9 agosto 2020

Il pomo di Adamo e l’Angelo custode

L’arcipelago di Belene, come tutti sanno, è un vero paradiso per i pescatori. Formato da quindici stupende isole, isolotti ed isolette, attraversati da canali, canalini e canaletti, questo miracolo della natura è un vero paradiso per tutte le creature acquatiche. L’unico neo è… che qualche stupido ci sta costruendo proprio in mezzo una centrale atomica, distruggendo da quarant’anni l’habitat e l’ecosistema… ma questa è un’altra storia, che magari scriverà la Greta Tunberg di turno… Tornando a noi.. 

Un giorno, in questo spettacolare spettacoloso paradiso venne a pescare, con la sua barchettina il giovane belenciano Anghel Pasitelov (in italiano Angelo), accompagnato dalla sua mogliettina Stracchina Pasitelova (che in italiano non vuol dire Stanca, ma più o meno Paurosa). 

Come tutti i pescatori, Angelo quieto e vigilante pescava, mentre Stracchina, come tutte le mogli dei pescatori, ripuliva il pesce pescato e lo metteva nella sacca col ghiaccio. 
Le ore, in questo paradiso fiumestre, passavano lente e sornione. 
Ad un tratto, dopo una giornata placida e tranquilla, Angelo chiama la moglie e le dice: 
“Stracchina… guarda là… guarda cosa ho preso all’amo…”. 
Quella alza gli occhi dalle sudate squame, e sorridendo risponde: 

“Oh, che pescatore provetto sei Angelo! Ti adoro e ti amo! Al posto di un pesce… mi rincresce, ma hai preso una bella mela all'amo!”. 

Ed infatti, attaccata alla lenza che Angelo stava ritirando, c’era una bella mela rossa. 

Angelo disse: “Eh, mia cara… trovami tu un altro pescatore capace di pescare mele come me! Nessuno al mondo ci riuscirebbe! Sono un genio della pesca… e della mela!”. 

Ma mentre sta dicendo ciò, le placide acque dietro la mela iniziano ad intorpidarsi, la qual cosa non promette niente di buono, e ad un tratto emerge dirompente dall’accqua la testa di un enorme coccodrillo, con le fauci spalancate e la coda scodinzolante, lungo almeno trenta metri… 

“Aiuto!”, gridò Stracchina, accompagnando la famigerata parola con un grido isterico. “Aiuto! E’ il terribile coccodrillo Adamo! Il terrore del Danubio! Il mostro divoratore di pescatori… e mogli di pescatori! Aiuto! Oddio… siamo fritti!”, urla svenevole la Stracchina, e sviene per la paura. 

Dopo un po’ quella si sveglia, sistemata comodamente sul divano di casa. Lieta per la lieta notizia di essere ancora viva e vegeta e non uno spezzzatino nello stomaco del terribile coccodrillo, vede il marito che apparecchia la tavola per la cena. 

“Alleluia! Ti sei risvegliata, cara! Stasera… bistecche di coccodrillo!”, le dice giulivo l’Angelo. 

“Bistecche di che? Ma come? Cos’è successo? Come mai Adamo non ci ha mangiato?”, gli risponde domandando la donna rinvenuta. 

“Beh… Stavolta ce lo mangiamo noi! Sapessi… Mentre tu eri svenuta, io ho conservato calma e gesso, e ho mollato un po’ di lenza… così Adamo ha mangiato la mela e si è ingoiato pure la lenza, e quindi ho preso Adamo all’amo… e lui cercava di inghiottire la mela, ed io tiravo la lenza, e la mela faceva avanti ed indietro nel suo gargarozzo, finchè ad un bel momento si è incastrata proprio lì in mezzo al collo, casualmente dove c’è il pomo di Adamo. E quello stupido rettile è crepato soffocato. Così ‘ho trainato a riva, ho tagliato la lenza e l’ho caricato sul carretto… se vuoi, vieni fuori a vederlo. E facciamolo a fettine, così possiam cenare…”. 

“Ma Angelo mio… sei tutto suonato? Mangiare Adamo, il terribile mostro del Danubio? Ti è dato di volta il cervello? Sprecare questa occasione? Dobbiamo custodirlo… possiamo diventare famosi… sai… i terribili coniugi Pasitelovi, uccisori di draghi e dintorni…”. 

“Tesoro caro, sei un genio! Vado subito a dirlo a tutti in giro… chissà che notizia bomba! Lo diran giù anche al tiggì questa sera…”, dice estasiato Angelo, mettendosi quasi in volo. 

“Fermo, testone! Non dobbiamo dirlo a nessuno! Portalo dentro, svelto!”. 

L’Angelo fece come gli aveva detto la donna. 

Una volta dentro, i due coniugi estrassero la mela dalla gola di Adamo, poi sventrarono il malcapitato coccodrillo e lo impagliarono ed imbalsamarono. Quindi, guidato dalla lungimirante Stracchina, Angelo portò il mostruoso rettile in cantina, e in un vasetto pieno di spirito mise la mella assassina. E chiuse il tutto in cantina, col lucchetto a mandata doppia. 

“Bravo, marituccio mio! Ora dobbiamo custodire questo essere con cura, e soprattutto custodire il segreto”, disse la donna soddisfatta. 

“Ma perché, cara? Non sarebbe più meglio farlo sapere a tutti, farne un museo, accogliere qui milioni di visitatori da tutto il mondo?!?!”, disse l’Angelo alla moglie, un po’ confuso. 

“Ma sei suonato? Un museo? Visitatori? Ma sai che caos? Ma sai come dovremmo sgobbare dalla mattina alla sera? Ma sai che chiasso? Zitto e mosca! Dobbiamo solo custodirli in cantina!”. 

“Ma cara… avevi detto… famosi… uccisori di draghi… io pensavo di passare subito all’azione…” 

“Beh… son cose che si dicono… tutte le persone normali l’avrebbero detto… perché è quello che si deve fare e di solito tutti farebbero… Ma ricordati che qui non siamo in un posto normale… siamo a Belene in Bulgaria, dove ogni cosa normale vola via…”. 

“Se lo dici tu… custodiamolo in naftalina in cantina, all’oscuro di tutto. Contenta tu, contenti tutti”. 

“Bravo ragazzo! Custodire! Custodire! Custodire! Parole sante, come oro colato dall’oracolo di Delfi!”. 

“Beh, cara… veramente si potrebbe aggiungere un’altra parolina… cioè custodire e coltivare… csutodire con creatività… metterci qualcosa di nostro…”. 

“Fermo lì! So dove vuoi arrivare! Stop! Alt! Taci! Custodisci e taci. Niente musei, niente pubblicità, niente televisioni, niente visitatori! Custodisci Adamo e la mela, e basta!”. 

E fu così che da decenni il povero Adamo imbalsamato ed il povero pomo d’Adamo sciroppato giacciono sepolti sotto un cumulo di polvere e ragnatele nella oscura cantina dei coniugi Pasitelovi, l’Angelo e la Stracchina. 

E nessuno ha mai potuto vedere e toccare né Adamo né il pomo d’Adamo. 

E di gente interessata ce ne sarebbe a bizzeffe. 

Pazienza. Epperò, non vedendolo e non toccandolo per decenni, la gente ha smesso di credere nell’esistenza di questo mostruoso ed unico coccodrillo. Nelle mele no, ci credono ancora: di quelle ne esistono tante.

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