12 giugno 2020

Hurry up, or we'll miss the train!

Gli abitanti di Belene non sapevano che voce avesse un treno.

Ma non perchè nessun treno fosse mai passato per Belene, anche se molti treni in verità ci erano arrivati.
Trovandosi infatti sulla sponda del Danubio, in un classico cul de sac, mai un treno avrebbe potuto passare per Belene. La rotaie infatti finivano lì: i treni semmai una volta ci arrivavano, e poi tornavano indietro per la stessa strada.
Gli abitanti di Belene non sapevano che voce avesse un treno perchè avevano dimenticato che voce avesse il treno.
Erano infatti ormai decenni che i treni a Belene non arrivavano più, e già prima arrivavano ad ogni morte di papa.
(A questo proposito è notabile ricordare che l'ultimo treno partito e poi tornato e poi ripartito per sempre fu il treno speciale organizzato nel maggio del lontano 2002, quasi nel secolo scorso, per trasportare gli allora numerosi fedeli belenciani alla messa di papa Giovanni Paolo II a Plovdiv...).

Gli abitanti di Belene ormai erano ormai sulla via dell'estinzione, molto ridotti di numero. Ne erano rimasti solo 101, di cui cento vivi e vegeti, ed uno... beh, era l'immancabile scemo del villaggio.

Comunque, fatto sta, che quella sera, verso il tramonto, quando si sentirono sette fischi prolungati, dapprima tenui, poi sempre più possenti... i baldi belenciani, drizzando le orecchie, si chiesero:
"E questo cos'è?".
Qualcuno disse che arrivava un temporale,
scambiando i fischi per fiaschi.
Qualcun altro suppose che fosse un terremoto od una moto terribile,
anche se non c'era nessun moto della terra e nessuna rombante moto sulla strada.
Alcuni pensarono che l'arbitro allo stadio si sfogasse contro qualche maldestro giocatore, sputando l'anima nel fischietto.
Le sagge massaie invece pensarono ad una nuova caffettiera o ad una difettosa pentola a pressione.
I bambini cominciarono pure loro a fischiettare settenari dissennati.
Pure le ghiandaie imitatrici del Parco Naturale iniziarono a solfeggiare motivetti epitritici.
Lo scemo del villaggio intanto se ne andava in giro urlando:
"Le sette trombe dell'Apocalisse! E' la fine del mondo! Le sette trombe dell'Apocalisse!".
Ovviamente, siccome era lo scemo del villaggio... quelle che diceva erano scemenze, e nessuno gli badava.

Fatto sta, che pochi minuti dopo l'ultimo, possente, prolungato, assordante, invadente, inatteso, inesorabile, imponente fischio... nel silenzio totale, con uno stridente stridio di freni un treno si fermò davanti alla ormai decrepita diroccata stazione del treno di Belene.

Quelli che abitavano vicini, affacciandosi ai balconi e alle finestre, con loro grande stupore furono i primi ad accorgersi del treno arrivato, e scesero in massa a vedere questo coso che mai avevano visto prima, non prima di aver iniziato a diffondere la notizia di balcone in balcone, via telefono, feisbuk e uotsap.
E cominciarono ad accalcarsi davanti alla stazione, chiedendosi chi mai fosse arrivato con quel treno (ad onor di cronaca, negli anni '10 del XX secolo il Re Ferdinando in persona venne a Belene in treno, ed il 4 agosto 1925 vi arrivò pure, in treno, il bergamasco mons. Angelo Giuseppe Roncalli, e durante gli anni bui del regime arrivarono in treno ministri, deputati, scrittori, ufficiali e tutta la crème della Bulgaria... e dopo qualche anno pure i dittatori comunisti Ciaucescu e Jivkov... ah, no! Scusate: questi due delinquenti vennero in elicottero!).
Beh, quando per sbaglio un treno arrivava a Belene, di solito arrivava qualcuno importante, mica bau bau micio micio... Comunque.
Davanti alla stazione c'erano ormai tutti e cento i sopravvissuti belenciani, ops! centouno: pure lo scemo del villaggio si presentò, continuando ad urlare, un po' più sottovoce:
"E' la fine del mondo! La settima tromba ha suonato! E' la fine del mondo!".
Ovviamente, siccome era lo scemo del villaggio... quelle che diceva erano scemenze, e nessuno lo ascoltava. E gli occhi di tutti erano fissi sugli sportelli ancora chiusi del treno.

Fatto sta che le porte della locomotiva si aprirono, e dal predellino scese Gesù Cristo, e disse: "Salve, belenciani!"
Stupore generale! Alcuni però dubitavano: è Lui, o non è Lui?  Guardarono le sue mani e i suoi piedi bucati... Ma certo che è Lui!
Essendo tutti stupefatti a bocca aperta, muti come carpe del Danubio, il buon Gesù continuò:
"Bene, allora. Siete pronti per partire? Siccome oggi è l'ultimo giorno della storia, son venuto qui fino alla fine del mondo, dove finiscono i binari della storia, a prendere voi per primi. Poi tornerò indietro a prendere anche gli altri, strada facendo, fino all'inizio del mondo. Volete venire con me?".
Il mutismo da shock per la fine del mondo si trasformo in un totale grido (Ops! Scusate! Quasi totale grido: in cento gridarono, mentre lo scemo del villaggio restò muto): "Sììììììììììììììììììì!!!! Si parte! Alleluia!!! Ce ne andiamo da questo inferno!!!!".

E fecero per precipitarsi dentro alle carrozze, ma il buon Gesù li bloccò, dicendo: "Calma, calma ragazzi! Purtroppo voi siete in 100, e qui ci sono solo 50 posti riservati a voi... Quindi... Mica tutti potete venire con me... Mi dispiace. Bene, bravi, calmi così, sedetevi a gruppi di 20... Bravi... cominciamo la selezione.

Prima domanda, per il primo gruppo:
come la mettiamo con gli assetati?".
Il primo coraggioso belenciano si fece avanti, e gongolandosi, dichiarò: "Beh, Signore, Signore... questa è facile. Io e questi miei nove amici del bar abbiam sempre bevuto abbondantemente, e birra e vino e grappa... e quindi abbiamo evitato che nel mondo ci fossero cinque assetati in più!"
"Bene, bene - disse Gesù - Accomodatevi! E voi altri dieci?"
"Beh... noi... siamo astemi! E quando abbiamo incontrato qualcuno assetato non gli abbiamo mai offerto un bicchierino, ma solo qualche bicchiere d'acqua..."
"Beh, se è così, allora voi restate qui. Potete tornare a casa vostra".
E se ne andarono, i primi gioiosi e saltellanti come capretti sul treno, gli altri trascinando i piedi tristi e col capo chino, come cani bastonati con la coda tra le gambe... a casa.

"Seconda domanda: i carcerati?"
"Beh, guardi, Signore Signore: i carcerati? Una brutta razza di gente! Per fortuna che questi delinquenti sono stati beccati dalle Forze dell'Ordine e sbattuti qui sulla nostra isola! E grazie a Dio che noi non siamo mica come loro: noi siam sempre stati onesti e rispettosi delle leggi! E mai ci siamo mischiati con questa feccia. Loro là sull'isola, in pasto alle nostre fameliche zanzare, e noi qui nella civiltà. Mai, mai ci siamo mischiati con loro. Noi siamo giusti"!
"Bene, bene - disse Gesù - Accomodatevi! E voi altri dieci?"
"Beh... sa... poveretti... Quando passavano di qui, ci facevano così pena... Qualche volta abbiamo fatto loro di nascosto un sorriso... qualche volta siam riusciti a dar loro un pezzo di pane, e purtroppo abbiamo pure pregato che venissero liberati... Ci spiace tanto, Signore, esserci contaminati con loro..."
"Beh, se è così, allora voi restate qui. Potete tornare a casa vostra".
E se ne andarono, i primi gioiosi e saltellanti sul treno,
gli altri trascinando i piedi tristi e col capo chino a casa.

"Terza domanda: cosa mi dite dei migranti e dei profughi?"
"Signore nostro! Noi abbiamo speso enormi energie e tempo per i migranti ed i profughi! Ma lo sa che abbiamo organizzato decine di convegni e tavole rotonde sul tema dell'emigrazione (ce li ha pure finanziati l'Unione Europea, mica bau bau, micio micio!, abbiam pubblicato un tomo di 3746 pagine sulle migrazioni, dove almeno per 7898 volte abbiamo usato la parola SOLIDARIETA'?!?! E per fortuna, forse anche grazie al nostro lavoro, qui da noi non si è visto nemmeno un profugo!"
"Bene, bene - disse Gesù - Accomodatevi! E voi altri dieci?"
"Beh... sa... purtroppo non abbiamo mai partecipato a nessun convegno sulle migrazioni e non abbiamo mai scritto una riga sulla solidarietà... Abbiamo solo ospitato una volta una famiglia di profughi siriani per quattro giorni, ma son dovuti scappare via e noi non siamo riusciti a farli restare di più... ci dispiace, Signore..."
"Beh, se è così, allora voi restate qui. Potete tornare a casa vostra".
E se ne andarono, i primi gioiosi e saltellanti sul treno,
gli altri trascinando i piedi tristi e col capo chino a casa.

Quarta domanda, per il quarto gruppo:
come la mettiamo con gli affamati?".
"Signore, Signore Iddio! Quanta fame nel mondo! Con tutte le risorse che ci sono, i politici potrebbero sfamare anche i marziani! E poi anche tuo Papà... ha forse chiuso il forno della Manna? E tu pure, dai, bella storia quella di sfamare con 5 pani 5 mila uomini! Abbiamo comunque aderito alla campagna dell'ONU per eliminare la fame del mondo entro il 3750! Sapesse quanti manifesti abbiamo attaccato, e abbiamo aperto pure una pagina feisbuk ed un forum di discussione sull'argomento, neh!"
"Bene, bene - disse Gesù - Accomodatevi! E voi altri dieci?"
"Beh... noi... purtroppo non abbiamo mai avuto il tempo di scrivere su feisbuk e di partecipare ai forums sulla lotta alla fame... Abbiam dovuto spaccarci la schiena a lavorare come asini per portare a casa qualcosa per le nostre famiglie... e poi c'era sempre qualche rompiscatole che bussava alle nostre porte, e gli davamo qualcosa, così ci restava poco per noi e dovevamo sgobbare come asini..."
"Beh, se è così, allora voi restate qui. Potete tornare a casa vostra".
E se ne andarono, i primi gioiosi e saltellanti sul treno,
gli altri trascinando i piedi tristi e col capo chino a casa.

"E, fundis in dulce, quasi ciliegina super tortam, quinta domanda, per il quinto gruppo: come la mettiamo con i nudi?".
"I nudi? Ma Signore nostro! Che Dio ce ne scampi! Questa pornografia devastante che frastorna i nostri giovani! Abbiamo fatto di tutto per eliminare la nudità dai manifesti, dalle riviste, dai compiuters e dalle televisioni! Sapesse quante raccolte di firme! Siamo pure andati nella Cappella Sistina a coprire le sconcezze dipinte da quel pervertito di Michelagiuolo! Oh, la nudità! Se becchiamo quello che l'ha inventata... gli spacchiamo un ramo di fico senza foglie di fico in testa! Che bestialità la nudità! Che assurdità! Che oscenità! Dio ce ne liberi! Ah!!!"
"Bene, bene - disse Gesù - Accomodatevi! E voi altri dieci?"
"Beh... noi... purtroppo nudi siamo nati, e ci sa che nudi moriremo. Qualche volta abbiamo incontrato per strada qualcuno mezzo nudo, cioè non proprio nudo, solo un po'... ci facevano un po' pena queste persone, e gli abbiamo dato qualche nostro vestito usato..."
"Beh, se è così, allora voi restate qui. Potete tornare a casa vostra".
E se ne andarono, i primi gioiosi e saltellanti sul treno,
gli altri trascinando i piedi tristi e col capo chino a casa, come agnelli condotti al macello.

"Bene, allora... Cinquanta sul treno, cinquanta a terra... Ci siamo tutti? Bene. Tutti in carrozza! Si parte", disse infine Gesù.
Mentre Gesù stava risalendo sulla locomotiva, il Sindaco, affacciandosi dal finestrino, gli disse, indicando lo scemo del villaggio fermo in mezzo alla piazza vuota, che non era salito sul treno e neppure se n'era andato: "E lui"?
"Ops! Me n'ero dimenticato! E' vero... siete in 101, non in cento! Beh... E' malato... Puoi rimanere. Si... voglio che lui rimanga a terra. A te che te ne importa?".
"Saggia risposta, vecchio mio - disse il Sindaco - Non me ne importa proprio nulla, come non me ne è importato nulla prima. E' solo un povero cristo malato, gli manca qualche rotella... non per niente è lo scemo del villaggio..."

"Bene, andiamo! A tutto gas!!!"
Gesù Cristo risalì sulla locomotiva, che ripartì spingendo il treno all'indietro.
Ai finestrini, i 50 belenciani radiosi e festanti salutarono ebbri di gioia per come erano andate a finire le cose ed il mondo, pensando di essere giustamente diretti in Paradiso.
A terra gli altri 50 belenciani, che erano proprio a terra come una ruota bucata, se ne tornarono mogi mogi alle loro case nella loro valle di lacrime, convinti di essere condannati per sempre a vivere in questo inferno.

La mattina dopo, con scettica sorpresa dei 50 derelitti rimasti a Belene, si sentirono di nuovo sette fischi, e stavolta capirono subito che era il treno, visto che appena il giorno precedente ne avevano sentito la voce.
Per inerzia andarono a vedere chi fosse arrivato stavolta, probabilmente il diavolo con i suoi aguzzini... ma con loro grande stupore lo stesso Gesù Cristo di ieri era davanti a loro anche oggi, e scendendo dal predellino, mostrando loro le mani ed i piedi (casomai qualcuno ancora dubitasse), disse allegro e sorridente:
"Buongiorno, benedetti dal Padre mio! Su, lasciate lì tutto ed andiamo a berci qualcosa e fare un po di baldoria!"
Quelli lo guardavano basiti ed attoniti. Bisbigliarono solo: "Ma come, non sei andato con gli altri in Paradiso? Cosa ci fai qui negli inferi?"
Gesù, scoppiando in una sonora risata, disse: "Forte questa! Ma come, non avete capito? Ieri ho accompagnato le capre all'inferno... e adesso finalmente posso far festa con voi, le mie amate pecorelle!"
"Ma... com'è possibile?"
"Beh, qui se uno ha fame, voi non gli date un tomo sull'ultimo convegno da leggere, ma un panino con la salsiccia. E se ho sete, mi date un bicchiere d'acqua, invece di ubriacarvi. E se sono un prigioniero, mi date un saluto, mica mi sputate addosso! E se per caso mi cacciano di casa, avete una stanza libera e pronta per me. Su, andiamo a far festa, benedetti dal Padre mio! Andiamo a fare una festa da fine del mondo! Tiriamo giù pure le stelle con la musica!".
Si avvicinò allora anche lo scemo del villaggio, dicendo:
"Ve l'avevo detto io che era la fine del mondo!"
E Gesù, fissandolo, lo amò, e gli disse:
"Su, vieni Pierino, non perdere il treno! Facci strada!"

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