7 aprile 2019

Belene, il miracolo della fraternità

La preghiera fraterna di Bari dello scorso anno
"Dum Romae consulitur,
Saguntum expugnatur".
In questi giorni mi risuonava in mente questa reminescenza dei tempi del liceo, che saggiamente il buon Tito Livio tramandò ai posteri, ricordando che la storia procede, mentre magari molti si attardano in discussioni o peggio in chiacchiere. Il primato della realtà dovrebbe insegnarci, a volte, ad essere realisti, e spingerci all'azione. E' davvero molto triste aspettare a volte il treno della storia, dopo che magari è già passato da un tempo. Consolandosi e scusandosi magari con frasi del tipo: "I tempi non sono maturi", "Occorre essere prudenti", "Bisogna riflettere e valutare ulteriormente il da farsi". Solo che questo fare non arriva mai. Peccato che nel frattempo le nespole son già maturate da un pezzo e  pure cadute, che le sfide poste dalla realtà son già sostituite da altre, che il temporeggiamento infinito non ferma le lancette dell'orologio, e tutto scorre, e noi restiamo indietro a filosofare.

Nei giorni scorsi ha creato un po' di scalpore la dichiarazione del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Bulgara, nella quale viene detto, papale papale, che la suddetta Chiesa Cristiana non parteciperà ufficialmente a nessun momento di preghiera durante la prossima visita di papa Francesco in Bulgaria (5 e 6 maggio prossimi).
Centinaia di commenti e reazioni, chi a favore, chi contro, chi equidistante.
Certamente una presa di posizione ufficiale e legittima, non inaspettata e coerente con una linea conservatrice decennale. Nihil novum sub sole.
Che dire? I momenti di preghiera per la pace ci saranno, e chi vuol pregare ci sarà e pregherà. Anche senza i rappresentanti della Chiesa Ortodossa.

Ieri sera a Belene. Cinquanta giovani fratelli
in preghiera fraterna con fratel Richard di Taizè.
Sul fatto che siamo fratelli nell'unica fede cristiana, non si discute. Un solo Signore, un solo battesimo. La questione è come viviamo questa fraternità...

I cinque gradini della fraternità cristiana...

Ecumenismo 0.0: fratelli coltelli. E' ovviamente il gradino più basso. Quello più miserrimo. Quello ai livelli di Caino ed Abele. Molto triste, ma purtroppo un copione visto spesso nella storia. Un rapporto fatto di disprezzo, di insulti, di offese, di perenne tensione e litigio, di ipocrisia e di pugnalate, a volte in fronte, molte volte alle spalle.

Ecumenismo 1.0: la tolleranza. Purtroppo viviamo nello stesso condominio, e dobbiamo convivere. Ognuno a casa sua, s'intende, cercando di non disturbare l'altro. Ci si vede a qualche riunione condominiale, ma tu fai la tua vita ed io la mia. Diamoci delle regole, rispettiamole, e viviamo tutti felici e contenti. Io sopporto te, tu sopporti me. E' un po' più meglio della conflittualità permanente, ma certamente qualcosa cozza contro l'idea stessa di fraternità...


Ortodossi, cattolici, protestanti riuniti a Belene dalla memoria dei martiri
Ecumenismo 2.0: parliamoci. Certamente il desiderio di un sano dialogo, rispettoso dell'alterità altrui, senza pretese di convertire, senza secondi fini... è un gran bel passo in avanti nella fraternità. E volesse il cielo che tutti noi cristiani, battezzati nella Parola fatta carne, vivessimo serenamente tra di noi questo dialogo. Incontrandoci serenamente, confrontandoci serenamente, raccontandoci serenamente le cose, ascoltandoci serenamente, ragionando serenamente. Uno stile fraterno molto roncalliano, molto conciliare. Ovviamente sempre ognuno a casa propria, ma con tanta pace nel cuore e tanta stima reciproca.

Ecumenismo 3.0: gioco di squadra. Mi pare che il nostro caro papa Francesco sia ormai piantato ben stabilmente su questo livello. Cioè quello del facciamo insieme quello che possiamo fare insieme. Preghiamo qualche volta insieme. Lavoriamo insieme in qualche opera di misericordia. Agiamo insieme per proteggere il creato. Tiriamo insieme la carretta di questo mondo verso mete comuni, come la pace, la tutela dei migranti, la dignità umana. Saltiamo insieme su qualche barchetta, di Pietro o di Giovanni o di Giona non importa, e remiamo in sincronia, arrivando da qualche parte insieme.

Ecumenismo 4.0: una bella famiglia. E' il vertice della fraternità, che qualche volta di volata assaggiamo. Una intrusione fugace in quella stanza al piano superiore di Gerusalemme, dove i fratelli erano riuniti, ed il cuore batteva insieme, ed i polmoni respiravano insieme. Probabilmente mai, in questa valle di lacrime, staremo stabilmente su questo gradino (certamente nella Nuova Gerusalemme). Ma chi ci è salito, qualche volta... ah, che panorama! Una famiglia unita, dove regna solo amore, dove ci si nutre dello stesso pane e si esce per collaborare alla stessa missione. Il sogno di quel povero Cristo di grembiule bardato, croce e delizia per questo folle Dio disceso dall'alto perfetto dei cieli fin nel profondo dei nostri umani assurdi inferi. 

Musulmani, ortodossi, cattolici e protestanti uniti in preghiera sull'Isola di Belene
Ringrazio il Signore che in questi ultimi anni ci ha donato di vivere, qui a Belene, una oscillante fraternità tra il 2.0 e il 4.0.
Ultimo miracolo proprio ieri sera: una cinquantina di giovani cristiani di Belene, Oresh, Svishtov e Malcika riuniti insieme per pregare insieme a fratel Richard di Taizè.
A Natale scorso, fratelli ortodossi, cattolici e protestanti, insieme ai detenuti del carcere di Belene, alcuni dei quali mussulmani, ascoltando insieme la Parabola del Padre Misericordioso e cantando la libertà.
La scorsa estate, fratelli figli di Abramo, protestanti, ortodossi e cattolici e mussulmani, sull'Isola di Belene per pregare insieme per le vittime innocenti del XX secolo.
E l'indimenticabile festa di Eugenio Bossilkov e dei martiri bulgari del 2014, con la partecipazione di fratelli ortodossi, cattolici e protestanti.
Grazie Signore per aver scelto Belene, questo piccolo e periferico betlemmeo paese della periferia più periferica d'Europa, per far accadere il miracolo della fraternità. Per averci fatto gustare, assaporare, assaggiare la bella famiglia che tu sogni.
Faccelo assaggiare ancora.
E fallo assaggiare a tutti i nostri fratelli, soprattutto a quelli che hanno l'amaro in bocca, ed hanno vergogna, paura, insicurezza, e tentennano nel salire i gradini della fraternità.

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