25 giugno 2019

Tra'l dire e'l fare c'è di mezzo... l'amare ed il pensare, il mare e l'amarezza del non poter fare.

Comoda, neh, la vita sulla sdraio, a messaggiare su facebook e twitter...
Si senton tante parole (e tanti silenzi) di questi giorni... una vera babele cacofonica di suoni.
Si vedon tanti gesti (e non gesti) di questi giorni... un vero turbinio di tutto e di più.
Per cui tra le tante ed i tanti, ne accalappio e fisso qui alcune.
Per pensare, per poi dire e fare.

Ci son le parole di un omino bianco vestito, che più bianco non si può,
che dalla (un po' sozza) periferia romana parla di (BENE) DIRE e FARE (BENE)...
Che in sintesi dice che tra il dire ed il fare c'è di mezzo l'amare...

"La Parola di Dio ci aiuta oggi a riscoprire due verbi semplici,
due verbi essenziali per la vita di ogni giorno: dire e dare...
Anche per noi: è importante che noi Pastori ci ricordiamo di benedire il popolo di Dio. Cari sacerdoti, non abbiate paura di benedire, benedire il popolo di Dio; cari sacerdoti, andate avanti con la benedizione: il Signore desidera dire bene del suo popolo, è contento di far sentire il suo affetto per noi. E solo da benedetti possiamo benedire gli altri con la stessa unzione d’amore. È triste invece vedere con quanta facilità oggi si fa il contrario: si maledice, si disprezza, si insulta. Presi da troppa frenesia, non ci si contiene e si sfoga rabbia su tutto e tutti. Spesso purtroppo chi grida di più e più forte, chi è più arrabbiato sembra avere ragione e raccogliere consenso. Non lasciamoci contagiare dall’arroganza, non lasciamoci invadere dall’amarezza, noi che mangiamo il Pane che porta in sé ogni dolcezza. Il popolo di Dio ama la lode, non vive di lamentele; è fatto per le benedizioni, non per le lamentazioni. Davanti all’Eucaristia, a Gesù fattosi Pane, a questo Pane umile che racchiude il tutto della Chiesa, impariamo a benedire ciò che abbiamo, a lodare Dio, a benedire e a non maledire il nostro passato, a donare parole buone agli altri...

Nel mondo sempre si cerca di aumentare i guadagni, di far lievitare i fatturati… Sì, ma qual è il fine? È il dare o l’avere? Il condividere o l’accumulare? L’“economia” del Vangelo moltiplica condividendo, nutre distribuendo, non soddisfa la voracità di pochi, ma dà vita al mondo (cfr Gv 6,33). Non avere, ma dare è il verbo di Gesù...

Nella nostra città affamata di amore e di cura, che soffre di degrado e abbandono, davanti a tanti anziani soli, a famiglie in difficoltà, a giovani che stentano a guadagnarsi il pane e ad alimentare i sogni, il Signore ti dice: “Tu stesso da’ loro da mangiare”. E tu puoi rispondere: “Ho poco, non sono capace per queste cose”. Non è vero, il tuo poco è tanto agli occhi di Gesù se non lo tieni per te, se lo metti in gioco. Anche tu, mettiti in gioco. E non sei solo: hai l’Eucaristia, il Pane del cammino, il Pane di Gesù". 

Ci sono poi le parole del nisseno Gregorio, che tutti i preti, i frati e le suore hanno ascoltato stamattina nell'ufficio (può darsi anche qualche politico, anche se non penso che dicano giù il Breviario). Che in sintesi dice che tra il dire ed il fare c'è di mezzo il pensare...

"Tre sono gli elementi che manifestano e distinguono la vita del cristiano: l'azione, la parola e il pensiero. Primo fra questi è il pensiero, al secondo posto viene la parola che dischiude e manifesta con vocaboli ciò che è stato concepito col pensiero. Dopo, in terzo luogo, si colloca l'azione, che traduce nei fatti quello che è stato pensato. Se perciò una qualunque delle molte cose possibili ci porta naturalmente o a pensare o a parlare o ad agire, è necessario che ogni nostro detto o fatto o pensiero sia indirizzato e regolato da quelle norme con le quali Cristo si è manifestato, in modo che non pensiamo, né diciamo, né facciamo nulla che possa allontanarci da quanto ci indica quella norma sublime".

Ed in fine, dolce in fondo, cerasus in crustulam, le parole ed i fatti tra un vescovo ed un ministro... Che in sintesi ci dicon che tra il mare e l'amare c'è di mezzo l'amarezza del non poter fare. Perchè tu (persona, famiglia, comunità, diocesi, Chiesa, umanità) magari vuoi amare, a tue spese, condividendo del tuo, senza confini, senza guardare la carta d'identità... ma ci sono Poteri mordenti e delinquenti che ti impediscono di amare, ti impediscono di fare, addirittura ti dicono loro come, quando e chi amare. 

Dice il Vescovo, dal pulpito in pubblica festiva assemblea:

«Vorrei rivolgere una preghiera speciale a San Giovanni.
A lui che per tutta la vita ha difeso i poveri e che ha subito il martirio
vorrei chiedere di aiutarci a risolvere la drammatica situazione
dei 43 migranti a bordo della nave Sea Watch al largo di Lampedusa.
Come vescovo e come cristiano sento tanto dolore e tanta sofferenza.
La Chiesa torinese è disponibile ad accogliere queste persone, senza oneri per lo Stato».

Bravo Vescovo! Bravo pastore, che ci ricordi cosa significa commuoversi e muoversi.
Che ci indichi cosa significa fare, dare, condividere, mettersi in gioco.
Una Voce che di nuovo grida nel deserto dei compromessi e dei silenzi.

Dice un tal politicante su facebook:
"Caro Vescovo, penso che Lei potrà destinare i soldi della Diocesi
per aiutare 43 Italiani in difficoltà. 
Per chi non rispetta la legge i nostri porti sono chiusi".
"Caro parroco, con tutto il rispetto, io non cambio idea:
porti chiusi a chi aiuta i trafficanti di esseri umani. 
Dorma bene".

Peccato che non s'addormenta, non prende sonno il Custode d'Israele...
Stia ben sveglio, caro collega parroco!
Stia ben sveglio come una sentinella!
Perchè se dormisse non piglierebbe pesci...
e qualcuno ci ha detto di pescare uomini...
Perchè se dormisse il Nemico prenderebbe la città.

PS. Teste che cadono...

In questi giorni abbiam sentito parlar tanto di teste che cadono...
Eh sì, a volte cadono le teste dei Giovanni Battista, degli Stefani e dei poveri cristi...
Ma altre volte volte (come nella lettura di stamattina), cadon le teste del prode Sisara, del gigante Golia e dell'invidioso Saul...
Vedremo chi inchinerà la testa stavolta...
Una cosa è certa:
Il Signore disperde i superbi nei pensieri del loro cuore;
rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili,
i poveri li ricolma di beni, mentre i ricchi li rimanda a mani vuote.
Magari a volte qualcuno vince una battaglia. Ma la guerra...
Ma la guerra è già persa in partenza: si sa già chi è il Vincitore.

PS2. Da un commento su facebook:

"Da cattolica praticante voglio andare a messa
e ascoltare il Vangelo e la sua spiegazione,
sono stufa di sentire prediche sull'accoglienza ai migranti".

Beh... provvederemo. D'ora in poi a messa leggerò tutte le domeniche la parabola del buon Samaritano (e degli egoisti insensibili, preti e fedeli compresi), e poi spiegherò che Gesù vuole che amiamo chi ci capita accanto, senza chiedergli i documenti. Solo fermarsi, provare compassione, dedicarsi a lui, e tirar fuori qualche soldo dalle proprie tasche. E negli avvisi parrocchiali alla fine dirò: bene, fate questo e vivrete. Siate come il buon samaritano, aiutate chi trovate sulle vostre strade o sulle vostre spiagge. Praticate l'amore che vuole Gesù, cari miei presunti praticanti. Amate senza confini, tutti. Compresi i migranti, si capisce.

Nessun commento:

Posta un commento