25 marzo 2020

20 anni dopo: "Eccomi, sono tuo servo Signore! Accada di me secondo la Tua Parola".

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20 anni fa, il 25 marzo dell'anno giubilare del 2000, nel giorno dell'Annunciazione, nella chiesa a forma di tenda del mio caro paese natale di Cicola (Bergamo), ero disteso per terra davanti all'altare, in mezzo alla mia cara comunità cristiana e tanti amici, e vivevo la mia Professione Perpetua, per sempre mi consacravo al Signore nella famiglia dei Missionari Passionisti, e ripetevo le parole di Maria: "Eccomi, sono tuo servo Signore! Accada di me secondo la Tua Parola".

E mi sentivo dire: "Il Signore porti a compimento in te l'opera che ha iniziato".

Sono passati vent'anni. Vent'anni di giorni, di luoghi, di volti, di gesti, di parole....
E mi trovo qui, oggi, come tanti, in quarantena, chiuso in casa, dove celebrerò questa festa e questo anniversario senza folla, da solo, celebrando davanti ad una telecamera, per raggiungere i miei parrocchiani nel mondo virtuale.

Fare la cronologia di questi venti anni è semplice: dieci anni a Milano, nella parrocchia di Santa Maria Goretti in via Melchiorre Gioia, dieci anni in Bulgaria, nella comunità cristiana di Belene.
Raccontare l'opera del Signore, in me ed anche attraverso di me in questi venti anni... richiederebbe qualche migliaio di pagine.

L'anno scorso eravamo pellegrini a Sotto il Monte... sembra un secolo fa...
Papa Giovanni XXIII ed il beato Eugenio Bossilkov intercedano per tutti noi in questi tempi bui!

Oggi farò grata memoria dei miei dieci anni a Milano, sulle sponde del naviglio Martesana.
Innanzitutto grazie Signore dei giorni condivisi con i miei confratelli fratel Domenico, padre Giancarlo, padre Felice, padre Nando, padre Giuseppe, padre Francesco, fratel Emilio. Nella quotidianità con loro, la mia famiglia, sono cresciuto ed ho imparato un po' ad essere consacrato e sacerdote a servizio delle persone.
Grazie Signore per gli altri sacerdoti, religiosi e religiose conosciuti in questi anni, con cui ho collaborato, per tutti i momenti condivisi insieme.
Grazie per ogni persona, ogni parrocchiano, per i ragazzi, i giovani, gli adulti, gli anziani, incontrati in questi dieci anni ambrosiani. Ognuno di loro è stato un grande dono. Spero di essere stato, almeno per alcuni, un segno del Tuo Regno. E chiedo perdono, se con le mie parole, le mie scelte, il mio stile, ho ferito qualcuno.
Riguardo ogni tanto i bollettini parrocchiali e le foto di questi dieci anni: le pagine della mia e delle nostre vite sono davvero piene!

Oggi farò anche grata memoria dei miei dieci anni a Belene, sulle sponde del bel Danubio blu.
Dieci anni davvero intensi, pieni di sorprese, esperienze e realtà mai immaginate prima.
Anche per questi dieci interessanti anni in Bulgaria dico grazie al Signore, che se mi ha spedito qui, avrà avuto le sue buone ragioni (mica sempre parla dritto e chiaro come a Giona o Maria o Zaccaria: a volte è un po' vaghetto, come con Abramo... va', e strada facendo ti farò sapere...).
Ringrazio il Signore per avermi mandato qui, proprio qui a Belene.
Ci sono tanti altri posti nel mondo ed in Bulgaria... ma questa Belene è davvero un posto unico al mondo.
E' la mia Nazareth, dove ogni giorno, giorno dopo giorno, nella vita nascosta di ogni giorno, nella quotidianità dei giorni, scorre come il Danubio il fiume di volti, di gesti e di parole, un fiume decennale di parole, gesti e volti, che ora contemplo dalla riva del mare dei ricordi.
E' il mio Getsemani, un paradiso naturale di bellezza, dove qualche volta ti tocca nella solitudine sudare lacrime di sangue, dove mica è semplice capire qual'è la Tua volontà, mio caro Signore.
Dieci anni fa ho tentennato. Ho rifiutato due volte il calice che mi veniva offerto: essere pastore e padre di una comunità moribonda e rettore di un santuario vuoto e senza pellegrini...
ma la terza volta ho detto sì. Mica sono la Madonna io, che accetto al primo colpo. Son più simile a Giona... Scusami la mia lentezza nel capire ed accogliere la Tua Volontà!
E mi hai fatto vedere, Capo, qual'era e qual è la Tua Volontà: portare un po' di vita, di vivacità, di resurrezione in questo mortuorio, vitalizzare, rivitalizzare, far palpitare questo Santuario che custodisce una goccia del tuo servo Eugenio ed un mare di lacrime dei crocifissi del passato.

Ci ho provato, in questi dieci anni, a vivacizzare questa comunità e questo luogo.
Fino a tre anni fa con entusiasmo, energia, creatività: per compiere la Tua Volontà, ed offrirti una comunità cristiana, una sposa viva, vivace e feconda, ed un luogo di ponti, di incontro e di memoria.
Da tre anni in qua senza entusiasmo, per inerzia, un po' amareggiato e deluso.
Ti chiedo perdono, per la mia ignavia, per le mie paure, per i compromessi al ribasso.
Per aver cercato il quieto vivere e la tranquillità, e non di compiere la Tua volontà.

Ed ora siamo qui, sono qui in questa apnea, in questo crinale del tempo,
dove tutto è sospeso, dove tutto diventa incerto, dove la nebbia e la notte calano.
Quanto resta della notte? Fino a quando, Signore?
Dove dobbiamo andare? Cosa dobbiamo costruire? Che direzione prendere, nella nebbia?
Qual'è la Tua Volontà per me, per la Tua comunità di Belene?
Mostrami, Signore, la Tua via, insegnami i Tuoi sentieri.
Rallegra la vita del Tuo servo, tieni unito il mio cuore,
dona al Tuo servo la Tua Forza, dammi un segno della Tua bontà.


Eccomi qui. Venti anni dopo, mi stendo ancora in terra, sulla nuda terra, davanti a Te, mio Signore.
E, con timore e tremore, ma sinceramente, con tutto il cuore, con tutta la mia libertà,
balbettando ed un po' senza fiato, ripeto quelle parole, quelle parole che diventano carne,
e mi consegno di nuovo nelle Tue mani, ai Tuoi sogni, alla Tua volontà:
"Eccomi, al tuo servizio Signore! Si compia in me la Tua Parola".
Porta a compimento, Signore, la Tua opera.

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