28 luglio 2020

Queste benedette piaghe della Chiesa...

"Trovandomi in una villa del Padovano,
io posi mano a scrivere questo libro,
a sfogo dell’animo mio addolorato;
e fors’anco a conforto altrui".
Non sono al mare e neppur sotto l'ombrellone, ma approfitto dell'estate per rileggermi qualche caro vecchio libro.
Rileggevo in questi giorni un libricino che sempre mi è stato caro, e cioè le Cinque piaghe della Chiesa di Antonio Rosmini.
Come sempre, quando si mette il dito nella piaga... fa un po' male, ci mancherebbe.

Se a metterci il dito, tra moglie e marito, è un sadico che lo fa per il gusto di far soffrire, dividere, far arrabbiare... son dolori, perchè solitamente riesce nel suo intento, ed il pallone scoppia, alterando le emozioni, le quali soperchiano assai convinzioni e ragioni ed esasperano esponenzialmente il malanno.

Se a metterci il dito, e ravanare nelle ferite aperte e purulente, è un semplice sbadato, il dolore è lo stesso, s'intende, ma passa alla svelta, con tante scuse del malcapitato, e la piaga può continuare a suppurare in santa pace.

Se invece a metterci il dito nella piaga, e magari anche tutta la mano, è uno che ti vuol bene e che vuole il tuo bene, mettiamo il caso un medico o qualcuno del genere, beh, il dolore magari è lo stesso, ma la speranza che la piaga venga guarita comincia già a lenire la sofferenza, o almeno le da un senso. Un buon senso.
Il buon Antonio Rosmini da Rovereto non mi è mai sembrato un sadico nemico della Chiesa intenzionato a distruggerlo, come ahimè molti suoi contemporanei, anche altolocati ed altocollocati, lo vedevano e lo dipingevano e pure lo punivano.
E neppure mi è mai apparso come uno sbadato, tutt'altro: uomo di fine intelletto, còlto e saggio, attento al particolare nel tutto ed al tutto nel particolare.
Ecco quindi che resta la terza tipologia di persona (peccato che la Chiesa lo abbia capito un po' in ritardo... facendolo santo solo nel 2007, cioè 150 anni dopo...): ben venga uno che ama la Chiesa a metterci il dito nelle piaghe di questa Casta Meretrix, dove meretrix è il sostantivo, l'essenza, mentre "casta" è un aggettivo, un dono che vien da fuori.
Sì, perchè checchè tutti sogniamo una Chiesa Mulino Bianco, perfetta, idilliaca... l'unica Chiesa che esiste in realtà è quel corpo pieno di piaghe, piaghette, ferite e peccati che esiste.
Certamente ci son parti del corpo sane e belle, ci mancherebbe: ma una piaghetta, una spina nel fianco... c'è sempre. Ed anche se tu sei in perfetta forma fisica e mentale, ma ti fa male un piccolo dentino od un calcolino nei reni... voglio vederti io, a dormire in pace e lavorare serenamente! Le piaghe ci sono, altrimenti non sarebbe la Chiesa.

Il buon Antonio Rosmini, addolorato, lasciando parlare il suo dolore per le ferite della Chiesa, e desiderando ardentemente che venissero curate, ne individuò cinque, in mezzo alle tante.
Cinque che grossomodo erano molto circoscritte alla situazione ecclesiale e politica italiana ed europea.
Altri tempi, altre situazioni, ovvio.
E se oggi qualcuno dovesse, a modo rosminiano, mettere il dito nelle piaghe della Chiesa?
Magari con uno sguardo più universale?
Certamente la prima piaga, quella più lacerante e purulenta, che ci trasciniamo dal primo secolo... è la divisione della Chiesa di Cristo in tante chiese, chiesette, chiesucole, cappellanie, sette, gruppuscoli... Per chi idealizza la presunta unità della Chiesa del primo millennio, basti rileggersi l'Adversus Haereses di Sant'Ireneo di Lione (dove, se ben ricordo, son ben 300 le chiesucule l'un contro l'altra armate), oppure pensare alla crisi ariana, ai donatisti, etc. etc.
Una seconda piaga, anche questa abbastanza colossale, che intacca il principio dell'incarnazione, che ci trasciniamo dietro da secoli ed è trasversale a tutti i cristiani, è quella della divisione tra divino e umano, cioè che le cose di Dio si fanno in chiesa, e fuori chi fa da sè fa per tre. Con addirittura vescovi, prelati, superiori maggiori e curati di campagna che pontificano allegramente: "Bisogna stare in chiesa! Non uscite, state lì a pettinare le pecore nella stalla! Tutto il resto è politica, è profano, non tocca a noi! Lasciate fare agli altri".
Una terza piaga, chiaramente da decubito, potremmo vederla nella pigrizia ed ignavia erte a sistema. Una piaga che copre quasi il 90% della schiena della Chiesa. Battezzati che non si muovono di un millimetro, non partecipano più all'Eucarestia, non pregano più, non si confessano, non fanno memoria dei santi, non aprono mai la Bibbia (che magari non ce l'hanno neppure), etc. Una zavorra da cui un po' schifiltosamente ci voltiamo, per non vederla. Ma che è parte della Chiesa, per via del Battesimo... ma che è una massa inerte ed informe di poveri cristi, senza volto, senza identità, senza vocazione e missione. Speriamo che ce la caviamo tutti, ma la vedo dura, quando busseremo alla porta stretta e diremo: "Signore! Signore! Facci entrare...". "E chi ti conosce? Sciò!".
La quarta piaga... beh... ci mancherebbe: il secolare attaccamento al Potere ed ai Soldi. Dai fondi dell'obolo della vedova per i poveri usati per comprare palazzi a Londra... attraverso il carrierismo e tante altre belle cosette, no. Direi proprio di no: gli anticorpi al Potere e all'Avere, e a giocare con gli averi e con i poteri... non ce li abbiamo ancora ben disciolti nel sangue. Ci vorrebbe qualcuno che ci stanghi un po' come Giovanni Battista, o come Natan e gli altri profeti. Troppo buonismo ed accondiscendenza con chi froda, maltratta, abusa del potere o scende a compromessi coi potenti.
No, non mi son dimenticato di quella piaga che, pur piccola (ed un po' ingigantita dai riflettori), è molto fetente e purulenta: la violenza e l'abuso, specialmente sui bambini e sulle persone fragili.
La metto in fondo all'elenco, ma non perchè è secondaria, anzi! Solo perchè non è l'unica, e non deve farci dimenticare che ne esistono decine di altre. Per fortuna, negli ultimi anni, qualcosa si è mosso dentro questa piaga. Dopo infinite diagnosi e pressapochismi, pare che si sia giunti ad una terapia da cavallo per risanare questa ferita, e provare ad estirpare dalla Chiesa almeno le erbacce di pedofili, efebofili, sadici e violenti. E' vero che la zizzania verrà raccolta in quel Giorno... ma con tanta delicatezza e precisione chirurgica qualche fuscello si può già tagliare ed estirpare quaggiù, con tanta carità, e con altrettanta giustizia e fermezza.

Per rispetto al pentagramma rosminiano, ho accennato a solo cinque piaghe macroscopiche, sotto gli occhi di tutti, che attraversano un po' tutte le chiese cristiane in tutto il mondo, e che richiedono continuamente cura ed attenzione, perchè almeno non dilaghino, e vengano contenute. Ne esistono molte altre... sia generali, che più localizzate.

Se penso alla mia comunità di Belene ed un po' più in largo alla Chiesa in Bulgaria... grazie al Cielo pare che (a quanto è dato sapere) la quinta piaga qui non ci sia. Ciò non toglie il fatto di non abbassare la guardia e lavorare per prevenirla.

Direi che qui da noi la ferita più grande è la prima, e si sente molto più dolorosamente che in Italia: la divisione tra i cristiani. Ogni giorno ci si vede, tra cattolici, ortodossi, protestanti... e ogni giorno è una sfida continua a valorizzare ciò che unisce, a cercare di dialogare, magari a collaborare...


Ovviamente non basta mettere il dito nelle piaghe. Come Rosmini, bisognerebbe ora focalizzarsi su ognuna, studiarla bene, e proporre una terapia. E' buona cosa anche pregarci sopra (il Buon Dio ha fama di essere un buon medico), anche se pregarci sopra non basta. Il Padreterno fa il suo lavoro, ed ognuno di noi deve fare il suo.
Anche la seconda, la terza e la quarta ci sono... e fanno soffrire.
Abbiamo poi le nostre piaghe locali... uno spruzzo di nazionalismo di qua, uno spruzzo di razzismo di là, una spruzzatina di invidia di sopra, una spruzzatina di rivalità di sotto...
Certamente l'immobilismo della Chiesa Cattolica in Bulgaria crea diverse piaghe da decubito... c'è una mentalità molto clericale e quasi settaria (e non solo tra i chierici...), da trent'anni ci sono gli stessi tre vescovi (che non hanno più tanto giovanile entusiasmo e creatività... e un ricambio non guasterebbe), le comunità cristiane sono sempre più piccole, vecchie, moribonde e ripetitive, e non brillano certo di creatività pastorale e missionaria...
Son ben consapevole che parlare o accennare a queste cose irrita qualche parte del corpo (San Rosmini si è beccato l'indice... io me, che non son certo santo come lui, probabilmente mi becco qualche pollice verso...), ma penso che se si ama la Chiesa... non si può non soffrire per le piaghe che si porta addosso. E se si soffre, non si può stare zitti. Ma almeno dire: "Ahia! Che male...".
E ringraziare chi ci ricorda che non son tutte rose e fiori (ma anche spine), e che non è tutto oro quel che luccica (magari è solo bigiotteria, che si può anche buttare), e che è sempre meglio il senno di prima, che il senno di poi. E non è molto onorevole canticchiare: "Finchè la barca và... lasciala andare...".
A volte, nella storia, occorre anche prendere i remi in mano e remare, remare controcorrente, e non lasciarsi solo trasportare per inerzia.
Chiedete ad ogni medico, e ve lo dirà: una piaga non curata, e lasciata andare... non guarisce mai, e non guarisce da sola. Peggiora, e diventa purulenta, e conduce alla cancrena. La quale è incurabile.
E magari, invece di prenderci a bastonate tra noi come al concilio di Efeso, stimarci un po' di più e collaborare a curare il curabile, e poi da buoni curati di campagna vivere un po' più sereni e creativi.
Beh... dopo questo excursus nell'attualità, torno a leggermi il mio amato Rosmini. Altri tempi, altre persone, altre situazioni, linguaggio un po' ottocentesco...
Ma come mi piacerebbe che il beato Antonio fosse qui oggi... ad indicarci, con molta più acutezza e saggezza di me, le piaghe da curare di questa nostra santa Chiesa di peccatori.

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