prima della caduta del muro di Berlino,
prima della prima pietra della nostra Centrale Atomica,
prima dell'apertura del nostro Campo di Concentramento,
prima del giogo turco,
prima dell'arrivo dei Bulgari,
prima che i Romani costruissero la nostra Dimum,
prima che i Traci coltivassero la nostra terra,
prima degli uomini delle caverne...
insomma, tanto tanto tempo fa,
c'era una nave che scendeva dal cuore dell'Europa sul Danubio verso il Mar Nero.
Su questa nave viaggiava una famosa, bellissima
e soprattutto ricchissima Principessa, chiamata Persin.
E sulla stessa nave viaggiava pure una sconosciuta,
un po' cicciotta, e soprattutto povera in canna cuoca di sentina, chiamata Belen.
Quando arrivò più o meno qui alla nostra altezza, scoppiò una violenta tempesta.
una tempesta così mai s'era vista e mai si sarebbe vista più.
Ad un certo punto il Comandante, vedendo che la nave imbarcava acqua,
e che tutto ormai era perduto, gridò dalla plancia:
"Si salvi chi può! Prendete qualcosa che può salvarvi, e mettetevi in salvo!".
Ovviamente e schettinianamente lui, il Capitano, abbandonò la nave per primo,
e salito sul suo elicottero personale, prese il volo.
Ma quasi immediatamente, un terribile giovesco fulmine colpì il velivolo,
che esplose in un enorme spettacolo pirotecnico. Pace all'anima sua!
I marinai, furbescamente, saltarono sulle scialuppe di salvataggio,
e calatole in acqua, remarono via.
Ma una tsunamesca dirompente onda li travolse, ribaltò e sommerse tutti,
e di loro nessuno mai seppe più nulla. Pace all'anima loro!
Il resto dei passeggeri afferrò salvagenti e giubbotti di salvataggio,
e indossatili si gettarono fuoribordo, tentando di nuotare fino a riva.
Ma i terribili piranhas ed i famelici coccodrilli del Danubio
se li papparono senza neppure far loro quattro salti in padella. Pace all'anima loro.
Le due donne, cioè la principessa Persin e la cuoca Belen,
paralizzate dalla paura e scioccate dalla tragica fine del Capitano, dei marinai e dei passeggeri,
restarono aggrappate alle murate, sperando di salvarsi,
finchè la nave mezza sfasciata andò a sfasciarsi del tutto sulla spiaggia della nostra isola,
proprio quella grande che c'è qui in mezzo al Danubio in mezzo alle altre quindici più piccole.
"Alleluia! Siamo salve!", esclamò la sciagurata principessa naufraga.
"Sopravvissute, forse. Vediamo se sopravviveremo qui.
Magari ci tocca la fine di Robinson Crusue...", completo con meno entusiasmo la cuoca.
"Hai ragione! Prendiamo qualcosa che ci può salvare!" aggiunse la bella Persin.
C'erano lì, tra i rimasugli del naufragio, due secchi.
La Principessa Persin ne prese uno, ed iniziò a cercare tra i rimasugli
monete, gioielli, diamanti, portafogli, carte di credito, pietre preziose, posate d'argento...
"Ah! Con tutti questi diamanti e ricchezze mi salverò di sicuro!
Mi prendo un'attico nel primo albergo che trovo, poi vado dalla parrucchiera, mi compro vestiti nuovi. Ah... posso pure comprarmi un aereo per tornare nel mio castello!", e si addentrò nell'isola.
La cuoca Belen invece riempì il suo secchio con un po' di letame, fango, paglia e avanzi di cucina...
Ed aspettò che finisse la tempesta. Poi zappò alla bellemeglio un pezzo di terra,
ci sparse sopra il letame con gli avanzi di cucina, e ci seminò frumento, grano, pesche, angurie, e altro.
Passarono i giorni e le settimane e gli anni, e la cuoca Belen sopravvisse grazie ai frutti del suo orto e agli animali che era riuscita ad addomesticare col cibo.
Una volta, passeggiando sull'isola, trovò lo scheletro della Principessa Persin, con ancora la sua pentola piena di diamanti e soldi e posate d'argento, un vero tesoro. La seppellì sulla sponda dell'isola, insieme al suo tesoro, e lì ancora giace tutt'oggi.
Finchè un giorno Belene uscì dall'Isola e approdò sulla terraferma, dove si sposò e ebbe tanti figli, tanti nipoti e tantissimi pronipoti.
E prima di morire lì chiamò tutti sulla riva del Danubio, e raccontò di nuovo loro tutta la sua storia, di come si era salvata dalla tempesta.
Ed indicando l'isola, disse loro: "Vedete lì Persin, Persin?
Ricordatevi bene: dai diamanti non nasce niente,
dal letame nascono i fiori!
La vostra salvezza non saranno i soldi, il potere, la bellezza....
La vostra salvezza verrà dal letame!". Detto questo spirò.
E allora i suoi nipoti la seppellirono lì, sulla riva del Danubio, con il suo secchio vuoto e arrugginito.
E lì ancora giace e feconda la terra.
In suo onore, a perpetua memoria, chiamarono il loro villaggio Belen, e l'isola Persin.
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