20 novembre 2018

Zanzare, vespe, serpenti e.. un... due... tre... Mosca.

Il Signore delle Mosche non è solo il titolo del celebre romanzo del Premio Nobel 1983, William Golding (interessante, per altro, pensando a Belene: ambientato in un isola...).
Signore delle Mosche, o Beelzebub, è anche uno dei tanti "titoli" del diavolo o del demonio.
Ed è molto curioso che Mosca (l'attuale capitale della Federazione Russa) è stata, ed ancora è, nell'immaginario dei popoli dell'Est Europa, la città simbolica del Potere Comunista.
E questa Mosca, la Mosca capitale della rivoluzione e della dittatura del proletariato, è svolazzata da molte parti, posandosi anche qui a Belene.

Il 27 aprile 1949, ispirati da Mosca e dai Signori di Mosca, i diavoletti rossi bulgari ebbero la brillante idea e decisone di "aprire" sulle isole di Belene le "porte dell'inferno", creando il più grande e duraturo campo di concentramento della Repubblica Popolare di Bulgaria. Un inferno nel paradiso naturale di Belene, dove han versato lacrime e sangue decine di migliaia di innocenti.



L'apertura di queste porte infernali, hanno creato due movimenti.
Il primo, in entrata, per gli innocenti rapiti, catturati, imprigionati, che si sono ritrovati precipitati in questo inferno. Per loro, il dantesco "lasciate ogni speranza, voi ch'entrate".
Ma l'apertura di questo inferno, di questa fossa di morte e violenza, ha permesso anche a quelli di là di venire di qua. E, dal fetore maligno di questa fossa di violenza, odio, cinismo, ingiustizia, menzogne... sono sbucati (e continuano a girovagare) zanzare, vespe e serpenti.

Le zanzare malefiche che infestano Belene e dintorni. Il loro mestiere? Succhiare il sangue, succhiare la vita, succhiare l'entusiasmo ed il desiderio di vivere e creare. Non solo sono fastidiose, e generano nervosismi, e fanno arrabbiare, e portano la gente a rinchiudersi in casa, uccidendo la socializzazione e la fraternità. Queste zanzare diaboliche e fameliche da 70 anni creano zombies dissanguati, ormai insensibili e che a loro volta zanzarizzano e prosciugano i pochi ruscelletti di sangue vivo che ancora scorrono...

Le vespe assassine, quelle belle grosse, calabroni giganti che al solo fruscio minaccioso scappi di paura, pure queste infestano la terra di Belene. A differenza delle zanzare, non succhiano. Le vespe pungono ed iniettano il loro veleno. Un veleno che genera paura, dubbio, sfiducia. E ti annebbia la vista, vedi solo nero, solo nemici attorno a te, solo falsi, ladri e approfittatori. Il vespifero veleno che rende l'homo homini lupus.

I serpenti viscidi, che da anni infestano e strisciano sulla terra di Belene. Son solo biscioni neri d'acqua, non hanno veleno, ma ingannano, diffondono menzogna, manipolano tutto, tentano.
Furbacchioni, si mimetizzano tra noi, e fanno il loro mestiere.

Penso che dopo trent'anni che la Mosca se n'è volata via, il tempo è opportuno per mettere un coperchio sopra questa fossa da cui da settant'anni fuoriescono zanzare, vespe e serpenti deleteri.
Chiudiamo la fogna. Per vivere meglio.

Mica ci sono i cerbiatti nel Parco naturale, neh! Ecco due dei tre caproni, che casualmente custodiscono Belene...

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