20 novembre 2014

Che bello questo popolo che fa memoria!


Al mattino presto, davanti alla porta della Storia:
speriam che venga qualcuno...
La calma è ormai tornata a Belene, e tutto sembra tornato come prima del 15 novembre scorso.
Le solite attività, le solite buche piene di acque, le solite lamentele per la mancanza di lavoro, le solite facce. Sembra che nullo sia successo...
Sembra, perchè adesso siamo dopo il 15 novembre 2014.
Non son un indovino, ma penso che il futuro ci riserverà qualche sorpresa.
Perchè a Belene, sabato scorso, sono accaduti 2 miracoli, miracoli per cui sto pregando da tanto tempo.
E questo sabato novembrino ha segnato uno spartiacque, spero definitivo, tra un prima e un poi
Ci sono ancora tante immagini negli occhi, tante voci nelle orecchie, tante emozioni nel cuore, ma provo a scrivere qualche riga su quello che è accaduto a Belene sabato scorso. Da dove cominciare?
Comincio da un particolare, poi vediamo il tutto.
Io sono un tipo abbastanza razionale e controllato, e non mi è mai capitato prima (son prete da 13 anni) di piangere durante una messa. Eppure sabato mattina ho pianto, per la prima volta in vita mia.
Che dire? Mi sono commosso, pregando il Padre Nostro insieme a quel popolo così strano e variopinto riunito nella chiesa di Belene. C'erano i miei belenciani e tanti ospiti, bulgari e stranieri, cattolici/ortodossi/protestanti, sacerdoti e laici, vescovi e suore, bambini ed anziani, giovani e adulti... tutti riuniti insieme per ricordare e festeggiare i martiri bulgari.
Piangevo, guardando accanto a me un pezzo di camicia da carcerato, macchiato dal sangue del beato Eugenio Bosilkov, pensando al miracolo che stava accadendo. Un miracolo per cui ho pregato tanto in questi due anni.
Ovvio che tutto questo è opera di Dio, attraverso l'intercessione dei suoi Santi e Martiri, e anche un po' di san Papa Giovanni XXIII (che ho molto invocato, col titolo di patrono dei... diplomatici!)

Ortodossi, cattolici, protestanti, e un sorridente Presidente:
una tavola rotonda e gioconda! 
PRIMA: noi e il nostro Eroe
Sono diventato parroco di questa comunità di Belene l'ormai lontano anni luce 8 settembre 2012.
Mi sentivo allora come un piccolo Mosè balbettante (mica si impara d'incanto a parlare il bulgaro e... a guidare una comunità speciale come quella di Belene!). Ma confidando nell'aiuto del buon Dio e dei tanti Aronni attorno... mi son buttato a capofitto in questa impresa.
"Casualmente" (mica ho deciso io di fucilarlo nel 1952...) quell'anno capitò il 60° anniversario dalla morte del martire bulgare Eugenio Bosilkov. Martire nato proprio qui a Belene, dove attualmente c'è un santuario a lui dedicato (l'unico in tutto il mondo), santuario di cui mi son ritrovato ad esserne il rettore.
Fu un anno intenso, pieno di celebrazioni, di incontri, di iniziative, ma...
Ma, non so perchè, pur vivendo allora tante belle esperienze, due tarli mi accompagnarono tutto l'anno.
Il primo tarlo era: "Son tre anni che son qui, e siam sempre noi, i soliti cattolici, le solite facce, a far festa a questo martirie... e tutti gli altri?". (PS: allora non c'era ancora papa Francesco, che ci stressa col dirci di uscire, del non rinchiuderci...)

Quasi 600 persnone in chiesa, che pregano il Padre Nostro
Il secondo tarlo era: "E' bello ricordare questo nostro beato Eugenio come un Super Eroe, ma... e tutti gli altri che son morti o han sofferto con lui?".


(PS: sono un fan di Spiderman, Superman, Thor, Batman e Tex Willer, ma la vita non è un fumetto mitologico...).

L'Impresa era di stanare e stecchire quei due tarli di cui sopra, in sintesi:
coinvolgere tutto il popolo bulgaro (e anche tutti gli altri terrestri, perchè no? Il posto c'è...),
nel ricordo di tutti i propri martiri (e, perchè no? Uno per tutti, tutti per uno!),
facendo diventare Belene un luogo della memoria (un paese scelto a caso, neh, gli altri non si offendano).

Che dire?
E' stato un anno interessante, di letture e incontri, di nuovi amici e qualche scontro, di sorprese e di inciampi, di dialoghi e di silenzi. Magari, quando sarò vecchio, ci scriverò sopra un romanzo autobiografico... Mi son guardato intorno, partendo dalla realtà che c'è, dalle persone che ci sono, dai possibili sentieri da percorrere. Un viaggio affascinante. Senza uscire da Belene, ma entrando dentro Belene, e trovando una ricchezza stupefacente.

Non sto qui ad elencare tutte le persone nuove che ho incontrato... dico solo che ho avuto la gioia di conoscere centinaia di persone serie, intelligenti, curiose, creative desiderose di ricordare e onorare coloro che hanno sofferto o che sono morti ingiustamente durante il triste inverno totalitario.

Un po' di sano orgoglio bergamasco:
secondo voi cosa guardiamo io e il Presidente?
L'unica foto col beato Eugenio e san Giovanni XXIII
E attraverso di loro ho potuto conoscere una marea di gente che non c'è più, ma che che ha popolato questa terra nei decenni scorsi. Molti di loro han pianto e sofferto su questa terra di Belene, e le loro lacrime e il loro sangue ha intriso, consacrandolo per sempre, le nostre strade e le nostre isole.

E così pian pianino, attorno a noi si sono riuniti anche altri, diversi, ma uniti su una realtà fondamentale: il sangue dei martiri e la sofferenza degli innocenti sono un tesoro prezioso nascosto nei campi di Belene. Occorre scavare e lavorare, per estrarlo dai cumuli di dimenticanza che lo ricoprono. E farlo brillare di nuovo, davanti agli occhi di tutti. Perchè tutti dicano, con noi: "Che bello! Che bella questa luce che ha brillato nelle tenebre! Che bello questo volto,segnato dalle spine della banalità del male!"

E così, pian pianino, attorno ad Eugenio si sono radunati Pavel, Kamen, Josafat, Fortunat, Flavian, Boris, Sinforosa, Haralan, Samuil, Petko, Kiril.... e migliaia di altri innocenti che han sofferto o sono morti nelle celle della Sicurezza di Stato e delle prigioni politiche, nelle baracche degli oltre 80 gulag bulgari, spariti nei boschi o giustiziati ovunque.

Se guardo indietro, a questi due anni, mi stupisco immensamente di come il Signore ha tessuto giorni ed ore... fino a qui: speriamo che porti a compimento l'opera bella che Lui ha iniziato.
Come disse il buon Mosè... io non so perchè ha scelto me e mi ha mandato qui a Belene, ma adesso che siamo in ballo, balliamo.

Tra i ruderi del Gulag di Belene,
per oltre un'ora, col Presidente
POI: un popolo e i suoi martiri

Dopo mesi di lavoro e di paziente tessitura, sabato scorso è avvenuto un miracolo.
Per la prima volta, dopo 25 anni anni dal crollo del muro di Berlino, qui a Belene si è riunito il popolo bulgaro, per ricordare tutti i propri martiri e le vittime innocenti del passato regime, facendo diventare questo luogo, per un giorno (per gli altri 364... ci stiamo attrezzando), luogo della memoria.
E' stata una festa, una festa di popolo. Non un raduno di protesta, di lamentela, di rivendicazioni.
Una festa di canti e di applausi, di sorrisi e di incontri. Una bella festa, la festa dei martiri bulgari.
(Va beh, c'è stato anche qualche piccolo problemino dietro le quinte... ma di questo ne saprete meglio nel mio romanzo nella vecchiaia...).
Non sto qui a fare la cronaca della giornata (potete leggerla nei post precedenti: non sono un giornalista...).
Sottolineo solo che l'evento era la "Festa dei martiri bulgari". Qualcuno ha travisato un po' le cose, e ha pensato alla semplice inaugurazione di una statua... ma c'era da aspettarselo: se non si legge tutto il libro, è difficile capire la storia dall'ultima pagina di un romanzo

E adesso? Boh, si vedrà. La nuova alba sbocciata a Belene promette una bella giornata di sole.
Per precauzione ci porteremo l'ombrello... ma è ben chiaro che indietro non si torna.
Comunque... è inverno, il tempo ideale perchè i piccoli semi sotto la neve comincino a metter radici.
Continuo a pregare perchè accada il terzo miracolo: non c'è il due senza il tre!
E vuoi sapere qual è? Aspetta e vedrai!
Come diceva il buon Chesterton: "Il bello dei miracoli... è che accadono. Basta solo aspettare".

Il popolo in cammino, lungo il nuovo viale, dopo la caduta del Muro di Belene.
Questa, tra le migliaia di foto scattate, è una di quelle che mi piace di più. Quello tra me e il Presidente è un arzillo 90enne, sopravvissuto al terribile Gulag di Belene. Più stringere alleanza di così, alla presenza di un testimone...
Da ora in poi Belene sarà, per sempre, luogo della memoria
Il nostro omaggio a questo grande Papa, che ci ha insegnato a non aver paura di varcare le soglie della speranza.


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