Eh, sì… non c’è nulla da fare: quando scappa, scappa!
L’importante però è poi… riacciuffarla: altrimenti son tragedie.
“Mi scappa la Pupù!”, esclamò all’improvviso, senza
preavviso, la piccola Lulù.
“Oddio, no! Tienila, tienila… ti prego!”, esclamò
terrorizzato papà Diego.
“No! No! Piccola, nooooo! Tienila forte, ti supplico”,
aggiunse prima di esser colta da una crisi isterica la mamma Nico.
“Mi scappa la Pupù!!!”, ripetè la piccola Lulù.
Il terrore piombò improvviso e travolse i due
sconvolti genitori, che mai e poi mai si sarebbero aspettati che oggi, proprio
oggi, dopo quattro anni, proprio il mercoledì delle ceneri come allora, si
ripetesse la stessa, identica, precisa, tragedia.
Allora, quattro anni fa… a Lulù era scappata
la Pipì.
E fu una catastrofica catastrofe.
Che è rimasta scolpita ed indelebile nella memoria
collettiva di tutti.
Ora, dopo quattro anni… a Lulù stava scappando la
Pupù.
E all’orizzonte si profilava un vero cataclismevole
cataclisma.
Che avrebbe sconvolto la vita e l’esistenza di
nuovo di tutti.
E così all’unisono, in ginocchio, imploranti,
afferrando ognuno una mano della loro piccola Lulù, la supplicarono:
“No! No! No e poi no! Tienila! Tienila, ti
preghiamo!”.
Nell’universo calò un silenzio frastornante, per qualche
secondo.
Finchè la vocina della piccola Lulù ruppe questo
iato cosmico:
“Mamma… Papà… la Pupù… è scappata”.
(E qui, tu, o gentil mio italico lettore, che
ovviamente non sei di Belene come noi, e non conosci le cose di Belene come
noi, certamente ti starai crucciando: “Che mai c’è di così sconvolgente nel
fatto che ad una pargola scappi la Pupù o la Pipì?!? E’ una cosa così normale e
quotidiana! Certo che voi a Belene siete tutti un po’ strani… farvi sconvolgere
la vita da una cagatella o da una pisciatella…”.
E qui, tu, o lettor italico mio gentil, dovresti
umilmente far un passo indietro, perché stai andando completamente fuori strada!
Eh, sì, perché condizionato dal tuo bek graund
musicale (chi, in Italia, non ha mai cantato: “Mi scappa la pipì… mi scappa la
pipì, papà!”?!?), tu subito ti sei messo a pensare alle produzioni liquide o
solide di un essere umano, commettendo il famoso qui pro qui, prendendo
lucciole per lanterne o fischi per fiaschi… e magari coltivando in te il
subdolo pensiero travisante che il qui presente scrittore è un volgar prosatore
di deiezioni da gabinetto…
Quindi, onde tu non proseguisca per Roma
dimenticando la toma… sappi che qui a Belene nessuno conosce la canzone “Mi
scappa la Pipì!”, mentre…)
… tutti sanno che la Pipì era la gattina che Diego
e Nico, due bravissimi genitori, avevano regalato alla loro piccola Lulù per il
suo settimo compleanno.
E la piccola Lulù, ricevendola, aveva provato una
gioia immensa, piena, profonda, superlativa, eccezionale. Solo che, dopo
qualche giorno… la piccola gattina Pipì era scappata, e la piccola Lulù aveva
cominciato a piangere, disperata, sconsolata, derelitta. E nessuno riusciva a
consolarla e farla smettere. Ed allora Diego e Nico cominciarono a ricercare la
Pipì, e non trovandola chiesero aiuto anche ai vicini. Ma dopo due giorni di
ricerche, nulla da fare.
E la piccola Lulù si disperava, e si contorceva dal
doloro per la Pipì scappata.
Tutta la popolazione allora si mise a cercarla,
negli orti e nei giardini, in cima alle piante, sui tetti e nelle cantine. I
sommozzatori scandagliarono il Danubio, i cacciatori perlustrarono l’isola, i soldati
della caserma setacciarono i boschi. Ma nulla, nulla, nulla. La Pipì era
scomparsa. Puf! Volatilizzata.
E così, dopo sei mesi di disperate ricerche, che
sconvolsero non poco la vita di tutti a Belene, Nico e Diego dissero alla loro
piccola piangente e addolorata Lulù:
“Cara… ascolta. La Pipì… non c’è più. Ormai è
scappata, scappata lontano… e probabilmente mai più tornerà. E, se ti può
consolare… non ti scapperà mai più, visto che non c’è più ed è già scappata. Comunque…
Fattene una ragione: la vita va avanti. Noi e la popolazione tutta abbiamo
fatto quanto era in nostro potere per ritrovarla… ma non possiamo continuare
così, a disperarci continuamente per quello che è successo. Per cui, coraggio,
accetta quel che è successo, e andiamo avanti”.
Lulù, con gli occhioni rossi bordò per i sei mesi
di pianto interrotto, li fissò un po’ stralunata in faccia e rispose loro:
“Ma che cavolo di scemenze state a dire?!?!”.
E si rinchiuse di nuovo nel suo doloroso broncio.
Fu allora che accadde il miracolo: la nonna di
Lulù, baba Deshka, capitò a fagiuolo, con un pacchettino tra le mani, e disse
ammiccando:
“Dov’è la mia piccola Lulù?!? Dov’è? Eccoti! C’ho
qui un regalino per te!”.
La Lulù non è che fosse poi così entusiasta… ma appartenendo
pur sempre alla categoria “bambino”, prese con curiosità quel regalino. E…
E lo aprì. E dalla scatola saltò fuori un bel
gattino con il suo bel musino.
E la nonna Deshka le disse: “Questo gattino magico è
per te, Lulù cara! Si chiama Pupù, e d’ora in poi a lui ci penserai tu!”.
E mentre diceva queste mitiche parole, che posero
fine alla tragedia della Pipì scappata nel mercoledì delle ceneri del 2017… il gattino
Pupù si mise a giocherellare con la riluttante Lulù, riuscendole magicamente a
strapparle un sorriso, dopo sei mesi di lacrime e straziante dolore.
E per i quattro anni successivi Lulù e Pupù,
inseparabili, vissero in gioia e pace perfetta. Fino ad oggi, casualmente
ancora mercoledì delle ceneri, quando la piccola Lulù, senza preavviso, all’improvviso
esclamò:
“Mi scappa la Pupù!... La Pupù è scappata!”.
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