrivò più o meno qui alla nostra altezza, scoppiò una violenta tempesta.

23 dicembre 2019

Dai diamanti non nasce niente...

Stamattina, incontrando una persona per la strada, le ho augurato "Buon Natale e Buona Feste", come si conviene in questi giorni, e quella mi ha risposto:
"Padre mio... Macchè Natale! Qui da noi non nasce nessun Gesù Bambino... qui tutto muore... i giovani se ne vanno, son rimasti solo vecchi e malati, non c'è lavoro, le strade son tutte rotte ed infangate... Chi vuoi che nasca in questo posto abbandonato da Dio e dagli uomini???".

Effettivamente la persona in questione non ha tutti i torti...
In questo posto di morte moribondo, effettivamente parlare di natività suona un po'... ridicolo.
Credere anche solo che sia possibile che nasca qualcuno o qualcosa di nuovo è... assurdo.
Augurare a qualcuno una rinascita, uno sviluppo positivo, un miglioramento suona quasi... offensivo.

22 dicembre 2019

"Oggi l'Occidente non è più cristiano". Ma quando mai lo è stato?

Un diamante nella Kimberlite.
Leggo con stupore i titoli di ieri e di oggi, e mi stupisco dello stupore di chi si stupisce di fronte al discorso di papa Francesco di ieri alla Curia romana: "Oggi l'Occidente non è più cristiano".
Una cosa talmente ovvia... come tanto ovvio mi vien da chiedermi: "Ma quando mai lo è stato?"?!?
Si dice oggi che non c'è più la Cristianità... ma quando mai c'è stata???

Se cristiano vuol dire un "luogo" dove regna solo l'amore verso Dio e verso il prossimo... negli ultimi duemila e diciannove anni, sul suolo europeo, abbiamo visto solo guerre e ammazzamenti fratricidi, intervallati da qualche piccola oasi di pace. Lasciando a parte i conflitti del putrefascente impero romano e connesse invasioni barbariche... mi pare di ricordare solo le guerre dei Franchi, poi i conflitti feudali, le guerre dei cent'anni e quelle dei trent'anni, e se poi vado su wikipedia trovo le guerre d'Italia:
 i principali conflitti ricompresi nelle guerre di religione in Europa:

20 dicembre 2019

90 sfumature di persona

Negli ultimi tempi di massificazione e semplificazione, di manichee dualistiche distinzioni, fa bene ogni tanto rispolverare parole un po' desuete, che risalgono ai tempi in cui ancora andavano di moda le mezze stagioni.
L'inveterata abitudine di dividere in due infatti, a lungo andare, deforma quella stupenda realtà multicolore, multiforme e poliedrica che è la realtà, e causa serie malattie croniche, a volta inguaribili. Dividere in buoni e cattivi, in progressisti e conservatori, in santi e peccatori, in bianco e nero, in mio e tuo, in poveri e ricchi, in cielo e terra, in bello e brutto, in giovani e vecchi, in freddo e caldo... e chi più ne ha, più ne metta.... è una psicosi bipolare molto seria.
Ecco che allora, sulle nostre tavolozze, è bene stendere le variegate tonalità cromatiche che, con le loro migliaia di sfumature, rendono visibili le complesse e variegate sfumature della realtà.
Per esempio...
Ci sono bellissime e variegate parole per indicare l'agire di una persona, andando dal nero verso il bianco.

13 dicembre 2019

Lucia. Donna splendida dagli splendenti occhi.

Santa Lucia

Normalmente, quando m’imbatto in una donna bella (con quelle meno belle gli effetti sono altri, con buona pace della figlia di Fantozzi), resto abbagliato, quasi abbacinato dallo splendido splendore che emana, quasi aurea, una luce luminosa che si propone e quasi si impone, e calamitato, affascinato, ammaliato da tanto splendore, come falena notturna in presenza di lampada accesa, vengo preso, accalappiato e da misteriosa tenera possente forza centripeta, a lei mi dirigo, quasi aspirato dai suoi splendidi occhi, e che occhi!, oceani immensi dove immergersi e nuotare, immense praterie dove scorazzare, cieli infiniti dove fluttuare.
Lucia, che donna splendida, preziosa gemma incastonata nel nero del suo buio secolo, piccola e tenera e tremolante luce nelle tenebre dell’oscura valle di un popolo camminante e sofferente.
Che occhi, ragazza mia! Occhi di donna innamorata.
E giunto presso di lei, cado in ginocchio come medioevale cavaliere, e dal cuore mi sgorgan queste parole: “O mia splendida signora! Dammi un mare, e per un tuo sguardo lo attraverserò!
Dammi una montagna, e per un tuo sorriso la scalerò.
Dammi un drago, e per una tua carezza lo sconfiggerò.
Dammi la luna da prendere, e per vivere un giorno sulla soglia della tua casa, te la porterò.

7 dicembre 2019

Quand'è il tempo opportuno?

Ti posso solo dire 'vai ai materassi'.
da C'è posta per te,  Tom Hanks a Meg Ryan
Stasera, dopo aver meditato sui tempi di sant'Ambrogio, tempi davvero interessanti e vivaci, avrei voglia di chiacchierare, e mi piacerebbe iniziare questa storia così: "C'era una volta un parroco con i suoi superiori..."... ma non la iniziò così, altrimenti qualcuno potrebbe dire che voglio provocare, essere polemico, offendere... mentre vorrei solo chiacchierare del più e del meno. Per cui cominciò così:

C'era una volta un bambino in casa con suo papà.
Il bambino, che in casa si stava un po' annoiando, andò dal suo papa, che se ne stava spaparanzato sul divano a guardare una partita di calcio, e tirandogli una manica gli disse:
"Papi, andiamo fuori a fare un giretto e a giocare un po"?
Il genitore, che aveva fatto pure i corsi per i genitori, e che faceva il papà da più di un decennio, ovviamente rispose:
"Ma sei matto? Non vedi che piove? Il tempo non è opportuno!".
Il bambino, un po' imbronciato, gli rispose:
"Beh, hanno inventato gli ombrelli, i ki-uei, la cerata... e poi la pioggia è divertente...".
"Smettila. Ci si bagna, ci si ammala, si può prendere un fulmine in testa, si può scivolare nel fango e fratturarsi un malleolo! Continua a giocare al computer: è proprio il tempo ideale e più opportuno per stare in casa...".
Ovviamente, il marmocchio obbediente tornò a giocare al compiuter.

6 dicembre 2019

Facciamo l'appello: "Belene"! E Belene risponde: "PRESENTE!"

Trovandomi qui ai confini d'Europa, a volte le notizie dal cuore della Cristianità (= Roma) non arrivano, o arrivano in ritardo, o arrivano sbiadite...
Oggi il flebile eco di una voce che sussurra nel deserto della Città Eterna, dopo aver scavalcato il Tevere, sorvolato il Celio, sfiorato la Scala Santa, scavalcato il Gran Sasso, aleggiato sulle adriatiche onde, zigzagato tra le valli albanesi, kosovare, macedoni e serbe, saltellato tra i blocks di Sofia, sterzato a Russe, e risalito la corrente... si è adagiato sulle sponde fangose del nostro Danubio di Belene.
E, immerso come sempre nel silenzio del coprifuoco invernale (qui, dopo il calar del sole, cessa la vita, e non si muove foglia), pur flebile e sommesso non potevo non sentire questo eco di una lingua familiare e un po' in disuso da queste parti.
E mi son messo ad ascoltare, e ho sentito questo:

3 dicembre 2019

Una catastrofe! Stasera a Belene è morto un vescovo, martire del suo dovere.


Non c'erano ancora i computers con i loro socials, non c'erano ancora le televisioni coi loro telegiornali, ma la mattina del 4 dicembre 1893 una triste notizia iniziò a diffondersi dalle sponde belenciane del Danubio, e come un'onda arrivò ad Oresh, poi a Svishtov, poi a Dragomirovo, e poi a Pleven, a Russe, a Sofia, a Bucarest, a Roma, a Vienna, a Parigi e poi in tutto il mondo.
Alle 22.00 della sera precedente, il 3 dicembre, a Belene era morto improvvisamente, in circostanze alquanto sospette, il giovane cinquantacinquenne vescovo passionista, mons. Ippolito Agosto.

Nato ad Andora, in provincia di Savona, il 29 giugno 1838, il 30 maggio 1855 fece la sua professione religiosa tra i Missionari Passionisti.
Il 21 settembre del 1861 fu ordinato sacerdote a Viterbo. Sei anni dopo viene mandato come missionario nella Valacchia, in Romania, dove inizialmente lavora nella cittadina di Ramnicu Valcea. Nel 1870 viene spostato a Russe, sulla sponda bulgara del Danubio, poi nel 1873 di nuovo in Romania a Braila, e l'anno successivo di nuovo a Russe, pur continuando a lavorare anche nei paesi sulla sponda romena.
Il 27 aprile 1883, all'età di 45 anni, viene nominato Vescovo di Nicopoli (cioè della Bulgaria del Nord). Episcopato che si interrompe bruscamente, solo dopo 10 anni, la sera del 3 dicembre 1893 qui a Belene.
Perchè? Cosa è successo?
In breve...