30 dicembre 2010

E' arrivato il Vaticano II: finalmente!!!

Mentre da molte parti si cerca in tutti i modi di "voltare pagina", di riformare le riforme, e spinti dal vento nostalgico di un'ideologia conservatrice si arzigogola per buttarlo nel Tevere, ieri è arrivato in Bulgaria, per la prima volta, dopo quasi 50 anni, il Concilio Vaticano II.

Per posta infatti è arrivato un graditissimo regalo: la prima edizione bulgara dei documenti del Concilio (ВТОРИ ВАТИКАНСКИ СЪБОР 1962-1965 - ДОКУМЕНТИ).
E' un regalo dell'Esarca cattolico di Sofia, mons. Proykov, a cui vanno i nostri graditi ringarziamenti.

Ci sarebbero molte cose da dire riguardo a questi testi di altissimo valore magisteriale (dogmatico e pastorale e liturgico e biblico e tante altre cose), ma ne sottolineo solo alcune:

29 dicembre 2010

POLITICA ITALIANA... DI BASSA LEGA!

Visto che questa politica migratoria continua ancora oggi (e continuerà ancora per molto), riporto stralci di un articolo apparso nel 2003... e mi chiedo quali siano i fondamenti biblici, teologici ed ecclesiologici per questo stile. Soprattutto quando si fanno proclami sull'accoglienza, si invita a non aver paura dello straniero, si criticano scelte politiche di esclusione....


Preti sposati. La Cei ha paura del contagio ucraino


Nell'ottobre del 2003 c'è stata una richiesta fatta dai vescovi italiani ai vescovi dell’Ucraina di non mandare più in Italia, per seguire gli immigrati di quella nazione, preti sposati, come è tradizione che siano nelle Chiese di rito orientale.
La richiesta non è piaciuta affatto all’arcivescovo maggiore della Chiesa ucraina, cardinale Lubomir Husar.
Ecco che cosa ha detto il cardinale in un’intervista al mensile “30 Giorni” di novembre:
“I vescovi spagnoli e anche quelli italiani ci hanno scritto chiedendo di non inviare nei loro paesi dei coniugati come sacerdoti per la cura pastorale delle nostre comunità. Ma noi non abbiamo abbastanza sacerdoti celibi da inviare in servizio pastorale, ora che i fedeli della nostra Chiesa sono sparsi in tutto il mondo. Io comprendo le ragioni dei nostri confratelli vescovi in Occidente. Hanno paura di ciò che forse a loro appare come un cattivo esempio, visto che nelle loro Chiese su questo punto c’è dibattito. Bisogna tener conto dell’attaccamento alle forme culturali, ma esse non vanno assolutizzate. Si può spiegare con serenità che ci sono sposati che vengono ordinati preti non solo nella Chiesa ortodossa, ma anche nella Chiesa cattolica. Io vengo da una famiglia di sacerdoti. Mio nonno era sacerdote, molti miei familiari erano coniugati e sacerdoti. Alcuni ottimi, altri un po’ meno. Allo stesso modo, conosco sacerdoti celibi esemplari, e altri che non lo sono affatto. La qualità del prete non dipende dall’essere sposato o no. In alcuni casi, per uno che cerca di vivere la vocazione, avere una famiglia può essere anche un vantaggio. Ma non voglio essere scortese coi miei confratelli latini. Vorrei solo che i nostri sacerdoti anche in Occidente siano trattati con lo stesso rispetto con cui sono trattati i nostri fratelli sacerdoti ortodossi”.

25 dicembre 2010

КОЛЕДА 2010 NATALE: cresima e prima comunione di... Bossilkov Daniel

Otez Corrado scambia la pace con Daniel,
dopo aver impresso su di lui il sigillo dello Spirito Santo
(il padrino non è un monaco benedettino... ma un seminarista belenciano)
Quest'anno a Belene la festa di Natale
è stata rallegrata anche dalla cresima e dalla prima comunione
di un giovane belenciano di 17 anni,
Daniel Bossilkov.
La gioia del Natale è davvero grande!






24 dicembre 2010

Buon Natale, amico e amica del web!

Questo Dio che si fa piccolo
questo Dio che si mette nelle tue mani
questo Dio che si affida alla tua libertà
ti accompagni ogni giorno con la Sua dolce Presenza.



23 dicembre 2010

Che cosa sei venuto a fare?

Nei mesi scorsi, prima di partire per la Bulgaria, molti amici mi hanno rivolto questa domanda: "Che cosa vai a fare in Bulgaria"?
In questi primi due mesi diversi bulgari (come sono simili le persone!) mi hanno chiesto: "Che cosa sei venuto a fare qui? Farai il parroco? Farai qualcosa per i ragazzi e i giovani? Farai qualcosa per i poveri?"
Le prime volte provavo un po' di vergogna, quando me lo chiedevano...
"Non vado a fare niente! Non vado a costruire nulla... Non vado a dirigere niente... Vado e basta", rispondevo agli amici italiani.
"Non faccio niente! Non costruisco nulla... Sono qui, studio, prego, guardo e imparo", rispondo ai nuovi amici bulgari.

Poi, meditando e pregando su questa cosa, pian pianino ho capito questo.
Son venuto qui non per FARE qualcosa (col tempo, magari, qualcosa si farà anche...).
Son venuto qui per STARE qui, per VIVERE qui.
Per stare con questa gente, che ha avuto una storia un po' travagliata.
Per stare con questa Chiesa, piccola e povera.
E stando qui incomincio a imparare, a conoscere, ad accogliere quello che c'è, quelli che ci sono.
Quanto ci vorrà prima di fare qualcosa? Vedremo, magari trent'anni...


Una persona dopo 50 giorni dal concepimento:
e pensare che anche Gesù è stato così!

Trent'anni...
Sto meditando in questi giorni sui primi trent'anni della vita di Gesù, a Betlemme, poi in Egitto, quindi a Nazareth.
Nelle prediche natalizie di solito si sentono roboanti parole, del tipo: "Ecco, Gesù è venuto per salvare l'umanità, per fare un popolo nuovo, per trasformare il mondo, per far questo e quello...".
Mi piacerebbe sentire qualche volta un'altra musica...


"Madonna col pancione"

Ecco, il Figlio di Dio si incarna nel pancione di Maria, e non fa nulla.
Per nove lunghi mesi questo piccolo embrione si forma, nutrendosi dal cordone ombelicale.
Le manine, i piedini, il piccolo cuore, due occhietti, la faccia in miniatura... come è piccolo!
Tutto quello che fa è stare lì, dentro quel pancione, e tirare qualche calcio.
(Curiosità: le rappresentazioni della Madonna col pancione sono rarissime, ne hai mai vista una in giro? Chissà come mai)


Certamente... Gesù bambino
non andava in giro vestito così!

E poi nasce. Tutto bello sporco di sangue, e piange. E non fa niente (cioè il mondo va avanti come prima). Anzi, qualcosa fa: la cacchetta, da pulire tre o quattro volte al giorno. E poi anche le poppate, alle mammelle di sua mamma (qui esistono molte immagini invece, della Madonna che allatta). Piange. Ride. Mangia. Dorme. Non fa altro.
E' una cosa molto dissacrante, questa, ma l''incarnazione è anche questo, non è solo una immagine idilliaca o una astruseria teologica. Un Dio che non fa niente, che frigna, che fa la cacca e pure il rigurgito del latte, come tutti i marmocchi.

Ma la cosa più interessante sono i trent'anni successivi...
Tutta la storia lo aspettava... e Lui cosa fa?
NIENTE.
Non guarisce nessuno, non costruisce chiese (non va nemmeno a catechismo e neanche a messa...).
Non fonda ospedali, non scrive documenti o libri (neanche una riga!!).
Non costruisce monasteri, oratori, università.
Con tutte le cose che c'erano da fare, non fa proprio nulla.
Non organizza e non propone attività per i giovani.
Non compone neanche una canzone.
Non fa neppure il presepe a Natale.

Maria allatta Gesù, scuola fiamminga


Solamente mangia, dorme, cresce.
Abita coi suoi, studia, gioca con gli altri bambini, ride, piange, lavoricchia col vecchio. Guarda, ascolta, parla.
Non fa nulla di straordinario e degno delle memorie storiche.
Si limita semplicemente a fare, per trent'anni (cioè per tutta la sua vita), quello che fanno le persone normali.
Vede la gente nascere, vivere e morire.
Sente le discussioni sulla politica e sui soldi e sui pesci del lago.

Che cosa sei venuto a fare nel mondo, Gesù?

 



19 dicembre 2010

Lettera dalla Bulgaria 2 e AUGURI DI NATALE

Da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi
per mezzo della sua povertà” (2 Cor 8,9) 

Carissimi amici,
            siamo vicini alla festa del Natale di Gesù: vi auguro di trascorrerla in modo bello e sereno, nella piccola grotta delle vostre famiglie, piccole chiese domestiche, e nella grande grotta della Chiesa. La memoria di questo Dio che “spogliò se stesso assumendo la condizione di servo, diventando simile agli uomini” (Fil 2, 7), ci unisce, anche se siamo dispersi ai quattro angoli del mondo.
E’ il primo Avvento e il primo Natale che trascorro qui in Bulgaria… e confesso che è stato un periodo abbastanza diverso dagli anni precedenti.
La corsa allo shopping natalizio qui si vede solo sui telegiornali (italiani): non ci sono molti negozi, e soprattutto ci sono pochi soldi, poco lavoro, molta precarietà; non ci sono alberi illuminati e luminarie cittadine (tante sere non funziona nemmeno l’illuminazione pubblica delle strade!); non ci sono le colonne di auto per andare a sciare; non ci sono pandori e panettoni… Manca cioè tutto quel contorno folkloristico e commerciale a cui siamo abituati in Italia. Manca… ma certo non mi manca!
Questo impoverimento mi ha aiutato ad entrare in quella dinamica molto cara a san Paolo apostolo (sono sue le due citazioni precedenti), ma anche molto cara a san Paolo della Croce: l’amore spinge Dio a rimpicciolirsi, a spogliarsi, ad abbassarsi, a farsi povero, piccolo, essenziale, terra terra. Un movimento leggermente contrario, direi opposto, a quello di ornare, abbellire, rivestire, aumentare, etc etc.
Il tempo di Avvento quindi è stato semplicemente tempo di preghiera, studio e vita quotidiana, senza fare chissà quali grandi cose. Solo un piccolo presepio in chiesa.
In questo ultimo mese ci sono state poi due belle e semplici feste:
  • Sabato 20 novembre è stato inaugurato il nuovo centro parrocchiale di Malcika; erano presenti il nunzio, il vescovo, tutti i preti e le suore della diocesi, alcuni responsabili della Caritas Ambrosiana e alcuni giovani della diocesi di Fermo, oltre a numerosi parrocchiani.
  • Mercoledì 8 dicembre c’è stata la festa patronale dell’Immacolata ad Orèsh, anche qui con il vescovo e tanta gente.
Diversi amici mi hanno chiesto poi come è possibile aiutare le comunità cristiane bulgare e i Missionari Passionisti che lavorano qui.
Penso che la principale forma di sostegno (è non è solo retorica…) sia la preghiera: pregate per queste piccole comunità cristiane, povere di mezzi, di strutture, di energie; pregate non perché si arricchiscano di cose, ma perché crescano nella fede, nella fraternità, nella capacità di essere luce e sale per questa terra.
Se poi proprio qualcuno desidera anche sostenere economicamente queste realtà, se me lo chiede gli fornisco tutte le indicazioni. Negli ultimi 15 anni, grazie a numerosi contributi, sono già state rinnovate le strutture parrocchiali di Russe, Oresh, Svishtof, Belene e Malcika, per cui attualmente non ci sono grandi progetti in corso. Le eventuali offerte vengono usate per il sostentamento dei missionari (a differenza dell’Italia qui i preti non percepiscono nessuno stipendio) e per la vita ordinaria delle comunità parrocchiali (carità, manutenzione, spese per il culto, etc). Se in futuro nascerà qualche progetto, vi informerò.
Ringrazio quindi già anticipatamente tutti quelli che si ricorderanno di noi nelle loro preghiere, e quelli che ci doneranno qualcosa (non troppo!).

Allora… BUON NATALE A TUTTI!!!
 p. Paolo Cortesi cp

18 dicembre 2010

Tra il FARE e il NON FARE... c'è di mezzo il CONTEMPLARE


Originale del 1420 circa

Nelle tradizioni natalizie occidentali molta importanza riveste il FARE: si fa l'albero, si fanno le luminarie, si fanno gli addobbi, si fa il presepio. Questo fare però spesso rischia di essere fine a se stesso, e una volta fatte, le cose fatte restano lì, in secondo piano, come un addobbo, come un riempitivo, in attesa di essere dis-fatte dopo le feste. O al massimo ci si sofferma a "guardarle", per vedere qual'è la più bella, la più originale, la più artistica. Questa "spiritualità pratica" pone l'accento sul mio fare, sulle mie capacità, sul mio impegno. Ha certamente il vantaggio di stimolare una creatività, ma anche lo svantaggio di essere molto "materialista". Quanti di noi meditano e pregano ogni giorno davanti a un presepio? Lo facciamo, lo guardiamo, e poi lo lasciamo lì, come un addobbo qualsiasi...

17 dicembre 2010

ARRIVIAMO ALLA NOSTRA BETLEMME. Omelia natalizia inedita di mons. Karol Wojtyla, vescovo di Cracovia


Oggi a mezzanotte tutta la Chiesa nel mondo intero – su tutta la faccia della terra – dà di nuovo il benvenuto al salvatore del mondo, che è nato a Betlemme. Lo saluta il Santo Padre celebrando a quest’ora la messa di mezzanotte nella basilica di San Pietro. Lo salutano i vescovi in tutti i Paesi su ogni continente del mondo. Lo saluta la Chiesa di Cracovia qui a Nowa Huta.

Da diversi anni si è consolidata una tradizione che, non nella cattedrale di Wawel, ma proprio qui, a Nowa Huta, il vescovo della Chiesa di Cracovia viene per vivere la notte di Natale e celebrare la messa di mezzanotte assieme alla comunità cattolica di questa nuova città, la nuova Cracovia. Per diversi anni ho celebrato la messa di mezzanotte nella parrocchia di Nowa Huta-Bienczyce, finché non è iniziata la costruzione della chiesa.

16 dicembre 2010

DAMNATIO MEMORIAE o MEMORIA COLENDA? Meditazioni e pensieri ai piedi della statua di Lenin

Stamattina, mentre cadevano i primo fiocchi di neve, tornavo da Russe verso Bèlene, e a metà strada ho fatto una sosta, a Novgrad.
Qui c'è, a quanto mi dicono, l'ultima statua di Lenin rimasta in piedi in tutta la Bulgaria.
E proprio davanti a questa statua mi sono messo un po' a meditare su quella diffusa e atavica usanza (lo facevano già nella Bibbia, lo facevano i persiani, lo facevano persino gli atzechi...) della damnatio memoriae, che nel mondo romano era addirittura una legge dello stato.
Dopo la caduta o la rimozione o la morte di un "capo" o di un regime, si cerca di cancellare dalla faccia della terra tutti i segni (a volte anche i parenti o i colleghi viventi) della sua presenza.
Statue, simboli, leggi, persone... sotto la scure e i martelli della damnatio memoriae
Noi giovani lo abbiamo visto con la famosa statua di Saddam Hussein a Bagdad.

15 dicembre 2010

Tu scendi dalle stelle. Forse non tutti sanno...


Questa famosissima canzone natalizia italiana fu composta nel 1754 da un contemporaneo di san Paolo della Croce, il napoletano sant'Alfonso Maria de' Liguori.
La quasi totalità delle persone conosce e canta solo le prime due strofe (molto tenere e dolci), ma il testo completo comprende 7 strofe, che sviluppano la realtà della "kenosi" (cioè la discesa/spogliazione/umiliazione) del Figlio di Dio, un'abbassamento che nasce da un amore immenso.
Il Creatore del mondo si rimpicciolisce e si fa Agnello, creatura destinata a morire per la salvezza delle persone.

14 dicembre 2010

L'Incarnazione nella luce della Passione

Vorrei condividere con tutti gli amici di questo blog il seguente testo, che in maniera abbastanza semplice ci racconta un aspetto non molto conosciuto di San Paolo della Croce: la meditazione sulla nascita di Gesù.
Nel mistero di questo "Verbo che si fece carne e venne tra la sua gente", c'è già il mistero del rifiuto: "ma i suoi non l'hanno accolto".
Buona lettura e... BUON NATALE A TUTTI!

Guido Reni (1575-1642)
Gesù bambino addormentato sulla Croce

San Paolo della Croce vede tutta la vita di Cristo — dalla culla al Calvario — sotto la luce della Passione. Il mistero del Verbo incarnato al suo sguardo si illumina nel mistero della Passione.

La dimostrazione è evidente già nel Diario durante i giorni del Natale, quando la sua anima, toccata al vivo dalla liturgia, trabocca in dolci effusioni di tenerezza e di amore. Paolo contem­pla allora l'amore infinito del Verbo eterno; il suo spirito si ferma e stupisce di fronte all'abbassamento senza confronti e ai disagi che circondano la sua nascita temporale: «Alla notte Ss.ma... fui anche con molte tenerezze, massime nel ricordarmi dell'infinito amore del nostro caro Dio nell'essersi fatto uomo; e nascere con tanto incommodo, e tanta povertà; e poi mi riposavo così nel mio Dio».

13 dicembre 2010

Uno sguardo a nord: Romania, terra di martiri


La distruzione della Chiesa greco-cattolica romena fu deliberata da Mosca per volontà di Stalin in persona, il quale già nel 1946 aveva provveduto ad annientare la Chiesa greco-cattolica ucraina, ossessionato dall’idea che le “divisioni del Papa” costituissero l’unico vero ostacolo al trionfo del sistema sovietico. Come già in Ucraina, il clero e i fedeli greco-cattolici sarebbero dovuti passare forzosamente all’ortodossia, pena il carcere o la morte.

12 dicembre 2010

Un nuovo beato: il vescovo martire romeno Szilard Bogdanffy

Il 30 ottobre del 2010 la Chiesa Cattolica ha beatificato, nella cattedrale latina di Oradea, il vescovo martire romeno Szilard Bogdanffy, nato a Kálmánd, in Ungheria, il 29 ottobre 1911 e morto nel carcere rumeno di Nagyenyed il 2 ottobre 1953.
Salvo' molti ebrei dallo sterminio nazista e poi, in nome della liberta' religiosa, sfido' il regime comunista.
A presiedere la cerimonia e' stato il Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, Monsignor Angelo Amato. "Se prima la grande tentazione era dovuta alla durezza della persecuzione - ha affermato il porporato -, oggi, piuttosto, la quasi impercettibile complicatezza della vita, la distrazione e una certa misteriosa stanchezza interiore sono gli ostacoli che impediscono di terminare con lo slancio dell'amore quella corsa verso l'eterna felicita' della quale parla San Paolo. E' come se una certa melanconia opprimesse i nostri cuori. Eppure, come oggi la testimonianza dei martiri risuona e risplende di nuovo dal silenzio e dal buio della paura, cosi' e' con noi anche...

11 dicembre 2010

Prudenza pastorale, o miopia ecclesiastica?

Ci sono notizie che restano confinate all'interno di una piccola schiera di persone, ma che si inseriscono in questioni più grandi. Questa che riporto è una di queste. La riporto integralmente, e poi la commento.

 

PRETI DI UN DIO MINORE. DALLA CEI, NUOVO VETO
ALLA PRESENZA DI CLERO CATTOLICO UXORATO IN ITALIA

35884. ROMA-ADISTA (di Valerio Gigante)

Mons. Bagnasco
 Riconoscimento della testimonianza di fede resa durante la persecuzione comunista; gratitudine per il servizio pastorale svolto dai suoi presbiteri; rinnovata stima e amicizia. Ma il clero uxorato no, di quello la Cei proprio non vuole sentir parlare. Si può sintetizzare così la lettera riservata, di cui Adista è entrata in possesso, inviata il 13 settembre scorso dal presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, al primate della Chiesa greco-cattolica rumena, mons. Lucian Muresan.


Mons. Muresan
Preti di serie B?
La Chiesa greco-cattolica rumena è una Chiesa cattolica di rito bizantino e di lingua liturgica rumena, presente, oltre che in Romania (specialmente nella regione storica della Transilvania), in altri Paesi dell’Unione Europea e del mondo. Anzi, ormai i fedeli all’estero di questa Chiesa, causa la consistente emigrazione seguita alla caduta del comunismo, sono la parte maggioritaria. Solo in Italia, su circa 1milione di rumeni, circa 800mila sono greco-cattolici. Le celebrazioni e le attività di queste numerose comunità vengono ospitate, un po’ in tutta la penisola, dalle parrocchie di rito latino, all’interno delle quali i preti rumeni possono celebrare ed amministrare i sacramenti...

10 dicembre 2010

Uno sguardo a est: Ucraina, terra di martiri

Con la rivoluzione bolscevica cadde il vecchio impero zarista e nacque l’Unione Sovietica governata da un regime comunista. In un clima di profonda ostilità verso la religione una schiera innumerevole di cristiani fu chiamata a testimoniare la fede sino all’effusione del sangue.
Per quanto riguardala Chiesa Ortodossa Russa, maggioritaria nel paese, a partire del 2000 sono state celebrate le canonizzazioni di oltre un migliaio di martiri di quel periodo (guarda l'icona dei martiri della chiesa russa)


Il beato Omeljan Kovc

Durante la visita apostolica in Ucraina, il papa Giovanni Paolo II, beatificò il 27 giugno 2001 una schiera di 25 martiri della Chiesa greco-cattolica ucraina, eroici testimoni della fedeltà a Dio in un’epoca di persecuzione per la fede da parte del comunismo. La denominazione ufficiale del gruppo inoccasione del rito di beatificazione fu “Mykolay Charneckyj e 24 compagni”; il gruppo era composto da 8 Vescovi, 6 sacerdoti diocesani, 7 sacerdoti religiosi, 3 suore ed un solo laico.
Tra di essi ci sono anche dei preti coniugati e padri di famiglia, come da tradizione nelle Chiese Orientali, anche cattoliche.

Nella medesima occasione Giovanni Paolo II beatificò anche il vescovo Teodor Romza ed il sacerdote Omeljan Kovc, anch’essi martiri greco-cattolici; quest'ultimo fu vittima dei nazisti tedeschi.

8 dicembre 2010

Festa dell'Immacolata ad Orèsh



Questa mattina un bel sole e grande festa ad Orèsh:
la parrocchia è infatti dedicata all'Immacolata Concezione della Vergine Maria.
Nella semplicità che contraddistingue la chiesa bulgara,
ci si è radunati per la celebrazione eucaristica alle ore 11.00,
presieduta dal nunzio apostolico mons. Janusz Bolonek,
concelebrata dal vescovo di Nicopoli mons. Hristov Pètko
e da quasi tutti i sacerdoti della diocesi
(diocesani, passionisti, francescani, salesiani),
con la presenza delle suore e di numerosi parrocchiani.
Dopo l'eucarestia, rinfresco per tutti e pranzo comunitario.
Viva Maria!

(nella gallery qui a fianco trovi le foto della festa)

6 dicembre 2010

Due libri da leggere o regalare: per non dimenticare!

Gabriele Nissim,
L'UOMO CHE FERMO' HITLER
Mondadori 2000.
Il 20 febbraio 1973 Dimitar Pesev si spegneva a Sofia, povero e dimenticato da tutti. Eppure era stato un uomo importante, da vicepresidente del Parlamento bulgaro, aveva compiuto un atto pressoché unico nella storia dell'Olocausto. Nel marzo del 1943, informato dell'imminente deportazione di 48.000 ebrei bulgari, costrinse re Boris III e il governo a ordinare che i treni per Auschwitz non partissero. Fu l'unica personalità di rilievo di una nazione filotedesca a rompere il clima di omertà sulle deportazioni. Combatté contro i nazisti e vinse: gli ebrei bulgari si salvarono. Scomparso il re quello stesso anno, Pesev riscoprì il valore della democrazia e denunciò i partigiani comunisti, che volevano consegnare la Bulgaria ai russi. Atto che gli costò, dopo l'invasione dell'Armata rossa, un duro processo e infine la perdita dell'identità civile. La vicenda di quest'uomo, capace di modificare con un atto di coraggio il corso della storia, viene qui raccontata con l'analisi rigorosa di documenti inediti, e con partecipazione. Quasi come un'esemplare "favola moderna", ricca di un intenso significato morale.

Dimităr Josifov Pešev - Димитър Йосифов Пешев WIKIPEDIA

Gabriele Nissim,
UNA BAMBINA CONTRO STALIN
Mondadori 2007.
Mosca, 1937. Un regista, autore di documentari di propaganda socialista, viene prelevato dagli uomini dell'Nkvd, la polizia segreta, negli studi cinematografici in cui lavora e di lui non si sa più nulla. Si tratta di Gino De Marchi, un militante del Partito comunista italiano, che nel 1921 si è trasferito dalla provincia piemontese in Unione Sovietica. Non è il suo primo arresto; già nel 1921, ingiustamente accusato di essere una "spia dell'Italia fascista", era stato incarcerato, ma grazie all'intervento di Antonio Gramsci, suo intimo amico, dopo un anno e mezzo era tornato in libertà. Questa volta l'imputazione è la stessa, l'esito però è completamente diverso. Sottoposto a incalzanti interrogatori, De Marchi continua a negare di aver svolto attività di spionaggio, ma senza subire alcun processo è condannato alla pena capitale. La moglie Vera, all'oscuro di quanto sta accadendo, viene convocata alla Lubjanka e, terrorizzata dalle minacce degli inquirenti, decide di prendere le distanze e in seguito di divorziare. Luciana, la figlia tredicenne, molto legata al padre, compie invece la scelta opposta: lo aspetterà per anni, dedicando l'intera esistenza alla sua ricerca e alla difesa della sua memoria. In un primo tempo, pur così giovane, lotterà con tutte le forze per difenderlo da quella che reputa un'evidente ingiustizia, poi, dopo il 1956, informata della morte di colui che aveva tanto atteso e al quale aveva scritto giorno dopo giorno, si propone di ricostruire una storia interrotta all'improvviso, ridandole un senso. Luciana scopre la tragica verità sulla sorte del padre solo nel 1996: Gino De Marchi non era 'morto' di peritonite in un gulag, come sosteneva la versione ufficiale, era invece stato fucilato a Butovo, nei pressi di Mosca, il 3 giugno 1938 e a denunciarlo erano stati anche alcuni comunisti italiani. Gabriele Nissim, che ha incontrato Luciana De Marchi numerose volte a Mosca e a Fossano e ha potuto leggere le lettere e le carte private da lei conservate, ricostruisce con dovizia di particolari una straordinaria vicenda umana che la storiografia ufficiale ha finora ignorato, affrontando una realtà per molti aspetti ancora poco conosciuta, quella dei comunisti italiani in Unione Sovietica durante il regime staliniano; uomini e donne di cui non va perso il ricordo perché "l'esercizio della memoria è un'arte molto raffinata. Chi riesce a farne un uso prezioso può cambiare la percezione della storia".

Presentazione del libro a Roma nel 2007


GABRIELE NISSIM:

biografia su wikipedia

intervista su Pesev

1 dicembre 2010

Tre martiri della Chiesa Bulgara


Durante il suo viaggio in Azerbaigian e in Bulgaria, la domenica 26 maggio 2002, Papa Giovanni Paolo II ha beatificato sulla piazza pubblica di Plovdiv tre Religiosi che furono vittime innocenti del terrore comunista. Essi appartenevano alla Congregazione degli Agostiniani dell'Assunzione, «Assunzionisti », fondata nel 1845 a Nimes in Francia dal sacerdote Emanuel d'Alzon. Lo scopo di questa Congregazione è il perfezionamento perso­nale, propagando il regno di Cristo nelle anime. Un aspetto particolare nella storia degli Assunzionisti è proprio la loro venuta in Bulgaria nel 1863.

Fu Pio IX, lo stesso che aveva consacrato l'arcivescovo Sokolski, che domandò al fondatore degli Assunzionisti di mandare dei religiosi in Bulgaria per occuparsi in modo particolare dei Bulgari ortodossi desiderosi di entrare nella Chiesa cattolica. Fondatore della missione assunzionista in Bulgaria, conosciuta allora con il nome di «Missione d'Orien­te », divenne il padre Victorin Galabert, dottore in medicina e in diritto cano­nico. Padre d'Alzon, per aiutare i padri, fondò una congregazione femminile, « le Oblate dell'Assunzione », che crearono successivamente delle scuole a Sofia, Yambol, Varna e Sliven.

Gli Assunzionisti aprirono nel 1864 la piccola scuola elementare Sant'An­drea a Filippopoli e nel 1884 una scuola per l'insegnamento superiore, il collegio S. Agostino, che diverrà rapidamente uno degli istituti più importanti dei Bal­cani, fino al momento della sua chiusura, da parte dei comunisti, nel 1948, quando il regime comunista espulse tutti i religiosi non bulgari, tra cui gli Assunzionisti. Tutto era pronto per le torture della piccola minoranza cattolica del paese ed il martirio dei tre nuovi beati.

Padre Pavel Dzjidzjov, padre Josaphat Chichkov e padre Kamen Vicev, sacerdoti assunzionisti, furono condannati a morte il 3 ottobre 1952 e furono fucilati nella notte tra l’11 ed il 12 novembre 1952 a Sofia, capitale bulgara, insieme con il vescovo passionista mons. Eugenio Bossilkov. Il luogo della loro sepoltura nel cimitero della città non è mai stato scoperto. I tre sacerdoti martiri sono stati beatificati da Papa Giovanni Paolo II il 26 maggio 2002.


29 novembre 2010

Battesimo di Luisa - Kръщението на Луиза

Oggi la comunità cristiana cattolica di Bèlene ha accolto una nuova figlia: Luisa.


Luisa è una bambina di 18 mesi, affetta da una malattia rarissima,
(è l'unica in Bulgaria, e come lei ce ne sono qualche decina al mondo)
La sua famiglia e molti amici la stanno accompagnando in questa sua vita speciale,
soprattutto con la preghiera e la compagnia,
perchè non esistono cure e terapie per questa sindrome.

Chi desidera può unirsi alla preghiera e diventare amico di Luisa...

22 novembre 2010

50° di suor Teresita


La Famiglia Passionista che sta in Bulgaria,
insieme al vescovo Petko e ad alcuni sacerdoti e fedeli,
si è stretta oggi attorno a suor Teresita Piccirilli,
per ringraziare il Signore per i suoi
50 anni di vita religiosa nelle suore Passioniste.

Nella gallery qui a fianco
trovi le foto di questa festa
---->>>>

20 novembre 2010

Nuovo Centro Parrocchia di Malcika


Oggi a Malcika è stato inaugurato il nuovo Centro Parrocchiale (mensa per i poveri, salone, stanze per incontri e catechesi, appartamento per il sacerdote). Erano presenti il Vescovo Petko, il Nunzio apostolico, sacerdoti e suore da tutta la diocesi, responsabili della Caritas Ambrosiana di Milano, ragazzi dell'Azione Cattolica di Fermo, il provinciale dei Passionisti della Pietà con altri italiani, benefattori e tantissimi simpatici parrochiani di Malcika e dintorni. Una bellissima giornata di festa e di sole.

Il Vescovo Petko benedice il nuovo centro

18 novembre 2010

Hollywood, Bollywood e... Belenwood!



Lo sapevate che nel 2007 è stato girato un film a Bèlene?
Guardate il trailer, nel sito ufficiale: l'ultimo che appare è il passionista, p. Corrado Gasbarro!

"The mosquito problem" - sito ufficiale



In the Bulgarian city of Belene, everyone talks about the “zanzar” problem — a particularly vicious mosquito with a very painful bite. Perhaps the reason everyone talks about mosquitoes is to avoid thinking about its past dark history of what happened on a nearby island during the Communist era or that after 25 years, the country’s second nuclear plant has not as yet been completed. With a delightful eye for the eccentric, the unexpected and the tragic, director Andrey Paounov of the critically acclaimed Georgi and the Butterflies, presents a witty and disturbing documentary about a haunted corner of the world and its colourful inhabitants.
Paounov chose to focus on the smallest of creatures — the mosquito — as a way of exploring the bigger issues: what are we here for? How do we best live our lives? And how do you keep biting insects the size of crickets from sucking the lifeblood from the town?
Belene features characters that could have come out of Spinal Tap — people who wave a vacuum through the air before going to bed, people who spray the town in dense clouds of insecticide, and people who set fire to buckets of weeds before milking their cow, just to get some peace. In the film’s stunning closing sequence, the town’s children enthusiastically romp in the noxious clouds puffed from the pest exterminator’s truck.
The resulting film is beguilingly rich with unexpected tensions and juxtapositions that are both humorous and troubling.

17 novembre 2010

Globalizzazione... e dintorni

Da un mese ormai mi trovo sulle sponde bulgare del Danubio, e pur sentendomi ancora un po' spaesato (soprattutto per la lingua), ci sono molte cose che mi fanno "sentire a casa".
Stamattina, per esempio, è stata grande la sorpresa mentre mi aggiravo tra gli scaffali della Metro di Pleven per fare la spesa: sul banco delle verdure ho trovato l'insalata che veniva da... Cicola!!! (Per chi non lo sa, è il mio "villaggio" natio, ubicato sulle ultime propaggini collinose della Val Cavallina, in quel di Bergamo).

L'insalata di Cicola... in vendita in Bulgaria!
Mi ha colpito molto trovare questo prodotto sugli scaffali di questo paese (miracoli della globalizzazione!). Soprattutto mi ha stupito perchè la Bulgaria è un paese quasi totalmente agricolo, con chilometri e chilometri di immense campagne, e quasi tutte le casette hanno orti coltivati a verdure... è proprio curioso che si venda qui l'insalata di Cicola, qui dove se ne potrebbero produrre milioni di tonnellate, a costi molto più competitivi (un operaio qui prende tra i 100 e i 200 € di stipendio mensile....). Il colmo poi sarebbe (mi informerò!) che tra i braccianti agricoli che lavorano a Cicola (indiani, pakistani, marocchini...) ci fossero anche emigarti bulgari!
L'etichetta non tradisce: Carobbio degli Angeli...
 Prendo spunto da questa curiosità gastronomica per meditare anche su altri aspetti di questa globalizzazione, che a prima vista è piacevole, ma non so fino a che punto favorisce la creatività, lo sviluppo, la crescita e l'arricchimento locale.
A livello nostro, di vita cristiana, ho notato per esempio che i testi della catechesi dei ragazzi sono quelli della CEI (Venite con me, Sarete miei testimoni, Vi ho chiamato amici...), tradotti dall'italiano al bulgaro.
I canti in chiesa sono quelli italiani, tradotti in bulgaro (Noi canteremo gloria a te, Guarda questa offerta...).
Capisco che queste scelte siano state fatte per "tamponare" un vuoto... Come sul mercato, quando manca l'insalata locale, si inserisce quella orobica.
Ma l'ideale, il sogno, il desiderio, sarebbero quelli che sul posto nasca, cresca e germogli qualcosa di bello.
Chissà...
Magari, fra qualche anno (mi perdonino quelli di Cicola, che magari venderanno di meno...) una nuova azienda agricola bulgara e di bulgari produrrà e venderà insalata bulgara...
Magari fra qualche anno (mi dispiace per le librerie Paoline ed LDC...) qui si stamperanno testi di catechesi inventati da catechisti e pastori bulgari, pensati per i bulgari, adatti alla realtà bulgara.

Una rosa, appena fiorita a Bèlene
 
La globalizzazione, anche nel campo ecclesiale, è certamente una realtà che sul momento arricchisce, tampona buchi, crea circolarità. Ma se non si governa, ha l'effetto di soffocare e ritardare la creatività locale: "Che bisogno c'è di fare qualcosa di nuovo? Tanto le cose ci sono già... Tanto ci pensano gli italiani... Perchè rischiare qualcosa di nuovo?". Penso che questo aspetto "conservatore" e congelatore della globalizzazione influisca non poco sullo sviluppo e sul fiorire delle realtà locali.

Bene. Se son rose fioriranno, dicono dalle mie parti.
Qui non so ancora cosa dicono, nella cultura popolare e proverbiale locale.
So solo che a Bergamo le rose smettono di fiorire ad ottobre...
Qui invece, siamo al 17 novembre e continuano a fiorire!
Auguro davvero al popolo bulgaro e alla chiesa bulgara di sbocciare, di rifiorire,
dopo il lungo inverno dell'occupazione ottomana,
dopo il lungo inverno del regime comunista,
dopo questo inverno di disoccupazione, emigrazione ed impoverimento.


Rose appena fiorite, nel giardino dei Passionisti a Bèlene

12 novembre 2010

FESTA DEL BEATO EUGENIO

Sabato 13 novembre, grande festa a Bèlene!
Ricorre infatti la memoria del beato martire Eugenio Bossilkov, che in questa città è nato nel 1900.

Bèlene. Cappella del Beato Eugenio nella Chiesa della Natività di Maria
Alle ore 10.00: catechesi alle famiglie sulla famiglia
Alle ore 11.30: Solenne Celebrazione Eucaristica con tutti i sacerdoti della Diocesi, presieduta dal vescovo
Alle ore 12.30: rinfresco per tutti
Alle ore 16.00: Celebrazione Eucaristica

Le suore e alcune donne preparano i fiori per la festa...

11 novembre 2010

Sai cos'è l'Isola di... Bèlene? E' per noi l'isola di chi...


L'Isola di Belene (Bulgaro: остров Белене, Ostrov Belene) o Persin Island (остров Персин, Ostrov Persin) è la più grande isola in acque bulgare. L'isola è formata dal Danubio, che si divide in due rami, passando a nord ed a sud di essa. La frontiera internazionale tra la Bulgaria e la Romania segue il ramo nord del fiume e quindi Belene Island è parte del territorio bulgaro.
L'isola, lunga 9 km e larga 6 km, è situata nel Danubio a nord della città di Belene.
Belene Island fa parte del Parco Naturale Persina, dimora di oltre 170 specie di rari uccelli acquatici, come la Lucida Ibis, Marangone minore, Lesser Averla cenerina, l'oca dal petto rosso e altri. La flora di Belene Island è rappresentata da salici, pioppi e aspidi. L'isola è stata formata da sedimenti alluvionali .
L'isola è famosa per il campo di concentramento di Belene.
Questo campo ha funzionato ufficialmente dal 1949 al 1959 (con una pausa tra il 1954-1956), ma in realtà è rimasto aperto fino al 1989. Il campo e alcuni suoi superstiti sono stati oggetto di un film documentario dal programma tedesco TV ZDF “Aber nie Vorwärts vergessen. Ballade über Bulgarische Helden” ("Passando, ma senza mai dimenticare”).
La prigione di Belene è ancora in funzione come penitenziario nella parte occidentale dell'isola, raggiungibile attraverso un ponte galleggiante che si trova a 500 m dalla Chiesa cattolica della Natività di Maria, mentre la parte orientale è un gestita riserva naturale.
A sinistra si vede Bèlene, a destra l'Isola e l'isoletta
 Dibattito sul GuLag di Bèlene... in inglese