Motivo di gioia per tutti i romeni, ma anche un po' per noi bulgari e per i Missionari Passionisti.
La Romania e la Bulgaria infatti, oltre che ad essere vicini di casa uniti dal Danubio, hanno moltissimi legami storici ed ecclesiali. La Romania per secoli è stata la casa dei rifugiati bulgari, molti di cui cattolici, che scappavano dalle angherie e dalle ristrettezze dell'Impero Ottomano, per cercare casa, lavoro e libertà in terra romena.
Nei villaggi di fronte a Russe, nella stessa Bucarest (Cioplea, Popesti Leordeni...), di fronte a Belene (Vsciora, Flamanda...), nel Banato (Vinga, Sanniculau Mare, Dudesti...), ed altrove ancora esistono consistenti nuclei di bulgari discendenti dai profughi dei secoli scorsi.
La cattedrale San Giuseppe di Bucarest |
Mi pare bello ricordare che il primo vescovo passionista di Nicopoli e Vallacchia, mons. Francesco Maria Ferreri, morì proprio a Bucarest di peste il 3 novembre 1813, per non abbandonare i malati, ed è sepolto nella chiesa di Cioplea.
Dopo di lui fino al 1894 tutti i vescovi che si curavano del sud della Romania furono Passionisti: mons. Fortunato Ercolani, mons. Giuseppe Molajoni, mons. Angelo Parsi, mons. Giuseppe Pluym, mons. Ignazio Paoli.
Addirittura nel 1867 i Francescani si ritirarono dalla Vallachia, ed allora Propaganda Fide affidò ai Passionisti la cura di tutte le comunità della Vallachia.
Così come i primi due vescovi della neonata arcidiocesi di Bucarest furono i Passionisti Ignazio Paoli (1883-1885) e Paolo Giuseppe Palma (1885-1889). Grazie a loro ed alla Congregazione dei Passionisti fu edificata anche l'attuale cattedrale di San Giuseppe a Bucarest, consacrata nel 1884.
Mons. Ignazio Paoli cp primo Arcivescovo di Bucarest |
Gli ultimi passionisti lasciarono la Romania nel 1907.
Certamente son legami lontani nel tempo, ma ben vivi e presenti.
Proprio per questo andremo anche noi ad accogliere il Papa a Bucarest, ed a condividere la gioia dei nostri fratelli romeni.
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