8 maggio 2019

Grazie, Francesco!

Tutto in uno sguardo: grazie!
Grazie, Francesco!
Grazie per aver visitato la nostra terra bulgara, portando un po' di pace.
Parlando parole di pace, dove molti farneticano parole di odio. Come dappertutto, purtroppo.
Facendo gesti di pace, dove molti fanno gesti di odio. Come dappertutto, purtroppo.
Seminando semi, o come preferisci tu, innescando e favorendo processi.
I tuoi piedi, pellegrini, hanno calpestato i pavè gialli dei Grandi, della Capitale,
e hanno calpestato un po' anche la nostra provincia di gente normale, i piccoli della storia.
I tuoi passi sono andati verso i malati e la gente comune e le persone che cercano pace.
Dovunque hai lasciato un sorriso, la carezza del Papa, una parola dolce, ma chiara.
Ci sarebbero tante cose da dire, ma ora è tempo di lasciar decantare emozioni e suoni,
per poi raccogliere il seme buono da te sparso nella nostra terra.
E poi ripercorrere i tuoi passi, ed andare là dove magari non vogliamo andare...
Perchè anche i tuoi passi ricalcano i passi di un Altro.
Ed anch'io ti chiedo: Quo vadis, Petre? Come tu lo chiedi a Lui: Quo vadis, Domine?
Ma la domanda vera è: dove devo andare io? Dove dirigere i miei passi?



Ma questa sera voglio semplicemente dirti grazie.

Grazie per aver sostato davanti a me e alla mia comunità cristiana,
che porta le cicatrici della sua unica e particolare storia,
ma proprio per questo è bella e cara, e amata.
Scusa se ero un po' più in alto di te, e ti ho parlato dall'alto al basso,
ma come il buon Zaccheo son salito in piedi sul banco,
per paura di non poterti vedere passare...
E' stata davvero una lunga corsa salire su quest'albero...

E ti sei fermato.
Grazie per aver accolto le rose più belle fiorite dalle spine della nostra terra,
rose rosse come il sangue vivo,
petali strappati come pane spezzato,
Evgenii, Pavel, Kamen e Josafat,
testimoni della Risurrezione.
Grazie per la tua stretta di mano forte come la pietra, e tenera come una madre.
Grazie per il tuo sguardo sorridente, e per l'incoraggiamento a sperare senza brontolare,
per continuare con coraggio a lavorare, fiduciosi e senza pessimismo.
Grazie, Francesco.
Qualche volta tocca a Paolo ricordare a Pietro le cose importanti...
E te lo ripeto di nuovo: Bèlene ti aspetta, Pietro.
Probabilmente non ci sarò più io, quando un Papa calpesterà questa terra unica e speciale.
Ma non importa questo.
Questa terra, impastata di lacrime e sangue, questo Calvario del XX secolo, resta qui, e ti aspetta.
Perchè i pontefici devono fare i ponti... e qui c'è un ponte da finire.
Il ponte della memoria.


Papa Francesco accoglie da p. Paolo Cortesi e dai giovani di Belene l'icona dei martiri bulgari: Beato Eugenio Bossilkov, beato Pavel Gigiov, beato Kamen Vicev, beato Josafat Shishkov.
Dietro l'icona abbiamo messo questa dedica: LE ROSE PIU' BELLE DELLA BULGARIA PER TE, FRANCESCO.DALLA COMUNITA' CATTOLICA DI BELENE, CON AFFETTO.Ho detto al Papa: "Francesco, eccoti le rose più belle della Bulgaria, come hai detto anche tu ieri al Santo Sinodo. Le rose fiorite dalle spine del XX secolo".
Il Papa mi ha chiesto: "Ma sono per me???"
Io ho risposto: "Certo! E' il regalo della comunità di Belene per te!"
Papa Francesco allora, stringendomi la mano e guardandomi sorridente negli occhi mi ha detto: "Grazie, padre Paolo! Continua con coraggio, senza pessimismo, e con audacia!"







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