10 maggio 2019

Consigli francescani per Grandi e piccini

Papa Francesco ed il Presidente della Bulgaria, Rumen Radev.
Passata l'attesa, le emozioni e la fatica della Visita apostolica di papa Francesco in Bulgaria, ora che si sono decantate le acque, vorrei, un po' alla volta, riprendere in mano quanto detto e fatto da Francesco. E da questi gesti e parole intimamente connessi individuare quelle che possono essere le direzioni, i percorsi, i processi da seguire e stimolare nei prossimi anni.
I testi integrali sono presi dal sito ufficiale del Vaticano; i commenti in rosso sono miei, ovviamente.
Cominciamo quindi dal primo incontro ufficiale, quello con le Autorità, la società civile ed il corpo diplomatico. Non è una predica, ovviamente, ma un discorso, un colloquio con coloro che tengono le redini di questo paese, coloro che guidano i processi, le persone che pubblicamente lavorano per il bene comune.
Francesco li ha incontrati nella centrale piazza Atanas Burov, domenica 5 maggio 2019.

"Signor Presidente, Signor Primo Ministro,
Illustri Membri del Corpo Diplomatico, Distinte Autorità,
Rappresentanti delle varie Confessioni religiose,
Cari fratelli e sorelle,
Christos vozkrese!
Sono lieto di trovarmi in Bulgaria, luogo d’incontro tra molteplici culture e civiltà, ponte tra l’Europa dell’est e quella del sud, porta aperta sul vicino oriente; una terra in cui affondano antiche radici cristiane, che alimentano la vocazione a favorire l’incontro sia nella regione sia nella comunità internazionale. Qui la diversità, nel rispetto delle specifiche peculiarità, è vista come un’opportunità, una ricchezza, e non come motivo di contrasto.


(Confesso che queste prime parole del Papa in Bulgaria mi hanno fatto un po' stupito. Innanzitutto perchè, per chi conosce la storia, i Balcani e la Bulgaria sono stati spesso, nei secoli, terre di scontri tra popoli e civiltà, fin dai tempi dei Greci, dei Traci, dei Macedoni, dei Romani, delle invasioni barbariche - tra cui i pagani Bulgari, che conquistarono questa terra combattendo contro i cristiani di Costantinopoli -, e poi l'Impero Ottomano, le guerre balcaniche, la prima e la seconda guerra mondiale, le guerre nella ex Yugoslavia... ed anche attualmente la Bulgaria come stato non è certo un sostenitore delle porte aperte, piuttosto un paladino dei confini sicuri e blindati... Meditandoci un po' sopra, mi pare che il Papa più che definire un passato od un presente, inviti i Grandi a valutare bene ed investire su quella che è una opportunità, una grande potenzialità strategica della Bulgaria: che non è uno stato isolato chiamato ad isolarsi sempre più, ma un ponte, un luogo di passaggio e di incontro tra le diversità. Il consiglio del Papa è di investire su questa potenzialità. Penso che il Papa sappia bene che non tutti considerano la diversità una ricchezza... però indica la strada di non appiattirsi sulla difesa identitaria, ma di valorizzare le diverse ricchezze).

Saluto cordialmente le Autorità della Repubblica e le ringrazio per l’invito rivoltomi a visitare la Bulgaria. Ringrazio il Signor Presidente per le cortesi espressioni che mi ha indirizzato accogliendomi su questa storica piazza che porta il nome dello statista Atanas Burov, che subì i rigori di un regime che non poteva accettare la libertà di pensiero.

Atanas Burov (1875-1954). 
(Non so quante persone in Italia abbiano mai sentito nominare questo politico bulgaro, che neppure su Wikipedia ha una pagina in italiano... Curiosamente fu Ministro degli Esteri e delle Religioni dal 1926 al 1931, ed ebbe molti contatti col Visitatore mons. Roncalli. Oppositore del regime comunista, passò per diversi campi di concentramento, tra cui il nostro di Belene, e morì in carcere nel 1954. Lo scorso mese di marzo gli è stata dedicata pure una sala a Bruxelles, da parte dell'Europa. Questa è l'unica vittima del regime comunista citata per nome durante tutta la visita papale... per cui mi par giusto ringraziare la provvidenziale scelta di questa piazza per il primo incontro pubblico del Papa. Il regime non solo non accettava le diversità di pensiero rispetto all'ideologia marxista-leninista, ma impediva pure la libertà di azione attraverso tutto il suo sistema repressivo, arrivando alla liquidazione di quelli che considerava reali o potenziali od immaginari nemici del popolo. Accogliere la diversità come una ricchezza... è esattamente l'opposto dell'ideologia comunista e totalitaria)

Invio con deferenza il mio saluto a Sua Santità il Patriarca Neofit – che incontrerò tra poco –, ai Metropoliti e ai Vescovi del Santo Sinodo, e a tutti i fedeli della Chiesa Ortodossa Bulgara. Rivolgo un affettuoso saluto ai Vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e a tutti i membri della Chiesa Cattolica, che vengo a confermare nella fede e ad incoraggiare nel loro quotidiano cammino di vita e testimonianza cristiana.
Porgo il mio cordiale saluto ai cristiani delle altre Comunità ecclesiali, ai membri della Comunità ebraica e ai fedeli dell’Islam...

(Penso che questo saluto di Francesco ai credenti ed ai loro rappresentanti non sia solo una formalità. Innanzitutto ricorda a tutti che le Chiese e le Religioni, con i loro leaders, partecipano alla costruzione ed alla guida della società. Non solo i politici ed i diplomatici governano un popolo, ma anche le guide religiose, i credenti ed i membri della società civile. Se in passato, ai tempi del regime, tutto passava per il Partito ed i suoi chierichetti, nella società democratica europea del XXI secolo la corresponsabilità nella cosa pubblica è partecipata da tutti. Tutti hanno un posto da protagonista nella società, compresi i credenti. Questa mentalità non è scontata, e non è ancora condivisa da tutti da queste parti. Purtroppo è ancora diffusa la mentalità del tipo: "I preti stiano in chiesa ad accendere le candele"... dovuta all'ideologia comunista ed alle restrizioni del passato regime. Quando una chiesa o una confessione religiosa, per esempio, cerca di lavorare nell'istruzione, nella sanità, nella cultura, nel mondo del lavoro... quasi sempre viene o impedita, o guardata con sospetto, o al massimo tollerata come un'intrusione eccezionale).

... e riaffermo con voi «la forte convinzione che i veri insegnamenti delle religioni invitano a restare ancorati ai valori della pace; a sostenere i valori della reciproca conoscenza, della fratellanza umana e della convivenza comune» (Documento sulla fratellanza umana, Abu Dhabi, 4 febbraio 2019). Approfittiamo dell’ospitalità che il popolo bulgaro ci offre affinché ogni religione, chiamata a promuovere armonia e concordia, aiuti la crescita di una cultura e di un ambiente permeati dal pieno rispetto per la persona umana e la sua dignità, instaurando vitali collegamenti fra civiltà, sensibilità e tradizioni diverse e rifiutando ogni violenza e coercizione. In tal modo si sconfiggeranno coloro che cercano con ogni mezzo di manipolarla e strumentalizzarla.

Entriamo qui nel messaggio vero e proprio che Francesco, pellegrino di pace, è venuto a portare in Bulgaria. Son parole indicative, che ovviamente valgono non solo per qui, ma per tutto il mondo, come chiaramente si evince dalla citazione del documento di Abu Dhabi. Innanzitutto i credenti delle varie religioni sono chiamati a costruire la pace, attraverso scelte e gesti concreti.
E questo lavoro di pacificazione, che possono realizzare i credenti, è molto più prezioso che accendere candele o dipingere le uova pasquali. Le comunità religiose ed i singoli credenti sono invitati a lavorare su:
  • Promuovere armonia e concordia: una tessitura spesso silenziosa che, invece di soffiare sul fuoco delle diversità, invece di cercare i propri guadagni, agisce per il bene comune.
  • La reciproca conoscenza: ci si conosce non solo leggendo i libri o affidandosi a vaghi ricordi storici. Ci si conosce incontrandosi, dialogando, vivendo esperienze comuni, dedicandosi tempo...
  • La fratellanza umana: riconoscersi fratelli, membri della stessa famiglia umana, non solo aiuta a vaccinarsi da integralismi e nazionalismi, ma risponde alla nostra vera natura; non esistono razze superiori od inferiori, non esistono classi. Esiste l'uomo, la persona. Creare fraternità, perchè siamo fratelli, figli dello stesso Padre. Questa è la sfida attuale.
  • La convivenza comune: imparare a vivere insieme va nella direzione opposta dell'isolarsi, del rinchiudersi. Vivere insieme non sopportando l'altro o tollerandolo... ma condividere, collaborare, creare, vivere nella stessa casa.
  • Rispetto per la persona umana: ogni persona è degna di rispetto. Chiunque sia. Qualunque cosa abbia fatto. Da qualunque posto venga.
  • Creare collegamenti: costruire ponti, curare le relazioni, creare occasioni di incontro. Che bella sfida! Non basta che in un quadrato del Centro ci siano Cattedrali, Moschee, Sinagoghe e Pagode... occorre collegarle con iniziative comuni, incontri, riempire questa vicinanza fisica con relazioni reali.
  • Rifiuto della violenza: sembra scontato, ma è un lavoro sempre da fare. Liberarci dalla presunzione di essere i migliori o gli unici depositari di tutta la verità. Che genera il desiderio inconfessato che tutti i diversi debbono piegarsi e sottomettersi alla mia visione ed al mio credo. Rifiutare la violenza per creare una cultura della tenerezza, della gentilezza, del sorriso.
Interessante che poi il Papa ricordi che tutto questo è una lotta contro chi tenta di manipolare e strumentalizzare. Perchè purtroppo c'è chi (a partire dal Maligno e dai suoi accoliti) invece semina zizzania, crea divisioni, manipola, strumentalizza, anche le realtà più belle. Abbiamo ben tutti presente la realtà del male, che si infiltra e rovina anche le realtà più belle. Costruire pace è una sfida, e mica tutti son d'accordo...


Il Visitatore Angelo G. Roncalli insieme al Re Boris III,
in visita a Cirpan dopo il terremoto del 1928.
La mia visita odierna intende idealmente riallacciarsi a quella compiuta da San Giovanni Paolo II nel maggio 2002 e si svolge nel grato ricordo della presenza a Sofia, per circa un decennio, dell’allora Delegato Apostolico Mons. Angelo Giuseppe Roncalli. Questi portò sempre nel cuore sentimenti di gratitudine e di profonda stima per la vostra Nazione, al punto da affermare che, dovunque si fosse recato, la sua casa vi sarebbe stata sempre aperta, senza bisogno di dire se cattolico o ortodosso, ma solo: fratello di Bulgaria (cfr Omelia, 25 dicembre 1934). San Giovanni XXIII lavorò instancabilmente per promuovere la fraterna collaborazione tra tutti i cristiani e con il Concilio Vaticano II, da lui convocato e presieduto nella sua prima fase, diede grande impulso e incisività allo sviluppo dei rapporti ecumenici.

Penso che non sia il caso di soffermarci qui su queste due persone (questi due Papi) e sul loro legame con la Bulgaria. Tra le tante cose, Francesco sottolinea la fraterna collaborazione fra cristiani, realtà a cui hanno dato impulso questi due Santi. 

È sulla scia di questi provvidenziali avvenimenti che, a partire dal 1968 – dunque da ormai cinquant’anni – una Delegazione ufficiale bulgara, composta dalle più alte Autorità civili ed ecclesiastiche, compie ogni anno una visita in Vaticano in occasione della festa dei Santi Cirillo e Metodio. Essi evangelizzarono i popoli slavi e furono all’origine dello sviluppo della loro lingua e cultura e soprattutto di abbondanti e duraturi frutti di testimonianza cristiana e di santità.
Siano benedetti i Santi Cirillo e Metodio, compatroni d’Europa, che con le loro preghiere, il loro ingegno e la loro concorde fatica apostolica ci sono di esempio e rimangono, a distanza di più di un millennio, ispiratori di dialogo fecondo, di armonia, di incontro fraterno tra le Chiese, gli Stati e i popoli! Possa il loro fulgido esempio suscitare numerosi imitatori anche ai nostri giorni e far sorgere nuovi percorsi di pace e di concordia!

L'importanza di Cirillo e Metodio è centrata sull'evangelizzazione. Certo, creare nuovi percorsi di evangelizzazione non fu semplice e pacifico allora (che conflitti, anche dentro la Chiesa, ai loro tempi!) e non lo è nemmeno oggi. Soprattutto in un ambiente ed in istituzioni tendenzialmente conservative come le chiese, custodi della Tradizione e molto amanti delle tradizioni... Fare i Cirilli ed i Metodi non prospetta certo una vita tranquilla... oltre alle fatiche della creatività e del tracciare sentieri nuovi nelle giungle della storia, ogni piccolo cambiamento genera forze uguali e contrarie. Comunque... penso sia bello andare a rileggere, nei prossimi giorni, l'Enciclica di Giovanni Paolo II del 1985 Slavorum apostoli, che si conclude proprio coll'invito a costruire la civiltà dell'amore.

Ora, in questo frangente storico, a trent’anni dalla fine del regime totalitario che ne imprigionava la libertà e le iniziative, la Bulgaria si trova ad affrontare le conseguenze dell’emigrazione, avvenuta negli ultimi decenni, di più di due milioni di suoi concittadini alla ricerca di nuove opportunità di lavoro. Nel medesimo tempo la Bulgaria – come tanti altri Paesi del vecchio continente – deve fare i conti con quello che può essere considerato come un nuovo inverno: quello demografico, che è sceso come una cortina di gelo su tanta parte dell’Europa, conseguenza di una diminuzione di fiducia verso il futuro. Il calo delle nascite, dunque, sommandosi all’intenso flusso migratorio, ha comportato lo spopolamento e l’abbandono di tanti villaggi e città. Inoltre, la Bulgaria si trova a confrontarsi con il fenomeno di coloro che cercano di fare ingresso all’interno dei suoi confini, per sfuggire a guerre e conflitti o alla miseria, e tentano di raggiungere in ogni modo le aree più ricche del continente europeo, per trovare nuove opportunità di esistenza o semplicemente un rifugio sicuro.

Un'immagine abituale nella provincia bulgara...
Il Papa ora indica delle sfide concrete, realtà negative e ferite aperte, dove la Bulgaria (cioè le Istituzioni Pubbliche, ma anche le Religioni e la Società Civile) è libera di agire e di prendere l'iniziativa. Ci sono queste sfide, che chiedono di agire, chiedono iniziative concrete. Non basta lamentarsi. Non basta restare in poltrona a fare gli spettatori. Nella libertà e nel rispetto delle leggi, si deve agire. Tutti dobbiamo agire. E le sfide indicate da Francesco sono 4:
  • EMIGRAZIONE: i primi migranti sono i bulgari. Questo non è bello. Essere costretti ad emigrare per mancanza di lavoro. Certamente ogni persona è libera di vivere dove vuole, ma essere costretti a partire non è bello. Decine di migliaia di bulgari emigrano ogni anno.
  • INVERNO DEMOGRAFICO: che devo dire qui? Lo scorso anno abbiamo avuto 150 funerali, 10 battesimi e 0 matrimoni... 
  • SPOPOLAMENTO: anche se non ha visitato la nostra amata provincia... pare che il Papa conosca bene la realtà. Case abbandonate che crollano, scuole chiuse, anziani soli e abbandonati... una depressione generale. Che procede ed avanza.
  • IMMIGRAZIONE: non è un problema vistoso, visto che sono pochissimi gli stranieri che desiderano vivere in Bulgaria (purtroppo). Come però sottolinea il Papa, siamo sulla rotta balcanica, e la Bulgaria è una delle porte dell'Europa. Penso che le due scelte estreme (blindare le porte o spalancarle) siano estremismi deleteri. Si tratta di stare sulla porta, incontrare ed ascoltare chi bussa, garantire umanità, verificare e, nella piena legalità, accogliere chi è degno di essere accolto. L'Europa è piena di case vuote e di culle vuote. C'è posto per tutti. 

Che cosa posso fare io (cittadino, comunità, istituzione, chiesa...) per rallentare l'emigrazione? Per far crescere i bambini? Per abitare la provincia? Per aiutare gli stranieri ad integrarsi?

Signor Presidente,
conosco l’impegno con cui i governanti di questo Paese, da anni, si sforzano di creare le condizioni affinché, soprattutto i giovani, non siano costretti a emigrare. Vorrei incoraggiarvi a continuare su questa strada, a compiere ogni sforzo per promuovere condizioni favorevoli affinché i giovani possano investire le loro fresche energie e programmare il loro futuro personale e familiare, trovando in patria condizioni che permettano una vita degna.

Penso che tutti i Grandi siano contenti per questo incoraggiamento, anche se... vivendo qui, a volte si ha l'impressione che molti favoriscano invece le condizioni per far scappare all'estero i giovani. Si parla tanto di riforme... ma se ne vedono poche. A partire da quella agraria (la Bulgaria ha immensi territori agricoli... ma dominati da latifondisti), passando dalla lotta alla corruzione, all'aumento degli stipendi, etc etc. 

E a voi, che conoscete il dramma dell’emigrazione, mi permetto di suggerire di non chiudere gli occhi, il cuore e la mano – come è nella vostra tradizione – a chi bussa alle vostre porte.

Un passaggio delicato questo, ben sapendo come è la situazione, dominata dalle paure e dalle chiusure. Francesco fa leva sulla tradizione del passato bulgaro, di cui i bulgari vanno molto fieri... ma punzecchia: siete ancora capaci di aprire occhi, cuore e mani come i vostri antenati? Non basta vantarsi... oggi, ascolta il grido dei poveri e vedi; oggi, non indurire il tuo cuore; oggi, apri la mano, come buon samaritano. A chi bussa. Cara Bulgaria, non c'è nessuna armata alle tue frontiere. Non c'è nessun esercito che vuole invaderti. Ci sono persone, disarmate, che bussano. Non aver paura ad aprire, incontrare, proteggere e ad accogliere

Il nostro ponte sul grande fiume Danubio... 
Il vostro Paese si è sempre distinto come un ponte fra est e ovest, capace di favorire l’incontro tra culture, etnie, civiltà e religioni differenti, che da secoli hanno qui convissuto in pace. Lo sviluppo, anche economico e civile, della Bulgaria passa necessariamente attraverso il riconoscimento e la valorizzazione di questa sua specifica caratteristica. Possa questa terra, delimitata dal grande fiume Danubio e dalle sponde del mar Nero, resa fertile dall’umile lavoro di tante generazioni e aperta agli scambi culturali e commerciali, integrata nell’Unione Europea e dai solidi legami con Russia e Turchia, offrire ai suoi figli un futuro di speranza.
Dio benedica la Bulgaria, la conservi pacifica e accogliente e la renda prospera e felice!

In conclusione, spero che tutti quelli che hanno ascoltato questo discorso lo abbiano accolto per quello che è, cioè un invito, da parte di un uomo di Dio, a lavorare insieme per rendere felice, prospera, accogliente e pacifica la Bulgaria.
Lavorando ognuno, nel proprio ambito, per questo bene comune.
Certo, io e la comunità cattolica di Belene a me affidata cercheremo di fare del nostro meglio.
Che cosa possiamo fare per contrastare l'emigrazione da Belene?
Che cosa possiamo fare per far nascere bambini e sostenere i genitori a Belene?
Che cosa possiamo fare per far crescere la popolazione di Belene?
Che cosa possiamo fare per accogliere, sostenere, integrare migranti e rifugiati a Belene?
Che cosa possiamo fare per rendere felice, prospera, accogliente e pacifica la nostra amata Belene?
Che cosa possiamo fare per costruire ponti a Belene?
Quali gesti concreti, quali semi di speranza gettare in questa periferia della Bulgaria?

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