2 novembre 2020

Campa cavallo, che l'erba cresce!


Il Regno dei Cieli è simile a quella volta che il re di Belene dovette partire per una guerra lontana, insieme ai suoi prodi cavalieri. 

Prima di partire, come al solito, contattò la ditta di giardinaggio “Passiflora Garden”, la quale ormai da secoli si occupava dei giardini del Regno, famosi in tutto l’universo, un vero paradiso terrestre. 

Parlando col Direttore Generale, re Pollice Verde concluse: “Allora, siam d’accordo, neh?! Mi raccomando: al mio ritorno, previsto verso settembre, deve essere tutto pulito, fiorito, e soprattutto bello, per festeggiare col popolo la sicura vittoria! Eccole un piccolo anticipo di 500 milioni di euro.”. 

Il Direttore Generale della Passiflora Garden, inchinandosi di fronte alla Sua Maestà, assicurò: “Maestà! Grazie! Grazie per la sua fiducia e generosità! Sarà fatto! Manderemo, come al solito, i nostri migliori uomini!”. 

Ed il Re partì. 

E la Passiflora Garden, dopo aver intascato la modesta somma, mandò il suo più migliore giardiniere, cioè il bergamasco Otello Rastrello. 

Il quale bergamasco, appena messo piede nei Giardini del Re, prese il cellulare e fece un colpo di telefono al Direttore Generale: 

“Ehi, capo… ma qui il lavoro da fare è immenso… erba, siepi, piante, fiori, laghetti, isole… sono centinaia di ettari… mica ce la posso fare da solo! Non è che puoi mandarmi due o tre aiutanti?”. 

E quello, gentilmente rispose: “Eh, mio caro e bello Otello! Lo sai che hai proprio ragione? Ma al momento son tutti occupati… appena trovo qualcuno, te lo mando di sicuro! Abbi pazienza qualche giorno. Tu intanto comincia…”. 

“Va bene, Capo!”, rispose il fiducioso Otello. 

E, tiratosi su le maniche, da buon bergamasco, Otello si mise all’opera, cominciando a ripulire il giardino intorno alla reggia. E presto fu sera. 

Il giorno dopo Otello chiamò di nuovo il Capo, per vedere se arrivavano rinforzi, ma quello rispose aleatorio: “Beh… sì… ma… presto… vedi un po’ se trovi qualcuno del posto che ti aiuti…”. 

“Beh, Capo, a dire il vero ho già provveduto ieri a chiedere in giro… qui ci son molti disoccupati… ma non c’è nessun volontario… tutti vogliono soldi… non è che mi mandate un bonifico? Così ne assumo qualcuno…”. 

“Bonifico? Mi piacerebbe tanto… ma con la crisi economica che c’è… la nostra ditta potrebbe fallire…”. 

“Fallire?!? – disse incredulo Otello – Ma se abbiamo appena incassato i 500 milioni di euri del Re!?!”. 

“Beh… avevamo incassato. Ora li abbiamo investiti per il futuro, in qualche palazzo di Londra… dobbiamo essere previdenti. Va bene, ora. Continua a lavorare, vedrai che presto ti mandiamo qualche collaboratore”. 

E fu così che per il secondo giorno Otello sgobbò tutto solo, e fu così anche per il terzo, il quarto, il quinto ed il sesto, praticamente tutta la settimana. Ed ogni giorno le stesse promesse dal Capo… ma mai nessuno in vista per collaborare. 

Intanto le piante e l’erba crescevano, crescevano, crescevano. Ed il povero Otello si faceva in quattro per compiere la volontà del Re e la missione affidatagli dalla sua ditta. 

Finalmente, al settimo giorno, arrivarono tre colleghi della ditta Passiflora Garden. 

“Alleluia! – esclamò un sorridente Otello – Meglio tardi che mai! Su, andiamo a lavorare! Ci son 78 kilometri di siepi da potare, duemila ettari di erba da tagliare, 7856 alberi da stongiare, e 2 milioni 475 mila fiori da bagnare…”, e fece per andare, ma i suoi colleghi lo fermarono. 

“Fermati Otello! Prima di mettere mano al Giardino del Re, occorre stendere una valutazione ambientale, valutare i costi, e poi scrivere un progetto puntuale di tutti gli interventi necessari…”. 

E fu così che, armati di metro, taccuini e penne, i quattro iniziarono a stendere questo progetto. Otello ogni tanto provava a dir loro che forse era più meglio metter mano agli strumenti e mettersi a zappare, tagliare, potare, bagnare… ma i tre nuovi arrivati eran totalmente sordi alle sue smanie di lavorare, e gli ripetevano: “Smettila! Tu sei inaffidabile! Sei proprio incapace di collaborare! Stattene buono, e continuiamo a mettere giù questa analisi ambientale e questo progetto!”. 

Intanto i giorni e le settimane passavano, e l’erba e le piante crescevano, così come crescevano i fogli del progetto per la manutenzione dei giardini. 

Passarono pure i mesi, ed ormai i giardini erano diventati una giungla impraticabile, con l’erba alta dieci metri, rovi dappertutto, erbacce con tronchi di un metro di diametro, serpenti e ratti a go go. 

Alla fine di agosto i tre colleghi dissero a Otello: “Ehi! Abbiamo finito, finalmente! Che fatica! Bene, noi torniamo dal Capo col progetto, e vediamo di stendere con lui un piano di intervento e finanziamento. Tu resta qui, e riposa un po’, e aspettaci”. 

E se ne andarono. 

E Otello tirò un sospiro di sollievo: 

“Ah! Alleluia! Finalmente di nuovo solo!”. 

Ed invece di riposarsi, come gli avevano consigliato i suoi laboriosi colleghi, si mise a tagliare erba e pulire come un dannato, oltre 18 ore al giorno: per tutti quei mesi aveva sofferto come un cane vedendo i giardini andare in malora. E fedele al motto: “Chi fa da sé, fa per quattro”, si fece davvero in quattro e qualcosina riuscì a pulire. Ma solo qualcosina. 

E quando all’inizio di settembre il Re tornò vincitore dalla guerra, per poco non gli venne un colpo: “Che cos’è questa schifezza? Chi ha ridotto così i miei giardini? Che schifo! Sembra una giungla!”.  

“E’ lui il colpevole!”, dissero tutti in coro, indicando con l’indice il povero Otello. 

Il quale provò ad aprire bocca e a spiegare che la colpa era della Ditta, la quale si era intascata i soldi ed aveva mandato lui solo, e poi tre chiacchieroni perditempo… e che lui si era spaccato la schiena per far qualcosa… ma nessuno lo stette a sentire, nemmeno il Re. 

E così il povero Otello Rastrello, laborioso giovane bergamasco buono come il pane, capro espiatorio dell’incompetenza atavica e della ciarliera fannullaggine altrui, fu gettato a marcire nelle gattabuie del castello, ed il Re diede la cura del suo giardino in appalto ad un’altra ditta, che dopo anni di lavoro riuscì a riportare, alla bell’è meglio, i giardini alla loro originale bellezza. E provò ad adire alle vie legali per farsi ridare i 500 milioni di euri dalla Passiflora Garden… ma era meglio se avesse mandato l’esercito a strinarli giù tutti: la causa infatti è ancora in corso, e forse andrà in appello (son passati solo 4 anni, in fondo...). 

Campa cavallo… che l’erba cresce!

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