Ormai da quasi dieci anni ho un po' le mani in pasta nelle questioni riguardanti la memoria dei martiri del XX secolo.
L'8 settembre del 2012 infatti la Chiesa Cattolica affidò a me, un bergamasco passionista di mezza età, per custodirlo e coltivarlo, questo piccolo angolo di mondo chiamato Bèlene, un angolo di mondo che comprende una piccola comunità cristiana, l'unico santuario in Bulgaria dedicato ad un martire del XX secolo (il belenciano Eugenio Bossilkov, innocente fucilato nel 1952) ed i resti, quasi del tutto abbandonati, del più grande e duraturo GuLag del passato regime comunista. Quanto detto e fatto, vissuto e tentato in questi anni, ormai è parte della storia, che magari un giorno qualcuno scriverà.
Ora, non mi reputo un esperto di memoria dal punto di vista accademico scientifico... ma un po' esperto, nel senso che ho accumulato una discreta esperienza, questo me lo concederete: libri, incontri, visite, eventi... un cumulo di esperienza che mi ha arricchito enormemente, un bagaglio di informazioni, idee, riflessioni, volti, esperienze che ovviamente ha formato la mia attuale forma mentis, la mia scala di valori, addirittura i palpiti del mio cuore.
Ed appunto il mio cuore ieri ha palpitato di nuovo (confesso che negli ultimi anni si era spalpitato abbastanza...): con gioia, stupore e pure un briciolo di entusiasmo ho letto, attentamente e più volte, le parole di uno sconosciuto vescovo ucraino e, confesso, alla fine ho pure detto ad alta voce:
"Ma allora...
fare una grata, seria e feconda
memoria della passione dei poveri cristi... è possibile"!
L'ho detto ieri nella stanza vuota dove mi trovavo, lo ridico oggi scrivendolo qui, sperando che qualcuno dello sparuto gruppo di lettori di cosebulgare... abbia pure lui qualche palpitio di cuore.
Il cuore mi è palpitato perchè, in questi anni, la fatica più grande nel campo della memoria non è stato scontrarsi col muro di gomma dell'indifferenza e della dimenticanza, che sono la malattia più diffusa, ma guaribile con forti dosi di interesse ed esperienza; e neppure urtarsi con la comprensibile allergia ideologica di alcune mummie vetero comuniste, tetragone a qualsiasi accenno ai passati crimini; no, la fatica più grande nel lavoro della memoria è stata quella interna alla Chiesa, in concreto alla Chiesa bulgara (sia sul versante cattolico, che su quello ortodosso).
Ora, non faccio nomi e cognomi, perchè non è solo questione di persone: è questione di stile, di ecclesiologia, di mentalità, di visioni religiose e di pratiche pastorali. E, confesso, l'attuale posizione della Chiesa e delle chiese cristiane in Bulgaria, nei riguardi della memoria dei martiri e delle vittime innocenti del XX secolo... è un po' deludente.
Manca una corretta lettura ed inquadratura della realtà, che dovrebbe derivare da un serio lavoro di studio storico sul passato. Al di là delle vicende personali di ognuno, che magari conservano un approccio emozionale al passato, manca un serio, continuato, produttivo lavoro storico: è curioso ed indicativo che le uniche due biografie del gigante bulgaro Eugenio Bossilkov... siano traduzioni di due autori italiani; così come la recente edizione bulgara della vita dei martiri Pavel, Kamen e Josafat... sia una traduzione di un autore francese. Ma... i bulgari... studiano, ricercano, riflettono sui loro martiri?!?
E poi... la Chiesa cattolica in Bulgaria... come vive la memoria di tutti i martiri e le vittime innocenti del XX secolo? Come partecipa alle commemorazioni pubbliche, cosa propone per la giornata dell'Olocausto, del Genocidio Armeno, dell'Holomodor? Poco, molto poco, praticamente niente.
Se poi diamo uno sguardo a come la Chiesa Ortodossa vive il rapporto coi bulgari martiri e vittime innocenti del XX secolo (la maggioranza dei quali... cristiani ortodossi). Un pochino più vivaci nel campo della memoria sono i fratelli delle Chiese riformate...
E quindi, in questa leggermente sconsolante situazione della memoria in Bulgaria, come non poteva palpitarmi il cuore ieri, sentendo quanto questo vescovo ucraino dice alle sue pecorelle ucraine?!? Riporto alcune parole, papali papali, dell'articolo pubblicato ieri:
Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk,
Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina,
ha invitato i fedeli a sostenere la costruzione del Memoriale dell’Holodomor a Kyiv,
un museo che vuole ricordare uno dei più grandi genocidi ignorati dalla storia,
ovvero lo sterminio per fame degli ucraini ad opera del regime sovietico di Stalin.
Già questo incipit meriterebbe lunghe riflessioni...
Innanzitutto mi pare evidente l'uscita definitiva da un (vecchio e stantito) approccio devozionale al culto di un martire, magari del mio martire, relegato magari nella mia chiesetta con le mie immaginette... e l'approdo ad una visione ampia di memoria della passione di tutti i martiri e gli innocenti, tra cui ci sono anche i miei.
E questa memoria non si fa davanti ad un altarino in un a chiesa, ma con gli strumenti comuni a tutti coloro che fanno seriamente memoria, in modo laico, civile e democratico: un memoriale, un museo, studio, documenti, esperienze, etc.
E questa grata memoria si fa per ricordare e superare l'ignoranza, la dimenticanza (pure categorie passiologiche paulocruciane, su cui ogni passionista dovrebbe esser ben ferrato...).
Da ultimo, il monsignore non solo fa un fervorino irenico sul valore del martirio, ma invita concretamente (par più bergamasco, che ucraino!) a "far su" un museo memoriale, e a tirar fuori i soldini per questa causa. Più concreto di così...
L'articolo poi continua così:
“Custodite - ha detto Sua Beatitudine Shevchuk - la memoria delle vittime dell’Holodomor nelle vostre comunità.
Possano tutte le parrocchie, i sacerdoti e i fedeli della nostra Chiesa con le loro donazioni sostenere la costruzione del Memoriale dell’Holodomor a Kyiv. Questo contributo sarà un chiaro segno di amore verso il nostro popolo e la nostra terra natale”.
Interessante, molto interessante poi, che la memoria delle vittime (di tutte le vittime, non solo delle nostre) va custodita in tutte e da tutte le comunità cristiane. Non è quindi compito di un santuario o del suo rettore o di qualche volenteroso illuminato. No: tutte le comunità e le comunità intere hanno come compito, come lavoro, come comandamento: custodite la memoria delle vittime! Non è mica una cosa facoltativa... Come, quando, quanto... questo è lasciato alla creatività e alla fantasia dei singoli. Ma va fatta, questa benedetta memoria.
La partecipazione poi concreta (con concrete donazioni di soldi, ma non solo) è un segno di amore verso il popolo e la patria: stupendo! Non si fa grata memoria per motivi ideologici... ma per amore. Se amo la mia terra ed il mio popolo... non posso non fare memoria, concreta, reale, oggettiva memoria dei miei fratelli e delle mie sorelle, dei poveri cristi crocifissi sulla terra che calpesto.
Durante la presentazione del rapporto, il Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina ha ricordato che il clero ha sempre illuminato la strada delle persone. Per questo, anche oggi il clero è chiamato a “conservare la memoria del nostro passato, in modo che il nostro futuro non ripeta gli errori dell’umanità e non vengano versate le lacrime di persone affamate, impotenti e assetate”.
Il clero, i pastori... hanno un compito chiaro e distinto, anche di alto spessore civile: sono chiamati ad illuminare la strada delle persone. Un compito educativo rivolto non solo ai quattro gatti che ancora vengono in chiesa... ma un compito educativo e profetico verso tutta la società civile. Per il bene di tutto il popolo, di tutta la società, non solo dei miei o dei devoti.
Sua Beatitudine Shevchuk ha dunque chiesto ai sacerdoti di ricordare l’Holodomor, di parlarne “ai fedeli affidati alla vostra cura pastorale” e di “insegnare alle persone a ricordare il loro passato e a prendersi cura della nostra storia. Solo insieme, uniti attorno a questa importante causa, saremo in grado di completarla nel modo dovuto".
Tutti i preti devono PARLARE, non solo, ma anche INSEGNARE A RICORDARE, il che presuppone studio, organizzazione, sistematicità, continui interventi... ed INSEGNARE A PRENDERSI CURA, quindi non solo informazioni e nozioni, ma una cura ed una dedizione fisica, concreta, oggettiva.
E poi... UNITI. Per portare a compimento questa opera.
Che è l'esatto contrario di disuniti, in ordine sparso, remarsi contro...
Il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina ha quindi invitato il clero a raccontare di questo progetto a tutto il mondo, in vari modi disponibili. È importante che queste informazioni siano diffuse nelle Chiese e sui mezzi di comunicazione.
Sogno o son desto? Sogno... sogno che tutti i preti cattolici bulgari raccontino a tutto il mondo, nelle chiese e su internet ed in televisione... del progetto di un museo ed un memoriale a Belene in onore di tutte le vittime del XX secolo... Sì, dev'essere un sogno: infatti qui si parla di Ucraina, non di Bulgaria... purtroppo.
Il Memoriale non raccoglierà solo informazioni sulle vittime dell’Holodomor, ma diventerà un centro di ricerca e di studio dedicato a questo orribile genocidio, e sarà anche un centro di memoria e di preghiera.
Questo vescovo è troppo avanti!
Ha capito che un Memoriale non è solo una lapide, o una cappellina, o un cartello...
E ha capito (come tanti altri nella Chiesa... ma non tutti) che il ruolo della Chiesa nella memoria è essenziale, fondamentale, addirittura comando divino: "Ricorda, Israele!". La Chiesa non può non immischiarsi, anzi deve fare memoria! Insieme agli altri, con gli altri, per gli altri e per tutti,
Un Memoriale è un Luogo della Memoria: dove c'è una parte museale e documentale (museo, archivio, oggetti, muri, etc.). ma soprattutto ci sono le persone, che ricercano e studiano, che raccontano ed ascoltano, che riflettono, ricordano e pregano.
Un memoriale è un'esperienza, l'esperienza di una grata, seria e feconda memoria della passione dei poveri cristi.
E fare questa esperienza è possibile:
è possibile alle Fosse Ardeatine e a Fossoli,
è possibile a Jasenovach, Nish e Scutari,
è possibile a Dachau, Aushcwitz e alle isole Solovki,
è possibile a Sighet, a Erevan e Goli Otok.
E' possibile a Kiev.
Fare memoria della passione è possibile in ogni Golghota del mondo.
E perchè non può essere possibile anche in Bulgaria,
anche a Belene, il Calvario bulgaro?
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