18 luglio 2020

Ode in lode del mio vecchietto


Ch’io sappia, mai nessun poeta provetto
ha preso in mano il suo pungente stiletto
per comporre un verso in onor d’un vecchietto.
Per cui ora io ci provo, od almeno lo prometto.

D’un gran allenator… esaltan il fischietto,
d’un parco nazional… l’ameno boschetto,
d’un boiler installato… il caloroso getto,
d’un’esorbitante star… il generoso petto,
d’un cavalier errante… il fiero moschetto.
Ma che possiam dir d’un normal vecchietto?

Ogni sera, ogni mattina, lui s’associa col suo letto,
dove dorme di buon gusto, più gustoso d’un sorbetto,
avvolgendosi all’istante nel suo caldo copriletto.
Sembra un buon cioccolatino, fuso dentro nel cornetto.

Quando s’alza poi al mattino e canta il gallo il do di petto
scatta in piedi com’un razzo, sul diletto scendiletto.
Poi si lava, e ben sbarbato, è un signor di gran rispetto.
In cucina poi si reca, dove apre lo stipetto
per scaldarsi un cappuccino ed un buon caffè ristretto.

E qui arrivo in scena io, coll’orrido mio aspetto,
le pilloline gli preparo e sul tavol gliele metto,
lui le prende senza zucchero, come fossero un confetto.
Ed arzillo come un gatto, si fa poi il suo giretto,
e pregando ad ogni passo qualche salmo benedetto
lo accompagno pian pianino fino al nostro cancelletto,
se barcolla lo sostengo e lo prendo a braccetto
e allora passeggiamo sulle sponde del laghetto.

Poi col gatto lui ci gioca, arruffandogli il baffetto
E sorride come un sole, quando incontra ogni bimbetto.
Se fa freddo non usciamo, e ci scaldiamo al caminetto,
lui racconta le sue storie, io le scrivo sul blocchetto.

Non è un grande chiaccherone, beh, lo ammetto:
a pranzo e cena lui non parla, com’un muto pargoletto.
Ma se gli allunghi un dolce pasquale ovetto…
ecco spuntar il suo diabetico sorrisetto!
E dopo aver consumato il lauto suo pranzetto,
andar a dormir di nuovo è il solito verdetto.

Verso sera poi si alza, ed in chiesa lo traghetto,
e la messa ancora dice, se lo aiuta un chierichetto.
Poi torniamo dentro in casa, chiaccheriam in dialetto,
e per noi rasserenarci, ci facciam un siparietto.

Proprio bravo è il mio ragazzo, come fosse scolaretto,
canta e ride come un matto, se riesco a fargli un bel bagnetto
dopo cena, ben saziato, torna in camera dirimpetto,
e di nuovo torna a letto,
e anche oggi ha lo scudetto
e chissà dove lo metto…
sulla porta a soffietto!

Va bene, va bene, ora la smetto,
per non finir com’un senzatetto.
La lesta penna nel mio cassetto
ora getto e vi rimetto,
dopo aver del mio vecchietto
elogiato qualche buon aspetto.
Sono stato molto schietto,
abbastanza ben ristretto,
senza farne un romanzetto.
Or anch’io mi metto a letto,
mentre aspetto sol soletto
di conlcuder il mio versetto:
lunga vita al mio vecchietto!

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