9 aprile 2019

Ad limina apostolorum

Una recente visita ad limina dei vescovi della Croazia
Nella Chiesa Cattolica c'è una bellissima tradizione, che affonda le sue radici addirittura negli Atti degli Apostoli, chiamata "visita ad limina apostolorum". I vescovi di tutto il mondo, ogni cinque anni, vanno fisicamente sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo, e si incontrano fisicamente col successore di Pietro, il Vescovo di Roma. Una tradizione codificata pure nel Codice, che invita i vescovi a recarsi a Roma e "presentare ogni cinque anni una relazione al Sommo Pontefice sullo stato della diocesi affidatagli". Il Santo Padre in queste occasioni di incontro fraterno affida una sua parola a questi vescovi, indicando le priorità pastorali per i successivi 5 anni.
Ho cercato i testi di queste visite dei vescovi bulgari a Roma, e ne ho trovati tre, che qui ripropongo alla lettura. Solo 3 visite, negli ultimi 30 anni, con 3 papi diversi.
Mi permetto di sottolineare, in rosso, quelle che ritengo le parole più interessanti, sulle quali meditare e dalle quali farmi ispirare per un'azione pastorale concreta in sintonia con il magistero di Pietro.
Buona lettura!

PAPA GIOVANNI PAOLO II, 1° giugno 1992

Cari fratelli nell’Episcopato,

1. La mia gioia è grande nell’accogliervi e salutarvi “in osculo pacis”, nella sede e presso la tomba di San Pietro, la tomba di San Paolo, l’Apostolo delle nazioni, sui luoghi dove tanti martiri dei primi secoli hanno donato la loro vita. Ho ascoltato con emozione le parole di Mons. Stratiev, Presidente della Conferenza Episcopale bulgara: lo ringrazio per la sua testimonianza. Per quarantotto anni avete conosciuto grandi sofferenze, con i sacerdoti e i fedeli della Chiesa cattolica bulgara. È la prima volta che venite, in qualità di Conferenza Episcopale, nella casa del successore di Pietro per esprimere la vostra fedeltà e la vostra comunione. In virtù del vostro attaccamento alla Chiesa cattolica avete coraggiosamente sopportato dure persecuzioni nel corso degli ultimi decenni. Il primo periodo di difficoltà e di isolamento è cominciato in realtà fin dal 1944, quando un regime ateo ha preso il potere. Avete assistito a un tentativo di progressiva distruzione della Chiesa e della fede: sono state confiscate le scuole della Chiesa, le istituzioni caritative, i monasteri dei religiosi e delle religiose; nel 1948 questi ultimi si sono visti proibire qualsiasi attività e i religiosi stranieri hanno dovuto lasciare il paese. È stata una perdita immensa per la vivacità della vita spirituale e delle opere di carità.

2. Ma nel 1952 è arrivato il vero e proprio calvario, quando molti laici e la maggior parte dei sacerdoti sono stati imprigionati. Con emozione e anche con riconoscenza, vorrei ricordare qui i Pastori che, martiri della fede, furono condannati a morte e giustiziati nella notte fra l’11 e il 12 novembre 1952: Eugenio Bossilkov, Vescovo di Nicopoli, e tre Padri Assunzionisti, Kamène Vitchev, provinciale e superiore del seminario, Pavel Djidjov, economo del seminario, e Josaphat Chichkov, parroco della chiesa cattolica di Varna. Il vescovo di Plovdiv, Ivan Romanov, condannato a dodici anni di carcere, è morto in prigione. Sento di nuovo oggi il dovere di rendere omaggio alla memoria di questi testimoni della fede e di unire al loro ricordo quello di numerosi sacerdoti, religiosi e laici che hanno sopportato torture e sofferenze in prigione o nei campi di concentramento. Hanno veramente vissuto nella totalità le parole dell’Apostolo delle nazioni: “ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e tra le prove... Non ritengo tuttavia la mia vita meritevole di nulla, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio” (At 20, 19-24). Nel rivolgermi a voi, il mio pensiero colmo di ammirazione e di gratitudine va ai numerosi credenti che hanno conservato la fede durante la loro lunghissima prova, e che hanno dimostrato, spesso pagando con la propria vita la loro fedeltà a Cristo, alla sua Chiesa e alla sua Sede apostolica.
3. Gli avvenimenti importanti che in questi ultimi anni hanno caratterizzato l’Europa centrale e orientale hanno aperto nuove strade alla Chiesa nel vostro paese. In un periodo delicato e difficile di cambiamenti nella società, possibilità inaspettate di apostolato si offrono adesso alla comunità dei credenti. Comincia una nuova fase per la vita della Chiesa mentre, resi forti dall’esperienza di un passato drammatico, vi accingete a ricostruire le strutture delle vostre diocesi. Ci si può augurare che i vostri contatti con le Autorità governative permettano di giungere a soluzioni giuste per i problemi riguardanti la presenza della Chiesa cattolica nella società e in particolare per i beni di cui è stata privata. Avete di fronte, dunque, un compito immenso e difficile. Dovete approntare le strutture materiali necessarie per una vita pastorale attiva e ben organizzata, e quelle che contribuiscono a edificare il tempio vivente costituito dalla comunità dei credenti, soprattutto grazie all’elaborazione di un programma pastorale comune affinché le vostre voci si rivolgano all’unisono ai fedeli e alla società. In particolare, saluto gli sforzi che portate avanti per garantire e promuovere la catechesi dei giovani e degli adulti e vi esorto a proseguire questo lavoro che non mancherà di essere fecondo. L’unità fra voi, vivificata dall’ascolto della Parola di Dio e dalla partecipazione all’unica Eucaristia, “sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di carità” (Vaticano II, Sacrosanctum concilium, n. 47), vi sosterrà nell’affrontare i problemi che si presenteranno e per dare nuovo impulso alla vostra attività pastorale. Lo Spirito Santo compie ancora oggi le meraviglie della Pentecoste. Nuovi frutti di giustizia e di santità matureranno nelle vostre comunità ecclesiali.

Che la vostra sollecitudine per il gregge che vi è stato affidato e i vostri sforzi per diffondere e affermare le primizie del Regno di Dio si ispirino sempre al comandamento che il Signore ha lasciato ai suoi discepoli durante l’ultima Cena: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 35)! Alla luce del comandamento dell’amore, venerati fratelli nell’episcopato, siate apostoli intrepidi della verità e artefici di una comunità fraterna, restando all’ascolto di Colui che vi ha consacrati (cf. Is 61, 1), per testimoniare con misericordia la benevolenza divina verso di voi. D’altra parte, le condizioni attuali vi consentono di perseguire il dialogo ecumenico con i vostri fratelli delle altre tradizioni cristiane. Dobbiamo rispondere alla preghiera di Cristo alla vigilia della sua morte: “perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che mi hai mandato” (Gv 17, 23).

4. Con costante sollecitudine siate dei padri per i vostri sacerdoti, i vostri primi e più preziosi collaboratori nella vigna del Signore. Che il farvi carico dei futuri ministri sia la vostra preoccupazione primaria. Non dimenticate che ogni vocazione deve essere coltivata con devozione e anche a costo di sacrifici, senza trascurare alcun aspetto della formazione umana, intellettuale, pastorale e spirituale.

Gli Istituti religiosi sono un dono della Provvidenza per le vostre diocesi: spetta a voi discernerne i carismi e sostenerne la testimonianza evangelica con tutti i mezzi disponibili.

Senza il contributo dei fedeli e il sostegno della famiglia cristiana, la Chiesa non potrebbe giungere alla sua piena vitalità. Ecco perché vi invito a prendere la Famiglia di Nazaret come modello nella vostra attività missionaria. Che il vostro programma pastorale ponga al centro delle preoccupazioni ciò che fa crescere l’unità e l’amore della famiglia: il rispetto e la difesa della vita rifiutando pratiche quali il divorzio e l’aborto che la disgregano e la distruggono, l’educazione dei figli come primo dovere dei genitori e lo sviluppo della vita spirituale. Mi auguro che, per l’insieme delle vostre iniziative pastorali, riceviate gli appoggi spirituali e materiali che vi sono necessari, in virtù della solidarietà delle Chiese particolari del continente che si è così chiaramente manifestata in occasione della recente Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per l’Europa.

5. Il vostro compito è una sfida missionaria: preparare la Chiesa del terzo millennio riprendendo l’iniziativa dell’evangelizzazione attraverso uno sforzo raddoppiato. Lo Spirito del Redentore, che vi ha guidato fin qui, non vi abbandonerà in questa nuova tappa della vostra storia. La vostra visita “ad limina” sottolinea felicemente la vostra unione con il Vescovo di Roma e la vostra appartenenza al Collegio episcopale: che sia per voi un sostegno! Vorrei chiedervi di trasmettere il mio affettuoso incoraggiamento a tutti i servitori del Vangelo delle vostre diocesi, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai laici che si assumono delle responsabilità e garantiscono numerosi servizi alla comunità, così come a tutti i fedeli. Che i Santi Cirillo e Metodio, particolarmente venerati dalla nazione bulgara da molti secoli, ottengano per voi da Dio che il Vangelo fiorisca di nuovo su questa terra dove essi l’hanno seminato!

Affido alla Santissima Vergine Maria, Madre della Chiesa, i progetti, le speranze e le difficoltà del momento attuale. Le affido la vostra patria: possa la Bulgaria conoscere la primavera cui aspira e un autentico progresso morale e sociale, sotto la protezione della celeste Theotokos!

In questa prospettiva, invoco la benedizione del Signore su di voi, sui sacerdoti, i religiosi, le religiose e i fedeli della nazione bulgara che mi è tanto cara.


PAPA BENEDETTO XVI, 12 novembre 2005

Venerati Fratelli nell’Episcopato!

Il primo, spontaneo sentimento che mi sgorga dall’animo nell’accogliere il vostro saluto è di cordiale gratitudine per l'affetto che le vostre Comunità, per mezzo vostro, manifestano al Successore di Pietro, rinnovando l’attestazione di fedele adesione al depositum ricevuto dai Padri. Mi sono state di conforto le espressioni di comunione che, in questi giorni, ciascuno di voi mi ha rinnovato a nome del clero, dei religiosi e dei fedeli affidati alla sua responsabilità. Consapevole qual sono del ministero che sono chiamato a svolgere a servizio della comunione ecclesiale, vi chiedo di rendervi interpreti della mia costante sollecitudine nei confronti di tutti i credenti in Cristo.

Dai colloqui, che ho avuto con ciascuno di voi, ho tratto la convinzione che la Chiesa cattolica in Bulgaria è viva e desiderosa di offrire con entusiasmo la propria testimonianza a Cristo in mezzo alla società in cui vive. Vi incoraggio a proseguire su tale cammino, sforzandovi di diffondere, pur nella limitatezza delle forze a vostra disposizione, il Vangelo della speranza e dell’amore: il Signore sa sempre supplire alle eventuali nostre lacune e alla povertà dei mezzi a nostra disposizione. Ciò che conta non è tanto l’efficienza dell’organizzazione, quanto piuttosto l’incrollabile fiducia in Cristo, perché è proprio Lui a guidare, reggere e santificare la sua Chiesa, anche attraverso il vostro indispensabile ministero.

Nei suoi imperscrutabili disegni, Dio vi ha posto ad esercitare il vostro servizio ecclesiale fianco a fianco dei nostri fratelli della Chiesa ortodossa bulgara. Auspico che le buone relazioni esistenti si sviluppino ulteriormente a vantaggio dell’annuncio del Vangelo del Figlio di Dio, principio e fine di ogni azione compiuta dal cristiano. A tale proposito, vi chiedo, venerati Fratelli, di recare il mio cordiale saluto al Patriarca Maxim, primo Gerarca della Chiesa ortodossa di Bulgaria. Vogliate rendervi tramite del mio augurio per la sua salute e per la felice ripresa del suo ministero. Ho ancora vivo il ricordo della rispettosa e fraterna accoglienza da lui riservata al mio amato Predecessore, il Papa Giovanni Paolo II, durante la visita pastorale da lui compiuta nel vostro Paese. Occorre proseguire il cammino intrapreso, intensificando la preghiera perché si affretti l’ora in cui potremo sedere all’unica Mensa, per mangiare l’unico Pane della salvezza.

Mi è noto che sussiste un intenso dialogo con le Autorità civili su temi di comune interesse. Ne sono lieto, poiché, attraverso l’impegno di tutti, possono essere individuati i problemi da affrontare insieme e i percorsi da seguire secondo le concrete opportunità per il bene superiore dell’intero Popolo bulgaro, il quale a ragione si sente parte della grande famiglia del Continente europeo. Formata da diverse componenti culturali e religiose, la Bulgaria può divenire un esempio di saggia integrazione, di collaborazione e di pacifica convivenza. E la Comunità cattolica, pur essendo in minoranza nel contesto del Paese, può svolgere un compito di generosa testimonianza dell’universale carità di Cristo.

Dopo il triste periodo dell'oppressione comunista, i cattolici che hanno perseverato con alacre fedeltà nella loro adesione a Cristo avvertono ora l’urgenza di rassodare la propria fede e di diffondere il Vangelo in tutti gli ambiti sociali, specialmente dove più manifesto è il bisogno dell'annuncio cristiano. Penso, ad esempio, alla forte denatalità, all'alta percentuale di aborti, alla fragilità di tante famiglie, al problema dell'emigrazione. Sono lieto di sapere che la Chiesa cattolica in Bulgaria è fortemente impegnata in campo sociale, per sovvenire alle necessità di tanti poveri. Vi incoraggio, venerati Fratelli, a proseguire su tale cammino al servizio del Popolo bulgaro, a me caro. Non abbiate timore di proporre alle giovani generazioni anche l'ideale della totale consacrazione a Cristo, per contribuire a dilatare sempre più il Regno di Dio. Allo stesso modo, proseguite nello sforzo di dotare, con l’aiuto anche di altre Chiese ed organizzazioni cattoliche, le vostre Comunità delle strutture che appaiono utili alle attività pastorali ed all’esercizio del culto cristiano. Al riguardo, ho appreso con particolare soddisfazione che si sta completando la ricostruzione della Chiesa Cattedrale latina di Sofia, dedicata a San Giuseppe.

Venerati Confratelli, confidando nel vostro orante ricordo al Signore, vi assicuro a mia volta una speciale preghiera a Colui che è il vero Sposo della Chiesa, da Lui amata, protetta e nutrita: Gesù nostro Signore, unico Figlio del Dio Vivente. Con questi sentimenti di gran cuore imparto la mia Benedizione a voi, ai vostri presbiteri, ai religiosi ed alle religiose e all’intero popolo che Dio vi ha affidato.


PAPA FRANCESCO, 13 febbraio 2014

Cari Fratelli nell’Episcopato!

Vi accolgo con gioia in occasione della Visita ad limina Apostolorum, e nelle vostre persone vedo e onoro la fede e la carità del popolo fedele che vive in Bulgaria.

Grazie a Dio e all’impegno corale delle varie componenti ecclesiali, Vescovi e sacerdoti, religiosi, catechisti e fedeli laici, si assiste ad un risveglio di attività e di iniziative che dimostrano la vitalità della fede cattolica nel vostro Paese. Mi riferisco in particolare ad alcuni eventi che la Chiesa in Bulgaria ha promosso nel corso degli ultimi anni: il Giubileo indetto nel 2010 dall’Esarcato Apostolico per i cattolici di rito bizantino-slavo per celebrare il 150° Anniversario dell’Unione con la Sede Apostolica di Roma; il Convegno scientifico-commemorativo sull’operato dell’Arcivescovo Angelo Giuseppe Roncalli, Visitatore e Delegato Apostolico in Bulgaria negli anni 1925-34; le celebrazioni del 60° anniversario del martirio del beato Vescovo passionista Evgenij Bossilkov. Inoltre, durante il recente Anno della Fede, hanno avuto luogo altri momenti significativi, quali l’Incontro nazionale dei cattolici di Bulgaria, la Giornata nazionale dei giovani e un Convegno di studio sul Concilio Vaticano II.

Queste iniziative confermano che le comunità cattoliche, appartenenti sia alla Chiesa latina che a quella greco-cattolica, pur essendo sotto il profilo numerico una minoranza nel Paese, portano avanti con impegno la loro missione di testimonianza sia dei valori morali naturali, sia del Vangelo di Cristo, in una società segnata dai tanti vuoti spirituali lasciati dietro di sé dal passato regime ateo o dalla ricezione acritica di modelli culturali in cui prevalgono le suggestioni di un certo materialismo pratico. Vi esorto a camminare con coraggio su questa strada, cercando di attuare anche nel vostro Paese quella trasformazione missionaria che la Chiesa è chiamata a realizzare nel mondo intero. Questo richiede una conversione spirituale e pastorale, che comincia dalla presa di coscienza che, in forza del Battesimo, siamo tutti discepoli missionari, inviati dal Signore ad evangelizzare con gioia e con spirito, valorizzando anche il prezioso tesoro della pietà popolare. Tale rinnovato impegno missionario possiede anche una dimensione sociale, che ha come punto di riferimento la dottrina sociale della Chiesa e le cui priorità sono l’inclusione sociale dei poveri e l’impegno per il bene comune e la pace sociale.

È molto significativo, al riguardo, che le Istituzioni civili riconoscano il ruolo della Santa Sede quale autorità spirituale e morale in seno alla comunità internazionale e valutino in modo positivo la presenza della Chiesa Cattolica nella compagine della nazione bulgara e il contributo che essa offre al servizio del bene comune e del progresso del Paese.

Le tante coraggiose testimonianze di fedeltà a Cristo e alla Chiesa rese in periodi drammatici e il cammino intrapreso in questi due decenni di recuperata libertà, vi colmino di gratitudine verso il Signore e vi infondano fiducia nella sua provvidente azione nella storia. Al tempo stesso, vi esorto ad un rinnovato e concorde impegno nella formazione dei fedeli, promuovendo tanto un’adeguata catechesi, quanto una particolare cura nei confronti della pastorale giovanile e vocazionale, come pure della fraternità sacerdotale, in modo che siano favorite le condizioni per la maturazione della fede e per l’apertura generosa verso un orizzonte missionario.

Le vostre comunità, cari Fratelli, vivono ed operano a fianco di quelle della Chiesa Ortodossa bulgara. Vi chiedo, pertanto, di portare il mio cordiale saluto al Patriarca Neofit, del quale ricorre tra pochi giorni il 1° anniversario dell’elezione canonica, e vi invito caldamente a proseguire negli sforzi per promuovere un dialogo sempre più intenso e fraterno con la Chiesa Ortodossa. Nel comune e orante ascolto della Parola di Dio, auspico che si aprano i cuori e le menti di tutti affinché diventi sempre più concreta la speranza di giungere a celebrare uniti il Sacrificio eucaristico, memori della Parola di Nostro Signore, che alla vigilia della sua morte pregò il Padre perché tutti i suoi discepoli «siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato» (Gv 17,23).

Il prossimo 27 aprile si terrà a Roma la canonizzazione dei beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Mi rallegro che tanto la Diocesi di Sofia e Plovdiv, quanto quella di Nicopoli e l’Esarcato Apostolico per i cattolici di rito bizantino-slavo saranno presenti alla solenne celebrazione con qualificate delegazioni. È questo un segno eloquente di quanto abbia inciso nell’anima e nella vita della Comunità cattolica bulgara la testimonianza del primo Papa slavo, in particolare la sua visita che egli compì nella vostra Patria nel maggio del 2002; ed è segno ugualmente di quanto sia vivo il ricordo lasciato dall’Arcivescovo Angelo Giuseppe Roncalli nei nove anni durante i quali operò in Bulgaria come Delegato Apostolico. Egli, al momento di congedarsi dal Paese, ebbe ad esprimersi in questi termini: «In qualunque luogo del mondo mi accada di vivere, se alcuno di Bulgaria avrà a passare presso casa mia, durante la notte, fra le difficoltà della vita, troverà sempre la lampada accesa. Batta, batta, non gli sarà chiesto se è cattolico o ortodosso: fratello di Bulgaria!, basta, entri, due braccia fraterne, un cuore caldo di amico lo accoglieranno a festa» (Omelia di Natale, 25 dicembre 1934). Sono parole che rivelano l’affetto del Delegato Apostolico Mons. Roncalli per il popolo bulgaro, che nel mezzo delle vicissitudini della storia ha mantenuto viva la fiamma della fede in Cristo.

Cari Fratelli, affido alla Santissima Vergine Maria, Madre della Chiesa, ai santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi, e al beato Vescovo e Martire Evgenij Bossilkov, le vostre speranze e le vostre preoccupazioni, il cammino delle vostre Chiese e lo sviluppo della vostra Patria terrena, ed invoco la benedizione del Signore su di voi, sui sacerdoti, i religiosi, le religiose e i fedeli della cara nazione bulgara.

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