19 aprile 2019

Ecco l'uomo:

Al centro, l'Uomo della Croce
Riascoltando, rivivendo oggi la Passione del Signore, incontriamo tante persone interessanti, ascoltiamo tante parole interessanti, vediamo tanti gesti e tanti simboli interessanti.
Tra le tante cose e le tante persone, fin da piccolo mi ha sempre colpito il signor Ponzio Pilato.
Non solo perchè è l'unico italiano pure pagano presente sulla scena del delitto (pare che fosse originario proprio delle Isole Ponziane o delle paludi pontine o delle terre Abruzzesi... con tanta pace degli antisemiti che danno la colpa agli ebrei deicidi: questo disgraziato magistrato, che per tre volte riconosce l'innocenza dell'innocente... e poi lo fa ammazzare).
Il Ponzio Pilato suddetto, tra le tante chiacchiere che finiscono poi col pilatesco lavarsene di mani, infila nella commedia piena di commedianti, in quella farsa burlesca destinata a finire tragicamente, ci infila due paroline, due parolette, che resteranno scolpite per sempre nella storia, perchè cioò che è scritto è scritto, e mica si può cambiare.
"Ecce homo".
Ecco l'uomo.
Con queste due parolette il signor Pilato Ponzio compie quella svolta antropologica che ripetutamente veniva compiuta prima dai profeti di Israele (che ricordavano ai legulei che occuparsi di poveri, di orfani e di vedove è il sacrificio più gradito a Dio), tentata da Gesù (l'uomo vien prima del sabato... e i disgraziati buoni samaritani son più graditi a Dio dei leviti col paraocchi da cavalli), su su fino al Concilio Vaticano II e alle carezze del Papa, alla Redemptor Hominis del papa Polacco, e agli ultimi cinque anni di francescane scorribande in uscita verso l'uomo.
L'inizio della Commemorazione della Passione a Belene, oggi.
Indicando l'uomo, il Pilatissimo Ponzio ci fa distogliere lo sguardo da dove lo stavamo posando.
Magari contemplavamo le cupole, i rosoni e le belle pietre dei nostri templi, fatti da mano d'uomo.
Magari contemplavamo la nostra agenda elettronica, in ritardo correndo, passando oltre.
Magari, da buoni onfalopsichisti, ci guardavamo tranquilli il nostro bottone della pancia.
E lui, il Ponzio, ci obbliga, obbliga tutta la storia, per sempre, a guardare all'uomo.
Che non è opera delle nostre mani, ma è la Cattedrale costruita, tirata su da Dio, tirata su dal fango.
Perchè l'uomo vivente, compreso l'uomo in fin di vita, specialmente l'uomo incamminato verso gli inferi, perchè proprio l'uomo vivente è la gloria di Dio.
Ecco l'uomo. Al centro, l'uomo. Mica altro.
Lì, bello ritto al centro, l'uomo, l'uomo dei dolori, che ben conosce la morte.
E quando al centro c'è l'uomo, quando alla fine del nostro sguardo c'è l'uomo... non si sbaglia.
Grazie, Pilato Ponzio. Che ogni anno, ogni giorno, ci ricordi dove deve andare il nostro sguardo.
Sull'uomo.


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