17 gennaio 2019

Il martirio che unisce i cristiani

Forse non tutti sanno che il giovane belenciano
Eugenio Bossilkov difese proprio nel gennaio 1931
la sua tesi di dottorato... sull'unità dei cristiani!
E anche quest'anno iniziamo una settimana di preghiera speciale per l'unità tra i cristiani. Anche se vi ho sempre partecipato intensamente, confesso che sempre questa settimana mi provoca un paio di perplessità...
Primo, perchè sembra suggerire che tra i cristiani non ci sia unità. Di solito infatti chiediamo una cosa quando ci manca... Se chiediamo unità, vuol dire che non c'è unione. Basterebbe, secondo me, inserire nel "titolo" un piccolo aggettivo: "Settimana di preghiera per la PIENA unità dei cristiani". Infatti, a partire dal comune battesimo, dalla comune fede in Gesù Cristo, dalla comune Parola di Dio, e da molte altre cosette, noi cristiani siamo già uniti in molte cose, compreso il nome "cristiani". Quindi penso che il fine corretto della comune preghiera (altra cosa in cui siamo uniti) sia quello di chiedere a Dio una crescita, una pienezza di unità.
Secondo, non mi è mai piaciuto il termine "unità", non solo perchè richiama il nome di un noto giornale italiano, ma anche perchè non mi pare ecclesiologicamente adatto. Sarebbe bello usare il più biblico e teologicamente significativo COMUNIONE. E quindi il cammino che sta davanti a tutti noi, battezzati nelle diverse chiese degli uomini ed appartenenti all'unica Chiesa di Cristo, è quello di compiere passi e gesti di comunione. Che essendo una realtà umana (e anche un po' divina), è una realtà viva, che può crescere o diminuire, strapparsi e ricucirsi. Quando siamo in comunione (che non vuol dire uniformità, ma unità nella diversità), proprio allora si vede il volto della Sposa.
Comunque, l'importante è pregare in questa settimana (e anche in tutti i restanti giorni dell'anno), perchè una piena e viva comunione tra di noi è possibile solo attraverso l'azione di Dio, lasciandoci rinnovare dal fuoco dello Spirito Santo.

Mi piace qui soffermarmi un attimo su una realtà che ha unito, unisce e unirà i cristiani. Quella dei martiri e del martirio.
Negli ultimi anni, per via dei ministeri che mi hanno affidato e anche di una mia particolare sensibilità, mi sono occupato molto di martiri cristiani, specialmente di martiri del XX secolo.
E pensando a loro, mi pare di intuire due direzioni, due esperienze di comunione ed unità.

Cattolici, ortodossi e protestanti commemorano insieme
i martiri bulgari. Belene, 15 novembre 2014
La prima è la personale esperienza dei martiri. Il loro essere accomunati dal comune destino: perseguitati ed eliminati per la fede in Cristo. In moltissime storie di martiri del XX secolo, vittime dei totalitarismi, milioni di fratelli cristiani hanno vissuto una reale e piena comunione nella fede.
I vari regimi totalitari, spogliandoli di tutto ciò che li rivestiva (strutture, tradizioni, abitudini, legami...) ed imprigionandoli insieme, e costringendoli a rivivere nella loro carne la Passione di Gesù, li hanno crudelmente condotti a riscoprire la profonda comunione della fede. Dai GULag della Siberia a Dachau, dalle Isole Solovki all'Isola di Belene, dalle celle di Scutari a quelle di Sighet, i nostri fratelli cristiani hanno trovato l'essenziale che unisce, definito così da Solov'ev nel suo Racconto dell'Anticristo: "Grande sovrano! Quello che abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso. Lui stesso e tutto ciò che viene da Lui, poiché noi sappiamo che in Lui dimora corporalmente tutta la pienezza della Divinità".
Ci sarebbero qui migliaia di testimonianze da raccontare... ricordo solo la "popska brigada" (il gruppo di lavoro dei preti) che negli anni '50 fu riunita nel campo di concentramento comunista sull'Isola di Belene, ed in cui erano uniti nella stessa baracca, negli stessi lavori forzati, nella stessa fame ed umiliazione circa 100 sacerdoti ortodossi, 20 preti cattolici e una decina di pastori protestanti.

Protestanti, ortodossi, cattolici e mussulmani commemorano
i martiri e le vittime innocenti. Belene, 11 agosto 2018.
La seconda direzione di comunione è quella della nostra esperienza facendo memoria dei martiri. Dai tempi di Santo Stefano in poi infatti la memoria dei martiri è un'esperienza che accomuna ed unisce i cristiani. Quasi spontaneamente, quasi empaticamente, il martire ed i martiri spingono a riunirsi intorno a loro, per commemorarli, onorarli, pregarli. La storia della Chiesa è maestra in questo.
Stefano, Pietro e Paolo, Andrea, Lucia, Agata.... non sono martiri di questa o quella chiesa, ma di Cristo e della Sua Chiesa. Cioè di tutti. Ed esigono di essere ricordati e venerati da tutti. Questa forza di attrazione che scaturisce dal sangue dei martiri aiuta i fratelli cristiani a riunirsi.
Anche qui potremmo raccontare migliaia di esempi di come la comune memoria dei martiri unisce. Ricordo solo il bellissimo momento di preghiera del 2017 sull'Isola Tiberina, dove insieme al Papa abbiamo pregato, ricordando i martiri dei tempi moderni.

Concludendo... non concludiamo niente. Perchè ci saranno sempre (purtroppo) nemici di Cristo e della Chiesa che costringeranno alcuni di noi alla piena comunione nel martirio.
E anche perchè ci saranno sempre (per grazia di Dio!) credenti che custodiranno accomunati la memoria dei martiri.
Buona settimana.


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