Stamattina, per esempio, è stata grande la sorpresa mentre mi aggiravo tra gli scaffali della Metro di Pleven per fare la spesa: sul banco delle verdure ho trovato l'insalata che veniva da... Cicola!!! (Per chi non lo sa, è il mio "villaggio" natio, ubicato sulle ultime propaggini collinose della Val Cavallina, in quel di Bergamo).
L'insalata di Cicola... in vendita in Bulgaria! |
L'etichetta non tradisce: Carobbio degli Angeli... |
A livello nostro, di vita cristiana, ho notato per esempio che i testi della catechesi dei ragazzi sono quelli della CEI (Venite con me, Sarete miei testimoni, Vi ho chiamato amici...), tradotti dall'italiano al bulgaro.
I canti in chiesa sono quelli italiani, tradotti in bulgaro (Noi canteremo gloria a te, Guarda questa offerta...).
Capisco che queste scelte siano state fatte per "tamponare" un vuoto... Come sul mercato, quando manca l'insalata locale, si inserisce quella orobica.
Ma l'ideale, il sogno, il desiderio, sarebbero quelli che sul posto nasca, cresca e germogli qualcosa di bello.
Chissà...
Magari, fra qualche anno (mi perdonino quelli di Cicola, che magari venderanno di meno...) una nuova azienda agricola bulgara e di bulgari produrrà e venderà insalata bulgara...
Magari fra qualche anno (mi dispiace per le librerie Paoline ed LDC...) qui si stamperanno testi di catechesi inventati da catechisti e pastori bulgari, pensati per i bulgari, adatti alla realtà bulgara.
Una rosa, appena fiorita a Bèlene |
La globalizzazione, anche nel campo ecclesiale, è certamente una realtà che sul momento arricchisce, tampona buchi, crea circolarità. Ma se non si governa, ha l'effetto di soffocare e ritardare la creatività locale: "Che bisogno c'è di fare qualcosa di nuovo? Tanto le cose ci sono già... Tanto ci pensano gli italiani... Perchè rischiare qualcosa di nuovo?". Penso che questo aspetto "conservatore" e congelatore della globalizzazione influisca non poco sullo sviluppo e sul fiorire delle realtà locali.
Qui non so ancora cosa dicono, nella cultura popolare e proverbiale locale.
So solo che a Bergamo le rose smettono di fiorire ad ottobre...
Qui invece, siamo al 17 novembre e continuano a fiorire!
Auguro davvero al popolo bulgaro e alla chiesa bulgara di sbocciare, di rifiorire,
dopo il lungo inverno dell'occupazione ottomana,
dopo il lungo inverno del regime comunista,
dopo questo inverno di disoccupazione, emigrazione ed impoverimento.
Rose appena fiorite, nel giardino dei Passionisti a Bèlene |
Е, отче, per questo si va all'estero e si torna sperando di sfruttare al massimo l'esperienza accumulata!Purtroppo fin'ora siamo in pochi quelli che siamo riusiti a trovare la strada che ci porti a casa...ma...c'e sempre tempo...abbiamo un futuro davanti. Chi sa forse "il futuro" verra domani! Nel fratempo continuiamo a scegliere tra l'insalata bulgara e quella italiana! :) Pensateci voi quando iniziamo a proddure la mozzarella!:))))
RispondiEliminaComunque... stasera ho mangiato l'insalata di Cicola, ed il sapore di casa era molto buono.
RispondiEliminaE ho anche mangiato il "riba" del Danubio: veramente gustoso!!! Il meglio che viene dall'estero, insieme al meglio che nasce sul posto... sono davvero gustosi e nutrienti.
Che bella pagina PAOLO ! sono orgoglioso di te ,continua il tuo reportage dal mondo vero! lo seguirò tutte le volte che mi collego a internet!
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